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KREATOR - La biografia, prima parte
11/08/2011 (6599 letture)
Un riff al vetriolo che perfora il silenzio, un assolo letale squarta la quiete: col carisma che solo gli immortali possiedono, col timore reverenziale che solo i più tosti incutono, ma col rispetto e la stima che solo gli umili possono vantare, i Kreator incedono nell’ombra ascendendo alla storia. Hanno contribuito a forgiare un genere, il thrash estremo di teutonica matrice, lo hanno portato dall’underground alle enciclopedie; lo hanno evoluto e sviluppato verso criteri tecnici via via sempre più curati, ma sempre mantenendo i piedi per terra, saldamente, a stretto giro di gomito con la gente comune, il popolo oppresso e schiacciato dai politicanti; un esercito di fedeli seguaci col quale sventolare la ‘bandiera dell’odio’, scuotendo la testa su serrati attacchi d’acciaio incandescente. Simbolo, icona vivente, leggenda: gli aggettivi possono riempire le pagine, ma a comporre la storia ci hanno già pensato loro, con quei dischi esplosivi, quei riff da aguzzini, quella rabbia marcia che tutto ha travolto. All’inizio furono i Tyrant: ‘tiranni’, forse ispirati nella scelta del moniker dalla celebre canzone dei Judas Priest; era il 1982, anche se le radici di questa storia vanno ricercate nell’afosa Calabria, terra natìa dei Petrozza, una delle tante famiglie italiana che si trasferirono in Germania per far fortuna. Il giovane Miland, conosciuto dagli amici come Mille, imbraccia presto la chitarra e, benché sfottuto dai coetanei per i tratti somatici tipicamente italiani, cresce senza che in casa sua venga mai utilizzato l’idioma del padre. L’incontro col drummer Jurgen Reil avviene quando Mille ha solo sedici anni, e porta alle prime schitarrate in garage: ben presto, con l’arrivo di Rob Fioretti al basso, la band muta nome in Tormentor e registra due demo grossolani, suonando una musica grezza e furente. L’obbiettivo era distinguersi dalla massa, e sicuramente il moniker prescelto, assai banale, non aiutava in tal senso, così nel 1985 la band assume finalmente le fattezze di Kreator, una bestia inferocita che suona a velocità siderale una musica sporca, irruenta, spaventosa, pesantemente ispirata al black metal primordiale degli onnipresenti Venom: quello che stava accadendo in California, estremizzato dalle estreme propaggini consacrate nel nome degli Slayer, stava lentamente ripercuotendosi sulla nazione teutonica, fino a quel momento appannaggio dell’heavy e del power metal, generi epici e melodici ma non propriamente estremizzati.

La brutalità estrema e cacofonica con la quale i tre ragazzi rigurgitano sul palco schegge massacranti come Total Death e Flag of hate fanno drizzare le antenne alla Noise Records, che decide di scritturarli e produrre il loro debut assoluto, quell’Endless Pain che andrà a stupire clamorosamente i metalheads dell’epoca (oltre che a influenzare nuove generazioni di thrasher, blackster e deathster), che mai avevano udito una tale devastazione sonora: attraverso canzoni dalle liriche ancora infantili e pseudo sataniche (Storm of the Beast) e tributando il vecchio moniker Tormentor con una violentissima canzone ad hoc –che diviene una delle più acclamate on stage-, i Kreator aprono l’era dell’extreme thrash teutonico, presto seguiti a ruota dagli altri due pilastri della Triade, le cui storie si incroceranno e si mescoleranno continuamente nel corso di quegli anni ottanta, vissuti tutti a gran velocità. Le urla strozzate di Petrozza, i riffs letali stoccati con crudeltà e la sezione solista, atonale e acuminata, portano ad un livello quasi blasfemo la musica rozza ed ignorante della band, che riesce perfettamente a devastare i padiglioni auricolari degli ascoltatori ed inferocire il moshpit: la rabbia che pulsa nelle menti e nei cuori del giovane act tedesco è incontrollabile, sul palco, sebbene prima del secondo album verranno suonati solo cinque concerti (con l’apporto di un altro chitarrista, Michael Wulf). La creatività e l’ambizione portano alla stesura di nuovi pezzi, ancor più veloci ed urticanti: essi vanno a costituire l’ossatura del disco migliore e più violento, nonché il più amato dai fans anche a decenni di distanza, Pleasure to Kill, vigorosa mazzata sui denti che mostra, però, grandi segni di crescita stilistica e compositiva che portano la band a diventare la ‘voce dei senza voce’ per i metallari tedeschi. Il ricordo di Petrozza è umile e affascinante, e ci riporta proprio a quei giorni eroici: Per prima cosa, credo che ci trovammo al posto giusto nel momento giusto: l’heavy metal, e soprattutto il thrash, erano fenomeni freschi e molto popolari e c’era aria di ribellione in giro per la Germania. Noi eravamo i leader di quel movimento e cercavamo di scrivere testi sinceri, che parlassero onestamente della nostra vita quotidiana e delle nostre radici. Voglio anche dire che non c’era da parte nostra l’ambizione di diventare i portavoce di una generazione o qualcosa del genere; ritengo che i metallari tedeschi dell’epoca ci amassero così tanto perché ci vedevano come loro, ragazzi di strada, ed era proprio così! Crescendo ad Essen fummo esposti sia alla scena heavy metal che a quella punk-hardcore, e ci piacevano entrambe, per il suono, l’attitudine e la sottocultura. Le persone che frequentavamo erano per lo più ‘alternativi’, attivisti di sinistra con una forte coscienza sociale e politica. Insomma, non dovevamo sforzarci di appartenere alla scena perché quella era veramente la nostra realtà di tutti i giorni.

Pur restando un lavoro pesantissimo e terremotante, il disco vanta un suono più nitido ed eslosivo -pur mantenendo una produzione molto grezza e caotica- e strutture maggiormente complesse ed elaborate, un parco riff ampio ed efficace, assolutamente tagliente e tonante, assoli al fulmicotone sparati a velocità ancora più elevate, liriche maggiormente curate ed atmosfere ancora una volta claustrofobiche e spruzzate di sangue. Brutale, immediato ma mai banale, violentissimo ma non approssimativo, Pleasure to Kill diventa un classico imprescindibile del thrash metal internazionale e proietta la band tedesca tra le più affermate del panorama, attirando parecchie attenzioni sull’infervorato movimento teutonico. Il vocalism di Petrozza è un urlo strozzato, raggelante e mostruoso, un ruggito inconfondibile anche se la scelta di lasciar cantare a ’Ventor’ Reil alcune tracce non fa che conferire variabilità e profondità alla scaletta, peraltro dotata di gemme al vetriolo quali la titletrack, Rippin Corpse, la marcia Under the Guillotine e la delirante Riot of Violence, una delle più esaltanti del lotto. I riff di chitarra si pongono dinnanzi all’ascoltatore come falci squartatrici dall’impatto roboante, le ritmiche da headbanging disinibito rendono pezzi come Command of the Blade dei veri e propri inni, mentre gli assoli al fulmicotone lasciano colare lava orgasmica sui padiglioni auricolari degli ascoltatori: le registrazioni del disco avvengono con l’ingresso di un nuovo chitarrista, Jörg ‘Tritze’ Trzebiatowski, in luogo di Wulf, e antecedono l’uscita dell’EP Flag of Hate ed il primo vero e proprio tour della band, che mette a ferro e fuoco le assi dei palchi calcati. Mille Petrozza ha sempre guardato ‘oltre’, senza mai volersi fossilizzare su uno stile scarno ed ignorante, e già col secondo full length voleva inseguire una certa stratificazione evolutiva, che si sarebbe potuta completare soltanto con l’ingresso in line-up di un secondo chitarrista, possibilmente migliore di lui, perché non era sua intenzione perdere tempo a spiegargli riff e partiture: Wulf si rifiutava di imparare i riff e non era ritenuto un musicista adeguatamente preparato, così fu licenziato. Fu grazie a questo full length che vennero modificati tutti gli schemi classici del metal europeo e del thrash in particolare: nell’anno in cui tre dei futuri Big Four americani sfornavano i loro dischi migliori, l’act di Essen si spingeva ben oltre, scatenando una vera e propria apocalisse priva di fronzoli e virtuosismi ma che stabiliva le nuove coordinate della musica estrema. Forse non fu compreso da tutti, di primo acchito, a causa del suo stile brutale che omaggiava il feeling e la brutalità anziché la perfezione tecnica, ma non ci volle molto a capire che quei trentasette minuti di follia lancinante che colava incendiaria dalle chitarre massacrate avrebbero allargato gli orizzonti di un’intera scena musicale, andando successivamente ad influenzare le nuove generazioni a cavallo di tre correnti: thrash, black e death metal. Ricorda Jacob Franz, dj heavy metal di una nota emittente radiofonica tedesca: I Kreator erano aggressivi ma brillanti. Incarnavano la nostra attitudine: incazzati col sistema, ma con le idee chiare e taglienti. ‘Love Us Or Hate Us’ giusto? E poi erano veloci come il demonio. Credo che l’area nella quale cresci, da giovane, possa influenzare i tuoi gusti musicali. Più la vita é dura, più è duro il suono di cui hai bisogno. Guarda per esempio il movimento grindcore nato nella grigia Gran Bretagna di metà anni ottanta, oppure i Sepultura che sono venuti fuori dal Brasile.. penso che il paragone con la Germania dell’est degli anni ’80 sia pertinente. Ricordo di aver ascoltato per la prima volta Pleasure to Kill a dodici anni. Era troppo veloce e non lo capii subito. Mi ci volle un po’ per amarlo, ma poi diventò la colonna sonora della mia adolescenza.

Ormai affermatasi come realtà importante dell’heavy metal estremo e salita alla guida della Sacra Triade del thrash teutonico, la band non si adagia sugli allori e prosegue la propria evoluzione tecnica con Terrible Certainty del 1987, un album ancora brutale ma dotato di una più marcata vena ‘melodica’ nel riffing e nelle linee vocali che, pur restando assai violente, appaiono meno ‘primitive’ e rozze che sul precedente disco. Strutture sempre più mature caratterizzano pezzi devastanti e freschi nella loro glaciale efferatezza come Blind Faith, Storming with Menace, Behind the Mirror, Toxic Trace, l’adrenalinica titletrack e tutte le altre presenti in una scaletta abrasiva, rigorosamente a velocità da capogiro. La popolarità dell’act tedesco presso la comunità metallara è in crescita implacabile: anche sulle t-shirt dei kids l’inconfondibile logo, rosso squillante, si fa sempre più spazio tra i titani prediletti dalle folle. La violenza mitragliata a velocità esorbitante non deve, però, far pensare a dei metallers ignoranti e dall’attitudine barbarica, dato che da sempre lo stesso Petrozza ha coltivato una sanità d’animo ed un’onestà intellettuale tra le più fini del panorama internazionale, ed egli stesso racconta di leggere molto, tanto che negli anni affinerà un interesse sincero nei confronti di classici come Orwell, Kafka, Dostojewski, Patrick Mc Garth, prediligendo le storie che parlano dell’animo umano e tendono a raggiungere l’interiore. Stilisticamente, i Kreator erano ormai musicisti maturi e completi, perfettamente consapevoli delle proprie qualità e che, a detta di Petrozza, non avevano più bisogno di correre a velocità vertiginose macinando ogni cosa gli si parasse di fronte per conquistare i discografici: allo stesso tempo, però, non intendevano impressionare la gente con materiale estremamente complesso, quanto piuttosto rendere felici i propri fans con bune canzoni, aggressive e perfette da cantare in coro sotto il palco, anche considerato che la resa live dell’act tedesco era altamente travolgente e tutti i pezzi suonavano ancor più coinvolgenti dal vivo. Il periodo aureo della corazzata tedesca era ancora lontano dall’estinguersi: nuove mitragliate di odio e velocità sarebbero state sferrate di lì a poco, tanto per ribadire su quale testa era destinata la corona del’acciaio germanico.



LAMBRUSCORE
Giovedì 1 Settembre 2011, 13.26.37
27
x thrasher, riferito al tuo commento numero 12. preferisco che i musicisti dei gruppi che amo, vadano a suonare il liscio o altra musica, se vogliono campare, però coi loro gruppi originali, x me, dovrebbero non snaturare troppo il loro sound. non è il caso dei kreator, che hanno esplorato altre strade, ma non si può dire siano venduti, come ovvio, invece, hanno fatto i metallica....
Flag Of Hate
Giovedì 1 Settembre 2011, 12.46.48
26
Da "Endless Pain" (1985) a "Coma Of Souls" (1990) non hanno sbagliato un colpo, in 5 anni 5 capolavori, dischi leggendari e perfetti, imprescindibili per qualsiasi appassionato del Metal estremo (e non). Gli anni '90 sono stati brutti per tutti i gruppi thrash, ma loro si sono mantenuti su livelli accettabili, anche considerando le performance dei "colleghi" blasonati (IMHO sono stati, insieme a Testament e Sodom, la band storica che meglio ha superato questi anni bui): "Renewall" e "Outcast" sono sopra il 70,e persino "Endorama" riesce a salvarsi, seppur al pelo, grazie ad alcune atmosfere ben riuscite ed efficaci. L'unico disco insufficiente, per me, è stato CFW: quello scimmiottamento del Groove alla Pantera proprio non mi è piaciuto, mi è parso poco naturale e forzato, fatto tanto per fare. Dal 2000 hanno sfornato 3 album spettacolari, in un climax qualitativo ascendente, stracciando la concorrenza per manifesta superiorità. E l'attesa per il nuovo disco è molto alta. Conclusione? La migliore band Thrash di sempre. \m/
Nu Metaller
Venerdì 19 Agosto 2011, 21.51.47
25
Io i Kreator ho ascoltato: Endless Pain, Pleasure to Kill e Enemy of God e devo dire che sono dei buon album soprattutto Pleasure to Kill.
the Thrasher
Domenica 14 Agosto 2011, 17.47.49
24
grazie jek! sono contento che grazie ai miei articoli la gente si interessi a band come questa: FONDAMENTALE E LEGGENDARIA!
jek
Domenica 14 Agosto 2011, 13.58.31
23
Articolone di Rino. Non ho mai seguito i Kreator, ma dall'articolo me ne pento. Vedrò di sopperire all'ignoranza.
the Thrasher
Sabato 13 Agosto 2011, 13.49.17
22
Ma secondo me anche lo stesso ritorno al thrash non è poi così commerciale: è quello che i kreator hanno sempre suonato e sentito, x cui ce lo avevano dentro. allo stesso modo in cui negli anni 90 il thrash non se lo filava nessuno (x cui loro hanno dovuto aprirsi a nuove strade), quando esso è tornato in auge è stato x loro normale riabbracciarlo...
Feanor
Venerdì 12 Agosto 2011, 22.25.26
21
A me, sinceramente, Endorama piace molto .-. Sarà che l'ho ascoltato già sapendo che non sarebbe stato il solito disco dei Kreator ._.
Lizard
Venerdì 12 Agosto 2011, 21.00.33
20
Scusate il doppio commento, ma ho letto ora quanto scritto da Enry e devo dire che in effetti non definirei Endorama ed Outcast dischi "commerciali", quando come lui stesso scrive, "evoluti" (tra virgolette). Di fatto, sono arrivati forse troppo in anticipo e credo che molti degli attuali fan del gothic o di Anathema/Ulver, potrebbero in realtà apprezzarli molto di più di quanto non furono all'epoca da parte dei metallari che tutti (me compreso) li bollarono alla stregua del tradimento (vale anche per i Paradise Lost).
SNEITNAM
Venerdì 12 Agosto 2011, 20.58.23
19
Certo ma comunque una volta preso un sentiero si può benissimo decidere di continuare per quella strada affinando la propria proposta musicale per arrivare a creare dei capolavori che ti permettano di arrivare a più persone rispetto a come può portarti un genere come il Thrash, in maniera che album meno riuscit come i 4 che dici te possano essere servit a qualcosa. L'importante però è che ci sia un'obbiettivo idealistico dietro a tutto e non che si facciano le cose solo ed esclusivamente per i soldi ma appunto principalmente per la propria evoluzione artistica e per l'evoluzione musicale. Dunque i loro veri motivi va te a sapere quali possano essere stati, ma alla fine senza stare ad analizzare caso per caso concordo con ciò che ha scritto Rino
Lizard
Venerdì 12 Agosto 2011, 20.13.55
18
Come Salomone, mi metto a mezza via: sono d'accordissimo con Rino sul discorso del provare nuove vie ed anche se poi alla fine si sono rivelate commercialmente non appaganti, rispetto la volontà di Petrozza di andare oltre se stesso. D'altra parte concordo anche con il leccese quando dice che il ritorno al thrash sa molto di poca sincerità e di tentativo di tornare a vendere. Rispettabile e giusto, anche perché dal vivo sono davvero bravissimi, ma sentito... Credo poco. Poi, io non conosco Petrozza di persona e lui saprebbe senz'altro smentirmi ma... Al momento la mia opinione è questa.
enry
Venerdì 12 Agosto 2011, 20.12.40
17
@SNEITNAM: temo che per le bands metal il discorso più commerciale = più vendite non torni. I Kreator son tornati indietro perchè, belli o brutti che fossero, i dischi più 'evoluti' se li son filati 4 gatti. I Paradise Lost con 'Host' non sono nemmeno riusciti ad andare in tour... e potrei continuare con altri esempi. Il fatto è che chi non ascolta Metal tende a diffidare di bands metal che si mettono a suonare altri generi, e così il rischio è di perdere il proprio pubblico senza guadagnare nuovi fans. Ci sono riusciti in pochi, mi vengono in mente Ulver e Anathema, ma non so se vendono più di prima, onestamente.
SNEITNAM
Venerdì 12 Agosto 2011, 19.56.29
16
Giusto perchè comunque ci vuole coerenza e giuste scelte in quello che si fa, poi io i Kreator degli anni '90 non li ascolto e quindi non saprei neanche giudicare però se è una questione di guadagno non pensi che faccia di più far soldi delle scelte commerciali piuttosto che un ritorno al Thrash?
il leccese
Venerdì 12 Agosto 2011, 19.46.12
15
secondo me va bene esplorare altre strade..ma non è che dopo il flop commerciale te ne devi tornare all'ovile.in un'intervista a un vecchio chitarrista dei kreator(mi pare fosse anche il chitarrista dei coroner),alla domanda "secondo te perché mille è tornato al thrash dopo le esplorazioni di endorama" lui rispose "perché deve campare"
SNEITNAM
Venerdì 12 Agosto 2011, 19.39.42
14
Rino hai fatto un bel discorso perchè che dopo possa piacere o meno differenti strade hanno sempre come origine la voglia di non ripetersi e creare o comunque evolvere la propria musica ed è una cosa assolutamente giusta. Anch'io quando avevo 18/20 anni certe scelte non le capivo, fino a quando non ho iniziato anch'io a comporre, ma poi non è che serve per forza mettersi a suonare e comporre musica per capire certe cose, basta il buon senso
Metal4ever90
Venerdì 12 Agosto 2011, 17.28.51
13
Visti al Wacken, incredibili!! Petrozza è un animale!!!!
the Thrasher
Venerdì 12 Agosto 2011, 16.08.00
12
@lambruscore: non ci trovo nulla di male a ''esplorare nuove strade''. è sbagliato secondo me fare ''i true metallers ad ogni costo'' xk infine loro sono dei musicisti, degli artisti, e quando la musica diventa la tua prfessione è giusto anche rendersi conto del momento storico che si attraversa: finchè suoni coi tuoi amici puoi fare il thrashers a oltranza, ma se poi nessuno compra i tuoi dischi a cosa serve registrarne? se il thrash era ormai morto -purtroppo, dico purtroppo- i kreator e gli altri come loro hanno saggiamente deciso di cambiare e proporre qualcosa di diverso. altri si sono sciolti ed estinti, ma se a me piace suonare e continuare a vivere della mia musica perchè dovrei estinguermi solo xk il thrash non tira più? per cui altri devono decidere per me che è ora di pensionarmi? no, piuttosto cerco di evolvermi e fare qualcosa di diverso. le band ''eroiche'' che si sono sciolte sono un falso storico: eroiche un cavolo, visto che poi quando il thrash è tornato si sono riunite. la reunion vale tanto quanto il ritorno alle origini di kreator e metallica, anzi forse è peggio: perchè kreator, metallica e megadeth e altri hanno accettato la sfida, di andare avanti anche cambiando i propri connotati, mentre gli altri sono scappati con la coda tra le gambe e sono tornati, dopo, da approfittatori...
LAMBRUSCORE
Venerdì 12 Agosto 2011, 13.30.39
11
incredibile, non c'è ancora la rece di coma of souls???
LAMBRUSCORE
Venerdì 12 Agosto 2011, 13.28.04
10
"AFFIDABILI"???? quando il thrash non lo cagava nessuno, anche loro si sono "adeguati", dicendo di voler esplorare nuove strade, eheh, per poi tornare al genere che facevano prima, ammodernizzandolo un po' (molto bene, direi)
Radamanthis
Venerdì 12 Agosto 2011, 12.04.53
9
Eh si Billo! REVOLUCION!!!
NoRemorse
Venerdì 12 Agosto 2011, 11.28.07
8
Bell'articolo...aspetto la seconda parte ora!!! grandissima band, sempre stata su livelli altissimi anche quando ha sperimentato...e ora son più forti che mai: dal vivo fan paura e gli ultimi album sono davvero ottimi...in particolare hordes of chaos possiede una fila di canzoni veramente perfette...ma qui si parla degli albori in cui ventor era davvero una schiappa e i dischi sembravano registrati in una cabina telefonica...altro che andy sneap...qui si faceva la storia, e quando i concerti finiscono con la doppietta flag of hate e poi tormentor, chiunque dovrebbe inchinarsi. Plea - sure - to - kill!
Giaxomo
Venerdì 12 Agosto 2011, 11.02.43
7
Bella Rada, grandi Kreator, spettacolare il live di Wacken, Petrozza con una voce strepitosa nonostante abbia l'età dei tanto blasonati big 4...o qualche anno in meno, che però non fa differenza dato il numero di moltissssssimi live. Grandi.
BILLOROCK fci.
Venerdì 12 Agosto 2011, 10.50.30
6
sei proprio un rivoltoso eh ehehe
Radamanthis
Venerdì 12 Agosto 2011, 10.22.31
5
Per esprimere l'ammirazione che provo x questa band cito una loro frase, vale piu' di altre mille parole: "My hate has grown as strong as my confusion, my only hope my only solution is a Violent Revolution!!! " GRANDISSIMI KREATOR
enry
Venerdì 12 Agosto 2011, 8.02.09
4
La miglior thrash band europea, che dopo 25 anni contiuna a mantenersi su buonissimi livelli. Immortale la tripletta Extreme Aggression/Pleasure to Kill/Terrible Certainty. Grandissimi.
Feanor
Venerdì 12 Agosto 2011, 1.14.57
3
Io non amo il thrash, ma adoro letteralmente i Kreator! Bell'articolo, complimenti!
JUSTICE
Venerdì 12 Agosto 2011, 1.07.17
2
Cavolo i Kreator! Una band e un leader che stimo moltissimo, ma musicalmente non mi hanno mai preso
Nightblast
Venerdì 12 Agosto 2011, 0.56.55
1
Signori...in piedi...ecco a voi i KREATOR.
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