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TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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ELIO E LE STORIE TESE - Cinema Teatro Alessandrino, Alessandria (AL), 11/04/2013
17/04/2013 (3849 letture)
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Pochi giorni prima dell'annuncio di questo tour primaverile confidavo ad un amico la gran voglia di rivedere live -a distanza ormai di qualche annetto dall'ultima volta- i mitici Elio E Le Storie Tese, e mi chiedevo se sarebbero passati dalle mie parti; nemmeno una settimana dopo mi accorgo con sommo gaudio del manifesto che pubblicizza la data al Cinema Teatro Alessandrino: in men che non si dica il ticket era nelle mie mani! È una sensazione strana per il sottoscritto assistere ad un concerto in un teatro, abituato come sono a festival e live-show frequentati da energumeni lungocriniti sudati e maleodoranti (scherzo... forse) ma devo confessare che la location mi aggrada non poco e ha un suo particolare fascino. Ed eccomi qui; seduto su una comoda poltroncina sto per assistere all'esibizione di una delle migliori band italiane (secondo me LA migliore) che seguo da una vita: buio in sala, lo spettacolo può cominciare...
ELIO E LE STORIE TESE L'avvio è dei migliori, si parte con la "smarmittata" che introduce un classico del repertorio della band, la famosissima Supergiovane, la quale vede l'architetto Luca Mangoni impersonare da par suo il super-eroe (con Elio nella parte di Catoblepa), svolazzando e correndo su e giù per il palco forsennatamente. Cesareo è un fenomeno della sei corde -e non lo scopro certo io- il riff del brano è coinvolgente anche al 578° ascolto e la band è impeccabile nel suo completo in giacca e cravatta (cravatta che però il chitarrista non indossa); alla fine del pezzo Elio sentenzia che siamo tutti -nessuno escluso- dei "Satrapi" e conclude nel migliore dei modi uno dei cavalli di battaglia del gruppo, incluso in quello che è a mio parere il loro capolavoro. A questo punto parte la sigla Perché Sanremo è Sanremo e Mangoni-Supergiovane si atteggia a presentatore, dicendoci che" l'umanità oggi si pone problemi futili come la copertura del wireless, mentre il vero problema è resistere alle tentazioni di Satana"; risate generali ed è il turno della nuova Dannati Forever, dirige Mangoni con tanto di bacchetta. Il pezzo non sarà fortunatamente il solo estratto dall'imminente nuovo lavoro della band (L'Album Biango) che come Elio rimarcherà più volte "è autoprodotto"; segue infatti l'altro brano che è stato portato quest'anno a Sanremo dalla band, ovvero La Canzone Mononota. Mangoni, che nel frattempo si è cambiato d'abito, impersona ora l'ospite internazionale del Festival e a chi ha di che obiettare Elio spiega che egli è ora in un'altra veste rispetto a poco fa; come esiste Pippo che si distingue dal suo alter-ego SuperPippo, così è per Mangoni/Supergiovane; l'architetto in questione recita una poesia (Questo Amore) sulle note della Suite per Orchestra n°3 di Bach, introducendo l'esecuzione di Un Bacio Piccolissimo (anche questa suonata alla kermesse ligure) e un altro riferimento al Festival della Canzone Italiana -questa volta però risalente al 1996- si ha con l'incredibile Neanche Un Minuto di Non Caco, la quale non è altro che La Terra dei Cachi in versione "FFWD" come fu suonata a Sanremo ai tempi dagli Elii, i quali stupirono il conduttore Pippo Baudo e tutto il Teatro Ariston; ho sempre sognato di ascoltare dal vivo questo brano a velocità doppia e fortunatamente sono stato accontentato. Ora la band fa un tuffo nel passato, quando per suonare affittava una sala prove; mentre Elio ce ne parla gli altri disturbano con il loro soundcheck, cazzeggiando e strimpellando (come in effetti fa ogni garage-band di questo mondo): il cantante rammenta a Faso che gli deve ancora € 10 per l'affitto del locale, ma il bassista ha anticipato metà della somma per comprare le bacchette del batterista Christian Meyer, mentre Rocco Tanica ha portato il "fumo" -fragorose le risate di tutto il teatro. Stabilito che "arriva primo chi sgancia il grano" si può attaccare con la bellissima Il Ritmo della Sala Prove, non prima che il custode-Mangoni metta fretta alla band perché "fuori ci sono i Modà che aspettano il loro turno": geniali. Tributati gli Area con il brano successivo, in Enlarge (Your Penis) si parla invece di internet -argomento mai trattato in nessuna canzone italiana, fatta eccezione per www.mipiacitu, ci dice Elio- e delle dubbie e-mail piene di promesse spediteci sempre più spesso da numerose ragazze dell'Est (una delle quali viene letta in un italiano incerto da Paola Folli in versione ucraina): anche qui le risate sono assicurate. Per la canzone seguente, la quale verte sul Concerto del 1° Maggio, un Mangoni appena uscito da un Centro Sociale irrompe sul palco scatenando l'ilarità dei presenti: è questo, tra i brani nuovi, quello che più ho apprezzato, anche grazie alle sue divertentissime citazioni di Sud Sound System, 99 Posse, Davide Van De Sfroos, Linea 77, Negramaro e altri per terminare con il riff di chitarra di We Will Rock You dei Queen... impagabile davvero. Dopo il classicone Cara Ti Amo, risalente al primo disco della band, entra l'Orsetto Ricchione (indovinate da chi è interpretato?) sulle note de Il Vitello dai Piedi di Balsa + Reprise: l'intermezzo della sentenza con la quale il tribunale infligge la pena al colpevole Vitello stavolta prevede l'ascolto forzato di Se Si Potesse Non Morire dei Modà, una punizione effettivamente fin troppo crudele! Segue Mio Cuggino -altro divertentissimo brano dell'act milanese- la quale vede la partecipazione attiva del pubblico con un battimani a tempo che arricchisce la perfetta esecuzione di questa canzone inclusa in Eat the Phikis; l'effettistica di Jantoman si rivela indispensabile per la buona riuscita del brano, a dispetto della "discrezione" del bravissimo musicista. Il Rock and Roll -estratto da Craccracriccrecr ed assurto a vero e proprio classico- presenta qui un'intro acustica prima di esplodere in tutta la sua potenza: un Mangoni-Elvis recita il ruolo di vittima del rock, il quale "esige sempre un tributo di sangue, e non si accontenta di animali piccoli". Il seguente assolo di batteria ad opera di Meyer è la solita annichilente dimostrazione di bravura e talento che ammutolisce i presenti prima del meritatissimo applauso: grande Christian! Un ispirato Rocco Tanica canta Shpalman®, dedicandola ai bambini presenti in sala (cioé noi!), quindi per T.V.U.M.D.B. Mangoni si supera, entrando in scena travestito da Peperone, mentre la bravissima Paola Folli prende il posto che fu di Giorgia al microfono non facendola rimpiangere affatto, anzi. Inoltre Elio rende omaggio al mai troppo compianto amico scomparso (ma sempre presente nel cuore) Paolo Panigada con la frase "Feiez al sax!" (campionamento presumibilmente presente tra gli effetti usati da Jantoman). L'intercettazione di una telefonata "scomoda" dell'ex presidente della Regione Lombardia Formigoni fa da preludio alla polemica Parco Sempione, sempre apprezzatissima, e a seguire Elio si cimenta nelle vesti di Figaro per la sua versione -che avevamo già potuto ascoltare nella raccolta Gattini del 2009- di Largo al Factotum, dall'opera Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, dando prova di essere in possesso di doti canore non comuni e di avere la totale padronanza della propria voce. Alla fine dell'esecuzione la band si allontana tra gli applausi convinti della platea, presto richiamata sul palco al grido di "Forza Panino!", tributo al grande Feiez.
Il celebre jingle E.E.E. Elio introduce Born to be Abramo, un Mangoni cubista -con tanto di stivali argentati- alfiere del nuovo burlesque maschile, si dimena all'interno della gabbia metallica che ha utilizzato durante tutto il concerto; più di una dama in galleria avrà certamente provato un tuffo al cuore nell'ammirarlo. A questo punto gli Elii dichiarano di aver suonato tutto il concerto in playback, ribadendo la propria abilità nell'uso del lip-sync; dopo aver richiesto l'applauso per "i veri protagonisti di questo concerto, i tecnici" Elio invita la regia a pigiare il "tasto rosso del playback" per eseguire l'ultimo pezzo in scaletta, l'immancabile ballad Tapparella: si finisce a cantare tutti assieme -musicisti e spettatori- il coro finale "Forza Panino!". La band si porta al centro del palco per l'inchino, mentre il pubblico applaude felice e soddisfatto; tutti in piedi per la meritatissima standing-ovation sulle note di Nessun Dorma eseguita da Pavarotti, come al solito gli Elio E Le Storie Tese non hanno deluso. L'ennesimo spettacolo superlativo, bravissimi!
SETLIST ELIO E LE STORIE TESE 1. Supergiovane 2. Dannati Forever 3. La Canzone Mononota 4. Un Bacio Piccolissimo - Robertino e Bobby Rydell cover 5. Neanche Un Minuto di Non Caco 6. Il Ritmo della Sala Prove 7. Come gli Area 8. Enlarge (Your Penis) 9. Complesso del Primo Maggio 10. Cara ti Amo 11. Il Vitello dai Piedi di Balsa 12. Il Vitello dai Piedi di Balsa (Reprise) 13. Mio Cuggino 14. Il Rock and Roll 15. Drum Solo 16. Shpalman® 17. T.V.U.M.D.B. 18. Parco Sempione 19. Largo al Factotum - da "Il Barbiere di Siviglia" di Gioachino Rossini
---Encore---
20. Born to be Abramo 21. Tapparella Outro: Nessun Dorma - da "La Turandot" di Giacomo Puccini
Lo show è stato un successo, il Cinema Teatro Alessandrino era stracolmo e l'acustica si è rivelata a dir poco perfetta. Una serata magnifica sotto tutti i punti di vista, peccato per l'esclusione di Servi della Gleba e Burattino Senza Fichi, ma non si può aver tutto dalla vita: niente da dire, gli Elio E Le Storie Tese sono di un'altra categoria; assistere a un concerto di questi grandi musicisti è un'esperienza che consiglio a tutti, al di là del genere preferito. Alla prossima, geniacci!
Foto a cura di Monia.
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@Matocc: seeeh, ero da tutt'altra parte il 28/03... Aspetta... Dov'ero il 28/03? Ah sì, sicuramente non al loro concerto Mi sarebbe piaciuto vedere Mangoni versione cubista... |
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Stasera, dopo che mi sono rotolati i coglioni sotto il divano per l'eliminazione (pressochè scontata) dell'Inter, facendo zapping sono per caso capitato a vedere per l'appunto gli Elii alle Invasioni Barbariche, condotto da quella figa di legno della Daria Bignardi, sempre simpatica come uno sputo in faccia. Ho visto la parte finale dell'intervista, ma quello che mi ha fatto capottare è stata "La canzone del 1^ maggio": la descrizione della musica balcanica mi ha fatto pisciare sotto dal ridere. Sono dei grandi, non ci sono cazzi, grandissimi musicisti e so per certo, anche ottime persone. |
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@ Unia: denghiu, ma il 28 marzo erano a Bergamo, avresti potuto approfittarne |
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E pensare che non li ho mai visti. Peccato non ci fosse anche "Il Pippero", il pubblico e i servizi segreti bulgari ne sarebbero andati fieri, o i metallozzi zozzi con "Suicidio a Sorpresa"... Eh bravo Matocc! |
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Io li ho visti una decina di volte e sono sempre uno spettacolo, sopra la media in Italia...per il resto devo dire che hanno perso parecchi punti per altri motivi , ma non sto qui a fare polemica essendo Live Report. |
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Li ho visti anch'io, ne riconosco il valore, ma non mi dicono niente! |
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Io che viviseziono i musicisti....live, visti negli anni 90, perfetti. |
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Li ho visti ieri a Firenze, Fantastici! Come setlist hanno fatto tutte le canzoni che preferivo, e i nuovi pezzi sono altrettanto belli, soprattutto quello dedicato agli Area e quella sul primo maggio (bellissima l'imitazione dei Linea77 xD) |
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Elio intersta vero! Grande! |
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@ Monia: e ci mancherebbe altro! Belle foto, denghiu  |
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E bravo Matocc! Bella e accurata recensione!! Mi hai anche citato x l'apporto fotografico... che carino! Cmq un gran bel concerto! Molto divertente!! |
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cara ti amo è leggenda! |
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Stessa setlist di Roma (per me quasi impossibile sceglierne una best of); geniali e superbi in studio, 1000 volte meglio in sede live...straconsigliatissimi |
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