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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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METALLIZED CHARTS 2020 - Alternative, Nu Metal, Crossover
31/12/2020 (1962 letture)
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Il 2020 non riusciremo a dimenticarlo tanto facilmente: la pandemia, il lockdown, i bollettini quotidiani sui contagi e le mascherine hanno irrimediabilmente segnato quest’annata maledetta cambiando in maniera radicale la nostra vita e le nostre abitudini. Il compito di noi redattori su queste pagine è però quello di concentrarsi sulla musica e dunque è il momento di fare un bilancio dei migliori dischi che ci hanno accompagnato in mesi così difficili. Si parte con la chart dedicata alle uscite “alternative” divise tra clamorosi ritorni, gradite conferme e alcune sorprese firmate da debuttanti o da nomi insospettabili. Godetevi la lista (ricordo che non è una classifica) e se avete voglia sentitevi liberi di comunicarci le vostre preferenze e gli album che più vi hanno colpito.
A cura di Jacopo Bizzotto “Indigo”
MR. BUNGLE – THE RAGING WRATH OF THE EASTER BUNNY DEMO Mike Patton, Scott Ian e Dave Lombardo insieme, serve aggiungere altro? Teoricamente no, in ogni caso l’inaspettato come-back dei Mr. Bungle ci porta indietro nel tempo direttamente agli anni ‘80 grazie alla ri-registrazione del primo demo tape. Un monolite di buon vecchio crossover thrash corredato da una dose di ironia corrosiva che non può non rimandare ai mitici S.O.D. Spacca alla grande, ovviamente sotto i diabolici auspici del sergente D.
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BODY COUNT – CARNIVORE Ice-T, quando non è impegnato a risolvere crimini in Law & Order, si cala nelle vesti di cantore della violenza urbana che infesta le metropoli americane. Muovendosi tra gang, armi da fuoco, droga, soprusi della polizia e razzismo, i Body Count dispensano un ottimo album di crossover thrash brutale, sincero e tristemente attuale.
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DEFTONES – OHMS Un attesissimo ritorno che ha provocato più di una spaccatura tra i fan della band di Sacramento. Ohms infatti accantona quasi del tutto le sperimentazioni post- e propone un alternative metal corposo e diretto che guarda più a Diamond Eyes che alla coppia Koi No Yokan-Gore. Le tracce, se prese singolarmente, sono tutte di buona fattura ma l’impressione è che manchi il famoso quid capace di portare il disco a livelli più alti. Passo indietro? Un lavoro di buona fattura ma troppo lineare e senza particolari acuti? Ai lettori l’ardua sentenza ma senza dubbio merita un posto tra le migliori uscite alternative dell’anno.
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SEVENDUST – BLOOD & STONE Una certezza. I Sevendust sono dei veri stakanovisti della scena alternative metal e con Blood & Stone tagliano il traguardo del tredicesimo album in studio. Il sound non si discosta dalla loro classica proposta (una base di metal alternativo robusto e un cantato intriso di soul), ma ogni brano qui risulta particolarmente intenso, emozionante e sincero. Potenza e melodia si compenetrano alla perfezione e il tutto viene sublimato dal singer Lajon, alle prese con una delle migliori prestazioni della carriera tanto che il disco si pone appena dietro l’inarrivabile quadrilogia di fine anni ’90 e inizio millennio.
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TALLAH – MATRIPHAGY Per un fan del nu metal come il sottoscritto la rivelazione dell’anno. I Tallah, trascinati dal vocalist Justin Bonitz e dal batterista Max Portnoy (figlio dell’ex Dream Theater Mike), hanno confezionato un album imperdibile per gli appassionati del genere in grado di unire gli stilemi classici del nu (riff in downtuning, switch vocali, scratch e campionamenti) con la furia cieca propria del metallic hardcore contemporaneo. In Matriphagy la violenza sonora va di pari passo con la crudezza dei testi, delineanti un orrorifico concept incentrato su un figlio segregato e abusato da una madre psicotica che alla fine viene uccisa, squartata e mangiata. Un debutto estremamente scioccante ma vincente.
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BRING ME THE HORIZON – POST HUMAN: SURVIVAL HORROR La diarchia Oli-Fish fa di nuovo centro. A un anno di distanza dall’oltraggioso electro-pop di Amo, i BMTH tirano fuori dal cilindro un EP dai mille colori che si pone come una sorta di compendio di quanto finora suonato in carriera. Le recuperate radici metalcore si fondono con la programmazione digitale e l’elettronica radio-friendly degli ultimi due dischi per un risultato assolutamente esplosivo. Oli rispolvera le harsh vocals che hanno fatto la fortuna dei primi lavori e insieme ai vari ospiti (Amy Lee, Yungblud e persino le Babymetal) regala nove tracce energiche, rabbiose, fragili e melodiche capaci di raccontare in modo vivido la drammatica contemporaneità dominata dalle ansie e dalle paranoie dovute alla crisi pandemica.
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POPPY – I DISAGREE Qui mi gioco il jolly con una scelta che probabilmente risulterà incomprensibile ai più ma ho intenzione di andare fino in fondo. I Disagree si pone come la controparte femminile dei Bring Me The Horizon di Amo…al contrario. Se il gruppo di Sheffield è partito metal ed è diventato pop, la giovane Poppy, youtuber/influencer/modella/performer autrice di due dischi bubblegum pop, nel suo terzo lavoro passa al lato oscuro della forza e sforna un disco metal che non lascia di certo indifferenti. Assolutamente inclassificabili, i dieci brani frullano al loro interno alternative, djent, nu metal, industrial alla SKYND e parentesi techno alla Prodigy con zuccherosissime melodie e cantilene mainstream/dream pop. L’ascolto è tanto spiazzante quanto intrigante e si configura come una possibile anticipazione del “sound degli anni ‘20” in ambito alternative. Solo per chi non si pone barriere di genere nella musica.
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LOATHE – I LET IT IN AND IT TOOK EVERYTHING La ridefinizione del concetto di metalcore e l’ampliamento dei suoi ormai stretti confini. Il sophomore album dei Loathe stupisce per l’assoluta libertà con cui viene trattata la materia -core, modellata tramite l’inserzione di elementi djent, post-rock, nu/alternative metal, elettronica e addirittura shoegaze. In ogni traccia alberga un microcosmo di suoni e contrastanti sensazioni in cui lo scream/growl va a braccetto con melodie eteree e le distorsioni digitali convivono con riff taglienti e breakdown a cui possono sostituirsi repentinamente code acustiche o cerebrali segmenti post-. Siamo distanti anni luce dai cliché emo-core di quindici/dieci anni fa e grazie a lavori come questo (c’è chi ha parlato di Meshuggah che incontrano i Deftones) il metalcore potrebbe aver trovato la direzione giusta da intraprendere nel decennio appena iniziato.
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BRING OUT YOUR DEAD – BRING OUT YOUR DEAD Qualche mese fa la recensione di questo disco mi aveva fatto sudare le proverbiali sette camicie. Sul debutto omonimo degli spagnoli Bring Out Your Dead non è infatti semplice appiccicare un’etichetta: l’impalcatura prog thrash di base viene infatti di continuo riplasmata tramite l’aggiunta di elementi alloctoni quali sfumature digitali, campionamenti, passaggi heavy, frammenti estemporanei death e tappeti sonori electro-ambient. Potenza rock, aggressività metal, tecnica prog da un lato, melodie grintose, acuti di scuola classica, vocals gutturali dall’altro. Al di là delle classificazioni (alternative prog thrash?) un disco fresco, stuzzicante e appetibile per più palati.
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SEETHER – SI VIS PACEM, PARA BELLUM L’ultimo slot disponibile se lo aggiudica l’ottava fatica discografica dei Seether, gli indiscussi alfieri del post-grunge. Si Vis Pacem, Para Bellum risulta essere uno dei migliori lavori del combo sudafricano in virtù del suo equilibrato bilanciamento di arrangiamenti alternative metal, tormentate melodie e struggenti ballad impregnate dell’aria che si respirava lungo le strade di Seattle negli anni ’90. I testi scaturiti dalla penna di Shaun Morgan mai come in questo caso sono stati tanto sinceri, emotivamente fragili e catartici e l’insieme così delineato rende il disco un must per i fan e un ottimo ingresso per chi avesse voglia di approcciarsi a queste sonorità per la prima volta.
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Menzioni Speciali Pur non entrando in lista dalla porta principale, alcune uscite meritano almeno una citazione. Iniziamo dai Bush: The Kingdom risolleva le sorti di Rossdale e soci proponendo un lotto di canzoni rock ispirate ed energiche che tirano dritto per la loro strada e si lasciano (forse) definitivamente alle spalle il fantasma emaciato del grunge. Non delude l’esordio solista di Corey Taylor CMFT, un album che esplora diverse correnti musicali dal rock al metal passando per il grunge, il punk e il blues riuscendo sempre a risultare credibile. Finti, commerciali ed estremamente furbi nel gestire le loro mosse in ambito mainstream: i Five Finger Death Punch impacchettano l’ennesimo disco paraculo di alternative metal tutto muscoli e cori da stadio che…alla fine svolge il suo compitino e funziona. Per concludere, discreto anche il ritorno dopo sei anni dei Mushroomhead: con ben tre nuovi ingressi nella line-up, la consueta formula di alternative/nu metal a tinte industrial viene rinnovata in A Wonderful Life con massicce iniezioni di gothic metal che donano il giusto tocco spettrale e decadente al platter.
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@Carmine, grazie mille! Condivido tutto quello che hai detto a parte due piccole cose: il disco dei Tallah a me ha convinto in toto e non ho personalmente ravvisato un calo nella seconda parte. Sui BMTH sono di parte (tra quelli che ho messo sia in lista che nelle citazioni è il mio preferito dell'anno appena terminato) e di loro a me piace qualsiasi cosa fanno/hanno fatto, trovo un po' ostico solo il debutto perché il deathcore non mi tanto giù ma per il resto tutto ottimo.
@Rob, l'album da te citato non lo conosco, vedrò di rimediare visto che la tua descrizione lo rende appetibile |
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Questa mattina con un anticipo di 3 giorni ho avuto un'autentica epifania. Gli Starcrawler con Devour You che è del 2019, ma da noi è arrivato nel 2020 abbondante. Volete la vera alternative rock band? Con cantante che ci rispedisce tutti negli anni '90 quando le femminucce erano veramente rrrriot girls? Tra Inger Lorre e Courtney Love tra L7 e Bikini Kills...mamma che goduria |
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Complimenti anche da parte mia Jacopo. Tra questi mi sono piaciuti il comeback dei Mr. Bungle e i Loathe (in particolar modo i secondi che sono aria fresca per il metalcore). I Tallah non sono male, ma per me il disco ha il problema di partire a bomba e di moderarsi verso la seconda parte. Il disco di Poppy me lo sono visto passare davanti svariate volte ma non ho mai avuto tempo e voglia di ascoltarlo; la maggior parte delle volte le webstar che mettono mano sulla musica lo fanno esclusivamente per pubblicità e niente di più... lei probabilmente non fa eccezione ma qui il caso è particolare perchè vedo che se ne è discusso ovunque per un anno intero (e anche con entusiasmo)... Cercherò di darle una chance. Dei BMTH recenti non reggo un disco intero, ma solo pochi pezzi; continuo a preferire la loro primissima veste. FFDP mai piaciuti. Corey Taylor banale. |
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Vado in ordine: @DEEP BLUE, grande! Nei prossimi giorni devo completare una recensione abbastanza impegnativa poi mi dedicherò a Poppy e ai Loathe, quindi ti aspetto lì, non mancare
@Silvia, sono contento l'articolo ti sia piaciuto. Si della questione etichette ne avevamo parlato tempo fa (forse nell'articolo su Nu Metal Resurgence o addirittura sotto i P.O.D.) ma hai ragione, quello che conta è che quanto ascoltiamo ci piaccia. Di questi, se ancora ti mancano, ti consiglio in primis i Mr. Bungle, poi io ho apprezzato molto i Sevendust, i Bring Out Your Dead (la rece è in db), i Tallah e ovviamente i miei amati BMTH. Non mi ricordo se ti piace il -core, in tal caso allora dai una chance anche ai Loathe.
@Shock, per Loathe e Poppy al momento credo metterò inclassificabile, poi se salterà fuori un termine migliore lo cambieremo. Si si MGK dopo essere stato bastonato nel dissing con sua maestà Eminem si è dato al pseudo pop punk scimmiottando i Blink-182 e Malone "pasticcia" con Ozzy e Miley Cyrus ha detto di voler fare un album di cover dei Metallica....allora mi viene da dire Poppy tutta la vita!
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@Indigo: effettivamente un termine nuovo per questi gruppi sarebbe utile, perché certi termini (crossover, alternative metal) fanno riferimento ad un sound e gruppi di un certo periodo, sound ben diverso dai gruppi sopracitati; certo, alla fine e' un mix di vari generi, ma forse un termine diverso sarebbe più appropriato, anche che per artisti come Poppy. A proposito: ho parlato di moda perché se non sbaglio è di moda per certi artisti conosciuti in altri ambiti fare puntate nel metal oggigiorno, o come vestiario o come canzoni. Mi sembra che pure Machinegun Kelly, il rapper, ha detto di voler fare un disco metal, idem Malone che continua a fare pezzi storici del metal e hard rock ovunque, senza dimenticare Lady Gaga coi Metallica. Ecco il perché di essere alla moda (magari sbaglio, eh..). |
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Buon Anno anche da parte mia . Articolo molto interessante e mi sembra esaustivo, un buono spunto x approfondire parecchie uscite che non ho ancora potuto ascoltare o non conosco se non di nome o neppure. Riguardo alle etichette da quando commento su questa zine mi sono resa conto che davvero cambiano al cambiare dei tempi e soprattutto vanno di pari passo col background di ognuno. Io x esempio mi ritrovo con quel che dice DEEP BLUE, nel senso che anch'io uso molto il termine alternative (@Indigo, mi pare di avertelo già scritto una volta) e riservo il crossover al mix hcpunk/thrash perché fu così che lo sentii usare x la prima volta. Alla fine comunque non ha importanza come si definisca un gruppo a mio parere, sia perché ciò che conta è la musica ascoltata, sia perché nei generi trattati in questo articolo si sconfina spessissimo ed è a mio avviso la parte più affascinante |
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INDIGO, tranquillo, Loathe e Poppy pazzeschi anche per me... |
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ah dimenticavo.. quel poco che ho sentito è ALTERNATIVE METAL ...WHAT ELSE? Anche il vecchio CROSSSOVER dei MR.BUNGLE per me sempre alternative è... |
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ho sentito solo:
LOATHE – I LET IT IN AND IT TOOK EVERYTHING,
POPPY – I DISAGREE e in parte MR. BUNGLE – THE RAGING WRATH OF THE EASTER BUNNY DEMO. Tutto ottimo |
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Parte 2. La stessa cosa (uscire dai confini ormai troppo rigidi provando ad unire insieme diversi generi in modo nuovo), potrei dirla per il disco di Poppy: è incredibilmente cringe eppure in qualche modo funziona, o almeno è stato un tentativo di "sperimentare" e far un qualcosa di diverso. Certo, come dicevo prima, se lo chiami crossover un fan storico del sottogenere inorridisce ma alla fine l'idea è la stessa di trent'anni fa: mescolare stili eterogenei all'interno di singole canzoni per ottenere nuove sonorità. @Shock parla di moda, mm.. vendeva di più se continuava a fare pop ultra commerciale
Sui Loathe: capisco benissimo quello che intendi sul timbro vocale, ma avendo fatto pure il fatal portrait sui Deftones capisci bene che l'alternanza scream e "voce shoegaze" non può non piacermi. Chiudo su Corey Taylor: non abbiamo la classifica solo rock, lui è un'icona dell'alternative, il disco in questione spazia tra tanti stili diversi e quindi mi è sembrato giusto metterlo qui. I Bring Out Your Dead con una forzatura li si può considerare prog thrash non canonico (alternative prog thrash già che siamo in vena...) e quindi li ho messi allo stesso. |
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Innanzitutto buon anno a tutti! Rispondo sia a @Shock che a @Rob: anche per me il crossover storico seconda metà anni '80 - prima metà anni '90 è e sarà inarrivabile, Faith No More, Ratm, Primus, Mordred ecc. sono di una qualità che oggi ci sogniamo! Però sapete meglio di me che i tempi cambiano e la musica pure. Il pomo della discordia sta nella definizione: crossover non si applica bene a questi nuovi gruppi, serve che i critici trovino una nuova terminologia e non parlo dell'orrenda etichetta "nu metalcore che non è nè carne nè pesce, ma qualcosa di più incisivo. Senza tanti giri di parole il nul è stata l'ultima "rivoluzione in ambito metal, il melodic metalcore venuto dopo ha solo unito melodic death svedese e post hardcore non inventando nulla, eppure è ancora l'ultimo "trend". Ben vengano a mio avviso band come i Loathe, capaci di partire da una base -core e ampliarne i confini diventando "alternative metal-core" se me lo concedete. |
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Come non essere d'accordo con @Shock? Mi permetto solo di aggiungere ai calibri grossi menzionati i miei amatissimi Tribe after Tribe: un crossover in cui non vi sono contaminazioni di rap/hip hop, ma tanta psichedelia e ritmi inusuali, tribali. Senza dimenticare Scat Opera, Innerstate (A tell-tale trail è stupendo), Thought Industry e gli oscurissimi Gobblehoof (Freezerburn è qualcosa di indescrivibile). Altri tempi, altra voglia di sperimentare, altro modo di recepire la proposta da parte del pubblico. Oggi quando si parla di ascoltare un intero album dall'inizio alla fine vieni guardato come un alieno. Anche all'epoca, per carità, c'era chi non andava oltre al singolo, ma adesso proprio è qualcosa di veramente anomalo. Andrò ad ascoltare i gruppi da voi segnalati. Chissà che la fiamma non si riaccenda |
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@Indigo: ciao Jacopo! Innanzitutto: la mia e' un'opinione assolutamente personale e quindi ed ovviamente vale poco; secondo, quando parlo di crossover (o alternative) mi riferisco, probabilmente per "vecchiaia" a quello dei anni novanta, Faith no more, RATM, Primus, Mind Funk, Warrior Soul ecc., che avevano un sound che oggi non ritrovo quasi, e ben lontano da quello proposto dai gruppi da te citati, ecco il motivo della mia frase nel precedente commento.
Poi, guarda, ho provato ad ascoltare i gruppi da te indicati: i Bring Out Your Dead, tre brani ascoltati, li definirei più prog che altro, comunque non rientrano in quello che mi piace. I Loathe: se questo è quello che oggi si può definire crossover, non è il sound che mi piace, soprattutto per la voce, da una parte quel tipo di growl, poi quella voce pulita per me insopportabile (per età ho il background metal ed hard rock, dove la voce pulita ha tutt'altro carattere, se così vogliamo dire), quindi non riesco a digerire questo sound. Poppy.....no, davvero? Scusa (qui parla la mia parte più true), ho sentito circa 30 secondi di alcune canzoni, la voce è orribile alle mie orecchie, ma al di là di questo, penso che sia "vera"? Che creda veramente in quel che fa, o la faccia "per moda"? Se recensisci il disco sul sito, auguri.
Come vedi il mio modo di intendere in genere è ben lontano da questi gruppi, non sarò a la page, ma per me il meglio del crossover sono stati Angel Dust, Mind Funk, Rage against the machine e Last decade dead century, quindi mi trovo molto in difficoltà ad ascoltare quanto tu hai proposto.
Detto questo solo una cosa: il disco di Corey lo metti qui? Perché è talmente eterogeneo che forse potresti semplicemente definirlo rock, che non crossover o alternative. Alla prossima e buon anno (tanto peggio di questo non so cosa possa esserci). |
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@kajfak, ho inserito i loathe perché, pur partendo da una base metalcore, la trascendono e si sbilanciano verso l'alternative, inoltre gli switch vocali tra unclean vocals e parti in pulito con reminiscenze shoegaze ricordano da vicino i Deftones. Tu parli di A Quiet Place To Die, un album eccellente ma a mio avviso quello è metalcore e andrebbe dunque collocato nella classifica di quel sottogenere. Senza nulla togliere alla sua qualità, anche a me è piaciuto molto, ma non è questa la sua chart, stessa cosa per Underneath dei Code Orange. |
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Sì ma una menzione agli Alpha Wolf potevi pure farla. Sono in giro da un po' ma per me sono la vera rivelazione dell'anno A-ku-da-ma! |
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@Shock, rispetto il tuo parere e non posso negare che il mondo dell'alternative è in difficoltà rispetto al passato ma l'annata a me non pare così tragica. Il crossover inteso come negli anni '80 e '90 non esiste più così come il nu metal storico. Ora le band stanno provando a riorganizzarsi e per farlo cercano nuove strade, nuove unioni sonore, nuovi stimoli. Sul disco di Poppy accetto ogni possibile critica, ci mancherebbe (come ho scritto nel commento precedente lo recensirò nel più breve tempo possibile così da aver lo spazio adeguato per parlarne) ma l'ho messo come esempio di nuova contaminazione "crossoverizzata" in ambito alternative. Stessa cosa per il secondo disco dei Loathe, davvero stupendo (non so se l'hai sentito) che parte dal metalcore, lambisce l'alternative e diventa al limite dell'inclassificabile. Tanti critici di siti stranieri lo hanno apprezzato proprio per la voglia di andare oltre i confini ormai stagnanti e secondo la mia opinione è un ottimo tentativo di ammodernamento. Prova se hai voglia quello dei Bring Out Your Dead, in ogni caso questi dischi io li ho divorati (su tutti i BMTH) ma non farti problemi a segnalare quali altri lavori avrebbero meritato l'inclusione nella chart |
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Maremma maiala come siamo messi male per il genere crossover/alternative, ormai da anni. Di quest'anno salvo il grande disco dei Body Count, il buon Corey ed il più che discreto FFDP, dietro il nulla... |
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@Altered, carissimo, grazie mille! I Seether sono tra i miei preferiti di sempre e quindi non potevo non metterli. Invece i mushroomhead ammetto che non mi avevano mai scaldato ma questo A wonderful life mi ha convinto e anche per me the heresy è la migliore Peccato che ho scoperto i Loathe e soprattutto la stravagante Poppy un po' tardi: sono due dischi pazzeschi e appena possibile sarà mia premura recuperare entrambe le recensioni e metterle a disposizione per il database. |
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Bell'articolo di Indigo!
Di queste uscite ho avuto modo di apprezzare Corey nella sua prova solista, disco molto leggero ma allo stesso tempo intimista, i Seether (straordinari, disco confezionato magistralmente da Shaun, in forma smagliante), i Deftones, una delle mie band d'infanzia che continuo a seguire con estremo interesse e piacere e infine i Mushroomhead, altra band che seguo da una vita (The Heresy, col suo ritornello disturbato ''We feed the war machine the sacrifice has just begun'' ha allietato i momenti più dark del mio mood XD).
Anno super per quasi tutti i generi, alternative compreso! \m/
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