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METALLIZED CHARTS 2020 - Hard Rock, AOR, Sleaze
16/01/2021 (1971 letture)
Il 2020 è stata un’annata positiva per la musica rock in tutte le sue sfaccettature (AOR, glam, ecc). Mantenendo spesso e volentieri un forte legame con il passato, questi generi si sono dimostrati in realtà sorprendentemente attuali, divertenti e vivi (alla faccia di chi considera morto il rock). Andiamo a vedere alcuni dei dischi più interessanti dell’anno, tra band che hanno fatto la storia e altre piacevoli novità che lasciano ben sperare per il futuro. Buona lettura!


ROCK

DEEP PURPLE - WHOOSH!
In un articolo sulle uscite sul rock non si può che partire dai Deep Purple. Siamo lontanissimi dai vecchi Deep Purple che hanno fatto la storia del genere, quelli di Blackmore e del miglior Gillan, ma è comunque un momento d’oro per la band, che sembra non volersi fermare più, tirando fuori uno stile coerente con quello che sono diventati e che non fa sentire il peso degli anni. Gillan mette in luce la sua bellissima voce su tonalità più basse, accompagnato da una band che si muove con un’energia disarmante, dando ampio spazio alle tastiere di Don Airey e alle splendide chitarre di Morse, regalando agli ascoltatori canzoni allegre (ma con un loro lato introspettivo) e fresche, in cui in ogni millesimo di secondo emerge l’infinita classe ed eleganza di uno dei migliori (se non del migliore) gruppi di sempre.

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VANDENBERG - 2020
Grandioso anche il ritorno in scena dei Vandenberg, band capitanata dall’olandese Adrien Vandenberg, virtuoso chitarrista celebre per la sua militanza nei Whitesnake. 2020 è un disco dal tiro incredibile, senza punti deboli o canzoni prive di carattere: si nota il grandissimo gusto compositivo che da sempre ha contraddistinto Vandenberg, la sua capacità di unire melodie vincenti alla giusta dose di virtuosismo e grinta. Alla voce inoltre troviamo un sempre gradito Ronnie Romero, uno dei vocalist più si sta guadagnando credibilità in questi ultimi anni, che anche qui si muove impeccabilmente, contribuendo in maniera decisiva nel rendere 2020 uno dei dischi più belli dell’anno.

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BLUES PILLS - HOLY MOLY!
Tutt’altro tipo di rock è quello degli svedesi (e a tal proposito è doveroso citare l’approfondimento IT`S TIMELESS, NOT RETRO! - La straordinaria annata dell'hard rock svedese scritto da Alessandro Autore “Altered”) Blues Pills che con Holy Moly! propongono un viaggio negli anni ‘60 della psichedelia. La band, capitanata dalla talentuosissima Elin Larsson, si cimenta con successo in brani travolgenti dalle fuzzose sonorità hard rock, in ballad emozionanti dal forte sapore vintage e in momenti più votati al blues. Non è di sicuro un tipo di musica innovativa, ma funziona alla grande, ricreando con credibilità e qualità un certo mood e un certo stile, arrivando all’ascoltatore con successo. Tra i dischi rock di stampo vintage probabilmente è uno dei migliori dell’anno.

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PEARL JAM - GIGATON
Gigaton non è un disco perfetto e dovendo consigliare un disco rock di quest’anno non è il primo che viene in mente. Certe canzoni non sono indimenticabili e talvolta tendono a sembrare un po’ lunghe e noiose: non è di sicuro un disco immediato. D’altra parte non citare i Pearl Jam in questa lista sarebbe un po’ ingeneroso visto che anche in questo disco nel bene e nel male riescono a tirare fuori dell’ottimo rock e delle ottime ballate, sempre tenendo viva l’identità dello storico gruppo capitanato da Eddie Vedder, la cui voce tra l’altro è sempre splendida e iconica. A questo va aggiunto il solito briciolo di sperimentazione (che va ad arricchire una proposta già abbastanza eterogenea) e un songwriting sempre intelligente.

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HORISONT - SUDDEN DEATH
Altro gruppo svedese sono gli Horisont, che dopo il loro immenso album Second Assault si riconfermano come una delle band più interessanti del panorama rock attuale. Stavolta le sonorità si alleggeriscono, a tratti virando verso il pop e al contempo mantenendo comunque un lato rock/psichedelico, a tratti cantautorale, a tratti esplodendo in cori entusiasmanti. I classici suoni rock sono affiancati con grande gusto da effetti, tastiere e synth, in maniera originale e piacevole, rendendo Sudden Death un disco a suo modo unico in questo 2020.

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WISHBONE ASH - COAT OF ARMS
Sempre di un altro livello la proposta dei Wishbone Ash, che con Coat of Arms tornano a far sentire il loro rock ricco di contaminazioni folk, prog, celtiche e blues. Spaziando tra brani più cupi, canzoni più leggere e affascinanti ballad lo storico e prolifico gruppo inglese mostra a cinquant’anni dalla sua fondazione lo stesso spirito e la stessa classe infinita nel suonare brani di rara bellezza. Coat of Arms è un disco di altri tempi, per ascoltatori dal palato fine: a mani basse è uno dei dischi più piacevoli dell’anno.

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THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA - AEROMANTIC
Per chiudere il capitolo rock è doveroso citare Aeromantic dei Night Flight Orchestra, gruppo di grandi musicisti giunto alla sua quinta fatica in studio. Sempre influenzati da dozzine di band anni ‘70-’80, la band svedese continua ad esplorare mille sfumature sonore, passando dal pop, all’hard rock, rievocando anche la new age. Il lato duro si perde u po’, a favore di synth e suoni elettronici, ma la qualità resta sempre allucinante e per tutto l’ascolto si troveranno giri di basso, melodie e composizioni coinvolgenti, accattivanti e di facile presa. È difficile mettere Aeromantic tra i migliori dischi rock dell’anno, visto che di rock duro e puro non ce n’è poi tanto, ma in ogni caso i Night Flight Orchestra fanno un grande lavoro, piacevole e originale, che li proietta senz’alcun dubbio tra i migliori artisti dell’anno.

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HARD ROCK

WYTCH HAZEL - III: PENTECOST
III: Pentecost dei Wytch Hazel è uno dei dischi hard rock (a tratti heavy, a tratti folk) dell’anno: ci sono le melodie vincenti, canzoni (ben arrangiate) dal grande tiro, momenti più intensi ma sopratutto (alla faccia di chi dice che le nuove rock band siano tutte dei cloni) tantissima personalità. Ovviamente non mancano i richiami alla musica degli anni ‘70-80 (si potrebbero citare dozzine di nomi tra le influenze dei Wytch Hazel), un lato epic/medievale già visto, ma il tutto è rielaborato con gusto e stile. Il disco è stato una delle sorprese più belle dell’anno e l’ascolto è vivamente consigliato a chiunque.

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HELL IN THE CLUB - HELL OF FAME
L’hard rock (un po’ heavy, un po’ AOR) degli Hell in the Club, capitanati dal carismatico Dave, è positivamente immediato e ruffiano: entra in testa come una fucilata e toglierselo non è facilissimo. In un panorama dominato da band scandinave è bello vedere gruppi italiani così, capaci di tirare fuori belle canzoni, fresche e con personalità, dal gusto sleaze anni ‘80 e al contempo modernissime. Tutti i brani, tra assoli, ritmiche più dure e cori vincenti, funzionano e rivelano una consapevolezza e un’intelligenza da parte della band fuori dal comune: canzoni come Nostalgia o come il singolo We'll Never Leave the Castle sono delle perle della musica rock che potrebbero (o meglio dovrebbero) passare su una qualsiasi radio e sarebbero apprezzate da chiunque, anche da chi di rock non lo conosce.

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AC/DC - POWER UP
Immancabili gli AC/DC con Power Up, primo disco senza l’immenso Malcom Young (anche se c’è il suo apporto da autore insieme a Angus), a cui peraltro è dedicato. Che dire di Power Up? È i solito disco degli AC/DC (cosa che genera sempre discussioni), con un Brian Johnson in forma, seguito da una band impeccabile nel suonare il loro caratteristico hard rock con qualche tocco blues. Non c’è la minima traccia di innovazione m prendendolo per quel che è non ci si può lamentare: gli AC/DC senza raggiungere i fasti dei loro anni migliori forniscono in ogni caso una prestazione interessante, suonando quaranta minuti di sano rock, ben prodotto e godibile.

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PHIL CAMPBELL AND THE BASTARD SONS - WE`RE THE BASTARDS
Sempre esplosivo il gruppo di Phil Campbell e dei suoi figli, che con We’re the Bastards ancora una volta ripropongono il loro hard rock dal suono grosso e potente, un po sulla scia di Lemmy e dei Motörhead. Anche questo non è un disco particolarmente innovativo e non rappresenta un grandissimo passo avanti per questo progetto di Phil. In ogni caso, le buone canzoni (tra l’altro ottimamente prodotte) non mancano e scorrono che è un piacere, con il loro stile old school, ruvido e sporco, un po’ in contrapposizione con la voce piuttosto pulita e leggera di Neil Starr.

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MAD DOGS - WE ARE READY TO TESTIFY
Sulla scia dei dischi citati in precedenza è doveroso lasciare uno spazietto anche ai marchigiani Mad Dogs. Anche per loro vale il solito discorso: non ci si deve aspettare musica fuori dagli schemi ma solo dell’ottimo hard rock. We Are Ready to Testify dimostra la validità del gruppo nel destreggiarsi in questo genere, tra le influenze anni ‘70 e un leggero lato punk, grazie a un concentrato di canzoni accattivanti, cariche di energia e ottimamente prodotte.

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BLUE ÖYSTER CULT - THE SYMBOL REMAINS
Il ritorno dei Blue Öyster Cult dopo diciannove anni dall’ultimo disco è stato sicuramente emozionante per tutti coloro che li seguono dagli inizi. Il tempo però non ha intaccato l’immensa classe del gruppo statunitense e con The Symbol Remains non fanno che ribadirlo, riproponendo il loro hard rock d’annata, pieno di stile e soluzioni interessanti. Il disco è lungo (sono quattordici brani), orecchiabile e mutevole, spaziando dal meta, al rock, al prog. La cura del suono, l’estro dei musicisti, una grande dinamica sotto tutti gli aspetti: The Symbol Remains si rivela essere il solito straordinario album dei Blue Öyster Cult.

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WITCHWOOD - BEFORE THE WINTER
I Witchwood sono sempre da tenere d’occhio: tra le rock band italiane (e non) è difficile trovare di meglio. Con Before the Winter la band continua sulla scia dei vecchi dischi, ispirati da Jethro Tull, Deep Purple e Led Zeppelin, a creare musiche affascinati, suonate divinamente, con grande alchimia, tra hard rock, folk e prog. Pieno di trame, di suoni interessanti e di risvolti da scoprire Before the Winter è un disco di livello altissimo che suona già come un classico.

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FM - SYNCHRONIZED
Gli FM, storico gruppo della N.W.O.B.H.M fondato nel 1984, tornano capitanati come sempre dal grande Steve Overland a pubblicare un disco, Synchronized, a base del loro hard rock/aor rallegrante e pieno di positività. Tra assoli cristallini e melodie piacevolmente leggere, cori incalzanti e un comparto strumentale che intelligentemente ha modo di valorizzare ogni elemento, gli FM si fanno notare, donandoci ancora una volta un ottimo album.

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BLACK STONE CHERRY - THE HUMAN CONDITION
I Black Stone Cherry disco dopo disco hanno sempre manifestato una grandissima qualità, sfornando canzoni sempre forti, vincenti. Con The Human Condition nuovamente si dimostrano grandiosi, suonando riff micidiali, trascinanti, su cui canta la voce roca Chris Robertson, perfetta per delle composizioni così “calde”, hard rock dal primo all’ultimo secondo, con il giusto tocco southern e blues.

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H.E.A.T - II
Il disco dell’anno per quanto concerne la scena svedese potrebbe essere II degli H.e.a.t (se la gioca con il nome successivo), che con il loro solidissimo hard rock/aor (che si spinge a volte ai limiti dell’heavy) riescono a proporre belle idee e a suonarle con grinta per tutte le undici canzoni, rievocando un po’ gli anni ottanta, gli anni in cui questo genere era al massimo del suo splendore. Erik Gronwall si dimostra un cantante straordinario (anche se ad ottobre 2020 ha lasciato la band) perfettamente inserito in una band così carica nel suonare una musica esplosiva ed energica.

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NIGHT - HIGH TIDES- DISTANT SKIES
I Night, ennesimo gruppo scandinavo (arrivato in punta di piedi), sono stati una bellissima sorpresa. Con il loro disco High Tides – Distant Skies, in 37 minuti di musica, riescono sempre a creare atmosfere stupende, fortemente influenzate dal rock anni ‘70, ma con grande personalità e gusto, lasciando ampio spazio alla musica e ai suoni. Ogni musicista lavora in funzione della musica, così come gli arrangiamenti, con trame di basso e di chitarra (che richiama a tratti Mark Knopfer) stupefacenti. A impreziosire il tutto si aggiunge il suono del pianoforte e una produzione perfetta. I Night sono ispirati, hanno sempre buone idee e riescono a concretizzarle alla grande: High Tides – Distant Skies è uno dei migliori dischi dell’anno in assoluto ed è stra consigliato.

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DEAD LORD - SURRENDER
Sono svedesi anche i Dead Lord, che con Surrender propongono un rock alla Thin Lizzy, con dei bei intrecci di chitarre e delle ritmiche incalzanti che rimandano agli anni ‘70-’80, inaspettatamente originali, anche per merito della voce di Hakim Krim, che mette da parte ogni virtuosismo cantando con espressività su tonalità un po’ più basse, che ben si abbinano al genere. Per tutto il disco i Dead Lord, con coerenza e cuore, mostrano grandissime capacità, stile e attitudine al suonare un rock così puro, senza troppi filtri o artifici, cosa non da poco al giorno d’oggi.

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GIRISH AND THE CHRONICLES - ROCK THE HIGHWAY
Se la Svezia offre un panorama vivissimo in campo rock/hard rock, dell’India non si può dire lo stesso: è abbastanza difficile che band orientali arrivino a livelli altissimi sfondando anche in occidente. Nonostante questo i Girish and the Chronicles, provenienti dal Sikkim, regione del nord-est dell’India sono riusciti a tirar fuori uno dei dischi in assoluto più belli di questo anno (e non solo), Rock the Highway. Il loro hard rock anni ‘80-’90 è una bomba. Girish Pradhan tira sempre fuori il massimo dalla sua voce, con un timbro graffiante e una bella estensione, così come l’ottimo Suraz Sun che alla chitarra mostra una grande tecnica e un gran estro. Su Rock the Highway le canzoni sono a tratti grezze ma decisamente travolgenti, con uno stile sleaze/street che rievoca il periodo dei Guns N’ Roses e dei Mötley Crue. Il livello della band del carismatico Girish è ottimo e non sfigura in un confronto con le tante band citate in precedenza. Il disco merita un ascolto, così come i Girish and the Chronicles meritano la possibilità di confermarsi in futuro e di fare un ulteriore salto di qualità.

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THE WILD! - STILL BELIEVE IN ROCK AND ROLL
Prodotti da Mike Fraser, i canadesi The Wild! tornano con il loro hard rock grezzo e scanzonato. Tutto è ridotto allo stretto necessario: dalla copertina, alla musica, al cantato di Dylan Villain, ogni cosa è fatta e messa lì perché funzionale a un disco hard rock. Di conseguenza non ci sono grandi novità e tutto risulta piuttosto semplice, ma la cosa è estremamente positiva: ogni canzone è immediata ed elettrizzante. Ogni cosa di Still Believe In Rock And Roll fa smuovere l’ascoltatore.

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HAREM SCAREM - CHANGE THE WORLD
Altra band canadese sono gli Harem Scarem che con Change the World ci regalano undici belle canzoni, sempre con la solita brillante voce di Harry Hess e il chitarrismo pieno di idee, raggiante di Pete Lesperance. Le ritmiche sono solide e su di esse si posano belle tastiere e chitarre, a creare un sound hard-rock che talvolta sfocia nell’AOR, attraverso melodie e cori dal grande impatto.

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JEFF SCOTT SOTO - WIDE AWAKE (IN MY DREAMLAND)
Jeff Scott Soto è uno dei cantanti statunitensi più apprezzati e famosi del panorama heavy, in particolar modo grazie alle infinite collaborazioni con altri grandissimi artisti a cui ha preso parte. Su Wide Awake (In my Dreamland) con la sua solita grande voce, propone il solito apprezzatissimo hard rock dalle mille sfumature, suonato da una formazione decisamente interessante (con il poli strumentista Alessandro Del Vecchio e Fabrizio Sgattoni alla chitarra). Alle undici canzoni inedite si aggiunge un secondo disco live registrato al Frontiers Rock Festival 2019. Che dire? In studio e dal vivo Jeff si dimostra un grande del rock e questo disco ne è la prova lampante.

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REVOLUTION SAINTS - RISE
Terzo disco per i Revolution Saints, supergruppo (nel quale alle tastiere troviamo nuovamente Alessandro Del Vecchio) che nuovamente impressiona positivamente grazie a composizioni di stampo tradizionale che danno vita alla solita piacevole commistione di hard rock e AOR. Rise è colmo di belle melodie, atmosfere avvolgenti, cori e canzoni vincenti. Alla fine i Revolution Saints non fanno grandi passi avanti rispetto ai lavori precedenti, ma già mantenersi a quei livelli (buonissimi) gli permette di rientrare tra i migliori artisti di quest’annata.

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AOR

MAGNUM - THE SERPENT RINGS
Vedere un gruppo storico come i Magnum tornare con un disco di qualità come The Serpent Rings è una gioia immensa. La loro classe è assoluta e questo disco lo dimostra: in generale i suoni sono più duri, ma la band inglese fondata da Bob Catley e Tony Clarkin si muove tra parti più lente, orchestrazioni, melodie accattivanti, canzoni più veloci e graffianti con un’eleganza senza pari, un po’ come agli inizi, ma adeguandosi ai tempi, rimanendo in qualche modo sempre attuali.

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DENNIS DEYOUNG - 26 EAST, VOL.1
Inarrestabile lo storico fondatore degli Styx, Dennis DeYoung, che a settantatré anni pubblica un disco come 26 East, Vol.1 (saranno due dischi, per un totale di 20 brani). La qualità è elevatissima e DeYoung non ha minimamente perso lo smalto, difatti la sua performance è impeccabile. La formazione è assolutamente di livello, la produzione è ottima, così come lo sono i suoni, cristallini e allegri. Si spazia dal rock anni ‘70-’80, all’AOR, al prog, con mille sfumature e idee, sempre ben sviluppate e piacevoli da scoprire.

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PERFECT PLAN - TIME FOR A MIRACLE
L’AOR degli svedesi Perfect Plan è più duro, ma sempre accattivante. Tra mille orchestrazioni e ritmiche solidissime la voce di Kent Hilli incanta su ogni registro, salendo di tonalità, graffiando, rivelandosi sempre espressiva ed efficace. Le canzoni hanno un bel tiro, ritornelli che entrano in testa e si susseguono una dopo l’altra con un andamento esaltante, memorabile. Time for a Miracle è a mani basse uno dei dischi AOR dell’anno.

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MENZIONI SPECIALI
Le uscite in campo hard rock (e dintorni) sono come sempre infinite ed è giusto citarne un altro po’ (alcune non recensite durante l’anno): pur non avendo ricevuto un paragrafo dedicato sono tutti dischi estremamente validi e ce ne sono per tutti i gusti. Tra questi c’è l’immenso Bruce Springsteen, che pur perdendo ulteriormente il suo lato rock si distingue sempre per le eccezionali doti da autore e da leader della straordinaria E-Street Band, ci sono i Rose Tattoo che ripropongono il loro omonimo album d’esordio (1978) o Ace Frehley con un album in cui interpreta cover delle canzoni che lo hanno influenzato nella sua carriera. Altri nomi, quali i lettoni Bloody Heels o i britannici Cats in Space, invece sono meno noti ma sorprendentemente validi e capaci di suonare dell’ottimo rock, alla pari di altri con più esperienza come Pride of Lions, Joe Buchard o i L.A. Guns. Non mancano le alternative anche per gli ascoltatori alla ricerca di un rock un po’ diverso: in veste strumentale nel caso di Reb Beach o fortemente derivato dal blues per Snowy White & The White Flames.

BRUCE SPRINGSTEEN - LETTER TO YOU
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GATHERING OF KINGS - DISCOVERY
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DYNAZTY - THE DARK DELIGHT
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WILDNESS - ULTIMATE DEMISE
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ROSE TATTOO - OUTLAWS
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HÄLLAS - CONUNDRUM
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SUPERSUCKERS - PLAY THAT ROCK N’ ROLL
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CATS IN SPACE - ATLANTIS
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BLOODY HEELS - IGNITE THE SKY
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MAD MAX - STORMCHILD RISING
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BLACK SWAN - SHAKE THE WORLD
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KHYMERA - MASTER OF ILLUSIONS
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MAGIC DANCE - REMNANTS
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PRIDE OF LIONS - LION HEART
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L.A. GUNS - RENEGADES
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JEFFERSON STARSHIP - MOTHER OF THE SUN
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JOE BUCHARD - STRANGE LEGENDS
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ACE FREHLEY - ORIGINS VOL.2
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ENUFF Z`NUFF - BRAINWASHED GENERATION
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REB BEACH - A VIEW FROM THE INSIDE
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SNOWY WHITE & THE WHITE FLAMES - SOMETHING ON ME
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THUNDERMOTHER - HEAT WAVE
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progster78
Lunedì 18 Gennaio 2021, 15.55.56
26
Blue Oyster Cult,Deep Purple,Magnum e lo splendido disco del grande Dennis DeYoung (aspetto con trepidante attesa il secondo capitolo).
dariomet
Domenica 17 Gennaio 2021, 10.34.18
25
Perfetto Rob, grazie infinite del consiglio.ti farò sapere dopo che li avrò ascoltati.si in effetti in Svezia il rock è di qualità altissima
Rob Fleming
Domenica 17 Gennaio 2021, 10.14.58
24
@dariomet: sono svedesi (ma che minchia mangiano a colazione da quelle parti? E' merito del salmone?). Introvabili. Adesso si chiamano Gin Lady, ma grosso modo sono loro. Ascoltati in rete l'omonimo del 2004 e via via gli altri.
dariomet
Domenica 17 Gennaio 2021, 10.08.22
23
Sì alla fine il gusto personale vince su tutto. Parlando di cose serie chi sono i Black bonzo??? Non li conosco
Rob Fleming
Domenica 17 Gennaio 2021, 10.04.30
22
@Shock e @Dariomet: mi aggancio al vostro discorso. Partendo da un album del 2021 (Blind Golem), che quindi non c'entra un fico secco, ma facendo un ragionamento che può valere per il 90% dei gruppi citati nell'articolo la vera ed unica differenza la fa la qualità. O comunque il gusto personale. Prendiamo i Vandenberg. Hanno fatto il miglior disco dei Rainbow da decenni. Peccato che alla chitarra non ci sia Lui e alla voce non ci sia RJD, ma un grandissimo cantante (imitatore? Copione del predetto RJD? Poco importa. Oggi è tra i migliori). Se vogliamo ragionare in termini di Rising/Long live...è un album superfluo. Se prendiamo la musica in sé è un album spettacolare. Così come i Blues Pills. Roba sentita e strasentita. Ellin è una fuoriclasse? Per me sì (basta ascoltare California). L'album contiene canzoni stupende? Alla grande. Chiudendo con i Blind Golem. Prima di loro ci sono stati gli Uriah Heep (o i Black Bonzo). E' vero. Ma la domanda che mi faccio gli italiani hanno fatto un bel disco? E la risposta è solo una.
Shock
Domenica 17 Gennaio 2021, 9.47.26
21
Eh, ma questo discorso in pratica contraddice il tuo pensiero. In sostanza critichi i gruppi odierni che copiano il passato, poi però quando uno piace a te dici che fanno bene. Alla fin fine ho ragione io: quando un gruppo piace tutti i ragionamenti su vecchio o nuovo copia o non copia vanno a farsi friggere, il gusto personale è l'unica cosa importante.
dariomet
Domenica 17 Gennaio 2021, 8.37.46
20
Poi ora che ho scoperto che gli hallas hanno fatto un nuovo disco ripasserò da qui una volta ascoltato.dei gruppi da te citati consiglio anche io i Black Paisley,non è da tutti scrivere una timless child
dariomet
Domenica 17 Gennaio 2021, 8.34.33
19
Certo e confermo il mio pensiero 😌ma loro a differenza della stragrande maggioranza dei gruppi odierni il passato lo omaggiano come si deve ,graziati da un super cantante.per dirti ,rimanendo in Italia anche i witchwood omaggiano il passato,ma loro non li sopporto 😂
Shock
Domenica 17 Gennaio 2021, 8.30.13
18
@Dariomet: si, ma non eri tu quello che parlava di gruppi cloni o che copiano il passato? Perché i Blind Golem lo fanno (alla grande), le citazioni di Heep soprattutto, Purple et simila si sprecano 😉
dariomet
Domenica 17 Gennaio 2021, 8.07.43
17
Shock l'album dei blind golem è così bello che te lo citerei pure sotto una recensione dei cannibal corpse.. capolavori così ne escono uno ogni dieci anni.per l'anno appena trascorso li ha citato tutti Nick,se devo fare tre nomi su tutti sono gli ACDC , i whitch Hazel e i whisbone Ash. Fuori concorso Bruce Springsteen,artista vero
JC
Sabato 16 Gennaio 2021, 20.33.50
16
Rob Moratti, stupendo. Poi i Pride of Lions, solita classe. Arctic Rain notevolissimo, un paio di pezzi sono capolavori.
Shock
Sabato 16 Gennaio 2021, 20.05.05
15
Dunque, facciamo chiarezza: i Blind Golem hanno da poco esordito,q quindi in questo articolo non c'entrano m, ne parliamo il prossimo anno. Gli Electic Mob hanno realizzato un più che discreto disco, sfoggiando un cantante eccezionale, ma devono ancora crescere. Allora potrei anche segnalare i Passion, sempre all"esordio, anche loro con un più che discreto disco.
duke
Sabato 16 Gennaio 2021, 19.53.08
14
...il disco dei brasiliani eletric mob...non e' male...nel 2020 hanno debuttato su frontiers records....
dariomet
Sabato 16 Gennaio 2021, 19.23.01
13
sisi rob hai ragione intendevo blind golem sono stratosferici
Rob Fleming
Sabato 16 Gennaio 2021, 19.20.51
12
@dariomet: con i Blind Goblin intendi quelli con Ken Hensley ospite? Si chiamano Blind Golem. Ho ascoltato due pezzi e mi sono sembrati veramente ottimi. E sono pure italiani. Se invece non sono loro, vado a cercarmi pure i tuoi
dariomet
Sabato 16 Gennaio 2021, 18.43.25
11
segnatevi i blind goblin,hanno realizzato un capolavoro. gli hallas hanno fatto un disco nuovo e io non lo sapevo??
Galilee
Sabato 16 Gennaio 2021, 18.11.53
10
Quest'anno passo, ascoltato pochissimo. Per caso qualcuno ha sentito Algorithm and blues dei The bad and the zugly?
Shock
Sabato 16 Gennaio 2021, 17.43.08
9
@Rob Fleming: ti rispondo io in modo indiretto. Ci sono siti specializzati nel genere dove è più facile trovare notizie e recensioni di dischi come i Cats (con tutto il rispetto per Metallized, che è più generalista), io li seguo e mi informo lì (per i Cats in Space lo avevo segnalato anche nel forum). Prendo la palla al balzo per segnalare altri due dischi, non fondamentali ma molto piacevoli per la stagione precedente: THE DIRTY DEMINS - READY, STEADY, GO e BLACK PAISLEY - RAMBLER.
Nic
Sabato 16 Gennaio 2021, 17.03.18
8
Grazie a tutti per i commenti e per gli spunti (e per tutti gli ottimi dischi che state nominando). Per chiarire qualche dubbio in generale: 1) Tra le menzioni d'onore ci sono dei gran dischi, meritavano praticamente tutti un paragrafo, ma come potete vedere l'articolo è già bello lungo e a malincuore ho dovuto fare delle scelte. 2) I generi non sempre precisissimi, non fateci troppo caso, per esempio i Night Flight Orchestra li ho messi nel rock perché non sapevo come collocarli (quindi certi nomi sono sballati per colpa mia che sono impedito a catalogare le band per genere e tra l'altro la suddivisione per genere nell'articolo è una cosa in più, secondo me comoda per farsi un'idea al volo, non c'è in tutte le classifiche), i Witch Hazel sono una via di mezzo tra hard rock ed heavy, me li ero scordati nella classifica dell'heavy e li ho recuperati qui
Rob Fleming
Sabato 16 Gennaio 2021, 16.45.49
7
Il seguente è un messaggio privato per @fasanez. Lascia stare @Shock che è sempre sul pezzo, ma a te risulta che i Cats in Space abbiano fatto uscire un nuovo disco? Cioè tu ed io che li citiamo/invochiamo/desideriamo spasmodicamente ad ogni occasione non ne sapevamo nulla? Quanto meno io, non ho letto una sola riga su nessuna rivista; il sito non li ha mai menzionati tra le uscite imminenti. L'ho ascoltato ed è molto bello. Ma per non farci trovare impreparati per la prossima volta hai suggerimenti su come fare?
Franz
Sabato 16 Gennaio 2021, 16.44.07
6
come mai nella rece dei Witch Hazel ci sta scritto heavy/epic?
Shock
Sabato 16 Gennaio 2021, 15.31.11
5
Gran bel lavoro Nic!! Ma alcuni appunti: Vandenbeg e TNFO nel rock proprio no: i primi sono puro hard rock i secondi A.O.R. Secondo: un delitto mettere solo tra le menzioni i Cats in Space, autori di un disco eccezionale; e direi lo stesso per Thundermother, Pride of Lions e LA Guns. Tra quelli non segnalati, ci metto questi: PALACE: ROCK AND ROLL RADIO (tra i migliori dischi A.O.R. dell'anno); PROWESS: BLACKTOP THERAPY (americani, hard/street tra le sorprese dell'annata); SOUTH OF SALEM: THE SINNER TAKES US ALL (inglesi al debutto, un mix hard rock/gothic ottimo); SOLE SYNDICATE: LAST DAYS OF EDEN (svedesi, autori di un clamoroso debutto di hard rock moderno). Dal rifugio di montagna "hard rock" e' tutto, alla prossima.
fasanez
Sabato 16 Gennaio 2021, 14.48.46
4
E' stato il genere che ho ascoltato di più nel 2020, che invecchiando ci si ammorbidisca o ci si rincoglionisca? )) su tutti NFO e Perfect Plan. Ma praticamente gran parte delle band citate da Nicola e nei post sotto hanno fatto decisamente dei gran bei lavori.
Altered
Sabato 16 Gennaio 2021, 11.30.12
3
Super lavoro per Nic che è riuscito perfettamente a riassumere un'annata intensa ed esplosiva per l'hard rock. Escludendo la scena svedese che adoro e che è stato approfondia sia qui sia nel mio articolo, sono 3 i dischi metterei sul podio della mia personale classifica: il super lavoro dei Girish and the Chronicles (clamoroso: se continuano così, chi li ferma?!), l'ennesima ottima produzione dei Black Stone Cherry e il bellissimo disco dei Vandenberg.
duke
Sabato 16 Gennaio 2021, 10.17.42
2
...anno ricco...ma i miei preferiti...ac/dc...jeff scott soto...perfect plan....h.e.a.t.....black stone cherry...
Rob Fleming
Sabato 16 Gennaio 2021, 9.27.38
1
In questo schifo di 2020 l'hard rock ha fatto scintille con una serie di uscite di qualità altissima. I miei preferiti sono Night, Blues Pills e Vandenberg. Senza dimenticare: Outlaws, il Southern come deve essere suonato; Horisont, una varietà compositiva strabiliante; Dennis DeYoung, la "sorpresa" dell'anno tenuto conto dell'età e della carriera e Blue Oyster Cult. I Deep Purple hanno sfornato uno degli album più "musicali" della carriera, peccato che Gillan non ce la faccia proprio più. Non sapendo dove infilarli ci metto i Biffy Clyro. Peccato che nessuno menzioni i Tyler Bryant & the Shakedown. Per contro prendo nota che i Cats in Space hanno fatto uscire un nuovo disco. Volo immediatamente ad ascoltarlo
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