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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Agnostic Front - Victim in Pain
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( 3157 letture )
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Si può incidere un disco che dura solo quindici minuti e ventidue secondi e riuscire a farlo passare per un'opera compiuta prima e, tanto per non farsi mancare nulla, anche per un lavoro importante? Se il disco in questione appartenesse ad un ambito musicale qualunque, la risposta sarebbe un inevitabile, gigantesco "NO!", senza possibilità alternative di sorta. Quando però si parla di hardcore punk e di gruppi quindi non certo in possesso di una tecnica sopraffina, ma pieni di quella qualità strana, sfuggente e poco inquadrabile che di solito si usa definire con il termine "attitudine", allora gli Agnostic Front ed il loro Victim in Pain, esordio sulla lunga distanza, se così si può dire, possono essere considerati nel novero degli "importanti".
Qui non si parla certo di studi tecnici alle spalle, di applicazione sullo strumento durante notti insonni e di duro lavoro di scrittura ed arrangiamento, no. Quello di cui si deve e si può parlare davanti ad opere del genere è soltanto relativo alla forza, alla rabbia, alla violenza ed alla ribellione che pezzi (?) che durano tra i quarantasei ed i centotrentacinque secondi (praticamente l'introduzione di una comune canzone o quello di una canzone progressive), riescono ancora a trasmettere a distanza di oltre trent'anni dalla loro uscita. Pubblicato nel 1984 dalla Rat Cage Records dopo l'EP United Blood -anche questo estremamente sintetico, per usare un eufemismo- Victim in Pain era solo quello che voleva essere. Un urlo collettivo di un gruppo di disperati che non si erano preoccupati per nulla di sapere se i loro strumenti erano davvero perfettamente accordati, se la gente voleva sentirli e se la loro schizofrenia musicale era adatta ad un mercato che forse nemmeno esisteva, dato che l'assoluta brevità della prova non consentiva riflessione alcuna oltre quella della sua stessa presenza e dalla necessità di esistere, sopra e sotto un palco come scambio assoluto di energia grezza e convulsa. Nonostante l'assoluto senso di incompiuto, se non di appena abbozzato che aleggia su questo vinile, titoli come Victim In Pain, Blind Justice, United and Strong e Fascist Attitude sono riusciti, a dispetto della loro sostanziale non-strutturazione, ad interpretare un momento ed un luogo, una società ed un modo di rifiutarla che li trasformarono in un manifesto del nulla, in un semplice sputo nell'occhio del perbenismo, in uno spintone dato per un'occhiata male interpretata e quasi in un insulto per la musica vera, se vogliamo. Proprio come l'hardcore punk non ancora ben ibridato col metal si proponeva di fare, anche solo per incapacità di essere altro.
Disco da classificare come incompetente, allucinato, inconcludente e fors'anche irrilevante se inquadrato nella fredda logica dell'analisi, ma è così che dobbiamo valutare questo disco e questi Agnostic Front? Una band ancora lontana dall'evoluzione successiva che la renderà gruppo in senso stretto, degna di essere chiamata tale ed addirittura su Nuclear Blast (chi lo avrebbe mai detto?), ma per diretta conseguenza mai più in grado di non esserlo come in questo caso? Meglio dopo, direte voi. Forse sì, se analizziamo il gruppo in quanto tale e solo come band in grado di comporre canzoni vere e proprie, eppure c'è qualcosa che non può essere raccontato dalle parole di una recensione. Qualcosa che sfugge all'analisi e sconfina in quella zona irrazionale che ti porta ad amare qualcosa senza sapere bene perché, senza essere in grado di definirla e che probabilmente morirebbe se esattamente definita. Un grande disco? No, o forse sì, ma tutto sommato non conta, perché questa non è vera musica, è rifiuto e fierezza, punto e basta. Magari con qualche nota in mezzo e due urla sguaiate a farti drizzare le orecchie ed a farti inondare il cervello di adrenalina pura. Ed alla fine, il messaggio di questo disco è quello che ancora oggi viene dichiarato in questa intervista appena pubblicata
Noi esprimiamo col punk la nostra mentalità: dobbiamo far sapere alla gente che dobbiamo rivoltarci contro ciò che oggi non va per il verso giusto nel mondo, dobbiamo esser noi stessi e combattere. Il punk non parla di moda, parla di tirarsi su e fregarsene di ciò che la gente pensa di te. Questo, per me, è il punk.
E tutto sommato questo è Victim in Pain.
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10
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Rabbia e disagio sociale estremi. La copertina iconica è perfettamente eloquente. La Musica anche. Lo stesso Raven riporta da un intervista qui a lato del 2015: "Noi esprimiamo col punk la nostra mentalità: dobbiamo far sapere alla gente che dobbiamo rivoltarci contro ciò che oggi non va per il verso giusto nel mondo, dobbiamo esser noi stessi e combattere. Il punk non parla di moda, parla di tirarsi su e fregarsene di ciò che la gente pensa di te. Questo, per me, è il punk". L'industria discografica, con la complicità di tutto il sistema mediatico, ha fatto a pezzi questo tipo di pensiero nello showbiz. Non tutta la Musica deve essere denuncia sociale, o x forza impegnata, guai, xò il vuoto di oggi è desolante. Oggi, con una copertina così, non andresti da nessuna parte e ti troveresti la digos (o chi x essa) sotto casa.
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9
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Bello bellissimo diretto grezzo, un pugno in faccia! All'epoca era uno dei miei gruppi hc preferiti assieme ai 7seconds. Che ricordi!!!!  |
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8
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Difficile recensire dischi come questo, specialmente in un sito prettamente metal. Rabbia, istintio, nichilismo e contestazione sociale anarcoide....bastano a fare un'opera musicale? si, no, forse, chissene. Senzaltro sufficienti per farne un'opera d'arte e in quanto tale da poter essere apprezzata (da pochi magari...). Gli Agnostic Front di Victim in Pain erano uno dei tanti gruppi HC che giravano l'America nei primi anni 80. Forse fra i migliori. Come tanti hanno esaurito probabilmente la loro carica in quei primi anni. Ora sono piuttosto inutili ma sempre buoni per gli amanti dell'HC tatuato e oi oi oi. |
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7
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Veloce e grezzo, i loro capolavori per me arriveranno dopo, comunque grande disco.... |
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6
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No scherzo...l'album ce l'ho sempre avuto in cassetta registrata e ignoravo ci fosse quella fotografia, a colpo d'occhio su Smartphone per una frazione di secondo ho pensato male |
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4
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Quando ho visto la copertina pensavo fosse l'ultimo album di burzum... |
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3
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a e ora che noto sempre spettacolare la foto del piccolo freddy che canta con gli agnostic, credo fosse il periodo 1988 , poco dopo sappiamo tutti che cosa ha messo su freddy , e c'era pure vinnie come chitarra nella prima formazione dei madball . |
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2
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velocissimo e grezzissimo , un poco più strutturato di united blood, nel 1984 a parte i dri loro e un altro grande gruppo troppo spesso dimenticato tra la maggioranza ma non tra gli appassionati gli SSD che da boston davano del filo da torcere a livello di velocità e brutalità, ascoltate il primo degli SSD The Kids Will Have Their Say e poi ne riparliamo. comunque roba storica segno di un epoca speciale e unica dalle caratteristiche distruttive e sociali uniche. menomale che ancora girano. |
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1
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Non ci sono parole per descrivere una leggenda, gente semplice che ancora conserva l'umiltà degli inizi. Il 12 maggio a Roma presente come ad ogni calata italica dei masters of hc. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Victim in Pain 2. Remind Them 3. Blind Justice 4. Last Warning 5. United and Strong 6. Power 7. Hiding Inside 8. Fascist Attitudes 9. Society Sucker 10. Your Mistake 11. With Time
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Line Up
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Roger Miret (Voce) Vinnie Stigma (Chitarra) Rob Kabula (Basso) Dave Jones (Batteria)
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