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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 6254 letture )
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Dopo il fiasco di Destroyer of Worlds, causato da una personalità troppo divisa tra suono “classico” e sperimentazione, è stato davvero meraviglioso per i fan apprendere che con il suo successore, Nordland I, Quorthon sarebbe tornato a proporre musica di stampo decisamente più focalizzato, lasciandosi alle spalle le semi-fallimentari sperimentazioni che hanno caratterizzato la sua musica nella seconda metà degli anni novanta. Come espresso con evidenza dalla copertina, si ritorna al viking metal e a raccontare gesta e avventure degli antichi abitanti del Nord Europa, mostrando inoltre un grande attaccamento verso le bellezze naturali della Scandinavia. In questo particolare caso Quorthon scrisse una montagna di materiale, tanto da convincerlo a suddividerlo in una trilogia di cui però usciranno solo due album, a causa della morte prematura dell’artista svedese. Niente più regressioni verso il thrash o verso l’altrenative, che in Destroyers of Worlds risultavano banali e mal inserite; il primo Nordland è forse l’espressione migliore della visione musicale di Quorthon, un glorioso ritorno alle sonorità che lo hanno reso grande. Nordland I ha avuto la fortuna, per così dire, di uscire al momento opportuno, in quanto arriva dopo un periodo in cui il genio dello svedese era dato ormai per perso. Ecco invece che grazie al passaggio iniziale di Prelude ci immergiamo un'altra meravigliosa volta nelle fredde acque del mare del Nord, con suoni di corni, tamburi di battaglia e i cori esaltanti che sono diventati un marchio di fabbrica dei Bathory post Hammerheart. Il sound si pone come una versione ancor più estrema ed epicizzata di gruppi come Immortal e Manowar. Quorthon utilizza uno stile di canto pulito, molto chiaro che lascia intendere bene all’orecchio i testi, ma molto profondo e con un velo di spigolosità accentuata ulteriormente dalla produzione volutamente sporca e grezza. Molto presenti sono anche le tastiere, che pur fungendo un ruolo di sostegno impregnano il suono in maniera sinfonica, innalzandolo di qualità e rendendo alcuni momenti ancora più divini. Il percorso intrapreso dal rozzo debutto hanno plasmato il songwriting di Quorthon riempiendolo di un bagaglio di esperienza invidiabile, che esprime a 360 gradi in questo Nordland I, dove nessun elemento è lasciato al caso, ogni sezione è stata accuratamente elaborata e poi impressa on tape dallo svedese, e questo tutto in solitaria. La titletrack è splendida, solenne, di una bellezza più unica che rara, resa tale da un atmosfera eterea e da un alternanza di riff dorati, anche qui tendenti all’epico; per non parlare di quella voce, calda, pulita, elegante, ma soprattutto contestualizzata a dovere, essa infatti non risulta scarna, ma al contrario vitale, possente. Il suono di chitarra in questo album è forse il migliore che i Bathory abbiano mai avuto, finalmente incisivo a dovere e corposo, i riff sono uno più bello dell’altro, proprio quando si crede di aver trovato il più bello ecco arrivarne un altro a penetrarci l’animo e le orecchie. Le tracce di chitarra sono state scritte ed incise con più dovizia del solito, proprio per ottenere quel meraviglioso suono che pervade per intero Nordland; l’atmosfera che si respira, ascoltando per la prima volta l’album, è da togliere il fiato, dà i brividi, solleva l’ascoltatore verso il Valhalla, ci fa sentire in grado di poter conquistare il mondo. Ed è questo che Quorthon ha sempre saputo fare, costruire un involontario mondo immaginario parallelo alla musica in cui l’ascoltatore si immerge, confortato dalle non proprio dolci con cui i Bathory ci deliziano ogni volta che si approcciano al contesto viking. Un suono così pieno come quello di Nordland I va ascoltato in maniera attiva, ancor meglio se con delle cuffie, così da poter sentire chiaramente ogni strumento, dalla batteria percossa quasi in maniera tribale alle eteree tastiere; in tal maniera sarà possibile constatare quanto davvero questo primo capitolo della trilogia sia ambizioso. Su Quorthon si potrebbe discutere per giorni interi, ma forse è spesso cosa migliore lasciar parlare la musica. Dopo alcuni album mediocri lo svedese riabbraccia di nuovo le affascinanti saghe del Nord Europa, e lo fa sempre nel suo stile: con poesia. Alcuni eccessivi problemi di produzione ed una ripetitività di fondo alcune volte esagerata sono le uniche note negative di un album che, se capolavoro non è, davvero poco ci manca. Maestoso.
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9
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Album superlativo. Quorthon non poteva chiudere meglio (a sua insaputa purtroppo) la sua carriera, con una saga epica nordica divisa in due parti. \"Nordland I\" è un concentrato di magniloquenza e atmosfere suadenti e vichinghe che ti trasportano direttamente nelle fredde lande scandinave. Riff gelidi e cori epici che ti immergono in un\'atmosfera incredibile. Pezzi come la title-track, \"Dragons Breath\", \"Foreverdark Woods\", \"Great Hall Awaits A Fallen Brother\" sono di una carica epica da capogiro. E che dire della ballata folk crepuscolare rispondente al nome di \"Ring Of Gold\"? Una gemma nordica, nient\'altro da aggiungere! |
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8
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Quorthon è il chuck Schuldiner del black e del Viking metal |
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7
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Forse leggermente meglio della seconda parte in forza di alcuni pezzi assolutamente spettacolari come Ring of gold, Forever dark woods, la TT e Dragons breath. |
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6
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Quorthon é uno di quei personaggi inarrivabili in quanto a genio creativo. Abbiamo perso un Artista dalle capacità incredibili. Peccato, inoltre, non aver visto completata quest'opera. Nordland fu un gran ritorno alle scene Viking da parte sua e penso che tutti rimpiangeremo sempre di non aver avuto Nordland III e IV. |
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5
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Quorthon mai troppo celebrato. |
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4
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Concordo anche io...Immortale Quorton..Un album bellissimo, sia questo che preferisco un pelino..sia il successivo. Di Lui amo dal Viking al Black...anche se sono onesto nel dire che la tripletta In Requiem, Octagon, Destroyers non l'ho mai ascoltata. Quindi non saprei che dire su quei dischi! |
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3
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a me i deliri thrash di Quorthon non dispiacciono, ma qua siamo decisamente su un altro pianeta. questo è il vero Viking Metal, questi sono i Bathory. Hail Quorthon! |
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2
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La recensione ha gia' detto tutto, parla da sola la musica, ispirata e atmosfericamente penetrante e profonda,altro capolavoro del compianto Quorthon. |
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1
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Stupendo...poche altre parole con appunto maestoso sono adatte per quest'album....I'ispirazione che si era persa dopo il grande Blood on Ice torna alla grande sia qui che con la seconda parte. Immortali Bathory Immortale Quorton |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prelude 2. Nordland 3. Vinterblot 4. Dragons Breath 5. Ring Of Gold 6. Foreverdark Woods 7. Broken Sword 8. Great Hall Awaits A Fallen Brother 9. Mother Earth Father Thunder 10. Heimfard
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Line Up
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Quorthon (Voce, tutti gli strumenti)
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