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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 10616 letture )
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Il male.
Una parola, mille sfaccettature; eppure un uomo, un mito, è riuscito a carpirne ciascun aspetto e ad imprimerlo indelebilmente su un LP, così da partorire un capolavoro. Signore e signori, quell'uomo era Quorthon, e quel capolavoro è The Return.... La stessa cover, una luna sinistra contornata da oscure nubi, turba ed inquieta lo spettatore, che tuttavia ne è ghermito e stregato. Questa palese aura di magia nera è solo uno dei mille motivi per il quale The Return of Darkness and Evil (questo il titolo completo) non può essere definito come semplice musica; oh no.
Quello che l'ascoltatore si appresta ad effettuare non è un ascolto qualsiasi, bensì un terrificante viaggio nei recessi dell'odio, della disperazione, giù in un abisso di incommensurabile profondità ed oscurità. Un vero e proprio carosello degli orrori, con Quorthon nel ruolo di maestro burattinaio ed i due suoi "sottoposti" Johannson e Larsson che ne seguono ciecamente le indicazioni. In The Return... ogni elemento è portato all'estremo, senza eccezioni: la musica è letteralmente massacrata ed allo stesso momento massacrante, in maniera da catapultarci in una sala di meravigliosamente orribili torture. Questi sono i primi Bathory, i Bathory che hanno segnato una generazione, in grado di trasformare la platea di semplici appassionati in interlocutori musicalmente sadici e masochisti. Le grida strazianti di Quorthon rapiscono l'anima, la torturano, la violentano e la annientano, solo per farla resuscitare sotto un'altra luce; o meglio, sotto un'altra oscurità. Già Revelation of Doom, con i suoi suoni cadenzati e le urla in sottofondo ci teletrasporta dentro ad un incubo, dopodiché Total Destruction dà inizio al massacro e spazza via ogni felicità ed ogni colore presenti nel nostro cervello. Tuttavia l'incantevole sinfonia di terrore che è The Return... è così ben orchestrata che un analisi track by track andrebbe a disperdere completamente la sua magia, e ciò non deve assolutamente accadere; perché quest'album non va semplicemente ascoltato: va sentito sulla propria pelle, esso stesso andrà a marchiarsi indelebilmente nel vostro animo. Vi basti sapere che stiamo parlando di un album completo nella sua essenza, passando da momenti di caos perfetto, come in Possessed o in Bestial Lust, fino alla maestosa titletrack, quasi epica nel suo devastante incedere e vero e proprio album in miniatura. Le tematiche trattate non possono che essere sconvolgenti: guerra psicologica, omicidi ed in particolare lo smantellamento dell'ipocrita morale cristiana (chiodo fisso per Quorthon) attraverso la celebrazione del Demonio.
Prima dell'Helvete, prima di Euronymous, di Vikernes, dei Mahyem, dei Satyricon, degli Ulver e chi più ne ha più ne metta, prima c'erano i Bathory. Quorthon, che senza alcun timore può essere definito il Lovecraft dell'heavy metal, con questo suo secondo lavoro assimila tutte le caratteristiche della musica estrema del tempo e le reinventa completamente, cesellando nella stessa maniera in cui lo scrittore americano rivoluzionò la letteratura dell'orrore quelli che sono e sempre saranno i canoni del black metal scandinavo. E come se non bastasse, questo sarà solo il primo di una serie di capolavori che andranno a delineare con Blood Fire Death un'ulteriore genere musicale, il viking, in grado di attaccare i dogmi del Cristianesimo in una maniera ancor più maestosa ed elegante.
Hail Quorthon, un artista realmente degno di questo nome. Non ti dimenticheremo. Mai.
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19
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Leggevo HM. Quello che loro bocciavano (di estremo) se lo trovavo (ed avevo i soldi) lo compravo. Questa volta ci ho azzeccato. Erano suoni difficili anche per chi ascoltava gli Slayer, ed il rumore della \"chitarra a zanzara\" non era ancora entrato nelle orecchie di molti. Era l\'amore per il limite che ti spingeva a sperimentare l\'ascolto di gruppi definiti nel migliore dei casi \"nefandezze musicali\". Capisco comunque i critici di allora, ripeto: non erano suoni facili da capire e ci voluto un po\' di tempo per rendersi conto che sarebbero durati oltre le aspettative. |
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18
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Davvero un album pazzesco..pochi erano cosi\' cattivi come i Bayhory,solo gli Slayer e i Kreator che si stavano facendo strada.Una band che punta sulla violenza del Thrash ma con l\'oscurita\' dei Mercyful fate.Album indispensabile per capire il Black Metal. |
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17
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Questo album è il MALE nella sua forma più pura e incontaminata. Puro orgasmo musicale! Il mio preferito dei Bathory (magari se la gioca con \"Blood Fire Death\")! Riff brutali ma estremamente \"catchy\", voce demoniaca, ritmiche semplici ma dannatamente efficaci... per me è Il culmine del songwriting del periodo \"malefico\" di Quorthon!
Una gemma nera che ancora oggi rimane insuperata per qualsiasi album black venuto nel decennio successivo! |
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16
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Ogni volta che lo sento mi sembra di immergermi in una vasca di sangue caldo. 100 |
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15
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Quando la musica diventa arte visionaria. |
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14
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Si insomma mettere il black con l ambient ci si puo' provare, ma rimane una cagata, anche i Marillion hanno fatto prog col calipso, idem. De cazzibus |
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13
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Disturbante e di uno sgraziato allucinante. Pieno di riff terrificanti, un mostro catrroso che urla bestemmie e strali ad un cielo plumbeo senza luna. Un album malvagio e sanguinante, ancora oggi ritengo che the return non sia un disco per tutti. Anche per chi esce pazzo per Mayhem e DarkThrone |
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11
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..... e pensare che quando lo recensirono, su una nota rivista italiana, praticamente lo distrussero ! Album epocale, anche per me, che proprio non sono un grande estimatore delle sonorità black. |
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10
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Capolavoro di odio e oscurità, uno dei migliori album black di sempre, per me il voto è 100 perché ho fatto di questo genere musicale, una grande gioia della mia vita. |
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9
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Il 1985 ha sancito come il Black Metal si sarebbe evoluto successivamente sopratutto negli anni '90. I Venom hanno acceso la miccia con Welcome to Hell e Black Metal. Poi vennero Slayer, Bathory, Sodom, Possessed...The Return contiene una delle più oscure e contorte espressioni di cattiveria e male allo stato primitivo. Nessuna voglia di stupire ma solo l'esigenza di Quorthon di vomitare nella musica la sua oscurità infera. Pazzesco! |
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8
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Che dire di più...........BATHORY....... LA STORIA del BLACK METAL |
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Storia del metal, o almeno di una buona parte. |
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Quorthon è stato un artista eccezzionale e la definizione di"Lovecraft dell'heavy metal"è...geniale.non so se l'abbia coniata Fenrir per primo ma dice molto con poche parole. |
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5
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Incommentabile, un capolavoro da 100 e stop. |
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4
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Incommentabile, un capolavoro da 100 e stop. |
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3
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Troppo poco 92...minimo 100. Questo disco insieme all' omonimo primo disco e Under the sign of the black mark spazza via tutta l' intera produzione black mondiale. Grande band grande persona....ricordo nel 1986 scrissi al fan club (ancora non c'era internet e si scriveva) Bathory Hordes nel giro di sette giorno Quorthon mi mando' un suo autografo più una cassetta con due rehearshal....un grande sotto ogni punto di vista....Rip |
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Finalmente una recensione che dà a Cesare quel che è di Cesare. La prossima deve essre per "Under the sign of the black mark". |
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1
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il mio voto è 100..stupendo, non una canzone brutta, capolavoro assoluto di malvagità..disco perfetto |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Revelation Of Doom 2. Total Destruction 3. Born for Burning 4. The Wind of Mayhem 5. Bestial Lust 6. Possessed 7. The Rite of Darkness 8. Reap of Evil 9. Son of the Damned 10. Sadist (Tormentor) 11. The Return of the Darkness and Evil
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Line Up
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Quorthon (Voce, Chitarra) Andreas Johansson (Basso) Stefan Larsson (Batteria)
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