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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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09/08/2022
( 3792 letture )
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L’eccessiva afa estiva del 2022 ci porta ad allontanarci dai centri abitati in cerca di ristoro e riparo. Di punto in bianco, vagando nella notte, ci imbattiamo nella selva oscura dominata perlopiù da suoni nascosti e rumori repentini. Ma non c’è da aver paura, perché ci troviamo al cospetto della foresta degli spiriti guida. Gli animali che proteggono la nostra esistenza tramite un’aura di mistica benevolenza. Il viaggio dei Soulfly, iniziato nel lontano 1998 con l’omonimo debut album si concretizza nelle burrascose note notturne di Totem, dodicesimo studio album della creatura tribale guidata dal leggendario Max Cavalera, che si fa beffe delle ultime problematiche legate all’abbandono del talentuoso Marc Rizzo per circondarsi di talenti purissimi e cavalli di razza. In cabina di regia, nonché ascia solista troviamo il bravissimo e gettonato produttore Arthur Rizk , batterista dei favolosi Eternal Champion e produttore dei vari Code Orange , Kreator e Sacred Reich. Manipolatore di suoni e abile poli-strumentista, Rizk si diletta nell’infuocare i tracciati solisti di questo belligerante totem sonoro. Oltre al suddetto, troviamo John Powers, ascia principale degli Eternal Champion e Chris Ulsh dei Power Trip. Un nutrito gruppo di talenti che insieme, come una grande famiglia, va ad impreziosire un lavoro da ascoltare a tutto volume.
L’album, brutale e stratificato, si apre con il thrash ipertrofico di Superstition , uno dei brani presentati dal vivo insieme al fido compare Dino Cazares nel tour primaverile. Totem , che esce per mamma Nuclear Blast a distanza di ben quattro anni dal bellissimo Ritual (2018), e si conferma come una cavalcata a ritroso nel tempo, dove ogni canzone sprigiona brutale arroganza speed/thrash piuttosto che groove, con un accento speciale per le enfatizzazioni metalliche e le svisate soliste. Come detto, Rizk non si risparmia, infarcendo ogni canzone con una miriade di assoli, shredding e favolosi lead. Il risultato è un continuo galoppare a tutta velocità verso la spiritualità metallica, abilmente ottenuta mediante un mini best-of del buon Max, che enfatizza i suoi esordi death nella splendida e depravata Scouring the Vile, canzone anti-cancro elevata a undici dalla mastodontica presenza di mr. John Tardy (Obituary). Tra ritmi stoppati ed accelerazioni al fulmicotone, Scouring the Vile si comporta come una bestia inferocita fino a farci sbattere contro una sequoia intitolata Filth Upon Filth, altro brano presentato in anteprima che, nella versione studio, si fregia di alcuni degli assoli più ficcanti del lavoro, inseriti in un contesto thrash da brividi. Le prestazioni individuali sono a ridosso del nove in pagella, con un indemoniato Zyon Cavalera che percuote e distrugge il drum kit in modo assolutamente convincente, tra bordate ignoranti e ritmiche più complesse e moderne (The Damage Done), così come dal buonissimo lavoro di basso svolto dall’ormai noto Mike Leon. Entusiasti, pensiamo di tirare il fiato per una manciata di minuti, invece la diabolica Rot in Pain irrompe nello stereo deflagrando ogni cosa. Il thrash furibondo conferma lo status di rabbia entusiasta di Max Cavalera e dei suoi Soulfly , che sorprendono (senza inventare) anche dopo tanti anni. L’evoluzione sonora dagli esordi ad oggi è palese e palesata album dopo album, con una spinta maggiormente old-school iniziata dall’acclamato Dark Ages. Ovviamente non tutto suona al top: Ancestors e Totem scricchiolano in seno a una struttura non sempre perfetta, con qualche forzatura qua e la e qualche parte eccessivamente esemplificata. Tuttavia, il massiccio groove metal della title-track si riporta in mente le scorribande della favolosa Eye for an Eye, e oltre ad omaggiare il passato ci schiaffeggia con una serie di pregevoli stop’n’go. Di tutt’altra pasta è fatta The Damage Done, in parte ispirata al sound corposo e tecnico dei Gojira. Riff secchi e moderni si scontrano con il substrato thrash per una collisione sonora assicurata: è di nuovo tempo di riff-fest e folgoranti ripartenze, esattamente come nella breve e pericolosa Ecstasy of Gold, che omaggia Morricone solo nel titolo per poi dimostrarsi una letale scheggia thrash, dove i prigionieri non sono ammessi e la violenza è pane quotidiano.
Un plauso scrosciante è d’obbligo anche durante la lunga suite finale, dove l’intento espresso dalla bella copertina viene confermato dalle note musicali, prima tenui e vivaci, poi soffocanti e brutali. La lunga Spirit Animal (che sfiora i dieci minuti), viene introdotta dai synth della breve strumentale Soulfly XII per poi detonare nel nostro impianto con una summa del Soulfly - sound. Chris Ulsh si occupa delle porzioni soliste nell’ultimo, legnoso tassello di Totem che vede anche la partecipazione del nipote di Max , quel Richie Cavalera già impegnato nei Go Ahead and Die e nei suoi Incite. Tra una strofa e l’altra, con la consueta alternanza di groove tribale e thrash vecchia scuola, l’album chiude in bellezza in modo un po’ differente, ricordando alcuni passaggi del prolisso ma affasciante Savages (2013), con ovvie migliorie e maggiore consapevolezza.
In definitiva, i Soulfly mark-22 suonano feroci come sempre ma con un’inaspettata marcia in più. Tra talenti giovanili e attitudine senza compromessi che scavalca mode, tempi ed età anagrafiche, la band guidata dal capomastro Massimiliano Cavalera si riconferma come monolite metallico indispensabile. Headbanging assicurato!
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13
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Questo disco è proprio figlio di Arise |
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12
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meglio Ritual, che come ospite aveva Robert Vigna (immolation)!!
75 a questo, 80 a Ritual!!!
Comunque è dal 2005 che Max è tornato a fare quello che sa fare meglio ovvero del death/thrash senza dimenticare la sperimentazione.
Ricordate Dark Ages???........Arise again. |
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11
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Bentornato Max...è sempre una goduria sentire un po di sano thrash targato Cavalera!...direi poi storico il duetto con Tardy degli Obituary... |
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10
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Comunque Rot in Pain è fantastica! |
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9
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Fa 'sempre tanto piacere ascoltare il buon Max . Quest'album ed il precedente mi hanno dato soddisfazione . Lui infondo non è mai cambiato evolvendosi comunque. |
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8
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Anche per me è un buonissimo album. Forse avrei gradito 1minuto/ 30 secondi in più di durata sulle prime 4 canzoni e un paio di minuti in meno nell’ultima. Ma è decisamente un buon album. Come del resto lo era anche il precedente Ritual. I migliori dai tempi di Conquer. |
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7
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A me sta piacendo più del previsto, penso sia degno di 80. La copertina è meravigliosa, vieni voglia di tatuarsela addosso. Comunque gran bel disco, e non lo dico da trve defender di Max Cavalera, che ovviamente adoravo nei Sepultura ma so riconoscere perfettamente quando produce delle porcherie... Ero un po scettico ma devo dire che ho fatto più che bene ad ascoltarlo |
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6
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Un buonissimo disco.....sepultura anni 90. |
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5
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Un pizzico di Cavalera Cospiracy, un etto di Obituary, una dose generosa dei Morbid Angel, un cucchiaino dei Celtic Frost e infine un tocco dei primi Sepultura (da Schizophrenia ad Arise per dire) ed ecco il nuovo album dei Soulfly. La prima metà del disco è molto trascinante e sono sorpreso su come il tutto sia amalgamato più o meno bene, Titletrack fantastistca, Scouring the Vile fenomenale ma la doppietta Rot in Pain e The Damage Done si inalzano per essere le canzoni più belle di questo platter, abbastanza sorpreso e felice di ciò, Grande Max 80 |
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4
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ero un po' dubbioso all'inizio ma sta crescendo con gli ascolti... |
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3
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semplicemente un album clamoroso! Gtazie Max che dopo oltre 40 anni ci regali queste perle.Per me 90 minimo, uno dei migliori della sua discografia. |
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2
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Non sono un fan (non ho mai ascoltato nè Soulfly nè Sepultura); è veramente un bel disco, con un groove notevole. Invoglia al live, che è la dimensione naturale per questa musica. |
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1
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Sono d'accordo con il recensore e sono rimasto stupito da Spirit animal .arrotondo il voto ad 80 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Superstition 2. Scouring the Vile 3. Filth Upon Filth 4. Rot in Pain 5. The Damage Done 6. Totem 7. Ancestors 8. Ecstasy of Gold 9. Soulfly XII 10. Spirit Animal
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Line Up
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Max Cavalera (Voce, Chitarra) Arthur Rizk (Chitarra) Mike Leon (Basso) Zyon Cavalera (Batteria)
Musicisti Ospiti:
John Tardy (Voce) Richie Cavalera (Voce) Chris Ulsh (Chitarra) John Powers (Chitarra)
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