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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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01/12/2023
( 1368 letture )
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E ci risiamo.
Dopo poco più di un anno dal precedente Fenice, gli Ufomammut ci sorprendono con l’uscita di un nuovo EP, anticipazione del prossimo lavoro che vedrà le stampe nel 2024.
Le lisergiche atmosfere del loro ultimo full length vengono apparentemente accantonate, a favore di tracce opprimenti che richiamano parzialmente i loro lavori più cupi, ma che lasciano uno spiraglio di perfezionamento inaugurato proprio con Fenice.
Già da una copertina probabilmente ispirata all’onnipresente –almeno per quanto riguarda l’iconografia doom - Cthulhu, tanto da far sembrare l’artwork stesso la cover di un libro dei Miti dell’Antico tentacolare lovecraftiano, gli Ufomammut mettono già in chiaro il mood opprimente che ci accompagnerà nelle tre tracce dell’EP.
Nei 17 minuti di ascolto veniamo investiti dalla violenza sonora del trio piemontese, seppelliti da un basso monolitico e da riff di chitarra serrati. La tenebrosa voce di Urlo si evolve da sussurri oltretombali a grida “controllate”, risultando un interessante miscuglio delle sue tipologie di cantato. L’effetto vocale si presenta come una litania distorta, tanto da sembrare narrata da un profeta apocalittico già dall’omonima Crookhead, come se quella voce fuoriuscisse da degli altoparlanti dal cono danneggiato mentre fuori imperversa una strage. La pesantezza del sound viene affiancata per tutto il brano da una sinistra melodia di synth, fino a giungere ad un marziale incedere finale.
A seguire Supernova, un buco nero lisergico in cui i sussurri del vocalist si mischiano all’immensità di atmosfere space su cui il nuovo arrivato Levre martella incessantemente. Il riffing di Poia guida le melodie del synth, su sonorità estranianti che ci rendono ascoltatori inerti, riportati alla realtà solo dal rallentamento finale, unico vero elemento concreto di una musica quasi destabilizzante, ma che trascende dal suonato comune e tale da aprirci un passaggio per una dimensione onirica.
Questo concetto, meritevole di attenzione, indica forse la nuova direzione del trio, che si era distinto nel precedente Fenice per una musica più meditativa, diversa dai loro lavori più soffocanti, ma pur sempre imponente e monolitica.
La chiusura di Vibrhate porta proprio a questo pensiero, in quanto il pesantissimo sound del trio, caratterizzato da sfuriate drone, si fonde ad un incedere stonereggiante, in cui tra le urla del vocalist, il ritmo del brano assume delle connotazioni quasi tribali risultando una crasi dell’antico sound della band e le nuove connotazioni che nascono dal lavoro del 2022.
In 17 minuti è difficile valutare un disco ma questo EP rileva per la volontà degli Ufomammut di dare alle stampe un lavoro dinamico, evoluzione del precedente sound ed in cui si stabilizza definitivamente la nuova line up del progetto. Attendiamo, certi di non essere delusi, gli aggiornamenti riguardo il loro nuovo full lenght.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Crookhead 2. Supernova 3. Vibrhate
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Line Up
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Urlo (Basso, Voce, Sintetizzatore) Poia (Chitarra, Effetti) Levre (Batteria, Effetti)
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