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Ufomammut - Oro: Opus Alter
( 5120 letture )
Avevo recensito Oro: Opus Primum di una delle bands più illustri del doom e della psichedelia italiana, ovvero gli Ufomammut; ed ecco che con l’inizio dell’autunno arriva puntuale il secondo e conclusivo capitolo del concept, intitolato Opus Alter, e sempre pubblicato dalla Neurot Recordings.

È stata la band stessa a suggerire di considerare i due cd come un unico lavoro in continua e sinergica evoluzione, come tra l’altro confermato dal synth che andava a chiudere l’ultima traccia di Oro: Opus Primum (ovvero Mindomine) e che compare all’inizio della opener Oroborus; tuttavia la prima impressione è che i toni assunti dagli Ufomammut in questa seconda prova si siano fatti decisamente e volutamente più lenti e inesorabilmente ancora più heavy che nel primo disco.
Questa impressione, scaturita proprio dall’ascolto della prima composizione, totalmente strumentale e votata al doom, viene cofermata da tutti i cinque brani che vanno a comporre l’album, strutturati uno dopo l’altro (ma sarebbe meglio dire: uno sopra l’altro) come una Torre di Babele popolata da personaggi di un mondo capovolto e formicolante di linguaggi del tutto nuovi. Anche se in Luxon la voce di Urlo effettivamente compare, viene il dubbio di non essere in grado di riconoscere le parole e i fonemi stessi, tanto il substrato sonoro creato da Vita alla batteria e da Poia alla chitarra e al programming ci appare straniante ed extra sensoriale, senza per questo arrivare mai alle orecchie in maniera astrusa o eccessivamente sofisticata. Certo, una buona partecipazione in questa fricassea di suoni e di visioni è data dal generoso uso che la band ha sempre fatto di effetti, dilatazioni, e riverberi spinti fino all’inverosimile ma ehy! Questa è la cifra stilistica degli Ufomammut, e da essa i tre non intedono discostarsi. Questo discorso vale sia per i brani giocati su mastodontici mid tempo, come lla sulfurea Sulphurdew, che si propone come psichedelia al 100% nei suoi dodici minuti, sia nei brani più tirati come Sublime, il quale profuma di space rock e persino di Popol Vuh. Quest'ultimo pezzo appare forse il più legato a Opus Primum, vuoi per le intenzioni, vuoi che l'arragiamento generale su cui tutto poggia, dove spicca l'alienante drumming siglato da Vita. Il passo finale è affidato alla cruenta Deityrant, che arriva a sfiorare persino i toni dello sludge per la durezza di esecuzione, capace di affondare con la precisione di una lama.

Opus Alter è l’ennesima conferma di una band che procede per la propria strada, e che segue non le mode, ma il proprio talento.



VOTO RECENSORE
88
VOTO LETTORI
85.28 su 7 voti [ VOTA]
Jonny Dark
Martedì 7 Luglio 2015, 18.56.14
8
Scusate un appunto per la redazione: a quando la recensione dell'ultimo lavoro degli Ufomammut dal titolo "Ecate" ???
Trip
Mercoledì 24 Aprile 2013, 22.47.51
7
Da ascoltare entrambi di fila... un viaggio
enry
Sabato 12 Gennaio 2013, 10.19.23
6
Una figata di disco, corro a recuperarmi anche gli altri.
foxi
Mercoledì 14 Novembre 2012, 13.45.42
5
maestri italiani cosmic doom
Jag
Domenica 21 Ottobre 2012, 16.39.24
4
ma t-shirt in italia dove ne trovo???
Jag
Domenica 21 Ottobre 2012, 16.33.49
3
grandi come sempre, ottima band
Witchcraft
Domenica 14 Ottobre 2012, 12.53.13
2
si si è vero, anche per me questo è migliore del precedente.......un album davvero visionario...
Greatest_Tiz
Sabato 13 Ottobre 2012, 22.10.56
1
Un odissea sonora! Meglio del precedente per di più.. La miglior band italiana di questo secolo!
INFORMAZIONI
2012
Neurot Recordings
Doom
Tracklist
1. Oroborus
2. Luxon
3. Sulphurdew
4. Sublime
5. Deityrant
Line Up
Urlo (vocals, bass, keyboards)
Poia (guitar, programming)
Vita (drums)
 
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