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10/10/24
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Flotsam And Jetsam - I Am The Weapon
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14/09/2024
( 1655 letture )
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Tanta, ma proprio tanta acqua è passata sotto i ponti da quel 1984 in cui i Flotsam and Jetsam cominciarono la loro avventura nel mondo dell'heavy metal. Con il qui presente I Am the Weapon il gruppo di Phoenix raggiunge quota sedici per quel che riguarda gli LP in studio e prosegue nel suo personale percorso stilistico che già da diversi anni, anzi, diciamo pure decenni, li ha visti allontanarsi dal thrash metal potente e tecnico degli esordi a favore di una formula musicale che flirta maggiormente con sonorità heavy e power.
La nuova uscita degli americani si incanala quindi nello stesso solco degli ultimi lavori, proponendo un heavy massiccio e molto orecchiabile, in cui il thrash fa capolino nei riff e nelle ritmiche arrembanti. Ci troviamo di fronte ad un prodotto accessibile ad una vasta platea di metallari di ogni genere ed età, una formula musicale che, se da un lato punta a non perdersi in complicati tecnicismi, proponendo brani schietti e di facile presa, dall'altro si rivela abbastanza innocua e, duole dirlo, priva di sorprese. La traccia A New Kind of Hero, che apre l'album, parte con un buon giro di accordi ed un' ottima linea vocale nella strofa, ma il ritornello si rivela un tantino fiacco. L'inizio quindi non è di quelli esplosivi. Ci pensano però le successive Primal e la title track a scaldare i motori; la prima eccelle proprio nel chorus, mentre la seconda punta sulla velocità e su riff rocciosi, con il doppio pedale galoppante ed un ritornello anche qui azzeccato. I veterani dell'Arizona, il cui mestiere nessuno mette in dubbio, decidono insomma di giocare su un terreno che conoscono bene, puntando sui ritornelli orecchiabili e su un prontuario di riff canonici, ma comunque di ottima fattura e in definitiva godibili. L'operazione però non sempre si rivela vincente e non tutto funziona a dovere. Se brani come The Head of the Snake e Cold Steel Lights hanno un tiro decisamente trascinante, pezzi come Burned My Bridges e Kings of the Underworld ristagnano su melodie prevedibili e ridondanti. Anche il blues metallizzato di Beneath the Shadows non brilla particolarmente per originalità e lascia un po' il tempo che trova. Fa la sua figura, pur senza esaltare, il thrash fulminante e immediato di Gates of Hell, mentre funziona alla grande Running Through the Fire, brano in cui la band americana torna su sonorità più vicine ai primi storici album, scolpendo un pezzo di thrash dinamico e massiccio, marchiato a fuoco da un ritornello micidiale. Purtroppo proprio questo brano agisce come la proverbiale cartina di tornasole, ovvero mette in evidenza i difetti di quelle tracce che funzionano solo a metà. Chiude il disco Black Wings, brano dalle tinte cupe e drammatiche, ma anche questo non particolarmente incisivo.
Dopo quarant'anni di carriera, con le cartucce migliori sparate da tempo, nessuno si aspettava che i Flotsam and Jetsam avrebbero prodotto il capolavoro definitivo in questo 2024. Ma visto che alla band dell'Arizona non mancano né il vigore né gli attributi, e visti i buoni risultati delle ultime uscite, era lecito aspettarsi forse una maggiore voglia di mettersi in gioco e di correre qualche rischio. I Am the Weapon è un album godibile, che piacerà a chi ha apprezzato soprattutto i dischi più recenti degli americani, ma va detto che la riuscita del disco si deve soprattutto all' ennesima, immensa prestazione dietro al microfono dell'inossidabile Eric "AK" Knutson. Il vocalist dei Flotsam and Jetsam è indiscutibilmente, ancora oggi, un artista dalle capacità interpretative eccezionali e con un timbro vocale ancora granitico. Per quel che riguarda la parte strumentale, la prestazione dietro le pelli di Ken K Mary è esaltata dalla produzione cristallina del disco, ma a volte è debordante ed eccessiva per la struttura di certi brani. Il lavoro alle chitarre di Conley e Gilbert è tecnico e preciso, privo di reali picchi creativi, anche se non mancano gli assoli eleganti e rifiniti a dovere. Al basso Bodily fa da robusta spina dorsale del comparto ritmico, senza spiccare particolarmente se non in rare occasioni, una di queste è sul finale di Running Through the Fire. I Am the Weapon poteva e doveva essere qualcosa di più, ma non manca di brani che sapranno deliziare vecchi e nuovi cultori di questa storica band.
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14
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Non concordo assolutamente con la recensione nè con alcuni commenti. I Flotsam sono un gruppo superiore a Testament ed Exodus. E il cantante lo reputo uno dei migliori del Thrash Metal, davvero emozionale e potente. Un disco che rimane dentro l\'alveo thrash, e che anzi oggi è ancora più arrembante. Una band che non reputo minore, ma spesso all\'altezza di Megadeth ed Anthrax. |
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13
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Il problema di questa band è il cantante. Sembra slegato dalla musica, troppo melodico in questo contesto, ma anche incolore. |
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12
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Buon ritorno per me. Album stilisticamente e qualitativamente in linea con i tre che lo precedono. Blood in the Water per come la vedo io è superiore, ma la distanza con questa nuova release non è enorme. Gran partenza con le prime tre tracce, in particolar modo l’opener A New Kind of Hero (splendida!) e la title-track. Questi picchi nel resto del disco non vengono più raggiunti, ma i pezzi restanti si mantengono in media su un livello assolutamente più che discreto, come dimostrano per esempio Gates of Hell o la conclusiva Black Wings. Voto 78 |
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11
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Disco discreto, cantante eccellente |
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10
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Hard n\' Heavy....promesso sarà fatto ascolterò no Place for disgrace....mi fido! |
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9
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Ma scherzate questo è un album almeno da 75. E\' stupendo cacchio |
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8
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@ (Diego, _Niente di speciale_) ma stai scherzando, i Flotsam and Jetsam ne hanno fatti di capolavori ti cito solo uno \'\'No Place for Disgrace\'\'1988. Valo immediatamente ad ascoltarlo. |
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7
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Mai seguiti più di tanto nemmeno nell\' epoca d\'oro del thrash...a mio parere come band non ha mai avuto nulla di speciale in sé!...al loro livello esistevano un sacco di bands....praticamente famosi per avere dato i natali a Newested e per essere una formazione storica e longeva...ho ascoltato il disco ma lo trovo noioso. |
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6
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La formula è la medesima di \"Blood in the Water\" e \"End of Chaos\" senza raggiungere gli apici compositivi di quei due lavori. Un disco carino che si ascolta senza fatica ma che non lascia nulla. voto recensione corretto...forse 70, in quanto suonato e prodotto egregiamente
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5
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Non sono riuscito ad arrivare al termine del disco. Male, per Dio (cit) |
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4
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MH, certo, io seguo solo quei 3 generi lì , mo va\' a sprèli, va\', cioè vai a raccogliere le erbette, per essere gentili -stavolta-... |
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3
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Dopo no place for disgrace, secondo me, il nulla. So che a molti è piaciuto anche when the storm, ma non sono mai riuscito ad assimilarlo. Peccato. |
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2
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Ne hanno azzeccato più di uno dopo When the storm...basta saper ascoltare e togliersi i parorecchi/paraocchi su qualsiasi cosa che sia diversa dal thrash/hardcore/crust |
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1
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Ne avessero azzeccato uno, dai tempi di When the storm... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. A New Kind of Hero 2. Primal 3. I Am the Weapon 4. Burned My Bridges 5. The Head of the Snake 6. Beneath the shadows 7. Gates of Hell 8. Cold Steel Lights 9. Kings of the Underworld 10. Running Through the Fire 11. Black Wings
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Line Up
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Eric "AK" Knutson (Voce) Steve Conley (Chitarra) Michael Gilbert (Chitarra) Bill Bodily (Basso) Ken K Mary (Batteria)
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