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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Flotsam and Jetsam - The End of Chaos
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24/07/2019
( 1836 letture )
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Nuova pubblicazione per la storica band originaria di Phoenix, Arizona, reduce dall’ottima prova dell’omonimo Flotsam and Jetsam del 2016. Si tratta della quattordicesima release in studio per il gruppo, se consideriamo anche la reincisione di No Place for Disgrace nel 2014. La line up è mantenuta quasi nella sua interezza, con i membri storici Eric A.K. Knutson al microfono e Michael Gilbert alla chitarra, affiancati dai confermati Michael Spencer al basso, primo sostituto di Jason Newsted e rientrato in formazione nel 2014, e Steve Conley alla chitarra, mentre l’unica novità la troviamo alle pelli, con il batterista dei Fifth Angel Ken Mary a sostituire Jason Bittner. Mastering e mixing sono stati affidati al chitarrista e cantante degli Invocator Jacob Hansen, che già in passato aveva curato, tra le tante collaborazioni, il suono di When Death Comes (2009) degli Artillery, The Evolution of Chaos (2010) degli Heathen, nonché di alcune pubblicazioni dei Destruction, sempre nel nuovo millennio.
L’album, inciso con la AFM Records e pubblicato il 18 gennaio scorso, si compone di dodici tracce, per un totale di quasi cinquanta minuti, con una lunghezza media dei brani intorno ai quattro. Lungo tutto il disco si respira un profumo di Iron Maiden, tanto che sarebbe più corretto parlare di heavy o power thrash per descriverne il sound, piuttosto che di thrash tout court. In fondo, proprio la traccia dedicata alla “vergine di ferro”, contenuta nel self titled del 2016, poteva già essere un indizio in questa direzione. Il duo di asce Conley e Gilbert imperversa lungo l’intero platter, descrivendo intrecci melodici sempre gradevoli, evidenziabili già nell’opener Prisoner of Time, così come in Recover e Demolition Man, tanto per citare alcuni tra i passaggi più riusciti. Ma anche laddove i nostri si lanciano in un riffing più aggressivo e connesso con gli esordi, come nel caso delle martellanti e azzeccatissime Control, Slowly Insane e Architects of Hate, l’equilibrio melodico non si rompe mai. L’anima speed più pura del gruppo emerge forse con maggiore chiarezza nella seconda metà dell’album, in pezzi quali Unwelcome Surprise e Snake Eye. In coda si segnala la travolgente The End, che sembra poter riassumere perfettamente la mescolanza di stili presenti nell’album. In generale, lungo tutta la durata, viene sempre rispettata una coerenza interna, senza passaggi a vuoto, i riff sono accattivanti e le accelerazioni non mancano. Quello di cui forse si sente maggiormente l’assenza sono i classici acuti di Knutson che, negli anni, sono stati una sorta di marchio di fabbrica per la band. Si segnala, infine, per i nostalgici, la copertina realizzata da Andy Pilkington, che riprende il tema di quella dell’esordio Doomsday for the Deceiver.
In conclusione, i Flotsam and Jetsam, pur senza riuscire a bissare la qualità dell’ultimo lavoro, certificano la ritrovata vena creativa con un album di buon livello, ispirato e assai piacevole all’ascolto, confermando quanto la band di Knutson e compagni sia, ancora oggi, colpevolmente sottovalutata.
Buon ascolto e che il metallo sia con voi!
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7
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I flotsam & jetsam hanno ripreso in modo autorevole il bandolo della matassa persa in anni difficili per il movimento speed & thrash con un grande album pubblicato tre anni orsono. Questo nuovo vinile non si discosta dal precedente in termini di qualità. Brani irruenti privi di momenti filler, dove non manca mai l appeal melodico e molto vari nella struttura delle song. Song eclettiche nella struttura quanto basta per non annoiare l ascoltatore. A quanto sembra la seconda parte della loro carriera musicale sta riservando molte e positive soddisfazioni 🤘imho |
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6
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Ah ok... sì in effetti è già un po’ che è uscito. Saluti ! |
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5
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Aceshigh: e' un album uscito a gennaio, la cui recensione non abbiamo inserito nelle nuove uscite a luglio, ma direttamente nel database. |
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4
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Bell’album che conferma quanto di buono fatto 3 anni fa con l’omonimo lp. Band in palla con Erik A.K. che si conferma, nonostante il passare del tempo, una delle migliori voci del panorama thrash, con un bel lavoro delle chitarre e con un’ottima prova del nuovo entrato Ken Mary. Voto 77. P.s.: non so se è un mio problema... ma non vedo nella home del sito la recensione di questo album nell’elenco delle ultime uscite... |
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3
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Bel disco..l' ascoltavo proprio ieri, e mi chiedevo della recensione..eccola qui! Voto giusto anche per me👍 |
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2
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Hai ragione AL sulla copertina XD |
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1
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Ascoltato molto appena uscito. Anche per me inferiore al precedente. Comunque band in forma. Copertina orrenda. Voto 70 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prisoner of Time 2. Control 3. Recover 4. Prepare for Chaos 5. Slowly Insane 6. Architects of Hate 7. Demolition Man 8. Unwelcome Surprise 9. Snake Eye 10. Survive 11. Good or Bad 12. The End
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Line Up
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Eric A.K. Knutson (Voce) Steve Conley (Chitarra) Michael Gilbert (Chitarra) Michael Spencer (Basso) Ken Mary (Batteria)
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