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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Flotsam And Jetsam - Blood in the Water
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04/07/2021
( 2711 letture )
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E sono quattordici. È questo il numero di album fin qui consegnato alla storia dai Flotsam And Jetsam, uno dei gruppi più comunemente considerati underrated del giro heavy. Mai fossilizzatisi a lungo sugli stessi schemi pur mantenendo un’identità di base molto precisa, i cinque di Phoenix tornano dopo il buon The End of Chaos e una pandemia – peraltro non ancora terminata - che per un verso o per l’altro ha messo tutti in ginocchio, impattando pesantemente pure sulla scena heavy. Influenzando di conseguenza musica e testi di parecchie nuove uscite, compresa questa.
Blood in the Water si presenta quindi come lavoro di un gruppo che ha in mente un’idea precisa di ciò che vuol essere e fare ed in grado di mantenere certi standard ("Con tutto quello che è successo nel mondo, gli amici che abbiamo perso l'anno scorso e non essere in grado di esibirci o andare in tournée... senti tutto questo nella nostra musica. Siamo arrabbiati, aggressivi e le nostre emozioni si riversano in questo album […] Non voglio che nessuno senta che stiamo invecchiando. Finché riusciremo a fare così, andremo avanti" – Michael Gilbert). Ancora connotato dal loro tipico approccio heavy con nervature thrash, i Flotsam And Jetsam assemblano dodici pezzi potenti, ben strutturati e suonati, con due o tre di spessore superiore, anche se forse mancano quelli di valore assoluto. Quegli highlights che avrebbero portato il CD su un piano di eccellenza. La prima parte del prodotto in questione scorre via davvero bene, con le canzoni comprese tra Blood in the Water ("Vogliono la tua anima, ti seducono con le loro bugie, vendono la morte, la fine del sublime […] c'è sangue nell'acqua") e la power ballad Cry for the Dead che funzionano perfettamente, con Brace for Impact, uno dei singoli estratti per presentare il disco, a spiccare su tutte per equilibrio tra potenza, classe e melodia. La seconda parte non è inferiore se presa singolarmente, ma soffre di quella mancanza di un brano davvero importante che tenga alta la tensione e lontana la sensazione di grandissimo mestiere da parte del gruppo, ma senza che questo possa elevare più di tanto la scaletta. Disco che chiude comunque bene con Seven Seconds ‘Til The End Of The World, una di quelle canzoni che potrebbero funzionare più o meno allo stesso modo se collocate in apertura anziché in coda.
L’impressione finale, nonostante il fatto che non ci troviamo di fronte a un prodotto in grado di strappare una valutazione da capolavoro, da concedere esclusivamente ad album destinati a rimanere nella storia della musica (e non è questo il caso), è più che positiva. I Flotsam And Jetsam si confermano ancora gruppo che sa farsi rispettare, in possesso di ottimi fondamentali in tutti i suoi reparti, con un cantante come Eric "AK" Knutson che pochi possono schierare in formazione e come già accennato, senza nessuna voglia di cedere il passo e di arrendersi allo scorrere del tempo. Blood in the Water suona pertanto fresco e sincero anche se non fa altro che mescolare ingredienti ben conosciuti. Con la differenza costituita dalla capacità di chi li ha cucinati di maneggiare come si deve la materia prima. Rispettandola e amandola. So beware… there’s blood in the water… and FLOTZILLA can smell it!
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7
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Disco sorprendente...
Dopo averli visti nel 2019 la mia attenzione si è di nuovo catapultata sulla band. Ma il lavoro stupefacente è quello di Ken Mary alla batteria: mostruoso! |
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6
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Io citerei anche l'altro chitarrista, senza nulla togliere al veterano Gilbert, assoli degni dei migliori Megadeth, quello di Blood in the water sembra uscito da rust in peace |
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5
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Ritorno decisamente positivo. Album qualitativamente omogeneo, più o meno al livello dei due precedenti, senza cali evidenti e con in più 3/4 pezzi decisamente notevoli. Rispetto al passato più recente c’è un pizzico di aggressività in più, merito anche di un Ken Mary veramente sugli scudi (così… giusto per non citare ogni volta il sempreverde e sempre grande Eric A.K.). Voto 81 |
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4
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Recensione ottima e calibrata, si sente parlare di questo disco sparando 85 e 90, capisco l'entusiasmo ma secondo me non arriva a queste votazioni, è un buon disco con 3/4 pezzi veramente ottimi e altri buoni nella media, un 75 perfetto! |
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3
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@al, grazie per la segnalazione. Provvederemo. |
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2
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Disco strepitoso, molto Maiden style tipo per molte parti vocali ma con quella potenza thrash tipicamente americana che rimanda ai periodi d'oro del genere, bellissimi assoli di chitarra e tutto sembra funzionare a meraviglia. Cry for the dead pezzo monumentale. Album da 80 per me |
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1
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Nota per il recensore: all'inizio del secondo paragrafo c'è scritto The end of chosa ma in realtà si parlando di blood in the water. A me l'album ai primi ascolti non è piaciuto molto. Ma lo sto ascoltando ancora per farmi un'idea più precisa. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Blood in the Water 2. Burn the Sky 3. Brace for Impact 4. A Place to Die 5. The Walls 6. Cry for the Dead 7. The Wicked Hour 8. Too Many Lives 9. Grey Dragon 10. Reaggression 11. Undone 12. Seven Seconds ‘Til the End of the World
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Line Up
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Eric “AK” Knutson (Voce) Steve Conley (Chitarra) Michael Gilbert (Chitarra) Bill Bodily (Basso) Ken K Mary (Batteria)
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