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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Flotsam And Jetsam - Ugly Noise
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( 4373 letture )
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Goodbye thrash...
Se già con l'ultimo criticatissimo The Cold i Flotsam and Jetsam avevano lasciato alle spalle il thrash che aveva caratterizzato i loro '80s, spinti verso un power/thrash che non disdegnava rifugiarsi nell'heavy più classico, è col qui presente Ugly Noise che la band statunitense sancisce il definitivo distacco da certe sonorità. Dimenticavi quindi ritmiche furiose, strofe abrasive e stacchi di thrash ipertecnico: Ugly Noise non ha nulla da spartire con certe tendenze, e i fan della band troveranno ancora una volta la loro fede nel quintetto di Phoenix messa a dura prova. Il disco, interamente prodotto dalla band senza il supporto di label (ed è questo il motivo per cui li trovate nella sezione degli autoprodotti), farà infatti sudare sette camicie a chi proverà ad affrontarlo, in quanto generatore di emozioni contrastanti e ambigue.
Numerosissimi ascolti ancora non bastano per riuscire ad avere un'idea chiara e decisa della qualità di questo disco: questi ritornelli catchy, certe strofe che ti aspetteresti più su un disco dei Volbeat, sono totalmente da buttare, un pessimo tentativo di esprimersi su lidi musicali lontani dalla tradizione dei Flotsam and Jetsam? O sono piuttosto interessanti esperimenti in grado di rilanciare il nome di una band storica in un mercato saturo fino all'inverosimile? Quanti dubbi! Andiamo con ordine: Di thrash, dicevamo, quasi nulla, se non una vaghissima ombra in alcune sezioni ritmiche, e l'accoppiata iniziale Ugly Noise/Gitty Up lo mette subito in chiaro: la prima è un mid-tempo abbastanza monotono e poco significativo, fatta eccezione per il buon lavoro delle chitarre (caratteristica peraltro invariata lungo il disco), mentre la seconda è un'ottima candidata per esprimere il mood del disco; trattasi infatti di un pezzo infinitamente pacchiano e catchy fino all'inverosimile, ai limiti del ballabile, ma che si trasforma col tempo e gli ascolti, sostituendo al ribrezzo iniziale l'inevitabile tentazione di cantarlo a squarciagola.
Se già dal primo ascolto avete superato indenni questi due brani, allora iniziate a prendere seriamente in considerazione l'idea che il disco possa piacervi; le coordinate stilistiche di Ugly Noise sono infatti tutte racchiuse lì, e nei restanti quaranta minuti assisteremo a variazioni sul tema -più o meno buone- senza particolari eccezioni. I mid-low tempos fanno la parte del leone in un disco che viaggia sempre tra pezzi atmosferici (o più spesso presunti tali) ed altri più coinvolgenti e ruffiani. Le velocità, come già detto, rimangono bassissime e di thrash neanche l'ombra: numerosi low-tempos vagamente atmosferici (Run and Hide e Rabbits Foot ad esempio) ma di scarsa presa, uniti a brani rockeggianti, sempre sul limite del pacchiano (Rage, la già citata Gitty Up e la terribile Cross The Sky tra tutte). La qualità decolla molto raramente, e generalmente più per la voce del singer Eric Knutson che grazie al songwriting: brani come Play Your Part sono ben lontani dal far gridare al miracolo, ma infarciti di buone linee vocali sono capaci quantomeno di coinvolgere durante l'ascolto, pur senza lasciare una grande voglia di rimettere il cd nel lettore al suo termine. Dal punto di vista prettamente strumentale il disco risulta invece piuttosto anonimo: persa praticamente tutta la vena tecnica dei fin troppo famosi capolavori di un tempo, i nostri si rifugiano nella sufficienza di un comparto strumentale senza infamia e senza lode, privo di assoli degni di nota e con riff abbastanza prevedibili, per quanto godibili.
Un pallidissimo rimando alla band che tutti speravano di sentire resuscitare arriva con il duetto finale To Be Free/Machine Gun; la prima è l'unico accenno alle cavalcate thrash d'annata: ritornello a parte, il brano convince in praticamente tutta la sua struttura, dall'incessante attacco di una batteria sugli scudi ad un assolo di bassa caratura tecnica (soprattutto rispetto a ciò a cui la band ci ha abitauto negli anni) ma di grande impatto. La seconda coniuga lo spirito dei Flotsam And Jetsam di oggi con spunti di aggressività di chiaro stampo thrash, ottenendo un risultato che, seppur ben lontano dal far gridare al miracolo, se ripetuto per tutto il disco, avrebbe quantomeno tenuto a galla il platter.
Il risultato finale è che 47 minuti sembrano tantissimi, e già dopo la sesta traccia (quindi a metà disco) si fa fatica ad andare avanti e le composizioni si rassomigliano sempre di più (Motherfuckery ricorda molto Rage, ed è ancora più noiosa di quest'ultima). Insomma, tante ombre e nessuna luce abbagliante, soltanto qualche sparuto bagliore (Play Your Part, Rabbits Foot, i due brani conclusivi) e tanta noia; i Flotsam and Jetsam del 2012 sono purtroppo molto lontani dalla sufficienza e tutti coloro che li hanno seguiti e supportati nel corso degli anni dovranno affrontare un travagliato percorso interiore per non perdere la fede nel combo americano. Io non ce l'ho fatta.
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Leggermente superiore al precedente The Cold ma rasenta appena il sei politico. |
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@ Metal Shock : effettivamente ... comunque non me lo aspettavo neanche io un album così ben fatto. È vero la voce di erik ak non è più la stessa ma nonostante ciò è sempre un signor singer. Comunque quest ' anno per il thrash è straordinario .... |
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@Rikbay: proprio come dici, se fosse uscito dopo No place avrebbero tutti gridato al capolavoro o quasi. Erano anni che non sentivo i due chitarristi volare cosi` in alto, e anche se la voce di Eric non e` quella degli anni 80' e` ancor oggi uno dei migliori cantanti thrash del mondo. Se ci fai caso l`opener ha un riff che rimanda per un attimo proprio all canzone No place for disgrace,. Grandi veramente!!! |
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@ Metal Shock : ho acquistato flotsam and jetsam l'album e posso confermarti che è un grandissimo album. A livelli dei primi due e non sto esagerando. Questo album è thrash metal in tutto e per tutto. La produzione è aggiornata ai giorni nostri ma niente è finto o plasticoso. I brani sono tutti validi, nessun filler per capirci. Grandi. |
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Detto che questo album fa alquanto schifo, prendo la palla al balzo, visto che non so se e quando uscira` la recensione del nuovo album, per dire agli appassionati di thrash di pensarci bene e prenderlo, perche` finalmente i Flotsam tornano a fare thrash vero e proprio, tant`e` che il nuovo album poteva benissimo uscire dopo No place e non ci sarebbe stato niente da dire. |
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Che bravi i miei amici Flinstones e Jetson, da quando me ne sono andato avevano prodotto solo tristezza, ma questo album mi piace un bel pò, anche se di speed thrash non se ne sente neanche l' odore, però del resto senza di me che possono fare....quasi quasi era meglio se ai tempi restavo con loro. |
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Una merda. E dire che THE COLD Mi era pure piaciuto.... |
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Sicuramente meglio degli ultimi. |
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Già*, pardon per il refuso. |
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ià "The Cold" era stata una grossa delusione, ma con questo disco si tocca letteralmente il fondo. Un coacervo di tracce che non sono nè carne nè pesce, noiose e loffie. Il problema non è solo l'abbandono di qualsivoglia riferimento al genere storico dei F&J, il thrash, ma soprattutto l'assoluta mancanza di qualità nell'esperimento. Non c'è un singolo brano che rimanga in mente, che faccia impressione, che incida minimamente nell'ascoltatore. Poca fantasia, poco talento, poca voglia. "Ugly Noise" merita una bocciatura severa. 45/100 |
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Dite quello che volete, per me The Cold è stupendo...che poi questo ultimo platter faccia pena sono d'accordo! |
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@ Vittorio:  |
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@hm is the law Eccomi. Poco da aggiungere, questo disco fa pena. Puoi comunque evitare l'ironia, nessuna arma da deporre mestamente, The Cold per me rimane un ottimo lavoro. Pace. |
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Non esagerate ragazzi a parlare male dei Flotsam And Jetsam. Gli hanno fatto pure loro i capolavori Dreams Of Death - Doomsday for the Deceiver - No Place For Disgrace - Drift. E anche When The Storm Comes Down - My God - Cuatro non scherzano affatto. |
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Capolavori, ovvia siamo sinceri la piu' grande fortuna dei Flots e' l' aver dato Newsted ai Metallica, da lì hanno avuto un impennata di interesse da parte del pubblico. Non so' sei come me hai vissuto quell' epoca CauldronBorn ma di bands che hanno fatto dischi eccelenti e poi sparite nel nulla ce furono moltissime una su tutte gli Heathen per me superiori sia musicalmente che tecnicamente ai Flotsam ma non indirettamente "sponsorizzati" . Hanno fatto dei buoni dischi ma da qui a chiamarli capolavori ce ne passa. |
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Non è che "si salvano" i primi due sono proprio capolavori. |
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Concordo con il Vichingo..da fan della prima ora si salvano solo i primi due lavori, il resto della discografia e' da dimenticare . |
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....che posso dire, a me non dispiace, cioè lo ascolto in furgone mentre vado a prendere la pizza....però da gente come i FLOTS bisogna apettarsi davvero moooolto di più....!!!! Voto 60 |
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Ho ricevuto un mare di critiche all'epoca di The Cold, vediamo se i fan dei Flots and Jets si scateneranno nuovamente o deporanno mestamente le armi. |
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Tanto vale fare un veloce copia-incolla del commento che ho scritto in calce alla disamina di The Cold: "Poi si tratta di gusti, ovviamente ma siamo sinceri: questa band ha prodotto due dischi veramente ottimi, ovvero il debut e No Place for Disgrace, il resto della discografia è a mio avviso tranquillamente trascurabile". |
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a me non dispiace, molto meglio del precedente the cold che era un insulso thrash, almeno qui vanno in altre direzioni. Non un granché, ma ascoltabile. 63 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ugly Noise 2. Gitty Up 3. Run and Hide 4. Carry On 5. Rabbit's Foot 6. Play Your Part 7. Rage 8. Cross the Sky 9. Motherfuckery 10. I Believe 11. To Be Free 12. Machine Gun
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Line Up
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Eric A. "A.K." Knutson (Voce) Ed Carlson (Chitarra) Michael Gilbert (Chitarra) Jason Ward (Basso) Kelly David-Smith (Batteria)
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