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Pentagram - Lightning in a Bottle
06/04/2025
( 1262 letture )
Sono stati anni difficili per i Pentagram, quelli vissuti dopo la rottura del sodalizio tra Bobby Liebling, da sempre mente e cuore della band e Joe Hasselvander, batterista e multistrumentista che aveva aiutato il cantante a riportare la band in auge, tra la fine degli anni Novanta e i primi Duemila. Da allora, come band, quei riconoscimenti che per troppo tempo erano stati negati, sono arrivati e, con loro, una riscoperta del catalogo settantiano e una nuova luce su tutta la straordinaria produzione di questa incredibile band. Certo negli anni Duemila il ritmo delle uscite è decisamente calato: da Show ‘em How del 2004 abbiamo dovuto attendere sette anni per Last Rites e altri quattro per Curious Volume, con un silenzio successivo che si è interrotto solo quest’anno, dopo una decade. Un periodo buio, nel quale il frontman e la sua vita personale hanno attirato l’attenzione più della musica della band, con tutto quello che questo significa. Festeggiati i cinquanta anni di esistenza come gruppo e, forse, ritrovata una serenità maggiore, ecco che Liebling, mai domo, rimette in pista il monicker, con una nuova formazione, che stavolta pesca due membri dai Mos Generator ed Henry Vazquez, con un curriculum che parla di Saint Vitus, Spirit Caravan, Blood of the Sun, tra gli altri. Musicisti di spessore, che non si limitano a timbrare il cartellino, in quanto accreditati come co-compositori di quasi tutti i brani, con Tony Reed anche produttore e Vazquez autore anche dei testi di quattro tracce.

Incredibilmente tornati all’attenzione generale grazie alla follia dei Social, con un reel che è diventato virale, nel quale Bobby si esprime al suo meglio con una delle sue espressioni da posseduto, tipiche nelle esibizioni live, col sottofondo della leggendaria The Ghoul, i ritrovati Pentagram firmano per la sempre più lanciata Heavy Psych Sounds Records e pubblicano a fine gennaio Lightning in a Bottle. Il suono pieno, rotondo, potente e secco che ci accoglie in Live Again è una piena martellata doom in faccia. Se le canzoni in apertura dei dischi dei Pentagram hanno sempre avuto un certo impatto dinamico, Live Again non fa differenza, con la voce di Liebling segnata dal tempo, ma sempre capacissima di una interpretazione sentita e immediatamente riconoscibile. Sono tornati ed è incredibile quanto siano mancati. Il marchio di fabbrica della band resta inossidabile, anche con l’ennesima formazione interamente rivoluzionata, fatto di un doom potente, dinamico, carico di blues e garage rock e con le inevitabili reminiscenze settantiane che da sempre ne caratterizzano l’approccio. Una lunga descrizione pezzo per pezzo sarebbe pedante, per chi conosce il gruppo, infatti, non ci sono novità particolari e, in generale, il livello dei brani proposto è sempre più che buono, con qualche punta e qualche pezzo di mestiere (segnatamente, Dull Pain, Solve the Puzzle e Spread Your Wings, comunque più che piacevoli), come è inevitabile che sia. Colpisce ad esempio la partenza di In the Panic Room, che sembra estratta a forza da Manic Frustration dei Trouble; ancora, la bellissima seconda parte di I Spoke to Death, con un diminuendo seguito da un orgasmo chitarristico di pregevolissima fattura. Pezzo da novanta non può che essere Lady Heroin, una delle quattro tracce di cui Vazquez ha scritto il testo. Partenza movimentata e parte centrale che invece si fa melliflua e suadente, con Bobby che declama il suo rifiuto di cadere nelle mani della maledetta Lady, per poi aprire i suoi feroci squarci doom ad alzare l’intensità. I’ll Certainly See You In Hell, con la sua natura rock sembra invece un pezzo dei Monster Magnet di Powertrip ed è incredibile la grinta con la quale Liebling tiene testa alla ruvidezza del riff, mentre Reed inanella ancora un ottimo assolo. Pesantissima Thundercrest dal riffing spietato e serrato, che ci conduce alla seconda parte del disco, nella quale si segnala la titletrack, con la sua alternanza di passaggi in pulito e distorsione e il finale carico nel quale è ancora Reed a dettare legge con un solismo fluente, sostenuto da un Vazquez scatenato e spesso protagonista, pur appena confinato dal mix in secondo piano con la cassa, rispetto alla chitarra. Bellissima in chiusura Walk the Sociopath, doom marcio fino al midollo, lento, ossianico, inquietante. Liebling è ancora Maestro di queste sonorità, poco da fare e il gruppo che lo sostiene svolge decisamente un gran lavoro, il break centrale ce lo conferma appieno. Nella versione CD sono presenti anche tre bonus track, che senza aggiungere molto al resto del disco, riescono a non sfigurare affatto e confermano comunque il buon livello di ispirazione della band, in particolare Start the End, con I Might Just Wanna Be Your Fool che ha un incipit Hendrixiano e poi si perde un po’ senza scadere troppo.

Dieci anni di silenzio sono tanti, anche per un gruppo dalla storia travagliata come i Pentagram, ora più che mai proprietà del loro leader. Eppure, Liebling ha saputo ancora una volta circondarsi di ottimi musicisti, capaci di rinverdire la sua vena artistica e portare nuovamente il gruppo al livello che gli compete. Non stiamo parlando di un capolavoro, ma l’album possiede ancora almeno tre o quattro brani di ottimo livello e il resto che regge l’ascolto con piacere e che, anzi, invita a ripetere l’esperienza più e più volte. Insomma, siamo senz’altro almeno al livello dei suoi immediati predecessori e questa è già una buona notizia. Pronti per un nuovo tour, c’è solo da sperare che gli attuali Pentagram reggano dove altre incarnazioni del gruppo hanno fallito e riescano a tornare presto in studio per un nuovo capitolo della Leggenda.



VOTO RECENSORE
76
VOTO LETTORI
69.29 su 17 voti [ VOTA]
Doom Queen
Mercoledì 16 Aprile 2025, 17.03.12
15
Alcune belle canzoni, altre così così. Dopo tanti anni mi aspettavo di meglio.
InvictuSteele
Mercoledì 9 Aprile 2025, 22.58.56
14
Il peggior album della band, confidavo nei Pentagram e nell\'etichetta heavy psych, che io adoro, invece l\'unica cosa davvero bella è la copertina. Se Last Rites era ottimo, il precedente era buono, questo qui è appena sufficiente. 3 brani belli, l\'apice è Lady Heroin, il resto mah. Si ascolta, per carità, ma è molto anonimo. Se non fosse dei Pentagram nessuno lo prenderebbe in considerazione. Voto 60
mauroe20
Mercoledì 9 Aprile 2025, 20.18.32
13
Disco di mestiere e.. avercene. Li ho visti 3 anni fa a Milano. Voto per questo dischetto che ho acquistato ed ascoltato diverse volte..70
Legalisedrugsandmurder
Mercoledì 9 Aprile 2025, 20.08.58
12
Non male, i migliori pentagram ovviamente stanno altrove e cioè nei primi quattro album. Comunque soliti riffoni e voce spiritata. Per me 70.
JC
Mercoledì 9 Aprile 2025, 20.03.23
11
A me é piaciuto molto.
Testamatta ride
Lunedì 7 Aprile 2025, 18.55.51
10
Più verosimilmente trattasi semplicemente di pareri divergenti, com\'è giusto che succeda. Tuttavia a volte può capitare che, inconsciamente e in totale buona fede (ma ovviamente non è il caso di un recensore navigato e del livello di Lizard ma potrei dire di Metallized in generale) si possa essere \"accomodanti\". Una band fantastica e storica come i Pentagram (cito loro solo perché siamo sotto la loro recensione) ha pubblicato solo lavori di livello e quindi si potrebbe essere più accondiscendenti e \"perdonare\" anche eventuali passi falsi trovando motivazioni da arrampicata sugli specchi. Naturalmente poi tutto si riduce ad una mera e legittima opinione personale per ognuno di noi. Ma non ci vedo secondi fini che possano ispirare dietrologie francamente. Immagino nessuno ne abbia la voglia e il tempo, figuriamoci.
The Kill
Lunedì 7 Aprile 2025, 16.54.55
9
Lo scopo é giá riportato nel mio commento precedente, Lizz. Comunque magari mi sbaglio eeeh..o forse no. Ciaociao.
Metalhead
Lunedì 7 Aprile 2025, 16.13.20
8
Bellissimo. Una carriera stratosferica. Quanto di più vicino alla perfezione assoluta dei Black Sabbath. Leggendari. La quintessenza del Doom metal.
Lizard
Lunedì 7 Aprile 2025, 16.00.03
7
Interessante come teoria @The Kill... e a quale scopo, di grazia?
Sadwings
Lunedì 7 Aprile 2025, 14.34.50
6
A me invece piace questo album già la sola lady heroin vale il prezzo del disco. Non sarà il capolavoro della band ma sicuramente non è un brutto album anzi per me è da 8
The Kill
Lunedì 7 Aprile 2025, 14.07.16
5
Devi farci l\'abitudine a sti voti... stanno cercando di pomparli tutti per occultare l\'evidente vuoto pneumatico musicale dei fantastici 20\'s. Avanti così, facciamoci del male.
Testamatta ride
Lunedì 7 Aprile 2025, 13.16.22
4
Purtroppo non condivido il giudizio alla fine positivo della recensione. L\'ho trovato a tratti pessimo, con tutto il rispetto possibile di cui dispongo.
Diego75
Lunedì 7 Aprile 2025, 5.45.40
3
Disco banale di una leggenda che ha perso il treno.
Bacon Apocalypse
Domenica 6 Aprile 2025, 22.37.01
2
Ho ascoltato qualcosina di questo album, anche spinto dalla curiosità che avevo dalla canzone The Ghoul del primo album che è divenuta famosa perché divenne trend qualche mese fa sui social, e devo dire che non mi dispiacciono, un buon semplice album, qualcosa che vorrei risentire al più presto ma che non grida al miracolo, un album di mestiere ecco
Epic
Domenica 6 Aprile 2025, 22.22.54
1
Purtroppo non mi è piaciuto
INFORMAZIONI
2025
Heavy Psych Sounds Records
Doom
Tracklist
1. Live Again
2. In the Panic Room
3. Dull Pain
4. Lady Heroin
5. I’ll Certainly See You in Hell
6. Thundercrest
7. Solve the Puzzle
8. Spread Your Wings
9. Lightning in the Bottle
10. Walk the Sociopath
11. Start the End (Bonus Track)
12. Might Just Wanna Be Your Fool (Bonus track)
13. Lady Heroin (Pre-Edit Rough Mix)
Line Up
Bobby Liebling (Voce)
Tony Reed (Chitarra)
Scooter Haslip (Basso)
Henry Vazquez (Batteria)
 
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