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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Pentagram - Day Of Reckoning
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( 8777 letture )
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Gli statunitensi Pentagram sono uno dei gruppi più importanti nella storia del doom metal nonché fonte di ispirazione di band famose quali Cathedral e Candlemass. Formatasi nel lontano 1970, la band ha avuto purtroppo una storia molto travagliata con innumerevoli cambi nella line up che ne hanno inficiato gravemente la possibilità di affermarsi in maniera più significativa nell’universo hard & heavy . Basti solo pensare che il primo full lenght, intitolato Pentagram e noto anche come Relentless, fu pubblicato addirittura nel 1985 in un momento storico, peraltro, dove le attenzioni degli appassionati erano incentrate su nuovi gruppi emergenti come i Metallica, che si apprestavano a scrivere pagine indelebili nella storia dell’heavy metal moderno.
Day Of Reckoning, rilasciato nel 1987, è il secondo studio-work del gruppo; rappresenta nel complesso un considerevole passo in avanti rispetto al suo pur valido predecessore al punto che moltissimi fans, tra cui il sottoscritto, lo considerano tutt’ora un’autentica icona del doom metal ed anche il migliore lavoro del combo americano. I sette brani di questa release hanno un sound oscuro e plumbeo che ben si addice alla voce maligna, indefinibile e quasi incolore del cantante leader Bobby Liebling; la sua performance è davvero ottima dimostrando agio sia nelle tracks precipuamente doom, sia in quelle di matrice heavy.
L’album si apre con la title track, un brano dalla ritmica sostenuta e brillante che si lascia ascoltare molto volentieri. Con Evil Seed si entra in una dimensione tenebrosa che fa ben comprendere all’ascoltatore qual è la filosofia musicale dei Pentagram, tesa alla ricerca di riff corposi e lenti, di tenebrosi assoli chitarristici e di vocalism dal grande pathos; da evidenziare il finale del pezzo (da brividi) con un assolo di Griffin di grande efficacia. Broken Vows ha un inizio sostenuto per poi esplodere in un riff godibile ed esteticamente riuscito; nella parte centrale ancora due grandi assoli di Griffin tra i quali si inserisce un cantato quasi melodico del nostro Liebling. Ancora doom metal di spessore in When The Screams Come, con la solita, magnifica sei corde di Griffin. Ma il vero capolavoro dell’album -e marchio di fabbrica dei Pentagram- è certamente la lunga ed epica Burning Savior, unica track composta dal duo Griffin/Liebling che vede alle pelli Joe Hasselvander al posto di Stuart Rose; un’intensa atmosfera viene abilmente creata da un superbo fraseggio di chitarra acustica; la band entra poi in azione al completo all’aumentare dell’intensità: a questo punto merita una citazione l’efficiente drumming di Hasselvander che si dipana mentre Liebling tesse le sue liriche oscure:
How long can you keep pretending You can't live by the rules you're bending All your prayers do no good When you don't do what you should LUCIFER LIVES it's no illusion Your mind is in confusion Thoughts denied all come true When he takes your soul from you
Chiude il brano un altro assolo di chitarra dall’inizio frenetico, quasi schizofrenico, da fare invidia anche al maestro Tony Iommi. Una ritmica più heavy caratterizza Madman, mentre un semplice ma azzeccato riff contraddistingue la discreta Wartime, titolo che termina un platter di notevole livello.
Malgrado il successo di questa release, i Pentagram persero l’occasione propizia per accrescere il loro successo sciogliendosi inopportunamente nel 1988; in tal modo rimasero un gruppo di “nicchia”, famoso ma non famosissimo, a dispetto del potenziale tecnico/compositivo che li avrebbe potuti erigere affianco a gruppi del gotha metallico quali i Black Sabbath. E vi assicuro, a tal proposito, non essere questo un oltraggio irriverente!
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15
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Album davvero spettacolare e maligno e adoro la voce particolare di bobby liebling.90 |
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14
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Per me il primo vero capolavoro dei Pentagram, appena qualche gradino superiore al pur fenomenale debut. Qui praticamente il loro sound diventa totalmente più maturo e compatto (il primo omonimo era praticamente il demo a nome Death Row), con un songwriting vario che si snoda tra canzoni più dirette e rock ad altre più cupe, epiche e doomeggianti...ed a questo proposito come non citare le ossianiche e sepolcrali \"Evil Seed\" o \"When The Screams Come\". I riffs di Griffin sono magia (nera) pura, il Tony Iommi degli anni 80, e l\'influenza dei Sabbath è sempre palese (un pezzo come \"Broken Vows\" sembra uscita da \"Vol. 4\"). Oscuro, heavy e magico! |
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13
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C'è sempre tempo per ascoltare ed eventualmente apprezzare. |
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12
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E sei bravo. Pensa che non li ho mai ascoltati io che ascolto metal da 40 anni... |
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11
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Lo ammetto, li ho scoperti da poco alla veneranda età di 34 anni. Un disco che scorre via dall'inizio alla fine senza nessuna incertezza o calo di intensità. La mia preferita è wartime, con quel riff granitico che si ficca in testa e non va più via. Per me è un 100 pieno e meritatissimo. |
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10
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In effetti per chi conosce la storia hard & heavy questi per diversi motivi rappresentano un caso alla Hell, pero' secondo me nei confronti mancano i St. Vitus, i quali si chiamavano Tyrant, e quel nome fu poi affibbiato ad una band che gli heavies conoscono bene, grazie a due classici minori, e che volendo ne rappresentano l ala power |
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9
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Visi dal vivo ieri all'Initi di Roma...il tempo passa, la classe è sempre la stessa: immensi! |
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8
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La produzione più pulita lo rende anche migliore del debutto con Broken vows, Burning Saviour, Wartime e Evil Sedd a celebrare l'arcano rito. |
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7
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Ottima band e ottimo album. |
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6
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Grazie born_too_late i complimenti sono sempre ben accetti |
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5
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Grande album, come Rentless d'altronde. Ma lo spirito dei Pentagram è tutto nei demo degli anni '70, dai quali quasi tutti i pezzi sono stati poi ripresi per gli album in studio. Bella recensione, saluti  |
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4
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Le origini del doom!!!! |
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3
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i cari , vecchi tempi........ |
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Gruppo da culto; recensione ottima e voto azzeccatissimo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Day of Reckoning 2. Evil Seed 3. Broken Vows 4. When the Screams Come 5. Burning Savior 6. Madman 7. Wartime
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Line Up
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Bobby Liebling - voce Victor Griffin - chitarra Martin Swaney - basso Stuart Rose - batteria
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