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Pentagram - Review Your Choices
( 5702 letture )
Band dalla storia lunga e travagliata i Pentagram, almeno quanto grandiosa e seminale è la loro musica. Il gruppo di Bobby Liebling è a tutti gli effetti uno dei pionieri assoluti in campo doom, essendosi formato addirittura nei primi anni 70. Amanti di band fondamentali e all’avanguardia anche se oggi praticamente dimenticate come Blue Cheer e Sir Lord Baltimore, i Pentagram, nei primi anni della loro formazione, ricrearono atmosfere ossianiche e sepolcrali che costituiscono a tutti gli effetti la vera risposta statunitense ai Black Sabbath e basti ascoltare i demo riuniti nella raccolta First Daze Here edita dalla Relapse Records nel 2001 per rendersi conto di quale tesoro immenso costituisse la loro musica già allora. I motivi per i quali il fatidico contratto discografico non arrivò mai e che portarono poi al primo scioglimento del gruppo sono abbastanza misteriosi, resta il fatto che la band della Virginia cessò la sua attività senza aver realizzato nessun album ufficiale nella seconda metà degli anni 70. L’ingresso di Liebling nella band di Joe Hasselvander e Victor Griffin, i Death Row, nei primi anni 80, porterà poi alla rinascita del monicker Pentagram, anche se Hasselvander non gradirà di dover lasciare la leadership del “suo” gruppo a Liebling e uscirà dalla band nel 1984. Il lungamente atteso primo album ufficiale uscirà nel 1985 a titolo Pentagram, a questo seguirà il secondo Day of Reckoning del 1987. Si tratta di due perle nere di assoluto valore, che dimostrano quanto questo gruppo potesse reclamare con dignità e autorevolezza il trono in ambito doom. Ancora una volta, la formazione non resse e si sciolse nel 1988, perdendo il treno per il riconoscimento su larga scala del proprio valore. Un nuovo tentativo venne compiuto nel 1993, quando Liebling, Griffin, Swaney e Hasselvander si riunirono con un contratto Peaceville Records, per la ristampa dei due album con il titolo Relentless. Il gruppo riuscirà a produrre un nuovo album nel 1994 (Be Forewarned), altro grandissimo disco di doom primigenio e oscuro, ma si scioglierà nuovamente nel 1996.

E’ giusto dire che i numerosi split, come i continui ritorni, sono probabilmente imputabili in buona parte proprio al carattere e al comportamento tutt’altro che accomodante e facilmente gestibile di Bobby Liebling, vero padre-padrone; d’altra parte, è innegabile che il cantante sia anche il principale fautore della musica della band e ne abbia sempre e comunque portato avanti la storia nonostante tutto e tutti. Riformato un nucleo col rientrante Joe Hasselvander e trovato un nuovo contratto con la nostrana Black Widow Records, il duo cominciò a lavorare duramente per restituire smalto e stabilità alla band. Il primo parto di questa nuova collaborazione è il qui presente Review Your Choices. Come da tradizione, il materiale che si trova nell’album è costituito da un mix tra brani nuovi e vecchi, riarrangiati e adattati al mood del disco. Si tratta di un modo di procedere che la band segue da sempre. La novità non è quindi nel ritrovare classici assoluti quali Living in a Ram’s Head, forse la prima “hit” della band o la stessa titletrack, piuttosto che Forever My Queen, ma la veste che i due decisero di dare da qui in avanti alla musica dei Pentagram. Sorprese, e non poco, notare che dal doom puro e senza compromessi di cui la band si era fatta portavoce fino a quel momento, tutto l’album si fosse spostato verso una chiara connotazione stoner a livello di distorsioni ed effetti utilizzati. Una mutazione che colpì moltissimo e non sempre in maniera positiva chi seguiva la band. E’ molto probabile che questo cambiamento nascesse in realtà dall’influenza proprio di Joe Hasselvander, che qui si occupa praticamente di tutti gli strumenti, ma è indubbio che una svolta così radicale dovesse essere per forza di cose gradita anche a Liebling. E’ bene notare che questa nuova direzione stilistica influenzò fondamentalmente solo le sonorità di cui si riveste la musica della band perché, a livello compositivo, fatte salve rarissime eccezioni (The Diver in particolare), non c’è dubbio alcuno che sempre di doom si stia parlando e che i Pentagram non avessero alcuna intenzione di sfidare Kyuss e Monster Magnet in territori di loro competenza. In realtà, furono parecchi quelli che storsero il naso di fronte a questo album, accusando il duo di aver compiuto una virata meramente opportunistica. Eppure, l’accusa sembra non tenere conto del valore di questo Review Your Choices che, a livello di canzoni, non ha niente da invidiare ai primi tre album ufficiali. Certo, si tratta di accettare una nuova veste, ma il cambio di look non ha cambiato l’anima della band e le dodici canzoni qui contenute (oltre alla scherzosa chiusura di Gilla?) meritano di essere ricordate e tramandate tra le composizioni migliori dell’intera carriera dei Pentagram. Già dalla veemente e roboante apertura di Burning Rays si capisce che il gruppo è assolutamente ispirato e convinto: il potente e dinamico lavoro di Hasselvander dietro alle pelli e l’interpretazione ieratica e sinistra di Liebling sono irresistibili e consegnano un classico immediato agli ascoltatori. Curiosamente, sono proprio le composizioni che vedono anche la mano di Joe Hasselvander, quelle in cui è l’anima doom a prevalere ed ecco quindi che la successiva Change of Heart si apre con un riff soffocante per lasciare poi il campo ad un andamento strisciante ed ossessivo, tipico dei Pentagram, sul quale Liebling domina con la sua vocalità senz’altro non particolarmente tecnica, né dall’estensione formidabile, eppure dannatamente recitativa e ammaliante, immediatamente riconoscibile. Riff potenti e catacombali avvolgono l’irresistibile Living in a Ram’s Head e la successiva Gorgon’s Slave, tra le quali si ripete la dicotomia brano dinamico/brano cadenzato (fatta salva la devastante accelerazione centrale della seconda), per poi lasciare la strada alla titletrack, in una versione leggermente più lenta e strascicata rispetto all’originale, ma comunque ottima. Si posizionano qui i due brani che forse dirazzano in maniera più evidente dal repertorio classico della band: The Diver si caratterizza infatti sempre per la solita splendida sequenza di riff, eppure in questo caso la componente psichedelica sembra essere preminente, per un gioiellino da riscoprire e rivalutare; allo stesso modo The Bees gioca con la tematica affrontata e si caratterizza per la simulazione ripetuta del volo delle api ad opera della chitarra, con un effetto ancora una volta molto psichedelico. Come a recuperare il discorso interrotto, I Am Vengeance si caratterizza invece per l’andamento più lento e funereo, tipicamente doom, diventando sicuramente uno degli highlight del disco. Forever My Queen brilla nella bacheca dei “riff più belli di sempre” assieme a diverse altre sue compagne del repertorio Pentagram, mentre Mow You Down è più veloce e ritmata, quasi garage rock’n’roll. Arriviamo alle ultime due tracce del disco: Downhill Slope potrebbe quasi definirsi la ballad dell’album ed è anche uno dei pezzi più belli e volendo emozionanti di Review Your Choices, grazie ancora una volta all’interpretazione di Liebling ed all’ottimo lavoro strumentale di Hasselvander, mentre Megalania rientra a pieno titolo nel filone più doom, cupo e rallentato del disco, con un riff portante a dir poco maestoso ed enorme sul quale Hasselvander inserisce numerose sovraincisioni di chitarra; una tecnica evidentemente molto apprezzata ed utilizzata dal polistrumentista che vi ricorre in quasi tutti i brani.

Come anticipato probabilmente già dalla scelta del titolo, Review Your Choices è un album di rottura, che cambia le carte in tavola, almeno a livello di espressione esteriore. Una delle vere cult band del doom decide di cambiare pelle e lo fa con un disco comunque favoloso, vuoi per l’alternanza di brani vecchi e nuovi di livello superiore nell’ambito, vuoi per la ritrovata –seppur momentanea- stabilità del nucleo, ruotante attorno al duo Liebling/Hasselvander. I due dimostrano di saper portare avanti più che degnamente la storia di questa band storica e che tanto ci fosse ancora da dire lo dimostrerà il successivo Sub-Basement, forse anche superiore nel complesso a questo pur eccellente Review Your Choices. Certo per molti amanti del doom classico resterà difficile apprezzare appieno delle sonorità così grasse e sporche, in luogo delle distorsioni polverose e secche tipiche dei figli del Sabba Nero, ma questo in verità non tange minimamente il valore di un disco che rilanciò la carriera dei Pentagram forse quando nessuno se lo aspettava più. Merita senz’altro di essere riscoperto e venerato, come praticamente qualsiasi cosa porti quel monicker stampato in copertina.



VOTO RECENSORE
84
VOTO LETTORI
82.85 su 7 voti [ VOTA]
LucaNekrowizard88
Giovedì 27 Febbraio 2025, 10.39.23
9
Magnifico lavoro, che fa il paio col successivo dopo l\'ennesima incarnazione di questa mitologica band! Il breve periodo del duo \"Liebling/Hasselvander\" ha tirato fuori due lavori strabilianti, dove probabilmente \"Sub Basement\" è leggermente superiore, ma questo \"Review Your Choices\" è un altro grandissimo centro di doom/stoner metal che mette i brividi, pieno di riffs ossianici e corposi, e con le vocals teatrali e spiritiche del buon Bobby che danno sempre quell\'impronta occulta al loro sound. La tripletta iniziale è favolosa (soprattutto \"Living In A Ram\'s Head\"), seguita da altri gran bei pezzi come la title-track, \"The Diver\", \"Forever My Queen\", \"Downhill Slope\", \"Megalania\", tutte composizioni fantastiche della mente creativa di Hasselvander!
Holy Diver
Venerdì 11 Ottobre 2019, 17.06.28
8
grande album. Produzione "grassa" e solos di Hasselvander emozionanti. Pure l'artwork è splendido!
legalizedrugsandmurder
Giovedì 25 Agosto 2016, 6.54.57
7
forse il mio preferito dei pentagram. 90
Francesco
Domenica 29 Marzo 2015, 17.21.27
6
spettacolare bellissimo, da amante della band poi neanche mi ha stranito, si sente è un po diverso ma sempre fedele alla loro vecchia scuola!
The Gnome
Domenica 22 Giugno 2014, 10.31.07
5
...album stupendo, atmosfere sulfuree e dal suono molto blues. Sorprende la prova chitarristica di Hasselvander. Ottima Recensione
Undercover
Giovedì 25 Luglio 2013, 22.47.06
4
Concordo, non mi ero ancora fermato qui, ma commentare dopo la bella rece di Saverio mi era sembrato inutile. Bobby è un idolo.
brainfucker
Giovedì 25 Luglio 2013, 22.31.34
3
due soli commenti..questa è forse la band storica più sottovalutata di sempre...enormi, grandissimi
Sambalzalzal
Giovedì 25 Luglio 2013, 9.47.22
2
Bella recensione per un bellissimo album! Arrotondo: 85!
Witchcraft
Lunedì 22 Luglio 2013, 1.26.31
1
bello bello bello....concordo sul fatto che Sub-Basement sia superiore a questo, ma cmq anche il quì presente è un ottimo disco, Hasselvander è un maestro nel descrivere paesaggi fumosi e cupi con la sua chiarra come dimostra anche la sua ultima, deliziosa fatica solista....
INFORMAZIONI
1999
Black Widow Records
Doom
Tracklist
1. Burning Rays
2. Change of Heart
3. Living In a Ram’s Head
4. Gorgon’s Slave
5. Review Your Choices
6. The Diver
7. The Bees
8. I Am Vengeance
9. Forever My Queen
10. Mow You Down
11. Downhill Slope
12. Megalania
13. Gilla?
Line Up
Bobby Liebling (Voce)
Joe Hasselvander (Tutti gli strumenti)
 
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