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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 3932 letture )
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Oramai dei Kataklysm si è detto, letto e sentito tutto. Mormorii normali per una band dal curriculum invidiabile, in pista sin dal lontano 1991, con all'attivo già otto full-length, un contratto faraonico e una schiera di proseliti pronti a sostenerli in ogni esibizione. Questi sono fatti inoppugnabili, più forti di ogni critica; d'altro canto parallelamente potremo discutere circa la qualità della loro proposta, oramai ferma da anni, per l'esattezza da quel gioiellino che alcuni, forse con eccesso di impeto, definiscono seminale, alias Shadows And Dust. A onor del vero già nell'ultimo In The Arms Of Devastation i canadesi avevano ribadito la loro posizione, dimostrandosi poco avvezzi a qualsiasi evoluzione nel sound e sostanzialmente riproponendo le stesse soluzioni. A due anni di distanza dalla precedente fatica targata 2006, il quartetto torna a timbrare il cartellino aggiungendo un nuovo tassello, per l'appunto il nono, alla nutrita discografia. Cosa possiamo proferire del qui presente Prevail? Come anticipato, purtroppo poco o nulla che non sia già stato ribadito da oltre un lustro a questa parte. La formula quindi è praticamente invariata: death metal di matrice statunitense influenzato dalla scuola melodica scandinava, dall'impatto granitico ma dalla verve sempre più melodica. Novità prossime allo zero per una espressione che vive sempre più di ricordi, sicuramente corposa e ben strutturata, carica di groove e dal piglio scoppiettante, ma tutto sommato banale e ripetitiva. Mid-tempos e accelerazioni da capogiro, spiegate da una ritmica tellurica e un guitar-work dinamico nei quali le ottime linee vocali di Iacono si anellano alla perfezione. Forse le orecchie più attente apprezzeranno un riffing più marcato, se vogliamo maggiormente thrashy, ma a conti fatti questa "sfumatura" più che offrire nuovi colori finisce per ingrigire ulteriormente l'affresco appesantendo ulteriormente il songwriting. Ogni estratto, analizzato singolarmente consegue formalmente ineccepibile, ben eseguito e prodotto in modo esemplare, ma nel complesso perde la propria identità affluendo in un mare di perentoria monotonia. Senza nulla togliere a episodi del calibro di The Chains of Power, Breath To Dominate e la title-track, i quali sicuramente in sede live non lesineranno consensi, l'album scivola via privo di infamia e lode, ma soprattutto elargendo ben poche emozioni.
In buona sostanza Prevail non convince, comprovando lo status attuale dei Kataklysm, ovvero abili e coerenti professionisti sprovvisti di vitale ispirazione. Ma del resto poco importa se i fan non accennano ad una lagna.
Contenti loro...
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1
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io ero il fan numero uno di questa band, per alcune songs davvero strepitose che hanno accompagnato gli ultimi 4 dischi prima di questo (il diavolo in me, era of the mercyless, in shadows and dust, the night they returned, to reign again, the ambassador of pain, blood on the swans, ecc.) pur riconoscendo uno stile semplice e molte altre songs piatte. bene, questo cd ha solo canzoni del secondo tipo, peccato, hanno perso anche l'ultimo briciolo di ispirazione |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Prevail 2. Taking The World By Storm 3. The Chains Of Power 4. As Death Lingers 5. Blood In Heaven 6. To The Throne Of Sorrow 7. Breathe To Dominate 8. Tear Down The Kingdom 9. The Vultures Are Watching 10. The Last Effort (Renaissance II)
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