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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Gamma Ray - Land of the Free
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( 17710 letture )
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Gli appassionati di power metal teutonico non potranno che condividere: Land Of The Free è uno dei massimi manifesti del genere, e i Gamma Ray si collocano sul podio delle formazioni pù influenti in ambito power. Sarà banale, come dichiarazione, ma è la pura verità ed è bene ricordarlo alle nuove generazioni senza troppi giri di parole. Da sempre affiancati agli Helloween nell'immaginario collettivo e dalla stampa specializzata, i Gamma Ray nascono nel 1988 proprio per volontà di Kai Hansen, chitarrista e principale compositore delle 'zucche amburghesi', che decide di lasciare la band dopo i due leggendari Keeper Of The Seven Keys a causa dei troppi attriti interni (specie tra il singer Kiske e il 'boss' Weikath), ma anche per districarsi da un affaire che stava diventando troppo grande (e mainstream) per le sue aspettative e il suo modo di concepire l'heavy metal. E' proprio Hansen il cuore pulsante di questo nuovo moniker, nonché l'elemento più ammirevole e genuino dell'intero progetto, capace di meritarsi l'incondizionato rispetto e affetto dei power-metallers, un pò distrubati dalle falsità, dai tradimenti e dalla plastica che tanto stava insozzando la reputazione degli Helloween dopo le turbolenze di inizio anni novanta: il rosso chitarrista, che sul debut della sua ex band Wall of Jericho aveva fatto pure -ed egregiamente- il cantante, rimane dunque immacolato all'ottica dei fans, dopo aver suonato su tre dischi leggendari ed aver preso la sua strada con fierezza e coerenza nel momento in cui i suoi ex compagni si dimostravano delle sanguisughe assetate di danaro, pronte a pungalarsi l'un l'altra e capaci di rinnegare lo stile base in favore di un clamoroso pop-rock. Nel 1990 esce dunque Heading for Tomorrow, accolto da grandi consensi e seguito nel 1991 da Sigh No More, lievemente inferiore, e nel 1993 da Insanity And Genius, ulteriore esempio dell'heavy cristallino di scuola maideniana rinvigorito da una ritmica accelerata e da atmosfere sempre più epiche, anche se intrise di una componente happy.
Il 1995 vede i Gamma Ray pronti ad un ulteriore salto in avanti: e Land Of The Free diventerà non a caso una pietra angolare nel curriculum dell'ensemble mitteleuropeo e del power metal tutto, imperioso ed intimidatorio nella sua aurea roboante e melodica. L'opener Rebellion in Dreamland è un pezzo epico e cadenzato, scandito da vocals teatrali e da un'atmosfera che cresce vistosamente dopo i tre minuti di durata, sfociando in un riffing brillante, un assolo di chitarra folgorante denso di melodia e una galoppata finale dai toni sempre seri e intensi, arricchita da un secondo solo bollente: otto minuti complessivi per intuire dove le ambizioni dei Gamma Ray andranno a parare. L'assalto dinamico della successiva Man on a Mission spicca per il riffone metallico e la ritmica serrata, sulla quale il tono epico della voce di Hansen -che dopo l'addio del singer Ralf Scheepers decide di accollarsi definitivamente anche il ruolo di vocalist, con risultati grandiosi- crea un'atmosfera di magia e positività. L'ascoltatore è condotto in lande incantate e da sogno tramite un assolo melodico degno dei migliori Helloween, e difatti il brano è lungo, articolato e complesso, con alternanza di diverse ambientazioni e interpretazioni vocali che passano dal tetro all'epico, dal falsetto all'aggressivo. Siamo di fronte al power metal più classico e tipico, con galoppate travolgenti che abbinano melodie suadenti e potenza compatta in piccole gemme di canzoni. Dopo un breve stacco arriva l'intricata All of the Damned, dalla melodia fluida nel riffing come nel sublime assolo di chitarra, denso di trame e passaggi cristallini e dalla sonorità morbida e squillante. Si entra nel vivo del platter e le emozioni si susseguono, col riff tonante di Gods of Deliverance, nervoso e aggressivo: pezzo veloce, roccioso, dal ritornello enfatico e arioso abbinato al drumworking sempre compatto e martellante di Thomas Nack. Cori nel ritornello, trascinante, e i consueti rallentamenti a fungere da stacco tra diverse modulazioni di registro conferiscono al brano tutto lo spessore che un album di questo livello deve avere ad ogni costo. La malinconica ballad Farewell si segnala più che per la musica per la presenza vocale di Hansi Kürsch, leader dei Blind Guardian, al fianco di Hansen; dopodichè si torna al consueto canovaccio fatto di riff rocciosi, accelerazioni travolgenti, assoli meravigliosi, galoppate speed maestose (Salvation's Calling) e sfumature epiche, che culminano nella complessa, prolungata e spettacolare titletrack: un pezzo che da solo sintetizza tutto il potenziale dell'armata di zio Kai, tanto imperiosa negli arrangiamenti quanto potente e veloce nelle scorribande a briglia sciolta, succulenta antitesi prima di un finale più easy, costituito da alcuni pezzi come Time to Break Free, in cui il microfono passa tra le mani di Michael Kiske, storica ex voce degli Helloween. Non solo una valida ed interessante collaborazione, ma anche un tentativo di smorzare i vecchi toni polemici che avevano diviso le due band progenitrici -assieme ai Blind Guardian- del movimento power.
Trovare difetti a dischi di tale portata è impresa assai difficile. Land Of The Free contiene tutto quello che un grande disco di power metal dovrebbe contenere, dalla melodia sognante alla velocità trascinante tipica dello speed di marca teutonica, dal riffing roboante e giganteggiante ai fulminei assoli di chitarra, puri esempi di heavy metal che cola liquido e bollente dalle sei corde degli eclettici Dirk Schlachter e Kai Hansen; già, mister Hansen, vero padrino del classic power teutonico, che dimostra di trovarsi a suo agio anche come singer dalla timbrica epica, evocativa, poliedrica e trascinante. Una voce veramente bella e intensa, per una personalità di spicco nel mondo dell'hard'n'heavy per la sua cultura musicale (basata sul rock anni '70), la sua lungimiranza artistica e la sua personalità mite e affabile. Oltre, naturalmente, alla sua eccellenza con la chitarra. Lo scenario è completato da un drumwork quadrato e prettamente 'teutonico', puntuale e implacabile. Conoscere e possedere album come questo è obbligatorio per ogni vero metallers che si rispetti, di quelli aperti ad ogni sfumatura del genere e capace di non fermarsi di fronte alle inutili suddivisioni tra sottogeneri: thrash, power, prog, heavy fa poca differenza, la storia è storia e la classe dei Gamma Ray merita un posto di rilievo nelle enciclopedie.
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VOTO LETTORI
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81.98 su 199 voti [
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Riascoltato ieri dall\'inizio alla fine e c\'é stato un momento emozionale che per qualcuno di voi sarà ridicolo ma... beh... a risentire Rising of the damned ho pianto a ripensare a un mio amico mega fan di Kai Hansen e di tutti i suoi progetti, che mi aveva per primo fatto sentire il disco 20 e passa anni fa... amico che scomparve ormai 15 anni fa... in quel disco e soprattutto in alcuni di questi brani sento che c\'é un po di lui... |
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Epico, emozionante, affascinante, nostalgico, tecnicamente impeccabile, ottimamente strutturato e prodotto....Grazie Kai...Album dei bei tempi vissuti e andati ma mai dimenticati! |
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Concordo @Area, mi pareva di averlo scritto qui e invece probabilmente l'ho fatto sotto un'altra recensione dei Rayz. Ovviamente quoto Poss che cita il trittico d'oro di questa band incredibile che non smetto mai di ascoltare |
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Ribadisco: Capolavoro dei Gamma Ray e ciò che sarebbe potuto essere una Keeper of the seven keys part 3 fin dalla copertina. |
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D accordissimo con Silvia. Powerplant è un album meraviglioso. Per me non inferiore a Land e Somewhere.
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Hahaha, bellissimo il #33!!! |
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Quoto tutto il tuo post @Aceshigh e non so come mai manchi il mio commento... un album che adoro, come del resto quasi tutta la discografia dei Rayz, uno dei miei gruppi del cuore... Io aggiungo fra i vertici Powerplant, uno di quelli che ascolto di piu'. Cmq oltre ai soliti pezzi ormai incommentabili tamente sono classici, da sottolineare Farewell dove due voci atipiche, ruvide e spigolose come Kai e Hansi ci regalano invece un grande pezzo. Bella anche la musica. Vabbe' sono troppo di parte |
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Capolavoro! Dopo due album un po' interlocutori, Kai si separa da Scheepers, torna al microfono come dieci anni prima e sforna questa pietra miliare degli anni 90 ! Rebellion in Dreamland, Man on a Mission (e qui gli echi di Walls of Jericho si sentono eccome!), la title-track e Abyss of the Void andrebbero fatte studiare a scuola! Curioso che Time to Break Free, cantata da Kiske, sia diversa dal resto del disco e si avvicini stilisticamente proprio al primo album degli Helloween senza Hansen. Comunque sia, insieme al debut e al successivo Somewhere Out in Space, Land of The Free rappresenta il top della band! Voto 95 |
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Capolavoro, bellissimo,insieme al seguente il vertice dei Gamma ray, 2 dischi irripetibili, qui Hansen ha superato se stesso (e pure gli Helloween) per me è un 100. |
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Eh beh, disco storico che sancì la definitiva esplosione del fenomeno Gamma Ray, anche grazie a ospitate di livello assoluto quali Kiske e Kursh.
Rebellion In Dreamland, la titletrack e Man On a Mission sono classici del power metal, Time To break Free è splendida nella sua ariosità (data anche da Kiske). Però fatico a ricordare brani come Abyss Of The Void o All Of The Damned che non ho mai memorizzato del tutto, forse dovrei riascoltarli ora dopo anni di pausa. Ricordo sopratutto comunque l'opener che avevo catalogato come inno mio personale qualche tempo fa, pure durante un contest della band dove la si doveva cantare per vincere un incontro col gruppo. Ovviamente mai vinto nulla di simile. Comunque disco di grande importanza e songwriting, e come suonavano all'epoca? Alla grande |
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Maronna! Quel giorno fui talmente infervorato da appendere fuori dal balcone la bandiera tedesca. Finalmente il ritorno del poderoso Kai Hansen alla voce dei Gamma Ray, per ridare linfa a un genere speed ormai spento e divenuto l'ombra di stesso, non ancora morto ma con il fiato sul collo di gruppi death-metal che facevano furore. FREEDOM FOR US ALL!!! |
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@Mic, Non sono d'accordo, cioé per via del fatto che da qui "Fang Face" diventi la mascotte dei Gamma Ray e che Hansen torna a cantare un disco intero potrebbe essere, ma per me i due Keeper sono la continuazione, in fondo già sulo Speed Metal di Walls of Jericho si sentiva che c'erano già gli elementi di ciò che sarebbero stati poi.
@Metal Shock, deduco che tu non abbia letto attentamente il mio commento, io ho detto che vedo Land of the free come una continuazione ideale dei due Keeper facendo riferimento anche alla grafica originale di copertina.
E per inciso io sono fan di tutti i primi dischi degli Helloween, compreso Chameleon. |
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Chi ha parlato di merda? Si parlava di copertina. Aggiungo Hansen alla voce e una maggior aggressività. |
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Il secondo disco?? Dopo Walls of Jericho?? E i Keeper??? Sono merda?? |
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Area per me questo è il vero secondo album degli Helloween |
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Il mio preferito dei loro! La copertina di questo disco me l'ha sempre fatto vedere come la reale continuazione ideale di "Keeper of the seven Keys 2", molto più di "Heading for tomorrow", dove c'erano effettivamente pezzi scritti durante quel periodo. Rimarchevole poi che da questo punto in avanti ritorni anche la celebre mascotte "Fang Face" che la fu anche degli Helloween di metà anni 80.
Kai Hansen torna a sentirsi sicuro di cantare e il risultato é rimarchevole, nei pezzi dove canta anche Kiske (in uno fa solo i cori) chiudendo gli occhi quasi ti viene da pensare che se tutto il disco se lo fossero spartiti loro due alla voce sarebbe stato mega galattico! |
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Questo per me è il vero secondo disco degli Helloween |
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Ottimo disco di HM. Kai Hansen ha trovato la formula perfetta con Rebellion in Dreamland, All the damned (plagio o non plagio di Hotel California) e la ballata Farewell. 80 |
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L'unico difetto di questo album è che tengo il pugno alzato per tutta la durata. Quasi un'ora... Disco stupendo! Davvero ispiratissimo. Grande Kay |
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album superiore a tutti quelli degli helloween post keeper. E' kay hansen il mito pur rispettando tanto gli helloween. |
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Capolavoro del genere... Dopo aver inventato il power con gli Helloween e aver fatto capolavori a iosa con i suddetti e con i Gamma Ray... mi pare più che umano che ormai il vecchio Hans stia attraversando un periodo di magra dal punto di vista dell'ispirazione compositiva -- a mio avviso album piuttosto scadenti da To the Metal in avanti. Resta un mito, forse inarrivabile del genere. Evviva! |
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sisisisisi.....rispolverato dagli scaffali di casa dopo tanti anni, ancora mi fa saltare sulla sedia....MAGNIFICO!!!!! 95 Minimo.. |
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Bellissima la recensione,complimenti!ma il voto per me e' 99 ... ..se li merita tutti! Grande k.hansen e' restera' sempre uno dei miei idoli di sempre,grande capolavoro! Per fortuna in passato l'ho visto dal vivo (nel 99 alla festa dell'unita' di bologna insieme ai fredom call,labirynt e domine con una prestazione fantastica.....e al goods of metal del 2001 al palavobis...altra prestazione unica....poi tengo a precisare che la mia prima canzone metal ,che ho ascoltato e' stata ride the sky........ che mi ha poi catapultato con vera passione e fedelta' in questo meraviglioso mondo musicale.Grazie zio kay da christian death..... |
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La title track INNO NAZIONALE. Alzi la mano chi non l'ha mai cantata a squarciagola ? |
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Un disco della Madonna! |
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all of the damned nel solo ricorda solo a me hotel california?? |
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Mostruoso. Il primo che ho sentito dei Gamma Ray che mi ha concesso di innamorarmi perdutamente di loro... Ricordo ancora quando una sera, preso dalla curiosità, sentii Rebellion in Dreamland... Quell' introduzione risuona ancora! Power. Capolavoro del power. Geni. voto 95 sicuro. |
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Quest'album è mostruoso!!!! Lo adoro, il migliore dei Gamma Ray!!!! Kay Hansen ha sfornato un capolavoro, gli helloween si saranno cagati sotto!!!!! Kay sei il mio idolo!!!!! |
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Radamanthis penso di amarti! ahahahahahahah Sempre forza Gamma! Capolavoro. |
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A parte il mio post 5 (dai, non penso più che Deris sia un cornacchione...l'ho rivalutato moltissimo, ormai si sa...) in cui però confermo che Kai Hanen a livello di compositore è immenso e qui dimostra di saper cantare e molto bene ci tenevo a dire che questo disco è un capolavoro assoluto, uno di quei dischi che ti fanno amare un'intero genere! Canzoni come Rebellion in dreamland, man on a mission, All of the damned, Gods of Deliverance, la ballad Farewell (immenso Hansi Kürsch), Land Of The Free (immenso Kiske), Abyss Of The Void, Time to break free (Helloween keeper era?) e la stupenda e struggente Afterlife (dedicata a Ingo...RIP) sono da manuale del Power metal! Zio Kai è una divinità! |
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con questo disco gli helloween ti stanno ancora rimpiangendo... Troppo bello. |
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Quando si parla di Power come non quotare il buon "vecchio" Radamanthis epica: "cornacchione deris" ! Album, davvero belissimo, spettacolo per le orecchie... Non condivido il voto dei lettori, ma ognuno la pensa come vuole. |
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10
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Disco spettacolare, il migliore dei Gamma Ray. Le prime 2 tracce sono fantastiche, la title track e Abyss Of The Void toccano picchi di eccellenza. Lontano anni luce dalle mezze cagatine sfornate da loro dopo Somewhere... |
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che dire, da avere !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
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Secondo me l'unico disco buono dei Gamma ray, che a parer mio sono il gruppo più sopravvalutato del metal (con tutto il rispetto per il grande passato di Hansen negli Helloween,con cui ha composto 3 album stupendi) |
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5
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Cari Helloween: ascoltate e imparate...e soprattutto pentitevi per ciò che avete perso: Kai Hansen!!!! Mille volte meglio Kai che il cornacchione Deris! (Kiske è un'altra cosa, ma giu' il cappello x lo zio Kai!) |
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Il migliore album power metal ke abbia mai ascoltato.Tracce energike ed indimenticabili |
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il loro capolavoro assoluto!!!! Kai ha dato ripetizioni di power agli Helloween e di canto a quell'incapace di Deris! |
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Assolutamente Fantastico. e soprattutto (aimè) Irripetibile |
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Sapevo che non potevate dimenticarvi di questo incantevole album di vecchio e irripetibile power. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Rebellion In Dreamland 2. Man On A Mission 3. Fairytale 4. All Of The Damned 5. Rising Of The Damned 6. Gods Of Deliverance 7. Farewell 8. Salvation's Calling 9. Land Of The Free 10. The Savior 11. Abyss Of The Void 12. Time To Break Free . Afterlife
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Line Up
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Kai Hansen (Vocals, Guitar) Dirk Schlächter (Guitar) Jan Rubach (Bass Guitar) Thomas Nack (Drums)
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RECENSIONI |
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