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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Hardcore Superstar - The Party Ain’t Over ‘Til We Say So
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( 5611 letture )
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Tempo di celebrazioni per gli svedesi Hardcore Superstar, che a undici anni dall’esplosivo esordio Bad Sneakers and a Piña Colada (e a quattordici dal primo demo, It’s Only Rock’n’Roll, datato 1997) pubblicano un’antologia dei propri pezzi migliori. Scegliere una manciata di canzoni in una discografia omogenea e capace di regalarci decine di pezzi validi e ugualmente coinvolgenti deve essere stata una vera impresa: un best of è sempre un prodotto discutibile, in quanto è sempre meglio ascoltare e conoscere i dischi originali nella loro interezza, però questo The Party Ain't Over ‘Til We Say So potrebbe essere utile a chi vuole avvicinarsi alla band capitata dall’istrionico Jocke Berg, un frontman da cui molti dovrebbero prendere lezioni.
I venti brani prescelti per la raccolta contribuiscono a ripercorrere a passi disordinati l’evoluzione stilistica del gruppo, che era partito sfornando una sorprendente miscela di hard rock, glam, punk e sleaze metal dalle sfumature ultracatchy: chi li segue da sempre, dunque, potrà riannodare i fili della memoria ripassando delle vere micce di energia come Liberation o Have You Been Around, ma anche la ballatona Someone Special la raffinata e malinconica Shame, unico estratto di un disco a volte troppo sottovalutato come Thank You (For Letting Us Be Ourselves), caratterizzato da un rock più soft e quasi hard rock-bues in certi frangenti. Il capitolo più easy e pop della serie, No Regrets, viene omaggiato con la struggente Still I’m Glad e la divertentissima Honey Tongue, mentre la risalita coincisa col disco omonimo non può che garantire la presenza di hit irrinunciabili quali My Good Reputation, la strepitosa We Don’t Celebrate Sunday, la bastarda Wild Boys e tutte quelle altre gemme metal-oriented estratte dai dischi successivi, dalle titletrack di Dreamin’ in a Casket e Beg for It alla bellissima Into Debauchery.
Il recente Split Your Lip, disco in cui vengono abbandonate le reminiscenze metalliche a favore di un hard rock più stradaiolo (come quello delle origini), porta in dote un pezzo eccezionale come Last Call for Alcohol, la bizzarra Moonshine ed un paio di ballate carine ma che, bisogna dirlo, rubano un posticino che gli aficionados avrebbero riservato a vecchi cavalli di battaglia come Rock’n’Roll Star, Kick on the Upperclass ed altri. Del resto, i gusti sono la cosa più soggettiva che esista e pretendere di mettere d’accordo tutti con una raccolta è praticamente impossibile. Ognuno ha le proprie preferenze, le canzoni preferite e quelle che evocano ricordi particolari: di sicuro, chi non ha mai ascoltato gli Hardcore Superstar e si trovasse ad ascoltare la compilation in questione non tarderà a capire quanta energia e melodia venga sprigionata dal quartetto svedese, decisamente in gamba nel comporre canzoni immediate, orecchiabili, dai chorus irresistibili e intrise di emozioni spumeggianti.
Nel disco sono presenti anche due brani non inclusi in nessun disco: il singolo Bastards, risalente al 2007, e l’inedito We Don’t Need a Cure, entrambi poco significativi: proprio il pezzo “nuovo” appare assai curioso, con quelle linee vocali ancheggianti e i cori di sottofondo cantati da bambini. Esprimere un giudizio su un best of è sempre un’operazione complicata e molto più opinabile rispetto ad un disco normale, pertanto ci limitiamo alla pura disamina senza interpellare la matematica. Per chi ancora non conoscesse questi ragazzi, non a caso ritenuti i Motley Crue del 2000 -per la musica, non per gli atteggiamenti, beninteso- non deve fare altro che riparare all’errore, con questa raccolta o con qualche disco originale, non fa differenza: tanto basteranno poche canzoni per invogliare la conoscenza dell’intero catalogo targato Hardcore Superstar!
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9
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@Flag questa è la prima raccolta dei HCSS dal '97. |
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8
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Avete ragione un po' tutti, anche se io non ho tutto questo astio verso i best of. Insomma, ascoltando parecchi generi ci sono molte band di cui mi piacciono quei 2-3 pezzi per disco, in questi casi il best of mi torna utile, mi piglio a 18 euro i loro 15 brani migliori e finita lì. Discorso diverso per i fans, per i quali è ovviamente inutile. Discorso ancora più diverso per le bands che pubblicano raccolte dopo 5 anni di attività o per l'odiosissima moda di ripubblicare un disco uscito due anni fa con l'aggiunta di un dvd e due scarti da studio. I Rammstein però li salverei dai, un best of dopo 17 anni ci sta tranquillamente. |
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7
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Spezzo una lancia in favore dei citati Rammstein: dal 1994 e dopo 6 album di gran successo (e di buona qualità, dai!) "Made in Germany" è la prima compilation del gruppo, e per quanto inutile per chi li segue, alla fine è giustificabile. Discorso diverso per gli HS, perchè, vado a memoria, hanno pubblicato un'altra raccolta appena 2 anni fa; e soprattutto per i Deathstars, che sinceramente non mi sembrano una band che si possa permettere di pubblicare raccolte di alcun tipo.... |
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6
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Si comunque il fine è lo stesso  |
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5
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Ad onor del vero questa raccolta è uscita un mese fa (potrei sbagliare di un poco il timing). Diciamo che, proprio in quanto raccolta, l'abbiamo recensita con tutta calma, ma dovreste già trovarla nei negozi. |
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4
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Tutti i natali escono raccolte, oramai è il trend... |
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3
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non è la moda è lo schifo del momento |
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2
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mmm ma è la moda del momento? Rammmmstein,Deathstars ed ora loro? anyway questa band va supportata abbestiah!!! Ritengo utile questo best of...ma avere la loro intera discografia sarebbe meglio!! |
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1
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Per chi non li conoscesse direi che è un disco da avere! Una gran bella band, divertente e potente al punto giusto! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. We Don’t Need a Cure 2. We Don’t Celebrate Sundays 3. Moonshine 4. My Good Reputation 5. Wild Boys 6. Someone Special 7. Dreamin’ in a Casket 8. Into Debauchery 9. Here Comes That Sick Bitch 10. Last Call for Alcohol 11. Beg For It 12. Liberation 13. Bastards 14. Medicate Me 15. Standing on the Verge 16. Still I’m Glad 17. Have You Been Around 18. Shame 19. Honey Tongue 20. Run to Your Mama
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Line Up
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Jocke Berg (Voce) Silver Silver (Chitarra 1997-2007) Vic Zino (Chitarra 2007-2011) Martin Sandvick (Basso) Magnus Andersson (Batteria)
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