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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Gary Moore - Still Got The Blues
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( 8385 letture )
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E' il 1990 quando l'artista irlandese Gary Moore decide di abbandonare lo stile marcatamente hard'n'heavy, che aveva caratterizzato il suo sound per tutti gli anni 80, a favore di ambientazioni squisitamente rock'n'blues, per quanto influenzate dal retaggio che Moore inevitabilmente portava con sé, dopo dieci anni di rock duro e puro. Primo di una serie di cd "diversi", Still Got The Blues si distingue per il contenuto fortemente orientato verso il blues vero e proprio: preciso a tal proposito che la presente recensione ha ad oggetto la versione digitalmente rimasterizzata dell'album, comprensiva di alcune bonus track ed edita da Virgin Records nel 2002.
Rock & Blues, dunque, e mai definizione fu più azzeccata: Moore ed i suoi amici, nelle dodici (più cinque) tracce qui contenute, interpretano i classici canoni ritmici ed armonici del blues con l'energia tipica del rock, sia a livello solistico che d'accompagnamento; le mani di Moore eseguono gli assoli con convinzione, le note vengono vibrate con energia, la chitarra -il cui suono pare decisamente distorto, rispetto agli standard del genere- a volte sembra quasi gridare sopra questi tradizionalissimi giri d'accordi. La produzione perfetta permette alla nostra mente di collocare con precisione il posizionamento di ciascuno strumento, e mai una sola volta nell'arco del CD si ha l'impressione di trovarsi di fronte ad un momento musicale vuoto o ad arrangiamenti deboli: certo, Still Got The Blues è un disco fortemente tradizionalista, e nell'arco del suo songwriting la parola "innovazione" non avrebbe potuto essere stata presa in considerazione, pena il fallimento dell'obiettivo, ma in fondo che importa? Qui dentro ci sono dei brani che possono tranquillamente essere presi ad esempio per spiegare ad un neofita che cos'è questo tipo di musica: la title-track, Oh Pretty Woman, Texas Strut e Midnight Blues sono canzoni che da sole meriterebbero l'acquisto del disco a scatola chiusa (e comunque si tratta di pezzi rappresentativi di quattro modi di versi di calarsi nel genere: troviamo l'emozione, l'energia, il senso di solitudine, la musica da festa e mille altre sfumature). Infine, nota di non poco conto, Gary Moore si esibisce in una prestazione vocale strepitosa, da vero e proprio maestro del rock... roba da annali, veramente.
Su Still Got The Blues potremmo parlare ancora per molto: non ho infatti accennato ai vari musicisti che hanno partecipato alla realizzazione del disco (tra cui ci sono anche alcuni nomi molto importanti della musica moderna, vedasi il leggendario Albert King, Don Airey e George Harrison), non ho fatto alcuna disamina su "chi ha scritto cosa", né ho parlato della causa civile che ha visto Moore costretto a risarcire i Jud's Gallery o delle cinque tracce bonus dell'edizione rimasterizzata. Non l'ho fatto perchè, in caso, avrei sviato l'attenzione dall'unica cosa importante da dire: Still Got The Blues è probabilmente uno di quei pochi dischi che un amante della musica non può non avere, perchè riassume tutto ciò che è un certo genere musicale, macchiandolo della personalità di un artista che, all'atto della sua pubblicazione, aveva già quasi quindici anni di notevole esperienza da solista. C'era veramente altro da dire?
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VOTO LETTORI
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89.14 su 105 voti [
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George Harrison in That kind of Woman credo faccia anche dei lick di chitarra per esempio sentire il lick dopo che dice "i think i know what I'm looking for", tipico harrison (tra l'altro credo che fu uno scambio, non ricordo benee ma forse registrarono nello stesso periodo harrison coi traveling wilburys dove moore fece un solo e george qui con questo cameo). |
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Bello, molto bello, praticamente riesce a portare il B.B. King cromato degli 80, anche all'inizio degli 90. Poi con la mania di fare ( male) molto retro rock, un disastro. Ma se uno sa cose' il hard blues di classe, mette su questo, o aspetta che qualche bravo rockers tiri fuori i Tangier di Four Winds e molti altri |
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24
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...il disco di moore che piu' apprezzo.....splendido esempio di hard rock e blues....quanti ricordi.... |
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23
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ragazzi avete detto tutto,e mi fa piacere a vedere che il grande gary e'cosi' amato,ildisco in questione e'un gran disco un pezxo da 90 come tutti gli altri del resto,dal rock alla yardbirds passando x i colosseum2,fino alla celtica con wild frontier ,l hard n heavy degli 80 il blues dei 90 ,penso che basta cosi' grande moore sara' sempre un gigantedelle sei corde |
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Una leggenda vivente...capace di scrivere Riff infuocati e poi,come nulla,spiazzarti con una ballad Blues piena di sentimento..i miei amici che parlano di ascoltare blues,adorano Steve Ray Vaughan e poi non hanno mai ascoltato Gary Moore! cè un ignoranza in giro...per dire di avere ascoltato un genere,occorre avere ascoltato i musicisti principali e piu' importanti..e Gary Moore è uno di questi. |
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L'album è buono ma manca il migliore, Wild Frontiers, c'è la canzone sul lupo 'The Loner', per adesso l'unica decente è quella dei Metallica Of Wolf and man |
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20
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@Silvia Concordo anche sulla voce. A dirla tutta più da bluesman che da rocker! |
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Heavy o blues è sempre il top |
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@Aceshigh, concordo, uno dei miei chitarristi preferiti di tutti i tempi. Aveva anche una voce fantastica |
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Il Gary Moore degli anni '80 è quello che preferisco però anche qui .... tanta tanta roba! Quanta emozione riusciva a trasmettere con la sua chitarra! Gli slows sono da lacrime... Ci manca tanto questo grandissimo artista. 88 |
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16
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Grandissimo Gary Moore, forse pure sottovalutato, come l'altro gigante irlandese Rory Gallagher, due miti assoluti della sei corde che non avevano nulla da invidiare ai più blasonati coleghi inglesi e americani. Questo è forse il suo disco più famoso, e indubbiamente merita, anche se io l'ho sempre apprezzato di più sul versante hard rock anni ottanta, non a caso il suo disco che preferisco è il live We Want Moore |
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15
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Un album che è uno sputo in faccia a tutti i velocisti della chitarra. Qua ogni nota è quella giusta né più né meno. Qua c'è il sangue e la classe. Dall'hard di Movin on al classico senza tempo Oh pretty woman in coppia con Albert King. Walking by myself è puro Zeppelin, e la sfida con il dirigibile prosegue in As the years go passing by con Airey all'organo e Hopkins al piano. Paradossalmente l'unica canzone priva di matrice blues è la title track, una ballatona strappamutande. Texas strut con una line up da favola (Airey, Downey e Daisley) è un gioiello hard blues da favola. Gli ospiti si susseguono senza sosta, tra Albert Collins e George Harrison insospettabile hard rocker in That kind of woman. E le bonus non sono da meno. Scusate la pseudo recensione, ma non ho potuto resistestere per quello che per me è il vertice assoluto di Gary Moore. Lo si trova a 5 euro. DA AVERE! VOTO 95 |
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14
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Chitarrista sottovalutato,questo disco è stupendo..lo letteralmente consumato.Oh pretty woman,walking be my self,sono bellissime e poi cè la title track che è uno dei pezzi rock blues piu' belli della storia. |
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13
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chitarrista straordinario Gary Moore (da me considerato nei primissimi plettri degli ultimi 20 anni) che in questo disco si esprime nel pieno della sua poetica blues. L'abilita' tecnica eccelsa di cui disponeva gli dava appunto la possibilita' di spaziare senza alcun problema dal rock piu' granitico ma al tempo stesso dolce e melodico in album come "Victim Of The Future" e lo splendido "Corridors Of Power" fino al profondo blues da applausi presente in quest ' album. Gia' negli anni 70 con i Lizzy si era messo in mostra mostrando il suo straordinario e ineguagliabile talento naturale esploso definitivamente una volta intrapresa la carriera solista. Era un estremo perfezionista a tal punto che Ian Paice disse della sua collaborazione insieme a lui ricordandolo dopo l'improvvisa morte due anni fa' : " Gary era un maniacale, curava ogni dettaglio fino allo sfinimento. Ricordo che durante la session di "Corridors Of Power" fece ripetere a me e Neil (Murray il bassista anche lui ex Whitesnake) la registrazione della base ritmica per tre volte ! Ogni volta sentiva piccole imperfezioni quando a noi tutto sembrava perfetto. Eravamo stanchi ed esauriti ancora prima di incominciare il tour mondiale promozionale. Fu' comunque eccitante ed importante lavorare al suo fianco, rimarra' per sempre un amico oltre che un maestro". |
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12
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Album leggendario, chitarrista sublime, voce potente....82 ? Ma va là !!! Non meno di 90 secondo me. Ciao |
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Naturalmente, disco strepitoso. Prestazione e songwriting eccellenti. Purtroppo pour moi è legato ad un periodo particolarmente triste. Ma il blues e anche questo: una leggera lacrima che scorre sulla tua anima. Assolutamente da avere e complimenti al recensore (sopratutto per la scelta). Au revoir. |
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10
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è stato e sarà sempre il più grande chitarrista degli ultimi 30 anni,ho avuto la fortuna di vederlo 2 anni fa a Milano,ho ancora le lacrime a pensare a quel maledetto giorno in cui appresi della sua morte. Preferisco di gran lunga il suo periodo hard-heavy e i suoi trascorsi con i Colosseum II, dei suoi dischi blues questo è il migliore .Ci manchi,Gary |
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9
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Spiace dirlo, ma è il disco che mi ha allontanato da Gary Moore. Troppo diverso da quanto fatto in precedenza. forse all'epoca non ero preparato alla svolta, lo dovrei risentire con calma, anche se onestamente preferisco il ricordo di quanto fatto dal mitico Gary in ambito hard rock. |
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8
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Qui Moore da libertà alla sua anima blues e genera un disco immortale. |
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7
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Genio. disco superlativo. Il periodo metal è altrettanto bello, è da ascoltare obbligatoriamente. e anche da recensire!!!!!!!!! |
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6
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Disco che possiedo e ascolto ancora dopo 22 anni, suono di chitarra tra i più belli mai sentiti, feeling incredibile e bendings che escono letteralmente dagli speakers. |
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5
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Album stratosferico ne conservo gelosamente il vinile dell'epoca, Moore chitarrista eccezionale! Meraviglioso. 90 |
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4
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Disco che ho consumato dagli ascolti, quasi commovente anche se forse macchiato da un po' di manierismo. Comunque Moore su livelli altissimi. Mi manca dannatemente. |
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3
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Di Gary Moore del periodo rock/heavy ho il vinile di Corridors of power (1983) un album ha cui sono molto legato . |
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2
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un gran chitarrista !!!! |
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1
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Tutti i lavori di Gary sono bellissimi.E' stato un artista straordinario.La sua voglia di fare sia rock che blues era unica e questo grande album è lì a dimostrarlo.Personalmente mi piace molto la recensione,complimenti.Voto 85 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Moving On 2. Oh Pretty Woman 3. Walking By Myself 4. Still Got The Blues 5. Texas Strut 6. Too Tired 7. King Of The Blues 8. As The Years Go Passing By 9. Midnight Blues 10. That Kind Of Woman 11. All Your Love 12. Stop Messin' Around
Bonus Tracks 13. The Stumble 14. Left Me With The Blues 15. Further On Up The Road 16. Mean Cruel woman 17. The Sky Is Crying
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Line Up
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Gary Moore (Voce e Chitarra) Mick Weaver (Piano su traccia 1, 3, 9, 11, 12) Andy Pyle (Basso su traccia 1, 2, 3, 4, 6, 7, 9, 11, 12) Graham Walker (Batteria su traccia 1, 2, 3, 4, 6, 9, 10, 11, 12) Albert King (Chitarra su traccia 2) Don Airey (Organo Hammond su traccia 2, 4, 5, 6, 7, 8) Raoul D'Olivera (Tromba su traccia 2, 7) Frank Mead (Sax alto/tenore su traccia 2, 7 e 12, armonica su traccia 3, sax alto su traccia 6 e 10, sax tenore su traccia 8) Nick Pentelow (Sax tenore su traccia 2, 7 e 10) Nick Payn (Sax baritono su traccia 2, 6, 7, 8 e 10) Nicky Hopkins (Piano su traccia 4, 8 e 10) Brian Downey (Batteria su traccia 5, 7 ed 8) Stuart Brooks (Tromba su traccia 6) Andrew Hamilton (Sax alto su traccia 6) George Harrison (Chitarra ritmica e backing vocals su traccia 10) Martin Drover (Tromba su traccia 10)
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