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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Lamb Of God - As The Palaces Burn
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( 8102 letture )
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Con As The Palaces Burn i Lamb Of God fanno il botto, ottenendo visibilità e riconoscimenti sia in patria che presso la comunità metallara internazionale, e non è difficile comprenderne il motivo. Dopo il grezzo e furioso New American Gospel il quintetto di Richmond si affida, per quanto concerne la produzione della nuova creatura, all'estro del vulcanico Devin Townsend, il quale pensa bene di ammantare il disco di un sound crudo e diretto -ciò leggermente a discapito del basso e della separazione degli strumenti in generale- ma ben adatto alla durezza delle composizioni nonché all'asprezza dei testi. Non bisogna infatti dimenticare che Randy Blythe, oltre ad essere uno dei migliori vocalist del suo genere, è anche un validissimo paroliere, capace di dare ai propri scritti un significato cinico e mai banale, parlando di corruzione e ingiustizie senza cadere in facili cliché o nello stereotipo del metallaro-arrabbiato-col-mondo-intero a cui spesso siamo abituati.
La caratteristica saliente di quest'album risiede nei riff delle due chitarre -che paiono spesso in simbiosi tra loro- le quali puntano tutto sul groove e su granitiche plettrate, dando quasi l'impressione di poter "sollevare l'ascoltatore da terra", tanto sono massicce e corpose; anche la batteria ha un ruolo di primo piano, dispensando mitragliate di doppia cassa a profusione (basta ascoltare 11th Hour o In Defense of Our Good Name per averne un esempio lampante) ma tra gli elementi più peculiari va sicuramente citato il vocalism di Blythe, già a livelli altissimi rispetto al disco precedente (anche se l'eccellenza verrà raggiunta tre anni dopo con Sacrament). La voce del singer ben si presta a trattare temi quali la guerra, come nella title-track, la politica -soprattutto il capitalismo e il terrorismo, vedi A Devil in God's Country- e la religione, non disdegnando nemmeno temi spinosi quali l'alcolismo (nella semi-autobiografica 11th Hour, la quale vede la collaborazione di Steve Austin, già nei Today Is the Day e a sua volta produttore di New American Gospel). Si può avere l'impressione che alcuni riff siano talvolta debitori a quelli dei maestri Pantera (Blood Junkie) ma non si arriva mai alla sensazione di ascoltare una band copia/incolla, anzi: i Lamb Of God sanno il fatto loro, hanno personalità da vendere nel proporre questo mix thrash che strizza l'occhio al death e al groove metal, e piazzano dieci bombe che hanno l'effetto di una scossa tellurica diretta ai padiglioni auricolari dell'incauto ascoltatore che abbia deciso di mettere nel lettore questo platter. A partire dalla grooveggiante Ruin, che sfuma nell'indemoniata, magnifica As the Palaces Burn e continuando con Purified -nella quale ritroviamo una vecchia conoscenza, quel Chris Poland che militò nei primissimi Megadeth- per passare alla rancorosa For Your Malice o a In Defense of Our Good Name non c'è traccia di pietà in questi 38 minuti di violenza sonora, e quando si pensa che la band voglia concedere un attimo di tregua con l'accordo iniziale dell'ultima traccia del lotto, Vigil, ecco che si viene prontamente smentiti da un massiccio, monolitico riff di una pesantezza inaudita che si trasforma presto -complice il lavoro alle pelli di Chris Adler- nel consueto uragano di note impazzite. Il basso di John Campbell è un po' più valorizzato e presente nella concitata A Devil in God's Country rispetto ad altre composizioni; qui possiamo anche ritrovare il tipico Townsend-sound in alcuni passaggi chitarristici nella seconda metà della canzone, traccia evidente della collaborazione al pezzo del poliedrico musicista/produttore che ben si sposa alle trame intessute dal validissimo duo Willie Adler/Mark Morton. Dopo il successo del disco verrà realizzato un DVD-documentario dal titolo Terror and Hubris, a dimostrazione del crescente interesse dell'ambiente metallaro nei confronti della band.
Un pugno dritto in faccia, un camion lanciato che ti travolge in pieno, un bombardamento a tappeto. Comunque lo si voglia descrivere, As The Palaces Burn è una gemma di violenza e attitudine partorita dal talento dei Lamb Of God, unanimemente riconosciuti alfieri della New Wave of American Heavy Metal. Ma il combo proveniente dalla Virginia riuscirà a mantenersi su altissimi livelli anche nell'immediato futuro; da parte mia posso solo consigliare questo fenomenale album a tutti gli amanti del metallo pesante. Headbanging assicurato.
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Vigil uno dei pezzi migliori mai fatti da parte loro 👐 |
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Sono pazzo o solo io sento fortissime parti djent in questo album? Soprattutto in Blood Junkie... o forse le accordature sono troppo alte per definirlo djent? Fatto sta che sento enormi influenze da parte dei Meshuggah anche nelle ritmiche avvolte. Con questo non voglio dire che queste influenze siano negative, ma solo che mi sembra strano il fatto che non siano mai indicate.. |
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I due chitarristi con quelle mani potrebbero anche fare degli interventi a cuore aperto vista l'estrema difficoltà di alcuni riff... |
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Più che Thrash o Groove io direi Metalcore. Detto ciò, Concordo con lux chaos. |
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@ Matocc: si l'ho letto, dispiaciuto di non avervi potuto partecipare visto il calibro delle band presenti il Day 4 (e sarei venuto tra gli altri proprio per i LOG perchè mai visti, sigh).....scaletta da paura e grande esibizione per loro, il tutto confermato dal tuo commento finale  |
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@ Macca: beh non è un segreto che io adori i LOG (a proposito hai letto il mio live report del Gods of Metal 2012 dove parlo anche del loro concerto?) fortunatamente mi è stata assegnata questa rece e sono stato ben felice di scriverla, provando a fare del mio meglio (anche se uno poi pensa sempre che il risultato finale avrebbe potuto essere migliore) cmq sono contento che ti sia piaciuta  |
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Uno dei loro dischi migliori. Boot Scraper mi fa impazzire. |
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Belin Matocc dopo Sacrament ci hai preso gusto con i LOG eh??? Bella rece per un grande classico della band. Thrash o non thrash chi se ne frega, è una piccola perla che ti si pianta ai 100 all'ora dritta negli incisivi |
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@ Theo: per me Vulgar Display of Power è oltre il 95, ha fatto Storia... @ Sonny: denghiu  |
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Fantastico disco, per me un futuro classico del metal. |
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voto corretto per il miglior album degli agnellini, uno dei dischi più significativi dello scorso decennio |
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ottimo lavoro di una grande band! non il massimo in originalità ma difficile smettere di ascoltarli! |
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Ah dimenticavo, l'album comunque è ben fatto... Ispirato, più degli ltri e forse il migliore... Ma manca quel quid, come dice giustamente Lux Chaos, che sposti le loro canzoni dal "buono" al "geniali", come per esempio per me "Cowboys From Hell" dei Pantera. Poi ognuno i suoi gusti mio voto: 78 |
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Album godibile, loro però non li ho mai adorati... Ma 85 lo vedo, personalmente, un voto fuori portata. Per me loro, l'eccellenza non l'hanno mai raggiunta. L'85 lo tengo (sempre parere mio, eh) per "Vulgar Display Of Power" degli indimenticati (spero) Pantera... Altra caratura, ma visto che siamo in tema... |
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Fra questo e le ultime prove ci sta un abisso, ottimo lavoro, potente, incazzato e con un Randy brillantissimo, allora sì che erano una sorpresa. |
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Secondo me thrash va bene come definizione...comunque, grandissimo disco questo, originale e geniale, il loro lavoro migliore insieme a AOTW. Un album da 90 per me. |
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7
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Ribadisco la mia opinione già precedentemente espressa su questo gruppo: secondo me i lamb sono dei grandi "manovali" del metal che picchiano come fabbri, ma un po pallosi e prevedibili dopo un po...trovo delle canzoni molto buone su quest'album e su ashes of the wake, ma manca sempre quel tocco di genio (che avevano i pantera, ad esempio, visto che da molti sono considerati come i loro eredi naturali) che trasforma una canzone buona in una canzone della madonna....gruppo discreto |
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6
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Mah,chissenefrega del genere,ma se Pantera e Machine Head sono da sempre considerati thrash,non vedo perchè non debbano essere considerati altrettanto Lamb of God e Chimaira |
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5
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Il miglior disco dei Lamb of God per me, decisamente superiore alle ultime prove. |
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Bah... Non e' che se avessimo messo groove metal la definizione sarebbe stata piu' calzante. Fossilizzarsi sul genere cambia poco della sostanza, visto che siamo proprio sul crinale. |
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thrash? all'epoca ascoltai diverse volte il disco, piacevole, ma il thrash è un'altra cosa... |
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2
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Una gran bella band, una delle poche che (secondo me) non ha mai sbagliato un album! Bel lavoro recensore  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Ruin 2. As the Palaces Burn 3. Purified 4. 11th Hour 5. For Your Malice 6. Boot Scraper 7. A Devil in God's Country 8. In Defense of Our Good Name 9. Blood Junkie 10. Vigil
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Line Up
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Randy Blythe (Voce) Willie Adler (Chitarra) Mark Morton (Chitarra) John Campbell (Basso) Chris Adler (Batteria)
Musicisti Ospiti Chris Poland (Chitarra su traccia 3) Steve Austin (Scream su traccia 4) Devin Townsend (Chitarra su traccia 7)
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