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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 15451 letture )
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Dopo gli ottimi riscontri dei due dischi precedenti (As The Palaces Burn e, soprattutto, Ashes Of The Wake) nel 2006 i Lamb Of God, band ormai esperta e matura, si ritirano in studio per diversi mesi decisi a tirare fuori il meglio di se stessi. Il risultato che ne scaturisce è un ottimo prodotto, in cui si nota rispetto al recente passato un grande miglioramento a livello di produzione, riscontrabile sia nel sound (gli strumenti suonano in maniera molto chiara e ben bilanciata) sia nel cantato di Randy Blythe (il quale in un’intervista dell’epoca dichiarò di essersi impegnato al punto di lamentare continue emicranie e nausee).
Caratterizzato da un artwork cupo, rappresentante alcune ostie ai piedi di un calice su sfondo a motivi clericali, Sacrament -quinta fatica dei Lamb Of God- si apre con Walk with Me in Hell, un brano opprimente e sulfureo, dal riff lento e cadenzato -tanto per rendere l'idea, l’effetto è paragonabile a South of Heaven dei connazionali Slayer- capace di schiacciare con la sua pesantezza l’ascoltatore e trascinarlo in una spirale di oblìo e disperazione; pregevole il solo di chitarra, che ben si adatta alle lugubri atmosfere di questa opener. Il disco trasuda malvagità da ogni solco anche grazie al cantato malato di Blythe, esso infatti si sposa perfettamente con i testi alienanti e rabbiosi degli undici brani e, al solito, l’interpretazione del vocalist trova l’ideale accompagnamento nelle inquietanti parti musicali, ora veloci e furenti, ora più lente e claustrofobiche. Non mancano nemmeno episodi con sonorità southern, che richiamano alla memoria i Pantera (da sempre grande fonte di ispirazione per il combo proveniente dalla Virginia); ne è un ottimo esempio Redneck, in cui il drumming preciso e martellante di un Chris Adler davvero sugli scudi e le schitarrate furiose del fratello Willie in coppia con Mark Morton danno vita a uno dei loro cavalli di battaglia, irrinunciabile nei live (divertentissimo il video nel quale la band viene contattata dalla tipica “famigliola felice americana” per suonare alla festa di compleanno della figlioletta, con le conseguenze che ben si possono immaginare…)
È evidente come in questa release proprio la coppia di asce sia maggiormente valorizzata, con il risultato di una grande varietà sia per quanto riguarda le serratissime ritmiche che per i pregevoli assoli. L’ascolto procede comunque senza intoppi, le canzoni hanno grande personalità e forza e non si individuano tracce deboli o filler noiosi; impossibile non provare un senso di inquietudine durante Descending o non abbandonarsi all’headbanging più sfrenato con i riff assassini della coinvolgente Forgotten (Lost Angels), due validi esempi delle capacità compositive del quintetto americano.
Concludendo, il disco in questione è il risultato di un percorso di maturazione intrapreso dalla band album dopo album; come già detto la produzione ed il mixing –nuovamente affidati a Machine- qui hanno raggiunto un livello elevatissimo. La batteria ha giustamente un ruolo di primo piano -in particolare è molto in evidenza la doppia cassa, davvero straripante- e quindi l’ottimo lavoro del fenomenale Chris Adler, adeguatamente completato dal basso di John Campbell, è valorizzato appieno, così come sono ben distinguibili le chitarre; proprio a proposito di queste ultime, si ha la sensazione che finalmente si dia più spazio alle parti solistiche rispetto alle altre release e, quindi, ne beneficia anche il songwriting, molto più variegato e complesso se paragonato coi precedenti lavori della band. Ma è forse nelle parti vocali di Randy Blythe che troviamo le innovazioni più grandi: esse, oltre che a risultare più comprensibili che in passato, vengono impreziosite dall'utilizzo sapiente di filtri ed effetti vari, cosa che dà alla già ottima prestazione del frontman un valore aggiunto.
Sacrament è considerato una delle migliori uscite metalliche del 2006 nonché tra gli apici compositivi raggiunti dai Lamb Of God; sicuramente è l’album dove più si può notare il cosiddetto “salto di qualità” grazie a una maturazione generale di tutte le parti coinvolte. Ne consiglio vivamente l'ascolto, non ne rimarrete delusi.
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VOTO LETTORI
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85.68 su 145 voti [
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16
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Per me un disco eccezionale, non il migliore (che per me è Wrath) ma è bellissimo. 88, come da recensione. |
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15
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L'unico disco che mi piace dei Lamb of God, gli altri gli trovo troppo prolissi e "fermi", parere e gusti miei sia chiaro! Non è un capolavoro, ma un disco che si lascia ascoltare e non annoia... voto 80 |
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14
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Band probabilmente all'apice della forma, grande prova di Blythe e Adler sempre strepitoso!!! E poi "Redneck", mamma mia... |
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13
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9+ dato con generosità. Un bel prodotto, specie per la saturazione, il suono evoluto ma con buoni richiami al passato. Un'atmosfera che finalmente ha saputo coinvolgere bene anche il basso e tutti gli altri (vedi assolo Walk With Me In Hell). Ottimo disco |
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12
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Un disco ottimo, il più "oscuro" dei Lamb of God se vogliamo. Un gradino sotto il capolavoro Ashes of the Wake, allo stesso livello degli eccellenti As The Palaces Burn e Wrath, otto pieno |
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11
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Ashes of the wake è il loro capolavoro anche secondo me. poi sono venuti dei buoni album ma sono in calo... |
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10
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Ma sono l'unico a pensare che questo sia uno dei dischi meno belli dei LOG? Non credo per niente che si tratti dell'apice compositivo della band, anzi, mi sembra piuttosto l'inizio della fase "scarsezza di idee" proseguita con Wrath e Resolution...bei dischi certo, ma As the Palaces Burn e Ashes of the Wake sono i loro veri capolavori per quanto mi riguarda. Opinione personale, ovvio. |
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9
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Bella la prima oserei dire  |
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8
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E da dove scappa fori sta' rece ? Grandissimo Matocc  |
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7
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@ tutti: grazie mille gente! ora sono "redazionalmente sverginato" anch'io  |
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6
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Inizio incoraggiante! benvenuto Matocc!  |
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5
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Benvenuto Mattocc! Buona rece!  |
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4
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Album bellissimo. Ciao Matocc sono contento che tu sia dei nostri. |
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1
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Benvenuto dall'altra parte, Matocc  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Walk with Me in Hell 2. Again We Rise 3. Redneck 4. Pathetic 5. Foot to the Throat 6. Descending 7. Blacken the Cursed Sun 8. Forgotten (Lost Angels) 9. Requiem 10. More Time to Kill 11. Beating on Death's Door
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Line Up
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Randy Blythe (Voce) Willie Adler (Chitarra) Mark Morton (Chitarra) John Campbell (Basso) Chris Adler (Batteria)
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