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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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The Black Crowes - Shake Your Money Maker
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( 5530 letture )
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Formatisi ad Atlanta a metà anni '80 con il nome di Mr. Crowe's Garden e guidati dai fratelli Robinson, dopo vari avvicendamenti in line up decidono di cambiare definitivamente il proprio moniker in The Black Crowes nel 1989, dando alle stampe l'album di debutto l'anno successivo. Fin da subito appare chiara una cosa: i Corvi Neri sono perdutamente innamorati della musica blues col suo carico di passione e sudore, con la sua anima disperata e le sue atmosfere calde e umide, e questo lo si capisce fin dalla prima nota di Shake Your Money Maker. La cover in versione hard rock del brano di Otis Redding Hard to Handle li fece esplodere ponendoli all'attenzione del pubblico statunitense, permettendo così agli amanti del genere di scoprire uno degli act più promettenti e dotati di fine XX Secolo, e di conseguenza di riconoscere loro il meritato successo, suggellato dalla partecipazione dei Nostri al Monsters of Rock 1991 in compagnia di band leggendarie quali AC/DC e Metallica.
Le plettrate iniziali di Twice As Hard, di chiara matrice Zeppeliniana, ci fanno già capire tutto: qui si suona col cuore, senza badare a finezze e orpelli vari e la voce quasi "sgraziata" di Chris Robinson è il mezzo perfetto per veicolare tale messaggio; un brano che ti entra dentro e ti fa fare un salto indietro nel tempo. I Black Crowes sembrano aver consumato a furia di ascolti gli LP di band quali The Faces e Rolling Stones di inizio 70's (e in particolare di Exile on Main St.): Jealous Again sembra infatti uscita dalle session di Tumbling Dice e Soul Survivor, mentre c'è qualcosa di Rip this Joint nell'incipit di Thick n' Thin, dando la netta impressione che i Robinson Bros abbiano una sincera venerazione per i lavori del "periodo americano" di Jagger & Co, ma non fraintendetemi: non siamo di fronte a dei doppioni senz'anima, i brani brillano di luce propria e mostrano le indubbie capacità dei musicisti coinvolti sia sul piano esecutivo che su quello compositivo. Sister Luck è caratterizzata, nella seconda metà, da un bel refrain "a scalare" di chitarra arricchito dal pianoforte sempre presente del guest Chuck Leavell il quale, come un novello Nicky Hopkins (tanto per rimanere in tema Stones) traccia nell'aria, con i tasti d'avorio, note ispirate che ci cullano come onde; uno dei brani più caratteristici del platter -e anche uno dei miei preferiti. Struttin' Blues è scatenata nel suo incidere hard rock e si giova di un paio di solos e di un riffing degni di Angus Young; Could I've Been So Blind ha una verve contagiosa e un ritornello che una volta ascoltato non si scorda più, mentre la pacata Seeing Things sembra un blues di Joe Cocker -con tanto di coro femminile a tinte gospel- e quell'"oh yeah" finale così spontaneo, da vero soulman, unito all'organo in sottofondo trasmette appieno tutto l'ardore e il sentimento riversati in questo album: in certi momenti sembra quasi di essere immersi in un paesaggio composto da campi di cotone e sconfinate distese di mais sotto un immenso cielo blu. Nella magnifica She Talks to Angels il testo ci racconta le sensazioni, le menzogne e -perché no- i trip di una tossicodipendente aumentando il pathos della song stessa, uno dei pezzi più ispirati del disco: molto riuscita anche la versione acustica di questa toccante ballad. La bonus track Don't Wake Me sembra appartenere al repertorio degli Aerosmith -altra band alla quale furono paragonati i Black Crowes, e scusate se è poco- mentre alla fine del disco si sente in lontananza un soffuso e brevissimo blues che verrà riproposto in maniera più completa in sede live, la dimensione in cui più si trova a proprio agio questa fantastica band, famosa per gli interminabili concerti che sfociano in vere e proprie session improvvisate.
Niente filler qui, solo ottime canzoni dalla forte personalità e una band con l'attitudine e il carattere per interpretarle nel migliore dei modi possibili, per quello che risulta essere un riuscito tributo alla propria terra, alla propria cultura e in definitiva alle proprie radici; ciò a dimostrazione del fatto, se ancora ce ne fosse bisogno, che la musica è un messaggio universale indirizzato a tutti e da tutti recepibile. Un sound sporco, grezzo, marcatamente southern e dannatamente blues, per niente innovativo e che anzi non si vergogna di pescare a piene mani nel passato musicale dei Mostri Sacri della musica soul e del rock; di più, i cinque georgiani queste sonorità ce le sbattono in faccia sbandierandole con orgoglio tipicamente sudista, facendone il proprio vessillo. Shake Your Money Maker non sembra neppure un disco d'esordio, dando l'impressione invece di esser stato partorito dall'affiatamento di un gruppo esperto e navigato: da avere e da ascoltare ciclicamente.
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Per me un disco fantastico!! Sister Luck il mio pezzo preferito.
Ogni volta che sento questo album mi domando come mai tutti i gruppi definiti Hair - Glam di Los Angeles non abbiano seguito questo percorso anziché (come fecero alcuni) sciogliersi direttamente o tentare maldestramenti di fare Grunge...
Non mi riferisco proprio a tutti tutti i gruppi ma ad alcuni in particolare che proponevano roba più Sleaze tipo L.A Guns, Faster Pussycat, Spread Eagle, Dogs Damour e Quireboys oppure altri che erano sempre caratterizzati da una forte componente blues tipo Great White, Tora Tora e Badlands. |
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Anch'io sono uno di quelli che li ha scoperti al Monster, ed essendo già freak'n'mountalns e fan assoluto del Southern, fu x me una graditissima sorpresa. Catturarono il pubblico con un'atmosfera di altri tempi. Debutto sontuoso x una Band che da quel lontano giorno mi ha sempre accompagnato. Peccato che i fratelli ROBINSON abbiano litigato in continuazione e anche pesante, nella loro carriera, xchè il loro talento quando sono uniti, è davvero elevato a potenza. |
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Un mio ex amico che riteneva i Rolling Stones i migliori, mi diceva all'epoca dell'uscita di questo lp che era dai classici della suddetta band che non sentiva rock simile. hard to handle, maneggiare con cura |
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Appunto duke è una [niente offese gratuite, grazie], ti tengo d'occhio |
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C'è qualcosa che non va, Duke e Obscure non possono apprezzare lo stesso disco, a me piace leggere quando si punzecchiano, uno calmo calmo l'altro con toni da appassionato profeta del metal  |
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20
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Disco epocale. Come @metalshock li vidi in quel storico monster.
Grandissima band sia da studio che live. 90 |
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19
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che bel disco.....ricordo quando usci.....bei tempi..... |
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E bravo il nerazzurro, sottoscrivo ogni parola del tuo commento. Io li vidi per la prima volta al Monster of rock con Ac/Dc e Metallica, quando ancora qui non li conosceva nessuno....sublimi. |
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17
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Anno 1990. Immancabile band nella propria musiteca. Quando li scoprìi, provai una sensazione da pelle d'oca, incredulo, con un ghigno beffardo di compiacimento...avevano fatto colpo subito, per me erano già entrati nella storia del "rock and roll hall of fame" del mio cuore, non so quante volte negli anni li avrò ascoltati, perchè difficile sentire una band affiatata e di così qualità già dall'inizio come navigati da sempre a saper far benissimo quello che sanno fare, dopodichè non ho potuto resistere di andarli a vedere in seguito, per vedere l'effetto che mi avrebbero fatto dal vivo se ricambiato come su disco. La cosa che più stupisce, è provare attenzione a ogni pezzo dall'inizio alla fine, non c'è una traccia debole, il tempo vola con loro. Sono riuscito a vederli solo una volta, anni fa...mi sono divertito molto, ho ancora la pelle d'oca solo al pensiero, prima fila sulla transenna averceli davanti a due passi ad altezza uomo, clima festoso e pubblico molto molto coinvolto, pienone assurdo, vietato stare fermi...Memorabile...uno dei migliori live che ricordo a memoria tra tutti quelli che ho visto...e sono innumerevoli. Grandy Black Crowes, bravissimi musicisti. Mitici i fratelli Robinson. Se vi piace il Southern blues mischiando la linfa soul rock con organo e vari strumenti e sonagli e tanto, tanto spirito libero, questo fa per voi...Immancabile per chi ama il rock. Voto: non meno di 95 |
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16
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Il primo album della famosa Southern rock band.e subito capolavoro.grande la cover di Otis Redding! |
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15
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All'epoca ce ne voleva di coraggio per uscire con un album del genere. Ebbero ragione loro. 80 |
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14
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Shake Your Money Maker C-A-P-O-L-A-V-O-R-O ASSOLUTO punto e basta, voto: 110 e lode/100 fatelo vostro vi prego. |
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13
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Anch'io li vidi al MoR (ma non era il 91?), già in transenna...e non vedevo l'ora che finissero...dopo c'erano i Queensryche, i 'Tallica, gli Ac/dc... |
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12
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Grandi. Il meglio arriverà con i seguenti due ["The Southern Harmony..." e "Amorica"] |
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Mi ricordo di averli visti al Monsters Of Rock nel 92 a Modena, dove erano totalmente fuori contesto, ma furono molto fighi. Da allora ho cominciato a seguirli. Gran debutto, ma il meglio deve ancora venire! |
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10
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DISCONE album da palati fini e orecchie millimetrate;o) |
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9
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grandissimo rock-blues..enormi |
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8
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Un debutto da leccari le orecchie. E non è nemmeno l'apice della loro carriera, che continua alla grande senza alcun calo creativo. |
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7
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Tra l'altro mi fa piacere vedere che incontrino i favori di molti, meritano davvero tanta attenzione i due fratelli Robinson! |
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Li ho scoperti circa un mese e mezzo fa, e da allora non smetto di ascoltare quest'album ed i successivi almeno una volta al giorno; è stato un impatto folgorante! Sono davvero dei mostri. Voto: 95 |
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5
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Grandissimo album di una band fantastica. Un disco suonato da Dio composto da brani eccezionali, uno più bello dell'altro. Uno tra i migliori dischi di tutta la storia del rock, di qualsiasi genere. |
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4
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Debutto col botto. Nel momento di massima gloria per l'hard glam questa band sudici rockers innamorati del southern, dei Rolling Stones e dei Faces, come della Motown e del rock'n'roll, uscirono con un disco clamoroso, zeppo di canzoni grandiose che sono attuali oggi, come quarant'anni fa, come tra cent'anni. Grande partenza per una band che avrebbe scritto ancora pagine importantissime con gli album successivi. Da avere. |
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3
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Io gli metto un bell'85, è tanto che non lo riascolto ma dai miei ricordi è ottimo. |
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Il mio preferito della band, un 90 ci sta tutto. |
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CAPOLAVORO!La rinascita di certo Rock/Blues venato di Southern,disco meraviglioso,suonato da dio,con cuore ed immacolato talento!Voto 95! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Twice As Hard 2. Jealous Again 3. Sister Luck 4. Could I've Been So Blind 5. Seeing Things 6. Hard to Handle 7. Thick n' Thin 8. She Talks to Angels 9. Struttin' Blues 10. Stare It Cold 11. Don't Wake Me (bonus track) 12. She Talks to Angels [Acoustic] (bonus track) 13. Live Too Fast Blues/Mercy, Sweet Moan (unlisted track)
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Line Up
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Chris Robinson (Voce) Young Rich Robinson (Chitarra) Jeff Cease (Chitarra) Johnny Colt (Basso) Steve Gorman (Batteria)
Musicisti Ospiti Chuck Leavell (Piano, Organo) Brendan O'Brien (un "potpourri" di strumenti) Laura Creamer (Cori)
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RECENSIONI |
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