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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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Fear Factory - Re-Industrialized
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27/08/2023
( 2504 letture )
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Your life is not a dream / The fading lights unforeseen / Find the Time to Comprehend / One less Prelude to the End…
Se Mechanize rimetteva in pista i Fear Factory con furia e piglio thrash e Genexus riscopriva le melodie groove e la malinconia di Obsolete, il sottovalutato The Industrialist (2012) si poneva a metà strada, con il duo Burton C. Bell/Dino Cazares alle prese con una formazione ridotta che non conosceva ancora il talentuoso Mike Heller. La scelta di una drum-machine, sebbene curata nei minimi dettagli, non aveva impressionato all’epoca, spogliando un po’ un album potenzialmente letale, carico di idee e corredato da una storia sci-fi davvero ben scritta. Programmato per il decennale ma slittato di un anno, ci arriva tra le mani il nuovo formato chiesto a gran voce dai fan: Re-Industrialized si presenta nella veste 4K che avrebbe dovuto avere fin dal principio. Problemi relativi a tempistiche e marketing avevano fatto si che la versione definitiva non fosse veramente completa. Così, Re-Industrialized entra sul polveroso campo di battaglia con Mike Heller dietro al drum-kit e il guru Greg Reely che si occupa del nuovo mix. Il risultato? Scopriamolo insieme.
The Industrialist riportava in auge il lato industrial della band, pescando dal bagaglio fantascientifico del co-fondatore Burton C. Bell, che per l’occasione aveva creato una vera e propria graphic novel dedicata all’evoluzione di un robot. Prospettive capovolte e percezioni alterate: niente umani contro macchine quindi, ma una macchina stessa che prende coscienza e cerca di capire e carpire i valori dell’umanità, rimanendo inevitabilmente delusa e danneggiata. L’opener nonché title-track è una perla nostalgica di oltre 6 minuti, che ci fa immedesimare nel mood della storia grazie a un’introduzione da pelle d’oca, tra narrazione, freddi synth e piglio cinematografico. Questa volta, la doppia-cassa di Mike Heller fa il suo lavoro, trasformando la canzone-monolite di punto in bianco. Talvolta uno strumento, un mixing adeguato e una nuova veste possono fare miracoli: Re-Industrialized ne esce rinvigorito nella forma e nella sostanza. Non ci sono più passaggi a vuoto o problemi di setlist, e questa peculiarità è garantita dall’inserimento dell’epica Enhanced Reality poco prima dei titoli di coda. Il brano capolavoro, pubblicato come bonus qualche anno fa, riprende la sua posizione ideale, andando a concludere il suono e il significato originario di The Industrialist nel migliore dei modi. Ciò che mancava in precedenza viene colmato e definito, e anche i vecchi singoli A New Messiah e la thrashy Recharger acquistano valore, verve e tiro. Neanche a dirlo, le chitarre ora taglienti ora ribassate di Cazares sono perfettamente a fuoco. Una pioggia di piombo e riff si abbatte su di noi senza soluzione di continuità, mentre il basso viene ulteriormente valorizzato e la batteria assume tratti umani e toni più caldi.
Reaching out for the Unknown / Across the Darkness of your Soul / Vanishing Space and Time / Of all the Memories of your Mind…
Le belle melodie di Burton C. Bell vanno a braccetto con il tocco extra-mondo di Rhys Fulber , mentre la potenza di God Eater, Virus of Faith e Difference Engine ci spettina senza permesso con l’arci-noto andirivieni melodico/aggressivo, tra citazionismo storico e interessanti innesti moderni. La prima, in parte ispirata dal videogame BioShock, è un potente masso cibernetico dal savoir-faire drammatico, mentre la seconda è un ritorno universale alle sonorità di Demanufacture , grazie al codino/trademark di pianoforte che come sempre riprende il tema ricorrente di Pisschrist, tra poetica futuristica e brividi nostalgici. Solitamente, le riedizioni sono belle ma non ci convincono a spingerci oltre, cambiando idea su alcune soluzioni o -in generale- sul giudizio dello stesso album. In questo caso, in via del tutto eccezionale, ci troviamo davanti a un’idea nata anni fa per volere dello stesso Cazares e dei bramosi fan. Niente di più azzeccato, con un album che si incastona perfettamente tra le gemme Mechanize e Genexus ma -esattamente come un T-800- ricompare undici anni dopo per riproporsi in pompa magna, proteggendo l’umanità dai pericoli. Se i difetti li conoscete già (Disassemble è piacevole ma un po’ manieristica e ancorata a Mechanize), lo stesso non possiamo dire del finale della faccenda, dove i circuiti dell’Industrialista vengono esposti per quello che sono: Religion is Flawed Because Man is Flawed, Enhanced Reality e Human Augmentation chiudono con un trittico tutto sussulti e smanie malinconico-apocalittiche. Si inizia con una insolita strumentale introspettiva e sinfonica che sfocia nella sopracitata Enhanced Reality , atmosferica e incredibilmente toccante (alla pari di Expiration Date e Timelessness, per intenderci) chiusura “ alla Fear Factory “ per stile ed eleganza cinematografica.
Live for Today / Or Fade Away / Live for Today / Or Fade Away…
In barba agli scettici, Re-Industrialized è un’operazione riuscita al 100%, che ci permette di riapprezzare il passato aggiungendo qualcosa di nuovo. Non perdetevi l’edizione doppio CD con bonus track, remix e alcune interessanti cover.
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13
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Possiedo sia Mechanize che the industrialist e posso dire che la potenza e certi passaggi atmosferici mi riportano indietro nel tempo.
Però i primi 3 album sono insuperabili secondo me, perfino Concrete nel suo essere grezzo è superore ai 2 sopracitati.
Darei 75 a tutti e 2!!!!! |
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12
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Boh, ci vuole così tanto a preparare un EP come fanno tutti al giorno d\'oggi? Tanto ormai la formula è quella scritta al commento #10 Certo loro non sono nuovi ad uscirsene con queste riedizioni, ma qui hanno praticamente ri-registrato un album proveniente dal periodo più mestierante della loro carriera. Farlo su un album trascurabile come questo è una perdita di tempo, almeno per me. Per una batteria, poi... |
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11
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Madonna oh Carmine, che pressa... Hanno preso Milo Silvestro letteralmente da 6 mesi, dagli tempo di lavorare! Nel frattempo stavano già lavorando su questo, mi pare ovvio. |
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10
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Per poi sentire ancora i lamenti trr trr trrrrrrrr trr trr trr trrrrrrrr |
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9
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I problemi di sto disco non sono la strumentazione o la produzione in generale... ma le canzoni. Ci sono sicuramente tre/quattro pezzi godibili, ma onestamente io lo misi via dopo poco. Il periodo creativo e sperimentale di questa band si è esaurito da un pezzo, e le ultime uscite sono dei palesi rimaneggiamenti. Trovo incomprensibile tutta st\'attenzione per una riedizione che ha lo scopo di accontentare i collezionisti... Cazzo, hanno preso un nuovo cantante, facciano qualcosa con lui al microfono... |
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8
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All\"inizio ero stranito, di solito quando c\'è una ri-rregistrazione è per puro scopo commerciale. ma leggendo la recensione e informandomi meglio penso sia stata la scelta più giusta, ridare spessore ad un album che non è riuscito a spiccare il volo come i suoi fratelli Mechanize e Genexus. Se nella versione originale aveva del potenziale, qui invece sfrutta quel potenziale grazie ad una produzione più curata e un batterista che fa il suo lavoro per bene. I pezzi che mi hanno preso prima e mi prendono tutt\'ora sono la doppietta Recharger e New Messiah, Virus of Faith e Difference Engine mentre l\'opener e Disassemble tanto di cappello. E con sorpresa scopro che quel capolavoro di Enchanted Reality proveniva da questi album, ora ha tutto un senso! 80 voto più che giusto anzi famo 82 che mi ha preso molto di più da come mi immaginavo |
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7
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Anche meglio dell\'originale, che già cmq era un gran bel disco, come del resto un po\' tutta la discografia dei FF. |
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6
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Wow, non avevo proprio idea che avevano questo disco in canna. Me lo ascolterò al più presto, grandi FF. |
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5
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PS recensione perfetta. |
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4
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Comprato in vinile. Molto bello. 80. Straconsigliato. |
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3
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@DraKe:
In parte alla produzione e alla nuova veste nel suo complesso, certo. Considera inoltre che 65 era un po’ basso, e aggiungi tranquillamente 8/10 punti solo per “Enhanced Reality” che da un significato completamente diverso alla scaletta. |
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2
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Questo remake non me lo aspettavo! Facile che me lo procurerò. Ma il voto da 65 a 80 è solo questione di produzione o hanno rifatto gli arrangiamenti? |
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1
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Concordo in pieno con la recensione e con il voto.
Ricordo che la drum machine, sebbene fosse programmata benissimo, faceva trasparire diverse imperfezioni.
The industrialist in Re-industrialized forse è la miglior intro in assoluto dopo demanufacture .... quella batteria è qualcosa di epico! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Industrialist 2. Recharger 3. A New Messiah 4. God Eater 5. Deprived Mind Murder 6. Virus of Faith 7. Difference Engine 8. Disassemble 9. Religion is Flawed Because Man is Flawed 10. Enhanced Reality 11. Human Augmentation
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Line Up
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Burton C. Bell (Voce) Dino Cazares (Chitarra, Basso) Mike Heller (Batteria)
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