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CHILDREN OF BODOM - Rolling Stone, Milano, 02/01/2006
04/01/2005 (8170 letture)
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Children Of Bodom, una delle più famose metal band finlandesi e, oggigiorno, anche una delle più richieste dopo il claudicante procedere della carriera degli Stratovarius, lo scioglimento dei Sentenced, l’altalenanza delle fortune degli Amorphis, la formula pur troppo collaudata degli HIM, e così via. Ma anche il 2 gennaio 2006, a differenza di tutti i loro illustri connazionali, i bambini di Bodom sono riusciti a riempire una grandissima sala da concerti, il Rolling Stone di Milano, e a far esaltare tutti i presenti.
Alexi Laiho è cambiato, questa è la cosa più lampante che ho potuto notare appena le luci soffuse sono cambiate dal blu notte al rosso, e i nostri cinque hanno fatto l’entrata in scena. Un ragazzone pieno di amore per la musica, sempre pronto a suonare i suoi pezzi davanti alla folla… eppure diverso. Maturato, forse. L’antico “wildchild” è mutato in qualcos'altro, un uomo che prende con meno spensieratezza la vita, e che non suona più solo per godimento personale. Si concede molto al pubblico, tocca le mani dei fan delle prime file tra un assolo e l’altro, sorride, sputa, fa battute, il tutto in un’aura di serietà celata benissimo dalla maschera rock and roll che si è creato nel corso degli anni, un mantello di esperienza che gli ha concesso di far perdurare la sua immagine attraverso i concerti e gli album e di costituire anche oggi una divertentissima icona del rock-metal.
Ma il piccolo Alexi non corre più come una volta, appare stanco, si atteggia in maniera più composta (a parte una memorabile rotazione della chitarra di 360 gradi in stile Malmsteen), sembra anche meno allenato con la sua sei corde… addirittura beve la birra a sorsetti! La sua stessa band è diversa, ed è qui che, a mio parere, deve essere individuato il problema. I Children sono cambiati anche “attorno” ad Alexi: non sono più i vecchi compagni di scuola e di bevute, e di esperienze comuni nella fredda patria, e delle prime esperienze live assieme. Non vorrei estremizzare il problema, ma secondo me con l’uscita di Kuoppala e l’inserimento di Latvala qualcosa è cambiato. E’ come se ora Alexi dedicasse più amore al pubblico, piuttosto che ai compagni sul palco. E’ come se i suoi musicisti ora gli fornissero più preparazione tecnica e meno intesa personale.
Detto questo, appare chiaro che il nuovo chitarrista ha una marcia in più e che forse, rispetto alla sua esperienza nei Sinergy, nei Children of Bodom è un musicista addirittura sottovalutato e sottoutilizzato, in proporzione alle sue potenzialità. Grande anche la prova del buon vecchio tastierista Warman, in forte contrasto con le pecche esecutive del batterista Raatikainen (le variazioni di bpm all’interno dei brani erano abbastanza scandalose). La tracklist ha dato molto più rilievo alle ultime uscite della band, in particolare a Hate Crew Deathroll (ed il sempreverde Follow The Reaper), mentre Hatebreeder e Something Wild sono sembrati quasi dei capitoli chiusi, nonostante l’importanza che hanno sempre ricoperto nella loro progressiva fortuna nel music business.
Un applauso va anche al Rolling Stone stesso: il suono era ottimo (superiore alle mie aspettative), lo staff pure (lo stage diving è una brutta gatta da pelare quando è intenso come in questo concerto), e il palco era preparato in maniera eccellente, con tre grandi lettere luminose in stile Lenny Kravitz: COB.
SETLIST CHILDREN OF BODOM
01 Living Dead Beat
02 Sixpounder
03 Silent Night, Bo dom Night
04 Hate Me!
05 We’re Not Gonna Fall
06 Angels Don’t Kill
07 Raatikainen solo
08 Bodom After Midnight + Bodom Beach Terror (medley) + Bodom After Midnight (reprise)
09 Follow The Reaper
10 Needled 24/7
11 Warman + Laiho solo
12 In Your Face
13 Hate Crew Deathroll
14 Are You Dead Yet?
15 Latvala solo
--- Encore ---
16 Lake Bodom
17 Everytime I Die
18 Downfall
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