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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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ELVENKING - Poeti, etichette e scambi di energia
19/08/2009 (4027 letture)
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Il Fosch Fest per noi di Metallized ha rappresentato anche l’occasione di intervistare le band partecipanti alla manifestazione bergamasca; dopo l’intervista con i Folkstone è venuto il momento di mostrarvi quella fatta col vocalist Damnagoras ed il chitarrista Aydan degli Elvenking, band che anche in quest’occasione ha ricevuto grandi, e meritatissimi, consensi tra il pubblico. Per il resto non credo che i Nostri abbiano bisogno di ulteriori presentazioni: d’altra parte stiamo pur sempre parlando di una delle band più apprezzate nell’odierno panorama metal italiano.
Qualche veloce scambio di battute sulla situazione del traffico nelle autostrade, e l’intervista comincia…
Khaine: Bene ragazzi, voi avete già un bel pezzo di carriera alle spalle: di sicuro non siete gli ultimi arrivati e, vista la vostra esperienza anche personale, avrete sicuramente raggiunto degli obiettivi che per molti sono quasi inarrivabili. Chi sono gli Elvenking adesso, rispetto a quello che erano una volta e rispetto a ciò che avete raggiunto?
Aydan: Beh, sicuramente una band che ha più consapevolezza dei propri mezzi. Soprattutto nell’ultimo paio d’anni abbiamo suonato moltissimo all’estero, dagli Stati Uniti alla Germania; abbiamo suonato in festival grandi e credo che, sicuramente, la differenza sia nella consapevolezza di essere una band che è cresciuta molto rispetto al passato, sotto ogni punto di vista.
Damnagoras: Certamente da principianti non si ha bene la consapevolezza dell’affrontare album, tour e via dicendo: queste sono le esperienza che ci hanno fatto crescere.
Aydan: Poi alla passione pura subentra una certa “professionalità”, che sta nel proporre le cose in una certa maniera: diciamo che si lavora all’interno della band per cercare di portare un determinato tipo di messaggio all’audience.
Khaine: In Italia ci sono delle persone che provano per la vostra musica un’ammirazione incredibile, tuttavia a me pare di vedere che il vostro nome non ha ancora la forza che viene attribuita ad altre band, come ad esempio i Rhapsody Of Fire o i Labyrinth. Voi, sinceramente, come vi spiegate questa cosa?
Aydan: Questa è una cosa che è riferita soprattutto all’Italia, perché ci è capitato di andare a suonare in Repubblica Ceca o in Olanda per la prima volta e di trovare i locali strapieni, e lo stesso dicasi di Germania e America. Chiaramente la difficoltà dell’Italia penso risieda in un aspetto culturale, nel senso che certi nomi sono anche molto legati a cose mediatiche quali webzine, giornali, case discografiche...
Khaine: Hehe in questo senso ci terrei a sottolineare che la nostra è una webzine completamente indipendente…
Aydan: E’ chiaro, non c’è problema. Però sappiamo come vanno le cose in Italia, è lo stesso discorso che si fa per i festival di grosso calibro: noi non ci possiamo suonare perché non abbiamo l’appoggio delle case discografiche italiane, che magari hanno i contatti giusti.
Giasse: Io però vi ho visti suonare anche in occasioni abbastanza importanti, come l’anno scorso con i Mago De Oz, concerto in cui devo dire che ho notato un atteggiamento da parte della gente assolutamente entusiasta. In quell’occasione ricordo di aver sentito dei commenti estasiati: credo che avete avuto, tutto sommato, l’opportunità di un grande pubblico.
Aydan: Questo penso che sia uno dei nostri punti di forza dal vivo, ossia lo scambio con il pubblico e l’energia che noi vogliamo trasmettere alla gente; il più delle volte funziona, perché la gente la percepisce. Noi vogliamo divertirci!
Giasse: Ecco, questo è un buono spunto per una domanda un po’ cattivella. Quando vi ho visti con i Mago De Oz ho notato questo scambio col pubblico di cui stai parlando, ma onestamente alcuni atteggiamenti mi sono sembrati un po’ artefatti, un po’ volutamente forzati proprio per avere uno scambio col pubblico: è così che succede? Nel senso: pianificate qualcosa prima dell’esibizione o è l’estasi di stare sul palco?
Damnagoras: Beh direi di no, nulla di quello che facciamo sul palco è pianificato –a parte la scaletta e cose del genere. Tutto il resto è proprio così come lo vedi: a noi piace trasmettere qualcosa alla gente, che poi solitamente recepisce questo nostro modo di fare e trasmette a noi la stessa energia che noi trasmettiamo a loro.
Aydan: Diciamo che solitamente in un concerto da headliner, in cui la gente è venuta solo per noi, questo scambio di energia è ancora più forte. Anche questa sera credo che, esattamente come nel caso dei Mago De Oz, avremo delle difficoltà perché veniamo presentati come un tipo di band che, in realtà, non siamo. Penso ci sarà qualche difficoltà nel presentare una band che qualcuno si aspetta inserita in un certo contesto mentre alla fine… non è così! noi non ci consideriamo una band folk metal, abbiamo certamente delle influenze in quel senso ma abbiamo un approccio estremamente metal puro, anche se in molti ci considerano folk.
Giasse: Ma perché tendono a considerarvi folk?
Damnagoras: Eh beh, abbiamo il violino sul palco eh…
Khaine: Anche i My Dying Bride però…. (risate generali, ndr)
Aydan: Che noi adoriamo, tra l’altro… comunque onestamente non lo so; sicuramente abbiamo delle influenze, però…
Giasse: Vabbè, nella melodia qualche influenza c’è, però è chiaro che l’approccio ritmico è metal.
Aydan: Certo, comunque la cosa positiva è che anche in un contesto come quello (si riferisce nuovamente al concerto coi Mago De Oz, ndr) lo scambio con il pubblico è stato molto buono. Poi, sai, in certi contesti può essere meglio ma può anche essere peggio…
Giasse: Si, però non vi sentite costretti in un mondo che forse non è proprio il vostro?
Damnagoras: Beh, noi suoniamo in situazioni come questa così come abbiamo suonato con gli Illdisposed pochi giorni fa.
Aydan: E' vero, possiamo suonare in contesti anche molto diversi, quindi se suoniamo con band death metal non abbiamo alcun problema, nel senso che possiamo comunque cavarcela di fronte ad un pubblico più estremo così come di fronte ad un pubblico più melodico, anche perché abbiamo influenze di gusti personali che variano dal black metal all’hard rock, dal…
Giasse: (sorridendo, ndr) Fuori i nomi dai…
Damnagoras: (con espressione lievemente sorpresa, ndr) Nomi di che genere?
Giasse: Beh di influenze, ma anche di gusti personali…
Khaine: Nomi pop, dai!
Damnagoras: Beh, dai, dal pop al black metal i grandi classici, soprattutto anni ’80 ma non solo, da Michael Jackson a Britney Spears, ai Marduk, ai My Dying Bride, non abbiamo nessuna preclusione…
Aydan: Candlemass, King Diamond, i Van Halen…
Giasse: Beh guarda, tu non ci crederai ma sul mio iPod ho uno degli ultimi pezzi di Raf ed uno dei Deicide. Cioè, questo significa prendere quello che piace indipendentemente dal genere.
Aydan: Assolutamente, anche perché comunque la musica di qualità, che sia grind o pop, è pur sempre buona musica. Chiaramente poi uno avrà delle preferenze verso un certo tipo di sonorità, però ci sentiamo sicuramente in grado di giudicare un buon pezzo pop così come un buon pezzo grind.
Giasse: Il tipico approccio del musicista?
Damnagoras: Si, ma anche come ascoltatore, non per forza come musicista!
Aydan: Esattamente, e penso che nella nostra musica questa cosa si sente, in un certo senso anche a livello di influenze.
Khaine: Bene, il nostro spazio si sta esaurendo quindi direi di passare all’ultimo paio di domande. Voi siete sotto la tedesca AFM Records: come mai un’etichetta straniera? Mi spiego meglio: quando una band italiana firma un contratto con una label estera me ne domando il motivo, dal momento che la distanza può comportare delle grosse difficoltà nelle relazioni personali tra i musicisti e i loro editori.
Aydan: La distanza è sicuramente un problema per noi, nel senso che ci mancano tutti quegli agganci che in Italia ci servirebbero. E’ vero che ce li abbiamo all’estero, però essendo comunque distanti si crea un altro problema, che una band tedesca sotto AFM Records non può avere: sostanzialmente ci manca un contatto diretto. D’altra parte è anche vero che la AFM Records è un’etichetta importante, che ci dà un ottimo supporto e siamo soddisfatti di loro da ogni punto di vista, proprio perché hanno un approccio professionale e di livello.
Khaine: Si intromettono mai nei vostri affari, cercando di spingere per realizzare gli album in una certa maniera piuttosto che in un’altra?
Damnagoras: Assolutamente no, forse magari i primi tempi –quando effettivamente avevamo bisogno di un certo indirizzo- però in linea di massima ti posso dire di no, assolutamente.
Aydan: Tanto per dirti, l’idea dell’album acustico per noi era quella di fare, che ne so, cinque pezzi tipo ep, mentre loro ci hanno supportato spingendoci a fare addirittura un album intero. Inoltre penso anche che, rispetto allo stare con un’etichetta italiana, l’essere su un’etichetta straniera ti fa avere molto più potere all’estero. Magari ne perdiamo un po’ in patria ma fuori abbiamo molte più possibilità.
Khaine: Eh beh, posso bene immaginare... Perfetto: ragazzi, se volete salutare i nostri lettori lo spazo che segue è tutto vostro…
Aydan: Ringraziamo voi di Metallized e tutti i lettori: supportate anche le band di casa, dato che ci sono dei gruppi di qualità assoluta, e se vi va venite a vederci ai nostri concerti!
Autori dell'intervista: Massimiliano "Giasse" Giaresti e Nicola "Khaine" Strangis.
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Ma cazzo... che sputtanamento... ) |
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Luuuuuce che purifichi i miei... no aspetta, questo è Mango! Ebbene si  |
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COOOOSAAA???Giasse con Raf e Khaine con Elisa? |
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Lo so, lo so, Al FoschFest hai rotto i coglioni tutta sera a tutto il banchetto cantando a squarciagola LUCE... già te ne sei dimenticato ??? |
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Hehehe che non si dica che il Giasse e' una persona di mentalita' chiusa eh! PS io sono un fan di Elisa  |
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ah ah ah ah ah ah ah...Giasse che ascolta Raf in IPod !!! che cosa ? Self Control ???? |
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