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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Saxon - The Inner Sanctum
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( 9289 letture )
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A tre anni di distanza dall’ultimo Lionheart e dopo la raccolta di successi The Eagle Has Landed pt.III dello scorso anno, i Saxon, una delle storiche band dell’heavy metal, coloro che nei primi anni ’80 si imposero accanto ai vari Iron Maiden, Judas Priest ed altri, come i maggiori esponenti della NWOBHM, si ripresentano con The Inner Sanctum, loro nuovo album di inediti, e lo fanno mantenendosi sempre fedeli alla loro tradizione e alle loro radici musicali, dimostrando, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che i grandi non hanno bisogno di correr dietro alle tendenze del momento, specie quando sanno ciò che fanno. Così gli inossidabili Byford e compagni consegnano ai loro fans, un album potente, dal ritmo spesso sostenuto e dal sapore epico, come lascia intendere anche la copertina e come conferma l’intro della bellissima opener State Of Grace, brano che poi scorre potente ed epico, fino a che non intervengono arpeggi di chitarra e cori epici a spezzare il ritmo prima dell’assolo che conduce alla parte finale, seguono poi due brani veloci ed aggressivi, Need For Speed, pezzo che riporta allo speed/power ottantiano con Biff che mantiene una buona e costante performance canora, mentre pessimo risulta quel finale di batteria di Glocker, allo stesso modo si apre Let Me Feel Your Power, in possesso di un riffing incisivo e cattivo e di una sezione ritmica rocciosa ed incalzante, in cui Glocker risolleva la sua prestazione, un pezzo devastante che presenta anche un bel refrain aggressivo. Il mid-tempo Red Star Falling non abbandona le sonorità dure e pesanti del potente trittico iniziale, infatti nonostante ritmiche più posate e linee melodiche malinconiche il brano mantiene una buona aggressività, specie in corrispondenza del bel refrain, molto bello poi il lungo assolo posto nella parte centrale del brano, mentre un riff elettrizzante apre I’ve Got To Rock (To Stay Alive), energico e dinamico brano con il quale sembra di esser passati ad un grezzo hard rock alla AC/DC, a cui viene aggiunto un pizzico di quella potenza tipica della NWOBHM, ed anche If I Was You tiene alto il livello della parte centrale di The Inner Sanctum, il brano infatti, roccioso e veloce, con un refrain melodico e grintoso, è un buon esempio di heavy old-school, che farà ripiombare l’ascoltatore in piena era NWOBHM. Si prosegue con la dinamica ed elettrizzante Going Nowhere Fast, che sembra un po’ fare il paio con I’ve Got To Rock, e sono le chitarre di Quinn e Scarrat a spadroneggiare, ma anche Byford si lancia in un’ottima prova, grazie al suo timbro vocale profondo e graffiante, invece con Ashes To Ashes si torna alle rocciose sonorità che contraddistinguono gran parte del lavoro, anche se qui si notano pure cambi di tempo e cori che riportano un po’ al capolavoro Denim And Leather, infine la breve e strumentale Empire Rising fa da preludio alla lunga sfuriata conclusiva di Atila The Humn, tra i pezzi più duri e potenti del lotto, epico e selvaggio nel trattare il temibile condottiero barbaro, grazie ad atmosfere che spesso si fanno cupe e funeste. The Inner Sanctum non è di certo un capolavoro, ma è comunque l’ennesimo buon album di heavy metal britannico sfornato dai Saxon, una release che sembra voler ricordare a tutti, in un periodo in cui il genere metal è sempre più suddiviso in diversi sottogeneri, quali sono le origini e le radici del tutto. Per i nostalgici della NWOBHM, ma anche per coloro che più in generale apprezzano il metal duro e con pochi compromessi.
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VOTO LETTORI
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79.62 su 110 voti [
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12
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Che dire.....Grande Album! Canzoni power, hard rock a tratti epic con riff pesanti e melodici.I\'ve got to rock to stay alive pietra miliare di questo album |
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11
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Red Star Falling è una meraviglia! |
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10
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Rispolverato oggi. Anche a distanza di dieci anni rimane un ascolto più che piacevole, album che insieme ai successivi due (Into the Labyrinth e soprattutto Call to Arms) forma veramente una gran bella tripletta. Voto 82 |
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9
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Non mi piace molto, canzoni violente ma prive di anima, non sono i Saxon che a me piacciono, troppo speed e poca melodia, voto 65 |
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8
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Grande Album mi è piaciuto "moltissimo". 85/100 |
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6
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Gran Album , Biff e soci non perdono colpi . |
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5
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grandioso!iun disco potentissimo atila hun,ashes to ashes e feel your power sono pazzesche!li ho visti anche dal vivo quell anno e sono stati dawero fantastici hanno buttato giu il circolo degli artisti! |
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4
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Sono rimasto sbalordito da questo The Inner Sanctum !!! Una potenza pazzesca, non pensavo mai che questi vecchietti riuscissero a creare un muro sonoro del genere, fatto di qualita', passione, intensita'. Ma avete sentito Let me Feel You Power ? Puttana che bomba ! State attenti alle mura di casa...vi avverto...=) |
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3
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"State of grace" sembra una power metal song o comunque, per chi conosce i vecchi lavori del gruppo, certamente non degna di loro; d' altra parte se vogliono avere un pubblico anche di giovani e giovanissimi devono, loro malgrado, adeguarsi ai tempi. Secondo me, però, dovrebbero restare un pò più fedeli a sè stessi, come i Maiden. |
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2
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Non mi sono mai piaciuti... ho sentito anche questo e non cambio opinione  |
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1
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Un bel dischetto, i Saxon sono sempre i Saxon |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. State of Grace 2. Need for Speed 3. Let me Feel Your Power 4. Red Star Falling 5. I’ve Got to Rock (To Stay Alive) 6. If I Was You 7. Going Nowhere Fast 8. Ashes to Ashes 9. Empire Rising 10. Atila the Huhn
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Line Up
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Biff Byford (vocals) Paul Quinn (guitars) Doug Scarratt (guitars) Nibbs Carter (bass) Nigel Glocker (drums)
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