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Virgin Steele - Seven Devils Moonshine
04/03/2019
( 4953 letture )
Quando si parla di epic metal non si può che pensare a tre gruppi: Manilla Road, Manowar e Virgin Steele. Proprio questi ultimi, che nel corso della loro grandiosa carriera iniziata nel 1981, hanno toccato picchi elevatissimi, come nel caso di Noble Savage, Invictus e The Marriage of Heaven and Hell (Parte 2), ma anche con il più rudimentale Guardians of the Flame risalente ai loro inizi, ci propongono oggi la raccolta intitolata Seven Devils Moonshine.

Con Seven Devils Moonshine i Virgin Steele propongono un box di cinque dischi (di cui i primi tre, quelli che prenderemo in esame, costituiti da inediti e cover), per un totale di cinquantotto canzoni. L’operazione è titanica, troppo corposa e dispersiva, difficile da seguire con attenzione e da valutare. È quasi doloroso ascoltare una raccolta così massiccia di un gruppo così importante e rispettabile, cogliendo più elementi negativi che aspetti positivi, specie considerando l’impegno che sta dietro a questa operazione, che come espresso dallo stesso David DeFeis, cantante e leader del gruppo, non è composta da “scarti” ma da opere completamente nuove, registrate per l’occasione.
Si tratta di un’occasione sprecata perché la voce di David DeFeis, spesso accusata di essere calata e un po’ sparita, è in buona condizione, potente sia nelle parti più basse che negli acuti. Il difetto principale del cantato sta invece nell’ossessiva ricerca di espressività, di coinvolgere l’ascoltatore con urletti e versi ansimanti, che dopo poco si rivelano ripetitivi e prevedibili, diventando quasi fastidiosi. La voce di DeFeis è viva ed espressiva anche senza questi “giochetti”, che invece di rafforzare lo stile del cantato lo rendono quasi caricaturale. Un vero peccato, perché una voce così potrebbe essere usata meglio. Lo stesso discorso vale con il resto del gruppo, che in linea teorica dovrebbe suonare come si deve, ma nella realtà non si avvertono mai picchi eccezionali: l’accompagnamento è piatto e le chitarre sono poco presenti e non escono mai, rendendo il disco praticamente improntato sulle sole tastiere. I suoni non sono bruttissimi, ma sono abbastanza spenti e freddi (questo vale anche per la batteria, forse elettronica). Le sonorità sono orchestrali, ma manca corpo al suono: canzone dopo canzone questo aspetto si fa sempre più notare, rendendo il disco leggero e meno incline all’heavy/epic rispetto ai grandi capolavori dei Virgin Steele.

Parlando degli inediti di Seven Devils Moonshine, l’andamento è nuovamente calante. Si parte con Ghost Harvest (Vintage 1) - Black Wine for Mourning, il primo disco, quello probabilmente più interessante del box: alcuni inediti sono effettivamente apprezzabili, come nel caso di Seven Dead Within, Green Dusk Blues o Psychic Slaughter e Feral, i brani più aggressivi e godibili dell’album, in cui c’è più spazio per la band, piuttosto che lasciar girare il tutto in funzione di DeFeis. Discrete anche le power ballad Justine e Princess Amy, che abbandonano completamente l’epic per lasciare spazio a un qualcosa che si avvicina al rock/hair metal. Ci sono poi le cover di Wicked Game di Chris Isaak e di Little Wing di Hendrix, due tributi ad artisti che hanno ispirato il gruppo e la versione orchestrale di Bonedust tratta da Vision of Eden. Fino a qui non c’è niente da dire: il gruppo suona come si deve, senza momenti memorabili, ma senza commettere gravi errori. Il problema sorge quando si procede con l’ascolto dei due dischi successivi, Ghost Harvest (Vintage 2) - Red Wine for Warning e Gothic Voodoo Anthems, tempestati da cover e versioni orchestrali di vari brani dei Virgin Steele. A questo punto poteva essere più sensato accorpare le cover in un album apposito, i remake in un altro e gli inediti in un disco dedicato ad essi, seguendo una divisione più logica (in parte seguita a dire il vero), che non puntare allo spalmare un po’ di tutto su tre dischi come succede in Seven Devils Moonshine, e quindi, per esempio, crearne uno portante e due “secondari” da collezione. Tra una cover di No Quarter dei Led Zeppelin, Nutshell degli Alice in Chains e Sister Moon di Sting ci si perde, non riuscendo a seguire la proposta dei Virgin Steele: sicuramente si tratterà di tributi sentiti ad artisti di grande valore che hanno influenzato il gruppo, ma messa così perde di mordente: troppi brani, troppo simili (se pur sempre marchiati dallo stile di DeFeis), troppo disordinati. Lo stesso discorso vale per i rifacimenti orchestrali dei vari brani dei Virgin Steele, in gran parte collocati nel terzo disco Gothic Voodoo Anthems: troppo scollegati alle varie cover, volendo ben realizzati, ma alla lunga ripetitivi e noiosi.

Non è facile tirare delle conclusioni su Seven Devils Moonshine: considerandolo come un prodotto rivolto ai fans del gruppo, si può quasi consigliare, ovviamente ricordando di abbassare le aspettative prima di farlo partire. Qualcosa di buono lo si può trovare, specie nel primo disco di inediti, per il resto i suoni sono troppo poco consistenti e sembra non essere stato fatto un lavoro di selezione nella costruzione della tracklist: anche una band con l’esperienza dei Virgin Steele deve saper resistere all’istinto di buttare tutto dentro puntando sulla quantità, che non sempre vuol dire qualità (e comunque la qualità non sempre basta per far funzionare un disco così prolisso, quasi sconclusionato). Per chi invece vuole avvicinarsi all’epic metal e ai Virgin Steele consigliamo di dare la priorità ai vecchi lavori, partendo dai primi: lì la musica è su altri livelli sotto tutti gli aspetti, per ispirazione e qualità. Detto ciò i Virgin Steele escono vivi da questo non particolarmente riuscito Seven Devils Moonlight: un box rivolto agli estimatori e personalmente non ci sentiamo di considerarlo un passo falso così rilevante da non dare più speranza alla band. Volendo possono ancora dire la loro, utilizzando meglio la loro esperienza e le loro capacità, che comunque si fanno ancora notare, magari lavorando su opere più compatte, più concentrate su un concept o con almeno un’idea di fondo, più equilibrate tra elementi sinfonici e il lato metal che qui è venuto un po’ a mancare.



VOTO RECENSORE
54
VOTO LETTORI
42.55 su 18 voti [ VOTA]
IO
Sabato 16 Marzo 2019, 18.42.54
28
tra un po' per qualcuno è roba buona pure sta monnezza... vabbeh...
Papa Razzingher
Mercoledì 13 Marzo 2019, 13.25.51
27
Povero pazzo...un talento ormai alle ortiche...
Harlan
Giovedì 7 Marzo 2019, 22.57.08
26
Se vuole continuare a mantenere in vita i Virgin Steele, Defeis deve fare un album strumentale. Niente via di mezzo. E' inammissibile che uno come lui, dotato probabilmente di una dele voci più belle e potenti dell'heavy metal, si riduca a strilletti, miagolii e vari no sense. Il talento al pianoforte non gli è mai mancato, perchè non andare su quella strada? Ormai credo che gli sia partita la brocca, un egoismo unico sulla produzione di dischi, prodotti male, cantanti peggio, e con fastidiosissime batterie elettroniche (Nocturnes, ridatemi Gilchriest). Questo box l'ho comprato e sentito per intero solo una volta, tolte le ristampe c'è veramente poco da salvare, dico solo che le tracce che sento maggiormente sono le riprese acustiche dei due pezzi dalla seconda parte di Marriage. Riprenditi David, un artista fenomenale come te ce la può fare, ti prego. Ps: Anche io la penso come InvictusSteele, Visions Of Eden è un grandissimo album degno di essere paragonato alla grandezza dei precedenti, The Black Light Bacchanalia seppur leggermente prolisso è cantanto molto bene, in relazione allo stato vocale di Defeis all'epoca (al contrario di Nocturnes), e ha dei testi da paura, poi dopo la cacciata di Gilchriest il nulla totale.
Dani3121
Giovedì 7 Marzo 2019, 22.46.57
25
Speriamo nel prosimo concept,ma gli ultimi anni della band sembrano un tentativo,ben riuscito tra l’altro,di auto sabotaggio,ad ascoltare queste ultime uscite la qualità è peggio che amatoriale,dato che con le tecnologie odierne,con una DAW e qualche plugin si riesce a tirare fuori roba ampiamente superiore come suoni,a questa roba.. Cazzo gli è preso a DeFeis? Pursino è un fenomeno ed ormai nemmeno si sente più...boh. Spero rinsavisca
Graziano
Giovedì 7 Marzo 2019, 13.28.22
24
Penso che nei commenti precedenti abbiate riassunto il nocciolo della questione. Le utlime produzioni Virgin Steele (DeFeis più che altro) trasudano mancanza di professionalità, quasi demo o produzioni al massimo amatoriali. Penso che necessitino di un manager capace che li rimetta in studio con un produttore all'altezza e alle spalle una casa discografica che investa in loro un minimo. Purtroppo l'ego di DeFeis non lo permeterà mai...
smitharch
Giovedì 7 Marzo 2019, 9.17.00
23
* dal loro stile
smitharch
Giovedì 7 Marzo 2019, 9.15.19
22
Grandissima band (per anni la mia preferita dopo gli Iron Maiden) purtroppo in caduta libera da un po' di tempo. David DeFeis è un'artista fenomenale in possesso di una voce unica e inarrivabile (personalmente lo considero il Freddie Mercury del metal) e un musicista visionario come pochi. Purtroppo però ha smarrito la bussola, portando i Virgin Steele ad essere più un progetto solista che una vera band.... basta vedere il ruolo marginale negli ultimi anni di Edward Persino, uso di drum machine, registrazione da demo tape, ecc.... Questo ultimo Seven devils moonshine non l'ho acquistato, ma il poco che ho ascoltato non mi ha preso ed è sempre per i soliti motivi di cui David DeFeis e i Virgin Steele vengono accusati, ovvero: lamenti e miagolii fastidiosi e musica troppo lontana dal stile e dai loro capolavori. Spero nel nuovo album. Confido sia cantato e prodotto come si deve. Forza David.
InvictuSteele
Mercoledì 6 Marzo 2019, 15.30.54
21
Aceshigh tranquillo, ne abbiamo parlato diverse volte, so come la pensi. Nic la tua disamina infatti è corretta, nulla da ridire, e la penso esattamente come te, i VS ormai sono rincoglioniti fortie, sembrano una band amatoriale, non è l'ispirazione che manca, per me DeFeis resta un genio assoluto, ma non so cosa gli sia preso, tra produzioni casalinghe, promozioni da band di provincia, zero esibizioni, cura dei social praticamente assente. E pensare che quasi tutte le band storiche e non, ormai poco ispirate artisticamente, vanno avanti con pubblicità e bella confezione, facendo comunque un buona figura, l'opposto dei VS. Che tristezza.
Nic
Mercoledì 6 Marzo 2019, 15.22.29
20
@InvictuSteele Nella recensione, evitando troppi paragoni con il passato più o meno recente dai Virgin Steele, ho fatto il tuo stesso ragionamento, considerando le raccolte come una pubblicazione extra da prendere a parte. In ogni caso i Virgin Steele secondo me sono veramente allo sbando, non per capacità e tutte le altre cose che ho detto in recensione, ma proprio per il loro modo di lavorare e di promuoversi, cosa che tutti i gruppi che hai elencato perlomeno hanno sempre curato (magari con album artisticamente non al top, na che bene o male funzionano). È proprio quello il peccato dei Virgin Steele: hanno ancora le carte in regola per fare ottimi album, ma puntando troppo sulle idee e poco sullo sviluppo pratico (colpa loro e di chi lavora con loro) secondo me hanno compromesso l'immagine del gruppo. Un vero peccato.
Aceshigh
Mercoledì 6 Marzo 2019, 15.13.30
19
Ah guarda InvictuSteele, sul discorso che nel metal si riscontra spesso il vizio di dichiarare finite le band dopo 2/3 dischi storici (magari addirittura dopo il disco d'esordio) e il conseguente approccio all'ascolto dei nuovi dischi con il preconcetto che per forza "non può essere come ai vecchi tempi".... con me sfondi una porta aperta! Sono d'accordo al 110% con te! Giusto per essere chiaro: non reputo mediocri gli ultimi album dei Virgin Steele, non li reputo capolavori come gli altri album che ho citato; ma non è mica che siccome non lo sono per me... non possano esserlo per qualcun'altro. Anzi, meno male che non la pensiamo tutti allo stesso modo. L'omologazione è 'na gran brutta bestia
Epic
Mercoledì 6 Marzo 2019, 15.06.20
18
A me i VS non mi hanno mai deluso, trovo ogni loro album un miracolo in musica, e intendo gli album, cioè fino a Bacchanalia, che è il disco che forse ho ascoltato di più in vita mia. Le racollte invece sono discutibili, Nocturnes era una schifezza, questo qui invece neanche l'ho sentito, l'ho comprato e neanche scartato, ma da quello che ho sentito in streaming mi sembra meglio del precedente ma sempre di basso livello. Certo è che se i VS falliscono sul prossimo concept album allora significa che sono finiti davvero, ma io con loro spero sempre nel miracolo, e vorrei con tutto il cuore un disco simile a Visions of Eden.
InvictuSteele
Mercoledì 6 Marzo 2019, 15.00.23
17
Soliste* Intendevo dire
InvictuSteele
Mercoledì 6 Marzo 2019, 14.55.07
16
I gusti non si discutono, ma i metallari hanno il vizio di dichiarare finite le band da un anno all'altro, cosa che a me fa incazzare. Una band è finita se pubblica una serie di album mediocri, da bocciare, cosa che invece I VS non hanno mai fatto, visto che, per carità, possono non piacere, ma dire che Visions of Eden o black light sono da bocciare è pura follia. Le ultime due raccolto sono brutte, ok, ma sono raccolte solite, io aspetterei prima di sbilanciarmi. Basta con la storia dei Maiden finiti Nell 88, i Metallica dal 91, i Manowar nel 96, i VS dal 2000, ma dai cazzo, sono paletti che vi ponete voi. Ripeto. Visions e Bacchanalia sono capolavori. Ed ora aspetto il prossimo vero album della band, sono sfiduciato per una serie di motivi, ma aspetto l'album, le raccolte solite lasciano il tempo che trovano.
Aceshigh
Mercoledì 6 Marzo 2019, 14.37.14
15
Questione di gusti... e i gusti sono sacrosanti, ci mancherebbe altro. Per me i Virgin Steele sono stati una band fenomenale fino a The House of Atreus, anche se i miei preferiti rimangono Invictus e i due Marriage, oltre alla pietra miliare Noble Savage. Quello che hanno fatto negli ultimi 15 anni, anche dopo ripetuti ascolti, proprio non riesce a prendermi, non c'è la faccio proprio a metterlo su quanto fatto nei decenni precedenti... e me ne duole! Sto sulla stessa lunghezza d'onda di Radamanthis (commento #10). Non è questione di ripudio... sarei il primo a fare le capriole se tra due anni tirassero fuori un album capace di coinvolgermi come una volta! E ancora ci spero!
Epic
Mercoledì 6 Marzo 2019, 14.09.07
14
Visions of eden è il mio disco preferito degli Steele, secondo me il loro miglior album perché sa unire la vena romantica a quella barbarica. Anche Black light bacchanalia è un capolavoro, l'ho capito dopo anni di ascolti.
InvictuSteele
Mercoledì 6 Marzo 2019, 14.01.35
13
Si vabbè, fottuta dal 2000 in poi, facciamo anche dal 1986 no? I DUE House of Atreus sono la più grande opera mai realizzata nel metal, l'apice assoluto dei VS. Visions of Eden ormai penso abbia messo d'accordo tutti, capolavoro incredibile, e lack light bacchanalia è stato ampiamente rivalutato, e per me è l'album epic metal più grande degli ultimi dieci anni. Va bene ripudiare la band di oggi, ormai ridotta a progetto solista e part time, ma fino al 2010 sono stati i più grandi al mondo. Punto.
ObscureSolstice
Mercoledì 6 Marzo 2019, 12.58.12
12
Dispiace però
Mauro Paietta
Mercoledì 6 Marzo 2019, 8.05.01
11
quoto in tutto il commento dell'amico Radamanthis... band fottuta dal 2000 in poi
Radamanthis
Martedì 5 Marzo 2019, 16.02.01
10
Ho amato questa band alla follia dal periodo Noble savage fino a Invictus notando già un cedimento con House of Atreus...e ora i chiedo: PERCHE' ???
Vanni Fucci
Lunedì 4 Marzo 2019, 21.08.05
9
Vorrei fare notare che i brani al piano sono suonati da lui e una tizia che non è membro dei VS, come si vede nel pessimo "documentario" che è stato rilasciato qualche tempo fa. I Virgin Steele non esistono più.
InvictuSteele
Lunedì 4 Marzo 2019, 18.50.10
8
Dopo Nocturnes un'altra mastodontica raccolta. Il primo cd è migliore di Nocturnes, ci sono buoni pezzi e DeFeis si controlla un po' meglio, il cd orchestrale se ascoltato attentamente non è male, mentre il cd di cover è una vera lagna. The book of burning è una bomba, altro che, è un disco da 80 pieno, con una serie di pezzi da paura. Nel complesso migliore di Nocturnes, ma solo per completisti. DeFeis si è tolto lo sfizio che aveva da dieci anni, raggruppando una montagna di materiale, tutto o quasi inutile, suonato da solista, adesso però basta, vogliamo un nuovo vero album e con la band al completo, cantato e prodotto decentemente. Io personalmente mi sono rotto i coglioni del comportamento di David, per il momento I VS, che sono la mia band preferita di sempre e sempre lo sarà, sono un progetto part time, per non dire mezzi finiti dal 2010, con l'ultimo album capolavoro black light bacchanalia. A questa raccolta do un 60.
Nic
Lunedì 4 Marzo 2019, 17.11.46
7
@sicktadone Già... Ascoltare tutto è stata un'impresa non da poco. Tra l'altro dopo tutti questi sforzi vedere che la tracklist ha comunque più volume della recensione è anche imbarazzante 😞
Aceshigh
Lunedì 4 Marzo 2019, 16.24.45
6
@Sadwings : Intendevo il termine "Scarti" non in senso negativo e denigratorio, ma solo per sottolineare che si tratta di canzoni che per un motivo o per l'altro erano rimaste "in soffitta". L'ho ascoltato proprio ieri mattina, Conjuration of the Watcher, The Succubus, così come A Cry in the Night e la fantasmagorica I Am The One (uno dei miei pezzi preferiti della loro prima fase) non li discuto assolutamente. Nel complesso The Book of Burning - presa per quello che è - è una raccolta interessantissima. Ovviamente perde al confronto con un Invictus... ma allo stesso tempo la trovo migliore di ciò che hanno fatto negli ultimi 15 anni.
sicktadone
Lunedì 4 Marzo 2019, 16.22.20
5
Nic, caro collega, dopo questa operazione meriteresti un po' di ferie ahah. Comunque entrando nel merito, davvero un incubo, io al prima disco ero già saturo, con calma mi ascolterò anche quel che resta.
Sadwings
Lunedì 4 Marzo 2019, 16.06.47
4
the book of burning è una ottima raccolta che adoro e non ci vedo degli scarti, anzi alcune versioni di quei brani per me sono migliori di quelle originali (sentire gli ultimi due cd dopo i primi tre è un colpo al cuore). Concordo invece con il recensore sui tre dischi inediti. Troppa carne a fuoco dispersiva, inutile che non aggiunge nulla alla carriera dei virgin steele anzi aumenta solo il disappunto verso una band che adoro alla follia. Carino qualche brano dei primo disco dove si può intravedere un minimo o un briciolo della magia che fu ma per il resto non ci siamo. Spero che De feis rinsavisca su molte scelte sbagliate che sta facendo e spero sempre in un ritorno con composizioni decenti e ben suonate e prodotte.
Aceshigh
Lunedì 4 Marzo 2019, 16.00.21
3
D'accordissimo con la recensione. Il primo dei 3 dischi di cui si argomenta, si fa ascoltare (rimanendo comunque lontanissimo dai capolavori citati), gli altri due fanno venire il latte alle ginocchia, per non dire che mi vien voglia di giocarci a frisbee col cane. Tra cover di Led Zeppelin, Sting, Gershwin, versioni orchestrali che nella stragrande maggioranza dei casi sono molto più deboli della prima versione... veramente si rimane interdetti. Voto complessivo per i 3 dischi di inediti : 50. Al confronto The Book of Burning (raccolta di scarti e rifacimenti risalente al 2002) sembra quasi un ottimo prodotto... mentre all'epoca della sua pubblicazione risultava già diverse categorie sotto i vari Invictus, Marriage e via dicendo... Questo credo che renda ancor di più l'idea del baratro in cui si è cacciata la band (band? Quale band?!? Diciamo DeFeis... Qui Pursino fa giusto qualche comparsata, il batterista? Ma perché? C'è un batterista?)
Nic
Lunedì 4 Marzo 2019, 15.52.12
2
@Alessio Ho cercato di salvare il salvabile (non ce la faccio a essere troppo cattivo con i Virgin Steele), di essere il più oggettivo possibile. Nel 52 di voto ho considerato tutto, il box con le ristampe accettabili e quanto di buono ho trovato in recensione. Per il resto non posso che darti ragione, il mio giudizio personale (e non da recensore) sarebbe stato sicuramente più "cattivo" 😞
Alessio
Lunedì 4 Marzo 2019, 15.40.15
1
Nicola Bovi sei di certo il recensore più buono di metallized ...questo album meriterebbe 0 ... un vero incubo senza capo ne coda, una tortura considerando di quale band stiamo parlando .. si salva solo le due ristampe mentre i tre inediti sono a dir poco abominevoli . Dopo questa uscita il precedente N of H & D sembra un capolavoro , il che è tutto dire. Spero che questo sia solo un brutto incubo e di risvegliarmi presto con un nuovo lavoro quantomeno dignitoso !
INFORMAZIONI
2018
Steamhammer
Heavy Rock
Tracklist
CD 1 - Ghost Harvest (Vintage 1) - Black Wine for Mourning:
1. Seven Dead Within
2. Green Dusk Blues
3. Psychic Slaughter
4. Bonedust (Orchestral Version)
5. Hearts on Fire
6. Child of the Morning Star
7. Murder in High-Gloss Releif
8. Feral
9. Justine
10. Princess Amy
11. Wicked Game
12. Little Wing
13. The Gods Don’t Remember…

CD 2 - Ghost Harvest (Vintage 2) - Red Wine for Warning:
1. The Evil in Her Eyes (Piano & Vocal Version)
2. Feel in’ Alright
3. Sister moon
4. Sweating Into Dawn
5. Summertime
6. Black Leaves Swirl Down My Street
7. Rip Off
8. The Gods Are Hungry Poem
9. The Poisoned Wound
10. The Birth of Beauty
11. Profession of Violence…
12. Rock Steady
13. Nutshell
14. Slow & Easy “Intro”
15. Jesus Just Left Chicago
16. Soul Kitchen
17. When the Music’s Over
18. Crawling King Snake
19. When the Music’S Over “Reprise”
20. Imhullu
21. After Dark
22. Wake The Dead
23. The Graveyard Dance
24. The Triple Goddess
25. Twilight of the Gods (Live Acoustic Rehearsal Version)
26. Transfiguration (Live Acoustic Rehearsal Version)

CD 3 - Gothic Voodoo Anthems:
1. I Will Come For You (Orchestral Version)
2. Queen of The Dead (Orchestral Version)
3. The Orpheus Taboo (Orchestral Version)
4. Kingdom of the Fearless (The Destruction Of Troy) (Orchestral Version)
5. The Black Light Bacchanalia (Orchestral Version)
6. Zeus Ascendant
7. By the Hammer of Zeus (And the Wrecking Ball of Thor) (Orchestral Version)
8. Rumanian Folk Dance No. 3 “PE Loc”
9. Delirium “Excerpt”
10. Snakeskin Voodoo Man (Orchestral Version)
11. The Enchanter
12. Bone China
13. No Quarter
14. Bone China “Reprise”
15. Chloe Dancer
16. Gentle Groove
17. Darkness-Darkness
18. Death Letter Blues
19. Spoonful

CD 4 - (Hymns to Victory):
1. Flames of Thy Power (From Blood They Rise)
2. Through the Ring of Fire
3. Invictus
4. Crown of Glory (Unscarred) (In Fury Mix)
5. Kingdom of the Fearless (The Destruction Of Troy)
6. The Spirit of Steele (Acoustic Version)
7. A Symphony of Steele (Battle Mix)
8. The Burning of Rome (Cry For Pompeii)
9. I Will Come For You
10. Dust From the Burning & Amaranth (Orchestral Versions)
11. Noble Savage (Long Lost Early Mix)
12. Mists of Avalon
13. Emalaith

CD 5 - (The Book of Burning):
1. Conjuration of the Watcher
2. Don’t Say Goodbye (Tonight)
3. Rain of Fire
4. Annihilation
5. Hellfire Woman
6. Children of the Storm
7. The Chosen Ones
8. The Succubus
9. Minuet in G Minor
10. The Redeemer
11. I Am the One
12. Hot and Wild
13. Birth Through Fire
14. Guardians of the Flame
15. The Final Days
16. A Cry in the Night
17. Queen of the Dead (Nordic Twilight Version)
Line Up
David DeFeis (Voce, Tastiere)
Edward Pursino (Chitarra, Basso)
Joshua Block (Chitarra, Basso)
Matt McKasty (Batteria)
 
RECENSIONI
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