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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Joe Satriani - Shapeshifting
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28/07/2020
( 2765 letture )
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Non può che intitolarsi Shapeshifting il diciassettesimo album di Joe Satriani dato che l’intento evidentemente è quello di mutare forma costantemente, di canzone in canzone, toccando svariati generi e influenze.
Il disco è ovviamente in pieno stile Satriani, un perfetto connubio di tecnica e capacità di creare composizioni e melodie estremamente efficaci, senza mai risultare troppo “freddo”, come molti può accadere nei dischi di tanti altri virtuosi. Non servono presentazioni per Joe, che negli anni si è costantemente confermato come uno dei migliori chitarristi del pianeta (proprio per la sua padronanza dello strumento). Shapeshifting è un disco abbastanza scontato nella discografia del chitarrista statunitense, che non stravolge le carte in tavola, che non vuole essere epocale come Surfing With The Alien, ma che vuole piuttosto confermare la linea intrapresa nel corso degli ultimi anni, fatta di canzoni rock indiscutibilmente di qualità, con tutti gli elementi stilistici amati dai suoi ascoltatori, che appena fatto partire il disco si sentiranno a casa.
Con Shapeshifting, dopo pochi secondi vengono messe subito in mostra le qualità della band che accompagna Satriani in questo disco, come nel caso dell’eccezionale Chris Chaney, session man con infinite collaborazioni alle spalle (una su tutte quella con Slash nell’omonimo album solista) che in questa canzone se ne esce subito con delle belle bassline o di Kenny Aronoff alla batteria (anch’esso musicista di infinita esperienza, tra i tanti dischi a cui ha partecipato si può citare Blaze or Glory di Bon Jovi) che svolge il suo lavoro splendidamente. Semplice ed efficace il rock di Big Distortion, in cui la chitarra di Satriani “canta”, terminando allegramente, in uno splendido assolo accompagnato da battiti di mani (a rendere la ritmica in linea con l’arena rock). Più emozionale All for Love, brano più lento, intenso e dilatato, in cui la chitarra mostra grande espressività. La percussiva Ali Farka, Dick Dale, an Alien and Me con le sue evidenti citazioni a Dick Dale e i suoi fraseggi “esotici”, scorre e convince, fino a Teardrops, altro brano “lento”. Si cambia forma con il blues-rock di Perfect Dust e nuovamente ancora con Nineteen Eighty, brano dai forti richiami agli anni passati, ai tempi degli Squares, prima band di Satriani e a Van Halen (il cui stile viene ripreso all’inizio della canzone e nell’assolo). Anche in questi contesti, come d’abitudine Satriani dimostra di saperci fare e di essere un maestro assoluto dello strumento (sul piano tecnico ogni discussione è inutile). All My Friends Are Here è di nuovo un brano arioso e fluido (grazie al suo invidiabile legato), che scorre con grande espressività, grazie a riff e melodie super orecchiabili, che nella loro semplicità mettono in ombra il rock più spinto della successiva Spirits, Ghosts and Outlaws o Falling Stars, brano nuovamente “lento” (che alla fine esplode inevitabilmente in un super assolo di Satriani). La tensione cala sul serio con la meravigliosa e rilassante Waiting, canzone lenta, a base di pianoforte, in cui la chitarra passa quasi in secondo piano, mischiandosi perfettamente agli altri strumenti, a tratti giocando a fare il violino, discorso in parte valido anche per Here the Blue River, distinta da delle ritmiche reggae, uscita dai soliti binari che si ripete anche con la canzone conclusiva, Yesterday's Yesterday, stavolta con un accompagnamento in una prima fase a base di chitarra acustica, dallo stile country, su con sapienza si posa la chitarra di Satriani. Shapeshifting è un disco da prendere un po’ così, senza fare paragoni, ascoltandolo con leggerezza, apprezzando un chitarrista immenso, che si cimenta in tributi alle sue influenze o nell'esplorare altri generi, facendoli suoi, mettendoci la sua riconoscibile tecnica chitarristica e il suo suono. Conoscendo le capacità dell’artista in questione Shapeshifting probabilmente può lasciare qualche perplessità, essendo abbastanza leggero, meno “impressionante” che altri suoi dischi. È un disco facile da ascoltare, che scorre allegramente, ma in verità non è debole come potrebbe sembrare: il mix di canzoni rock, brani lenti, riff orecchiabili e momenti di genio risulta vincente anche questa volta, rendendo Satriani ancora una volta un autentico paladino dell’armonia (accompagnato da musicisti di tutto rispetto e valorizzato da una produzione di assoluto livello). È evidente il fatto che per Shapeshifting sia quasi impossibile in partenza diventare il disco preferito dagli ascoltatori all’interno della discografia di Joe, non ha quella marcia in più per esserlo, ma comunque è meritevole di essere ascoltato dato che i difetti (volendoli chiamare così) si limitano alla natura, alla concezione del disco e al di là di questo ogni cosa è al suo posto.
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6
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Che soddisfazione tornare su questo disco, che è il mio preferito del 2020 (ad ottobre) e vedere che ha ricevuto il giusto consenso di chi lo ha ascoltato. Bravo Joe, ci vediamo in concerto appena sarà di nuovo possibile |
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5
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"Suonate con tutta la vostra anima e non come un uccello ben addestrato." Così affermava il grande musicista-teologo Johann Sebastian Bach, che nelle sue composizioni ricercava assiduamente il perfetto in una summa di note. L’opera di Bach aveva un grado di complessità strutturale e di difficoltà tecnica di esecuzione Che resero le sue opere ad appannaggio di pochi musicisti e più dotati all’epoca e che, purtroppo, ne limitarono la diffusione fra il grande pubblico. Sovrapponibile ai tantissimi musicisti virtuosi Shredding di cui anche il maestro Satriani ne fa parte. Questo ennesimo lavoro non aggiunge nulla alla ricca e infinita costellazione compositiva di Satriani e mai nessuno oramai oserebbe in alcun modo chiedergli ancora qualcosa in più di ciò che a livello di pentagramma, di tecnica, di suoni abbia già dato. Sarebbe come chiedere un nuova toccata e fuga a Bach! Il disco piace, non annoia, non è pedante e, come sempre, non delude di sicuro i tanti fan che da ben oltre 30 anni Lo seguono in maniera costante e assidua... Proprio come me. Un bel 8 pieno. Un saluto da Jimi TG |
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4
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Niente male, mitico Joe ! Non siamo certo ai livelli dei primi album, però qui di ispirazione ce n'è eccome. 85 |
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3
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Più o meno quello che mi aspettavo. E alla fine a me va bene così. Che sia un grande chitarrista lo sappiamo da decenni, che abbia un suo stile compositivo... idem (specialmente dal 2000 in poi); quello che da diverso tempo fa la differenza tra i suoi album è la maggiore o minore ispirazione e direi che riguardo a ciò Shapeshifting non delude. Mi piace un pelo di più del precedente What Happens Next, nel quale forse -causa la particolare line up- avevo riposto più aspettative del dovuto. Diversi brani qui mi sono piaciuti, qualcuno ovviamente è un po’ di mestiere. Ma ci mancherebbe: dopo 35 anni di attività... Concordo col voto. |
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2
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Ho ordinato il dischetto e voglio ascoltarlo bene |
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1
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Dopo 34 anni dall'esordio, avevamo ancora bisogno di un disco di Joe Satriani? La risposta non è così scontata. Da una parte infatti abbiamo un artista consacrato, un vero e proprio Dio della chitarra, che ha già scritto la storia dello strumento e regalato alla mitologia un disco come Surfing with the alien. Se ragioniamo in questi termini Satriani ha già consegnato alla storia i suoi capolavori e quindi ormai abbiamo poco da aspettarci di nuovo o di epocale. Ma fortunatamente non è proprio così. Satriani infatti ha fatto la sua fortuna non tanto e non solo per essere un virtuosista assoluto, ma perché è capace di scrivere belle canzoni. E in questo disco ce ne sono ancora tante. Avevamo ancora bisogno di un diciassettesimo disco di Satriani, dunque? La risposta non può che essere sì, con questa qualità di canzoni. Non un capolavoro, ma un buonissimo disco. Se vi piace Satriani ascoltate Teardrops e Waiting, poi comprate il disco senza esitazioni. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Shapeshifting 2. Big Distortion 3. All for Love 4. Ali Farka, Dick Dale, an Alien and Me 5. Teardrops 6. Perfect Dust 7. Nineteen Eighty 8. All My Friends Are Here 9. Spirits, Ghosts and Outlaws 10. Falling Stars 11. Waiting 12. Here the Blue River 13. Yesterday's Yesterday
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Line Up
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Joe Satriani (chitarra, banjo, tastiere) Chris Chaney (basso, chitarra ritmica nella traccia 10) Lisa Coleman (piano nelle tracce 11 e 13) Eric Caudieux (tastiere, percussioni) Christopher Guest (mandolino nella traccia 13) Jim Scott (percussioni) Kenny Aronoff (batteria)
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