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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Joe Satriani - Crystal Planet
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( 6562 letture )
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A dodici anni dal debutto sulla scena musicale, Satriani, che già vanta sette album alle spalle, torna a far parlare di sé: è il 1998 e “l’Alieno” pubblica Crystal Planet. Il full-lenght precendente, il jazz/blues oriented Joe Satriani, non aveva riscosso un grande successo di pubblico, mostrando che nemmeno il virtuoso vicino ai gusti delle masse poteva uscire indenne dall’ondata grunge. Certo, l’italo-americano non è rimasto a rimuginare troppo sui motivi di quel mezzo passo falso, dando vita, nel tempo che intercorre fra quell’album e Crystal Planet, al progetto più esuberante della sua carriera, il G3; trattasi di una serie di concerti presenziati dai grandi del movimento shred mondiale, tra i quali Vai, Johnson, Timmons ed altri, sempre coadiuvati dal leader Satch. Proprio nei momenti di pausa dai concerti del Guitar Three, prende forma l’ottava raccolta di inediti, sulla cui copertina figura per la prima volta un Joe dal look rinnovato causa calvizie.
Parlando dell’opera in sé, si può notare come questo lavoro prenda le distanze dalla precedente fatica, tornando vicina al solito stile hard rock che caratterizza il nostro personaggio, con licks in pentatonica a non finire realizzati nella solita, pulita e perfetta esecuzione, ma anche con alcune sperimentazioni qua e là. Il disco inizia bene con Up In The Sky, che riporta ad una frenesia assente almeno dai tempi di Time Machine, caratterizzato da una batteria martellante a guidare il suono grasso dell’Ibanez di Joe. Caratteristica questa ripresa dalla successiva House Full Of Bullets, pezzo funk rock in cui la monotonia iniziale è cancellata in parte dalle prime vere performance solistiche dell’album, fatte di accelerazioni con elementi in legato al cardiopalma. A seguire troviamo la title-track, la cui melodia si distingue dagli schemi base di Satriani, che sperimenta con le modali per poi lanciarsi in un particolarissimo assolo conclusivo ad introdurre la ballata Love Thing, nella quale la chitarra solista, con un plauso all’espressività, si sostituisce alla voce di un ipotetico cantante. Ma il momento toccante dura giusto il tempo di concludere la quarta traccia, perché con Trundrumbalind riprendono le sperimentazioni melodiche, anche se il risultato non è abbastanza incisivo, come il suono “tremolante” della chitarra; allo stesso modo, segna poco Lights Of Heaven, immancabile richiamo alla religione, che suona di ripescaggio a piene mani dal repertorio del chitarrista. Anticipo del repertorio futuro invece con Raspberry Jam Delta-V, per via della forte influenza elettronica che si impossesserà del tutto di Joe nell’album seguente. Bello l’incrocio di armonie in Ceremony, brano nel quale Satch mette le dita su un’inedita Ibanez Universe a sette corde. Da qui in avanti l’album cala decisamente di tono, suscitando in me la legittima richiesta di avere meno canzoni rispetto alle quindici presenti in tracklist: i pezzi fra With Jupiter In Mind e Psycho Monkey sono infatti di un’anonimità e ripetitività che non rendono giustizia alle capacità del chitarrista; peraltro le tracce Train of Angels, A Piece of Liquid e Psycho Monkey si avvalgono -per modo di dire, visti i risultati scadenti- della collaborazione del figlio di Joe, Z.Z. Satriani. Si salva Time, canto del cigno di Satriani , che tira fuori ottime note, senza per forza andare a toccare velocità esagerate, mentre la conclusiva ZZ's Song altro non fa che confermare il brutto trend seguito per la parte finale di Crystal Planet.
Il giudizio complessivo deve chiaramente tenere conto di tutti i 67 minuti offerti da quest’album, che, se fosse stato composto da 10 canzoni, si sarebbe messo in risalto nella discografia di Satriani, seppur non al livello dei “campioni”. Così, invece, il risultato diventa frustrante, e rende davvero difficile giungere alla fine dell’ascolto, quando uno dei caratteri vincenti del virtuoso è sempre stata la facilità di ascolto. La bocciatura dell’album, anche se non troppo grave, è giustificata dal fatto che in copertina figuri il nome di un musicista esperto, quando un’uscita del genere potrebbe essere scusata solo per un debuttante nel mercato musicale. Nonostante tutto, forse anche grazie al G3 -che contribuiva a riportare in auge la figura del chitarrista tecnico- l’album ebbe un buon successo di pubblico e Satriani, finalmente, trovò la forza per staccarsi completamente da quanto aveva composto fino ad allora, con il successivo Engines Of Creation.
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25
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P.s. Diversamente da quanto avete scritto il figlio di Satriani non può collaborare con Joe in quanto era appena nato....ZZ \'s Song, il pezzo che chiude il disco, è la ninna nanna che Joe Satriani aveva composto come ninna nanna da fargli, quando era nella pancia della moglie Rubina.... |
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Scrivete: \" La bocciatura dell’album, anche se non troppo grave, è giustificata dal fatto che in copertina figuri il nome di un musicista esperto, quando un’uscita del genere potrebbe essere scusata solo per un debuttante nel mercato musicale\". Ridicolo. 80/100. |
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23
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Recensione penosa. Disco da 85. |
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Assolutamente d’accordo. Preso quando uscì, l’ho ascoltato a ripetizione. E negli anni successivi ogni volta che l’ho rimesso su non ho avuto modo di cambiare opinione. Anzi, la butto lì, tra tutti quelli pubblicati dopo The Extremist è il mio preferito. 80 ci sta tutto ed è pure poco. |
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21
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Non condivido il voto o meglio il giudizio su questo album, l'ho sempre trovato fresco, innovattivo, ispirato e uno dei migliori realizzati da Satriani |
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20
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L'insufficienza non ci sta, come non ci sta il 65 al bellissimo disco di blues omonimo. Satriani qui prende una piega più hard blues in alcuni punti e un po' improvvisativama da qui a mettergli 57...Per me almeno 9-10 canzoni degne di nota |
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19
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Questo è fino ad ora l'album che mi è piaciuto meno...comunque il voto non si puo' vedere! almeno sufficiente..un 75 lo merita pieno... |
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18
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il trend di far suonare familiari e parenti sembra un vizio che ha investito non solo joe ma anche musicisti che non assomigliano molto a satriani, vedi max cavalera con l'ultima e scadente formazione , se serve per far fare esperienza a musicisti ancora lattanti e con idee latitanti può essere una cosa buona ma se il risultato finale deve essere questo meglio passare ad altro |
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17
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Anche secondo me non merita certo una insufficienza. |
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16
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Non esiste un album di Joe che meriti l'insufficienza. Non è il migliore Ok..ma 57 no !! dai ! Ceremony Love Thing Crystal Planet Secret Prayer . le migliori. Vi invito ad un ascolto più approfondito. Ciao |
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15
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'Ceremony' è un inno perfetto |
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14
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ma chi scrive ste recensioni??? Io spero che per recensire musicisti del calibro di Joe Satriani sia qualcuno che almeno suona discretamente la chitarra e che magari dia un'occhiata agli spartiti degli album da recensire. Un minimo di approfondirmento in più!!! Licks in pentatonica a non finire?? beh, già con sta frase si è capito tutto.. Ultima precisazione: il figlio di Satriani non può collaborare al disco visto che nel 1998 era nato da poco... Tra l'altro proprio la canzone ZZ's song è la ninna nanna che Joe suonava quando il figlio ZZ era nella pancia della moglie Rubina. Questo disco non è da stroncare con un misero 57 a mio parere |
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13
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non sono d'accordo con la bocciatura...album pregevole, non a livelli stellari come i suoi predecessori ma si difende benissimo |
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12
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Più di un anno dal mio precedente commento.... e ripeto...il suo miglior album...e tutta la discografia è splendida...per me il passo falso è stato ADDITIONAL CREATION.. |
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10
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Sicuramente sono strano io. Questo disco lo trovo molto bello,con qualche pecca,ma per me è molto valido. VOTO 75 |
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9
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secondo me questo é un grande album, ci sono brani come House Full of Bullets (basso chitarra e batteria) , Ceremony, la title track che valgono da sole un ottimo voto complessivo. |
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8
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All’epoca il disco mi fece una buona impressione, dunque non so perché sia tanto criticato… |
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7
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un ottimo album di rock strumentale in cui Satriani strizza l'occhio ai suoi fans; forse poteva tagliare un paio di doppioni. non sono daccordo con la bocciatura. |
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6
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il suo miglior album... |
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5
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Secondo me è una vergogna,io ho tutta la discografia di joe e penso che ques'album insieme a is there love in the space sia uno dei più belli che abbia mai scritto..non so come abbia fatto l'ultimo "satchfankilus" a prendere 67 in confronto,che ho trovato davvero monotono e poco espressivo tranne la meravigliosa "revelation" fuori dal cesto... |
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4
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parole incise nel marmo pantelico....quoto recensione, critiche e voto!!! Un album decisamente non immancabile...anzi |
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3
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Ottima recensione, condivido pienamente critica e voto...complimenti Simone! |
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2
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Che dire... su Joe sono davvero troppo di parte... l'ho amato alla follia, e questo disco, pur non essendo eccelso, per me è ancora sufficiente, anche se forse un numero di pezzi decisamente inferiore l'avrebbe reso molto più interessante! Io voto 68  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 Up in the Sky 2 House of the Bullets 3 Crystal Planet 4 Love Thing 5 Trundrumbalind 6 Lights of Heaven 7 Raspberry Jam Delta-V 8 Ceremony 9 With Jupiter in Mind 10 Secret Prayer 11 A Train of Angels 12 A Piece of Liquid 13 Psycho Monkey 14 Time 15 ZZ's Song
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Line Up
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Joe Satriani: chitarra, basso, tastiere, armonica Stuart Hamm: basso Jeff Campitelli: batteria e percussioni Eric Cadieux: tastiere Eric Valentine: batteria, basso, tastiere, percussioni Rhoades Howe: percussioni Elk Thunder: percussioni
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