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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Joe Satriani - Engines Of Creation
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( 4663 letture )
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Satriani risulta essere uno dei pochi chitarristi che è riuscito a mantenere una reale e sincera aderenza con il suo pubblico nel corso della sua carriera. Oltre alla sue note capacità stilistiche ed ai suoi suoni equilibrati, ha sempre dimostrato notevoli ampiezze nel comporre armonie tipiche di un pop songwriting con scelte anche molte volte ardite e lontane dal suono tipico dello stile impostosi negli anni, ma sicuramente sempre lontanissime da quel chitarrismo shred, crudo e fine a se stesso. Il “satch” ha sempre preferito avere una completa visione musicale, una fusione stilistica pressoché introvabile prima del suo avvento musicale. In lui come in nessun altro musicista solista di chitarra emergono combinazioni musicali tra l’hard, il jazz, il fusion, il neoclassico ed il metal. Una risultato che ha prodotto risultati artistici con suoni autentici, veri, privi di fronzoli e ricamature inutili, con un utilizzo sempre molto controllato del vibrato con Floyd Rose®, su di una chitarra che lui stesso ha voluto realizzare rivoluzionando molti dei fondamenti partendo proprio dalla struttura costruttiva di una Fender® Stratocaster® da 21,5 pollici e da un suono simile come quello prodotto dagli humbuckers del marchio Gibson® SG®. Joe, insieme alla staff Ibanez® guitars, che già in quegli anni era consulente per le chitarre JEM® di Steve Vai, decise di farsi costruire la sua personale chitarra combinando due grandi modelli e marchi proprio degli anni ‘50 con un’innovativa scelta costruttiva. L’incontro casuale in un negozio di strumenti musicali tra Satriani ed un giovane e sconosciuto costruttore di pick-up, Larry Di Marzio, ed il successivo ufficiale ritrovo nel 1987 dopo la pubblicazione del disco Surfing’With Alien, si ebbe inizio al sodalizio per la realizzazione degli humbuckers per le chitarre basswood Ibanez® signature JS®. Una collaborazione ancora oggi viva più che mai tra Satriani e l’amico Di Marzio. Tutte le sue chitarre JS®, in tiglio, sono semplici, funzionali, ma con la tipica presenza di un manico sottilissimo e disegnato per i rapidi movimenti della mano. Scelte impeccabili nei trasduttori, perfezione di equilibri tra distorsori e compressori, qualità indiscussa nel controllo totale della chitarra, innovative e rapide tecniche chitarristiche come il two-finger tapping style ed il suo super bending, oggi sono i marchi riconoscibili e propriamente caratterizzanti del maestro Joe Satriani. Questa sua forte tipicità, il riconoscibile feeling e la sua essenza emergono chiaramente in tutti i suoi indiscutibili lavori.
Nel 2000 Joe Satriani, spinto incessantemente dalla sua voglia di ricercare nuove sonorità, pubblica un album intitolato Engines of Creation, allegandovi il bonus cd Additional Creations, frantumando e spiazzando di netto molte delle aspettative dei suoi fedelissimi. Un disco che già nell’artwork si presenta diverso da un cd puramente hard rock: un disegno di arte contemporanea, moderna, con rievocazioni artistiche industriali e tecnologiche, che nascondono, tra impianti meccanici e luci siderurgiche, la siluette del chitarrista.
È il futuro e siamo negli anni 2000.
Nelle composizioni di Engines of Creation emergono ampiamente le nette e rappresentative influenze e combinazioni sperimentali di un Jeff Beck in Who Else e della band Apollo 440 con un ritmo big beat, ma costruiti con elementi dettati da una chitarra Ibanez® JS1000® con setup hard rock. In questo ennesimo radicale progetto Joe Satriani trae le sue ispirazioni dal gruppo giapponese Boom Boom Satellites, dal duo statunitense Crystal Method e dal gruppo britannico The Prodigy, che negli anni novanta crearono un profondo interesse anche dal punto di vista sociale. Registrato dal suo amico tastierista e pluri-collaboratore Eric Caudieux con ProTools® e Logic Studio® presso gli Studio City, l’album è stato suonato separatamente da Joe utilizzando un’infinità di diversi effetti ed amplificatori digitali, emulatori, come il Palmer speaker®, cercando in questo modo di sviscerare un particolare suono quasi esclusivamente digitale ed elettronico, ed esplicitamente non tradizionale. Ciò è stato possibile grazie alla scelta particolare dei pedali per l’effettistica come il Moogerfooger®, come anche lo storico ed indiscutibile e pluri utilizzato pedale degli anni settanta il Fulltone Ultimate Octave®, il DigiTech Whammy®, il preamplificatore Hafler Triple Giant® e l’emulatore digitale SasAmp® plug-in della Tech21®. Quindi, come sempre, le scelte strumentali sono tutte ricercate ed equilibrate, anche se in questo caso è quasi imperante quella digitale, come ovviamente ogni bravo ingegnere visionario dovrebbe attentamente ottenere nelle sue creazioni progettuali.
Engines of Creation è un’avventura musicale nel mondo del groove con fusioni ipertecnologiche tra chitarre in overdrive e sintetizzatori, con sfumature perfette nei toni e nei contorni di una melodia volutamente inseguita e che emerge da subito nella opening track Devil’s Slide. Il suono è duro, freddo, egemonico, sembra che non sia assolutamente un disco del chitarrista di Flying in a Blue Dream e poi, tra sintetizzatori ed effetti digital drums, emergono timidamente i legati tipici di Satriani. Il suono stile The Prodigy è presente nella ritmica di Flavor Crystal 7, chitarra distorta drammaticamente effettata ed inquinata nell’audio da un processore digitale, poi il fraseggio è attraente, come la musicalità in linea con lo stile di Borg Sex. Il feeling che ottiene utilizzando Hafler Triple Giant® è veramente spettacolare, un suono di un robot in distorsione privo di sentimento e calore si realizza percorrendo un segnale elettronico gestito da pedale di espressione Whammy®. Sfruttando l’emulatore SasAmp® e gli schemi grafici di setup, Joe Satriani ed Eric Caudieux sono riusciti a creare e migliorare il sound della chitarra nella piacevole Until We Say Goodbye. Il “satch” affiora con una meravigliosa ballata in uno stile che mi ricorda Crying, con esecuzione perfetta, pesata nelle note sospese, poetica nella conclusione. Indiscutibilmente è la mia preferita di tutto il cd. Il taglio compositivo di Attack ha una ritmica strutturata, unendo una batteria ed un basso groove palesemente incompatibili dal punto di vista dell’armonia ma che, nel mix-recording con la chitarra, assumono una forma distruttiva e dirompente, come in un chemical breaks funk. L’anima blues è viva e pulsante in Champagne?, che cerca di trasformarsi in un rock elettronico e psichedelico, per ritornare nello slide suonata ricordando una steel guitar e per poi concludersi in overdrive. La melodia è sempre presente nelle composizioni di questo peculiare cd, non si allontana dall’espressione del suo chitarrista, pur celandosi nel programming sound, essa è viva come in Clouds Race Across the Sky, con scelte stilistiche fuorvianti soprattutto nella ritmica, ma non nelle mani di Satriani, che dimostra la profonda ricerca e completezza che si camuffa dietro a sezioni elettroniche di questo disco, ma che appare nell’armonia compositiva di The Power Cosmic 2000 part. I e part. II. Una traccia suddivisa in due parti con distinguibili, nella prima, un setup di una chitarra molto corposo e nella part. II con loop funky, caratterizzato da un suono synth che ricorda il pianista Ceco Jan Hammer, celebrato in particolare per essere stato il primo musicista ad aver utilizzato effetti e tecniche chitarristiche su sintetizzatori. Slow and Easy, un arrangiamento che mescola sapientemente una soave chitarra in distorsione e sintetizzatori in una ritmica elettronica che costruiscono insieme il pezzo formando molti diversi layer sonori. Engines of Creation, la traccia di chiusura del disco, è un invito nel continuare a ricercare sempre al fine di creare nuovi suoni, nuovi movimenti sonori, perché la musica si alimenta di continui esperimenti. Nelle parti suonate la chitarra è satura, in stile Joe Satriani, che si esprime nei suoi controllati legati concludendo con il suo unico ed personale tapping a due dita.
Engines of Creation è un disco sperimentale, che si concretizza con l’espressione “uomo-chitarra-computer”. Una scelta audace, che ha messo i seguaci di Satriani a dura prova. Dietro ad un incalzante ritmo big beat, che caratterizza tutte le tracce del disco, si cela comunque il chitarrista perfezionista di sempre, con le sue curate esecuzioni di modo e che desidera oltretutto ricercare, attraverso sonorità elettroniche pesanti, nuovi stili e aspetti nascosti nello sterminato mondo della composizione musicale. Un esperimento solo in parte riuscito. Un disco difficilmente accessibile a tutti, alienante sicuramente per molti, fastidioso per tanti, ma al quale vi invito a dare ancora una possibilità, un’occasione di ascolto in più, anche per il semplice fatto di essere una creatura frutto di una ricerca e non di un progetto musicale realizzato esclusivamente a fini commerciali.
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Satriani è un fenomeno. Partiamo da questa considerazione. Ha scritto un capolavoro (Surfing with the alien). Poi tantissimi bei pezzi ma non più un disco intero di quel livello. Questa premessa per dire che, anche qui, stiamo parlando dell'opera di uno dei migliori chitarristi rock di sempre. Che non è un capolavoro, ma comunque con buoni pezzi. Da ascoltare. Brano migliore: Borg sex. |
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Ben vengano le sperimentazioni, Satriani dovrebbe rifare 20 volte Surfing With the Alien? Che palle!!! Io lo inciterei a seguire e migliorare (anche) questo genere . |
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Lo sto ascoltando ora..ancora una volta un plauso a Satriani,che ha saputo evolversi e comporre dei pezzi davvero interessanti.Certo,non è un album che consiglierei ad un classico Metallaro o rockers..bastano ler prime due tracce,per capire che questo è un album sperimentale,dove l'elettronica è parte integrante delle composizioni.. |
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Stesso discorso di Crystal Planet : A me piace, e anche molto VOTO : 80 |
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@il merdoso: ho solo detto quello che penso,sono incazzato piu' che altro con la gente che da voti bassissimi senza aver ascoltato i dischi...tutto qua  |
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@Enzo: non c'è mica bisogno di incazzarsi così tanto... |
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@il merdoso ai leggere? hai letto cos'ho scritto???ho detto che questo disco sa di Chanel n°5???ho detto che è il disco piu' bello di Satriani???NO.Ho solo detto che questo è un disco sperimentale.A casa mia un disco di merda sta nel lettore 2 minuti e poi finisce schiacciato dai miei stivali,questo disco di Satriani che ammetto non è il mio preferito ma comporta dei buoni episodi ci sta nel lettore.E cmq chi dice che Satriani fa musica di merda,vuol dire che non ha rispetto della musica punto e basta.Argomento chiuso |
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A me la tua pare una presa di posizione condivisibile, ma espressa nel modo sbagliato. Io i primi anni questo disco l'ho schifato tanto quanto te, poi però -quasi per magia, o forse per mia vetustà, chissà- l'ho rivalutato. Di certo non è il meglio di JS ma neanche il peggio, e comunque ora lo ascolto con discreto interesse. |
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@Enzo: C'è sperimentazione e sperimentazione...sarà anche un MAESTRO ma questa volta ha fatto cilecca ed è una sperimentazione di merda!!! Senza troppi giri di discorsi!!! Se poi vogliamo dire che anche la merda profuma di chanel n.5, accomodati! |
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Un disco sperimentale in cui Satriani cercò di adattarsi ad una moda senza perdere le sue peculiarità stilistiche e musicali. Nulla che abbia cambiato la storia della musica |
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anche qui i soliti stronzi incompetenti che vengono a sabotare anche i voti di un MAESTRO con la M Maiuscola come Satriani...bravi complimenti!!!fare un disco sperimentale non vuol dire fare un disco di merda! |
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siamo sinceri con noi stessi: questo disco fa cagare! |
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Uno dei più inascoltabili lavori di Satriani. ma come dici tu è un progetto di ricerca una considerazione solo per questo! Bravo al recensore e grazie a metallized. |
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Una recensione ben scritta, finalmente per chitarristi e appassionati.pochi sanno che Until We Say Goodbye è stato candidato come Best Rock Instrumental Performance nel 2001 ai Grammy!! Un disco che vale. |
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@Mr.Darcy85:....hai ragione da estimatore! Joe rimane comunque e sempre un "ricercatore" ed uno "sperimentatore" come pochi....ed oggi la ricerca manca terribilmente in tutto...e non solo nella musica...purtroppo....! Grazie mille per il tuo contributo. A presto. Jimi TG |
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Ottima recensione, e come sottolinei tu stesso " è stata una scelta audace". Sono un fanatico di Joe e sento di poter dare un giudizio concreto paragonando l'album con tutta la sua discografia. L'album contiene 2 traccie davvero indimenticabili (Until we say goodbye/Borg sex) per il resto mi è sembrato mediocreti, in certi punti addirittura noioso... per me uno dei punti più bassi della discografia escluse le traccie sopra citate. (voto: 70) |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Devil's Slide 2. Flavor Crystal 7 3. Borg Sex 4. Until We Say Goodbye 5. Attack 6. Champagne? 7. Clouds Race Across the Sky 8. The Power Cosmic 2000 – Part I 9. The Power Cosmic 2000 – Part II 10. Slow and Easy 11. Engines of Cretion
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Line Up
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Joe Satriani (Chitarra, tastiere, programming) Eric Caudieux (Tastiere, basso, programming ed editing)
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