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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Joe Satriani - The Extremist
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( 8682 letture )
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CONTESTUALIZZAZIONE Nel 1992 il mondo del metal stava subendo una svolta clamorosa: il Black Album dei Metallica aveva definitivamente creato uno spazio commerciale per la musica pesante, che veniva ascoltata anche da persone che fino a pochi mesi prima non sapevano neanche che esistesse l’heavy metal; gli Iron Maiden avevano già pubblicato tutti i grandi dischi che hanno segnato la storia della Nostra musica, e il 1992 è proprio l’anno in cui Bruce Dickinson lascia la band; sul versante solista, invece, si erano nel frattempo ampiamente consolidate alcune realtà, di nicchia o meno che potessero essere: Steve Vai aveva pubblicato quel miracolo di frequenze noto come Passion And Warfare, i Cacophony avevano mostrato al mondo un significato alternativo della parola “shred” e Yngwie Malmsteeen era agli occhi di tutti il chitarrista più veloce dell’Universo, oltre che essere il padre spirituale dell’intero movimento neo-classic. Ci sarebbero tante altre cose da dire su quegli anni, ma ciò che voglio sottolineare è questo: Joe Satriani come si è inserito in questo contesto?
ESTREMO SOLO NEL TITOLO Joe Satriani, in concorrenza col resto del mercato, cambia radicalmente approccio compositivo: sin dal titolo –composto da una sola parola anziché da tre o quattro, come negli album precedenti– emerge la voglia di sintetizzare l’esperienza musicale, scartando tutto ciò che ad un primo ascolto si potrebbe ritenere eccedente e limitando l’articolazione dei brani a “semplici” successioni di melodie ed assoli. In The Extremist non troviamo gli sperimentalismi che avevano caratterizzato la primissima parte della carriera del chitarrista italo-americano, non troviamo studi applicati sulle tecniche esecutive della sei corde, non troviamo brani difficili da capire: questo è un disco intuitivo, diretto, che può essere ascoltato ed apprezzato da chiunque. Proprio in questa caratteristica troviamo il grande pregio ed al contempo l’enorme limite di The Extremist: la capacità di intrattenere con melodie cantabili e originali, l’abilità del suonare assoli impegnativi e perfetti sotto il punto di vista esecutivo, l’assimilabilità di sezioni ritmiche armonicamente e ritmicamente basilari, la totale inadeguatezza nell’offrire all’ascoltatore spunti di ricerca, che non ci possono essere perché The Extremist non è un disco “studiato”, cosa che invece si può dire di Surfing With The Alien o di Flying In A Blue Dream: è un album quasi completamente improvvisato, in cui lo spazio per lo studio dello strumento si riduce praticamente a zero, come fosse una specie di valvola di sfogo solista; The Extremist è esattamente questo: un disco solista a tutti gli effetti.
Quindi cosa può offrirci un disco solista, se non una marea di assoli? Nient’altro, ma nel caso di specie non è un male perché l’offerta di Joe è sempre e comunque altamente sopra le aspettative medie: da Friends a New Blues Joe Satriani dimostra sempre la sua grande classe, condendo questi dieci brani di melodie cantabili e di assoli indimenticabili. Lungo l’arco del cd viene a solidificarsi l’uso di una tecnica compositiva già sperimentata in passato: la chitarra solista viene sfruttata come fosse una voce umana, quindi in tutte le canzoni possiamo rintracciare delle “strofe”, dei “chorus” e degli “assoli” in senso stretto. Tra le poche innovazioni c’è da segnalare l’uso solista dell’armonica su The Extremist (Living On The Edge) mentre, com’è abitudine di Joe, vengono affrontati diversi approcci musicali: dagli orientalismi di War, pieno zeppo di fraseggi shred caratterizzati dal maestoso sfruttamento del wha-wha e della barra del wang, al blues piangente di Cryin’, soggetto di una bellissima evoluzione solista che poggia le proprie fondamenta sui vibrati, sugli slide, sui bending e sui meravigliosi armonici artificiali di fine brano; dall’originale tessuto acustico di Rubina's Blue Sky Happiness, che lascia campo aperto a virtuosismi ragionati e funzionali al raggiungimento del climax melodico, alla strepitosa conclusione regalataci da New Blues, tenue ed al contempo avvolgente nell’alternanza dell’uso delle scale blues e delle scale minori. Molto belle anche Friends e Summer Song, che si accostano al tipo di hard rock strumentale che già avevamo incontrato in brani come Surfing With The Alien e Back To Shalla-Bal (rispettivamente parte del secondo e del terzo disco solista di Joe Satriani), mentre Tears In The Rain è l’ormai classico brano breve ma emozionante, completamente suonato con suoni puliti, come già era stato fatto in precedenza (The Forgotten (Part I) e Midnight).
CONCLUSIONI Sapendo di andare controcorrente vorrei comunque sottolineare che per me questo non è il capolavoro di Joe Satriani, poichè credo che The Estremist non sia un album musicalmente profondo come i precedenti; tuttavia rimane un grande disco, uno di quelli che si consigliano ai neofiti di un determinato genere per fargli capire cosa quel tipo di musica sia: in altre parole si tratta di un eccellente lavoro solista, che sicuramente può insegnare qualcosa a tutti. Insomma: compratelo ad occhi chiusi!
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Il mio preferito di Joe Satriani. Meno sperimentale, più orecchiabile che nelle prove precedenti, ciò potrebbe apparentemente essere poco attraente... ma a livello di ispirazione e feeling qui Satch è veramente in stato di grazia. Questo emerge in particolar modo nei brani più tranquilli (Rubina's Blue Sky Happiness, New Blues o la breve Tears in the Rain). Della sua tecnica poi è anche superfluo parlarne... Probabilmente questo nel complesso è l'apice della sua discografia. Voto 95 |
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Assolutamente d'accordo con Enrico (commento 20). E in più vorrei aggiungere che tutto il ragionamento secondo cui Joe avrebbe progettato questo album come in lavoro di sintesi e semplicità, a cominciare dal titolo (una sola parola inveve di tre o quattro) mi sembra pura fantasia... Sarebbe meglio argomentare i contenuti piuttosto che inserire idee senza capo nè coda giusto per riempire la recensione. Forse sono troppo duro ma ci tenevo a fare questa precisazione. |
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22
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Probabilmente è uno dei suoi album migliori.Molto accessibile,si ascolta sempre davvero volentieri.Uno dei pochi dischi di questo genere che non stanca..ricordo che ebbi modo di scoprire questo grandissimo Chitarrista quando nell'ormai lontano 1999,comprai la Playstation 1 e come gioco,scelsi Formula One,che conteneva molto pezzi rock da sottofondo,tra cui anche steve vai e ritchie kozen,e appunto summer song di Satriani;devo dire che la musica dell'album,si adatta molto bene agli sport motoristici,con il suo piglio aggressivo,preciso e trascinante..non è un caso se cè un pezzo che si chiama Motorcycle driver! |
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21
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Vi parlo da grande fun di Joe !! ma com'è possibile che tra i primi 100 chitarristi di tutti i tempi publicato da RS italia, non c'è il prof. Satch ! e nemmeno Vai o Eric Johnson!..mah vai a capire certe cose!! |
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20
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"che non ci possono essere perché The Extremist non è un disco “studiato”..è un album quasi completamente improvvisato": assolutamente falso. Satriani passò tantissimo tempo a cercare le note più adatte per ogni singolo pezzo..non c'è una nota in più o in meno, nulla di improvvisato, tutto studiato a tavolino nei minimi dettagli. Basta sentire Friends o Summer Song....o Cryin', e così tutte le altre. L'armonica a bocca era già stata utilizzata in Big Bad Moon di Flying.. Secondo me la grandezza di sto album è il fatto di essere riuscito a fare un album strumentale accessibile a tutti, con delle melodie eccellenti. I sperimentalismi ci sono già stati in altri album e ci saranno ancora successivamente, questo cd suona come un disco di chitarra "mainstream"... in un panorama di album chitarristico di tanti virtuosi fini a se stessi, non può che essere una gran cosa |
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19
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Un must per ogni chitarrista e rocker che si rispetti |
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Disco da avere, esprimere parole e immagini con la musica non è da tutti. Stupendo. |
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17
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un album perfetto in tutta la sua durata dall' inizio alla fine, da avere e venerare in eterno, immortale. |
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15
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Vero, errore mio, grazie della segnalazione e scusate dell'errore. |
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tears in the rain suonata in tapping? questa è bella... |
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Semplicemente un altro CAPOLAVORO da parte del MAESTRO JOE SATRIANI. Voto 100/100. |
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12
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Il migliore di satch fino a crystal planet per me....assolutamente TOP! |
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11
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il suo disco migliore: una colonna sonora per la giornata. Accattivante, melodica potente: capolavoro. |
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10
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SUMMER SONG passerà alla storia come la canzone più usata nei filmati di automobilismo e motociclismo !! |
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9
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Un capolavoro assoluto! |
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8
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madò son rinco... volevo scrivere "Assolutamente nella top 3; per certi versi anche nella top 2 ". Mo basta, vado a riposare!  |
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7
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Assolutamente nella top 2; per certi versi anche nella top 2  |
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6
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Altra eccellente recensione per un album superlativo! Cryin' è fenomenale ma tutta la tracklist presenta veri e propri capolavori! Sicuramente nella top 3 dei suoi album! |
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5
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Pienamente d'accordo con il recensore, non è il capolavoro di Satriani ma per me rimane un grndissimo album con feeling, composizioni e suoni da paura....oltrechè le inappuntabili e coinvolgenti esecuzioni di un chitarrista straordinario!! |
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si perchè è tutto isolato... |
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3
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PIù che altro...con i tappi si sente meglio!!! |
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AUHAUHAHAHHUA! Tappi rules! E fai pure bene ad usarli... l'udito è una cosa preziosa... |
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The extremist è un disco che amo moltissimo perchè, a differenza della maggior parte delle altre releases dei cosiddetti guitar hero, questo album ha il grandissimo pregio di plasmare alla perfezione eccelsa tecnica a belle songs. Per me e per il motivo suddetto è il migliore lavoro di Satriani. Cmq la recensione è davvero molto bella ed esaustiva. Ah Khaine dimenticavo i tappi per le orecchie ai concerti li uso pure io! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 Friends 2 The Extremist (Living On The Edge) 3 War 4 Cryin' 5 Rubina's Blue Sky Happiness 6 Summer Song 7 Tears in the Rain 8 Why 9 Motorcycle Driver 10 New Blues
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Line Up
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Joe Satriani - chitarra, banjo, dobro, basso, armonica, tastiere, synth Matt Bissonette - basso Gregg Bissonette - batteria Paulinho Da Costa - percussioni Andy Johns - organo Brett Tugle - organo Bongo Bob - batteria elettronica e percussioni Phil Ashley - synth, tastiere Simon Phillips – batteria Doug Wimbish - basso elettrico Jeff Campitelli – percussioni, batteria John Cuniberti – percussioni
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RECENSIONI |
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