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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Joe Satriani - The Elephants of Mars
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15/05/2022
( 2982 letture )
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A distanza di poche settimane dall’uscita del nuovo –ottimo– album di Steve Vai, ecco che anche il maestro Joe Satriani torna con The Elephant of Mars a deliziare il desiderio di appassionati della sei corde e più ampiamente di instrumental rock con un lavoro a distanza di due anni dal precedente e convincente Shapeshifting. Il sessantacinquenne statunitense si conferma prolifico ed ispirato giungendo al diciottesimo lavoro in studio a trentasei anni dall’esordio Not of this Earth e in una carriera ricchissima di alti tra cui vale senz’altro la pena citare, oltre ai lavori di inizio carriera e best sellers come Surfing with the Alien e Flying in a Blue Dream, una serie di creazioni in grado di mixare rock, metal, fusion, jazz, blues come The Extremist, Crystal Planet e Is there Love in Space, giusto per citarne alcuni nel corso di una carriera longeva e priva di sbavature. Satriani è un musicista fenomenale che ha saputo influenzare tra i migliori chitarristi delle ultime generazioni, oltre a dare ulteriore sfogo alla propria creatività dimostrandosi artista ad ampio raggio, come dimostrato da recenti incursioni nel campo dell’arte figurativa contemporanea, quest’ultimo aspetto confermato tra l’altro da una serie di raffigurazioni astratte in cartoncini ad accompagnare ciascuno dei pezzi di quest’ultimo album, fantasiosamente raccolti nell’edizione limitata in digipack, pregevole sia pur rimanendo essenziale e lontana dalle molte ridondanti edizioni che stanno uscendo ultimamente ad opera di varie case discografiche che, nel pur lodevole intento di complementare il fenomeno della musica puramente digitale, finiscono spesso per essere ingombranti e stucchevoli. Il nuovo lavoro di Joe Satriani, composto da quattordici brani e sessantasette minuti di musica, scorre in modo piacevole e nonostante la durata importante risulta ispirato dal primo all’ultimo momento, crescendo considerevolmente con gli ascolti. Ciò che colpisce è la sensazione che pur trovandosi di fronte a un lavoro di un (se non proprio il principale) virtuoso della sei corte, la musica strumentale presentata risulti frutto di una band coesa ed affiatata, con sonorità fluidissime e compatte, mai sopra le righe anche grazie all’eccellente produzione di Eric Caudieux (noto oltre che per il sodalizio con Joe Satriani anche per lavori in consolle per nomi attraverso vai generi del calibro di Guns N’Roses, Dido e Brad Mehldau), e avvalorate dall’ottimo lavoro di Bryan Beller al basso e di Kenny Arnoff alla batteria e percussioni, senza necessità di ricorrere a special guests o a una lunga scia di turnisti che spesso finiscono per minare identità e logica. I brani sono eccellenti e in coerenza con il songwriting di Satriani, con l’aggiunta di un filo conduttore che si evince tanto dai titoli dei brani, legati a luoghi, regioni o sensazioni, quanto musicalmente a iniezioni di world music che confermano la classe a livello compositivo senza necessità di sciovinismo o autocitazioni. E’ con invidiabile spontaneità e varietà che infatti si respirano atmosfere marocchine e berbere in Sahara, dalla ritmica compatta su cui Joe sbizzarrisce la propria fantasia che evoca tramonti senza fine tra oasi e dune, mentre nella titletrack emerge un cocktail di sonorità moderne e più tradizionalmente orientaleggianti, prima di lasciare spazio a un sound più rilassato ed arioso in Faceless, una ballad fusion di classe straordinaria che richiama i momenti più alti della discografia di Satriani. Blue Foot Groovy sintetizza perfettamente nel titolo ciò che il sound propone, vale a dire un rock bluesy con linee di chitarra melodiche ed ispirate, sorrette da basso e batteria dal tiro pazzesco, altro pezzo di facile presa e in pieno stile Satriani. Sailing the Seas of Ganymede ci porta su onde spaziali in un viaggio con la fantasia le cui sonorità volgono a rappresentare le ipotetiche esplorazioni di Ganimede, vale a dire il principale satellite di Giove, che scientificamente si caratterizza per la presenza di veri e propri mari e chissà, forme di vita così lontane dal nostro pianeta, immaginate da sonorità ora sinistre ora romanticamente melodiche; un viaggio musicalmente impegnativo, ma allo stesso tempo di soddisfazione in cui tecnica, classe e ispirazione visionaria si fondono per quello che è probabilmente la vetta qualitativa dell’album. Si torna sulla terra con Doors of Perceptions, con percussioni e soluzioni acustiche e tastieristiche che richiamano sonorità mediorientali, mentre E 10th St NYC 1973 ci porta ad atmosfere jazzy e allo stesso tempo dense di blues urbano respirando sulle strade newyorkesi. Dance of the Spores è un altro brano sognante e complesso allo stesso tempo, dalle marcate componenti prog e capace di crescere con gli ascolti, carico di elementi tastieritici come le maggiormente elettroniche Night Scene e Through a Mother’s Day Darkly, in cui riffs scatenati si alternano a sweep picking veloce mantenendo feeling e pulizia come solo Satch è sapientemente in grado da anni di mixare. Non manca una ballad maggiormente lineare e chitarristica come 22 Memory Lane, un omaggio alla propria casa natale e di infanzia, che lascia la chiusura all’evocativa, classicheggiante atmosferica Desolation.
Joe Satriani è una garanzia di qualità, e questo The Elephant of Mars ne conferma la capacità di songwriting prolifico, ispirato e perfettamente riconoscibile nello stile e nella tecnica. Musicista eclettico, altamente ispirazionale per generazioni e ancora in perfetta forma e in grado di far sgorgare dalla propria mente creativa un lavoro da applausi, senza bisogno di strafare e nuovamente capace di catturare l’attenzione in un nuovo viaggio affascinante.
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11
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Molto bello, cala un po' nella seconda metà per via di un paio di pezzi un po' noiosi ma nel complesso mi è piaciuto parecchio, direi giusto il voto sull'ottanta. Geniale l'artwork stilizzato. |
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10
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Senza scomodare i dischi più belli (inarrivabili e irripetibili), penso che comunque questo sia il miglior album di Satriani del nuovo millennio. Di ispirazione ce n'è parecchia, altroché ! |
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9
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Joe, ti seguo da quando è uscito " Surfing...", ti ho visto in concerto anche coi mitici Deep Purple, ti considero un vecchio amico. I vecchi tempi, anche per te non torneranno più, un po' la penso come Furino (che cita i miei due dischi preferiti della tua produzione), ma dai, qualcosa di notevole l'hai tirato fuori ("Sahara" mi piace un casino), e anche se molto sa di già sentito ti ringrazio lo stesso. Te vojo ben!! |
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8
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@MH - grazie per il esserti proposto come editor! |
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7
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da "Satriani è un musicista fenomenale..." a "...finiscono spesso per risultare ingombranti e stucchevoli." sono 10 righe di scritto con coordinate, subordinate, incisi e chi più ne ha più ne metta... magari un minimo di revisione prima di pubblicare sarebbe utile per evitare le apnee dei lettori. |
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6
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Continuo sempre a leggere ottime recensioni sui lavori di Satriani ma per me da circa il 2000 in poi ha proprio perso l'ispirazione. Qualche canzone buona qua e là nella noia più totale. E a me Satriani piaceva tantissimo però quello degli inizi. Se date 86 a questo a The extremist e Surfing with the alien dovete dare dal 200 in su! |
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5
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Grande Joe.
In molti passaggi sembra di ascoltare Jeff Beck.
Inutile dire che adoro entrambi.
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4
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Altro disco clamoroso. Va ascoltato un po’ di volte prima di apprezzarlo a pieno, sale con i passaggi. Grande Satriani. |
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3
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Piaciuto molto anche a me, come pure il precedente, ma questo forse anche un pelino di più. Ormai non è più un discorso di mera tecnica, che non deve dimostrare più a nessuno, ma anche di classe e raffinatezza, come per esempio in pezzi come l’opener Sahara, Faceless o Doors of Perception. Sì, magari un po’ lunghetto… ma allo stesso tempo senza cali qualitativi. Voto 80 |
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2
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A me è piaciuto invece, ma l'ho trovato un po' troppo lungo. Oddio, ammetto di non essere un amante dello "shred", quindi il mio giudizio può tranquillamente risultare influenzato da questo. Detto ciò, per parere puramente soggettivo, do 72 al disco. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sahara 2. The Elephants of Mars 3. Faceless 4. Blue Foot Groovy 5. Tension and Release 6. Sailing the Seas of Ganymede 7. Doors of Perception 8. E 104th St NYC 9. Pumpin’ 10. Dance of the Spores 11. Night Scene 12. Through A Mother’s Day Darkly 13. 22 Memory Lane 14. Desolation
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Line Up
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Joe Satriani (Chitarra, Tastiera) Bryan Beller (Basso) Kenny Aronoff (Batteria, Percussioni)
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