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27/04/25
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Joe Satriani - Is There Love in Space?
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02/11/2019
( 1613 letture )
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Gli anni ’80 sono stati il periodo d’oro per i grandi virtuosi della chitarra, presenti in praticamente qualsiasi band, basti pensare ai Van Halen (grande band in sé, ulteriormente spinta dallo straordinario Eddie, forse il più influente e a suo modo innovativo chitarrista dopo Jimi Hendrix). Finito questo periodo, ormai giunti nel bel mezzo degli anni ’90 per molti musicisti termina il periodo di militanza in grosse band, come nel caso di Steve Vai, che aveva suonato nella band di Frank Zappa, nei Whitesnake, negli Alcatrazz e collaborato con David Lee Roth. La situazione è analoga anche per Joe Satriani, turnista con i Deep Purple (1993-1994) e con Mick Jagger (nonché insegnante di chitarra di musicisti del calibro di Kirk Hammett, Alex Skolnick, Andy Timmons e dello stesso Vai). Dopo queste esperienze questi musicisti si affermano in maniera assoluta, diventando poi quello che sono diventati, ovvero delle icone della musica, ancora ai massimi livelli anche ai giorni d’oggi (vuoi anche per il G3, ideato proprio da Satriani, concerti in cui si riuniscono i migliori musicisti del genere). Contestualizzate un po’ le origini, lo sviluppo di questo genere e di questi musicisti si può parlare dell’album protagonista di questa recensione, Is There Love in Space? di Joe Satriani, pubblicato nel 2004. Si tratta del decimo album della sua discografia, iniziata nel 1986 con Not of This Earth, seguito dal suo lavoro più conosciuto, Surfing with the Alien (1987). Viene subito all’occhio l’estrema produttività di Satriani, che complice anche la spinta data dal G3 non si è mai fermato un attimo, continuando a pubblicare dischi. Nonostante questo la creatività non viene mai a mancare, vuoi per l’immenso talento del musicista, vuoi per le grandi esperienze avute, che gli hanno permesso di spaziare dal blues all’elettronica, o semplicemente per il fatto di essere esploso a trent’anni, età elevata rispetto la media, ma in cui forse un musicista raggiunge una più piena maturità (magari non commettendo passi falsi, un po’ come nel caso di Joe, che pur sperimentando e non risparmiandosi nulla, riesce a mantenere sempre una più che discreta costanza qualitativa).
Is There Love in Space? non fa eccezione a questo discorso: forse non è il suo disco migliore ma ha un grande valore. La tecnica di Satriani è come sempre indiscutibile e come sempre le composizioni sono cariche della solita energia e positività che aleggia in tutte le sue produzioni. Anche i musicisti che lo accompagnano, Bissonette al basso e Campitelli alla batteria, fanno il loro lavoro egregiamente. Non può che essere così in un lavoro prevalentemente strumentale come questo (in cui la band si mette al servizio di un solista, non avendo troppo rilievo ma svolgendo comunque un ruolo fondamentale).
Il suono c’è, forse non compatto e pieno come ad inizio carriera, ma comunque ottimo, con la sua pasta e la sua personalità. Si apre il disco con Gnaahh, in cui Satriani fa urlare come si deve la sua Ibanez a suon di bending. Seguono la più convenzionali e rockeggianti Up in Flames e Hands in the Air. Ovviamene anche qui non mancano assoli funamboleschi in cui Satriani mette in luce il suo micidiale legato, tecnica padroneggiata alla perfezione permettendo la riuscita di fraseggi rapidi, ma con una fluidità (anche a livello di suono) fuori dal comune. Buona prova anche in Lifestyle, in cui Satriani passa al microfono (ottenendo tutto sommato un buoni risultato, considerando la natura di Is There Love in Space?). Segue la tiletrack Is There Love in Space?, brano lento ed emozionante, carico di espressività. Solitamente virtuosismo ed emozione vengono contrapposti ma in questo caso i due elementi sembrano quasi coincidere: forse è merito della fluidità del modo di suonare di Joe e della musicalità delle composizioni, più abbordabili e melodiche rispetto ai vari altri colleghi citati in precedenza. Viene poi la volta della celeberrima If I Could Fly, brano con cui Satriani accusò di plagio i Coldplay con la loro Viva la Vida. Tolto l’aspetto legale questo fatto sembra quasi dimostrare nuovamente la natura estremamente musicale e catchy di Satriani: If I Could Fly nonostante i soliti assoli ha il tiro di un brano pop di successo, caratteristica piuttosto inusuale in contesto shred. Souls of Distortion brano che si distingue per l’utilizzo massiccio del wah è probabilmente uno dei più caratteristici e interessanti dell’intera tracklist. C’è poi spazio per la rilassata Just Look Up e per il blues-rock di I Like the Rain (altro brano cantato) per poi arrivare a Searching, in cui Satriani gioca con il Whammy: nuovamente l’approccio allo strumento e agli effetti è pieno di consapevolezza e genio. Si chiude con Bamboo, altro lento guidato da una chitarra espressiva, piena di sfumature ed “effetti speciali”.
Is There Love in Space? per quanto facile e melodico alla fine è pur sempre un disco shred incentrato sulla chitarra. Non si tratta di una cosa per tutti e ovviamente questo diventa un grosso limite per un ascoltatore non troppo attento, inconsapevole. Gli addetti ai lavori, gli appassionati di chitarra probabilmente apprezzeranno il tutto, ma anche in caso contrario c’è modo di trovare infiniti spunti dall’ascolto di Is There Love in Space?, che in ogni modo si lascia ascoltare anche dall’utente non “nerd” dello strumento, che magari non coglierà alcuni aspetti più tecnici, ma avrà comunque modo di apprezzare l’abilità di Satriani come musicista e la validità delle composizioni, che scorrono, che sono godibili (pertanto Is There Love in Space? può essere anche un album perfetto per approcciarsi al genere). Fare paragoni all’interno della discografia di Satriani è impossibile: la sperimentazione non manca mai, i generi toccati sono molteplici e anche nei dischi più sottotono non mancano le canzoni degne di nota. Anche in questo caso sta al gusto personale decidere se preferire o meno Is There Love in Space? a un qualsiasi altro lavoro dell’immenso Satriani.
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3
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In questo disco ci sono dei pezzi fantastici, anche se le canzoni spesso sembrano delle basi per gli assoli. Però che assoli!!! |
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2
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Per me il suo apice l'ha raggiunto con crystal planet, ma questo è un ottimo album. Souls of distorsion e searching valgono da sole l'acquisto dell'album. |
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1
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Questo erano veramente anni che non lo ascoltavo, alla fine i dischi di Satriani a cui sono più affezionato sono quelli... del secolo scorso. Anche se qualche pezzo non mi esalta, rimane comunque un buon album. Chitarristicamente Satriani neanche si discute, questo è ovvio. Basta ascoltare il primo solo del disco. Voto 79 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gnaahh 2. Up in Flames 3. Hands in the Air 4. Lifestyle 5. Is There Love in Space? 6. If I Could Fly 7. Souls of Distortion 8. Just Look Up 9. I Like the Rain 10. Searching 11. Bamboo
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Line Up
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Joe Satriani (Voce, Chitarra, Basso, Tastiera, Armonica) Matt Bissonette (Basso) Jeff Campitelli (Batteria)
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