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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Coheed and Cambria - The Second Stage Turbine Blade
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22/08/2020
( 996 letture )
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Storia complessa quella dei newyorkesi Coheed And Cambria, nati dopo lo scioglimento degli Shabütie e inizialmente considerati solamente un side project formato dagli stessi membri della band madre, salvo poi diventare qualcosa di molto più serio. Tutto ha inizio nel 1995, quando Claudio Sanchez e Travis Stever, rispettivamente chitarrista e cantante, formarono una band chiamata Beautiful Loser, dopo aver sciolto il loro precedente gruppo Toxic Parents. Alla batteria reclutano Nate Kelley e al basso Jon Carleo. Il gruppo ha vita breve e presto Stever abbandona i compagni, che rimasti un trio assumono il nome Shabütie e iniziano a sperimentare una eclettica miscela di sonorità punk, metal, folk e funk. Carleo lascia il gruppo nel ’96 e al suo posto arriva il chitarrista Michael Todd, che per l’occasione imbraccia il basso per la prima volta. Con questo nuovo assetto il gruppo pubblica un demo ed un Ep nel 1999, dopodiché i tre riaccolgono Travis Stever, con il quale rilasciano l’ultimo Ep Delirium Trigger nel 2000. In realtà già nel ’99 il batterista Kelley decide di lasciare il gruppo, venendo rimpiazzato da Josh Eppard, ma quest’ultimo non suona nell’Ep del 2000. Lo stesso anno in cui esce l’Ep decreta la fine definitiva degli Shabütie, che a causa del crescente abuso di alcool iniziano a inanellare prestazioni live imbarazzanti e perciò decidono di farla finita. Nonostante ciò i membri del gruppo non hanno mai rinunciato a coltivare side projects da affiancare alla band madre e proprio il progetto parallelo di Claudio Sanchez, nato durante un viaggio a Parigi nel 1998, inizia a diventare sempre più importante per gli ex membri degli Shabütie, che di fatto costituiscono la line up degli appena nati Coheed And Cambria, rinominati in questo modo a causa della decisione di basare le proprie canzoni lungo un concept fantascientifico derivante dal fumetto The Bag.On.Line Adventure, ad opera dello stesso Sanchez. La dimensione fumettistica inaugurata dal frontman della band sarà centrale nella vita stessa della band, che baserà la maggior parte dei propri dischi proprio sulle storie narrate nei fumetti, che presto diventano una saga vera e propria, dal titolo The Amory Wars. Coheed e Cambria altri non sono se non due dei protagonisti della saga fantascientifica inventata da Sanchez e già alcuni dei brani contenuti in Delirium Trigger erano basati su The Bag.On.Line Adventure, motivo per cui la band deciderà di rivisitarli in occasione della composizione del primo disco, intitolato The Second Stage Turbine Blade. Nel 2002 infatti la band, spinta dal proprio curioso ed innovativo concept, firma con l’etichetta Equal Vision e dà alle stampe il disco di debutto, primo di una tetralogia che si pone l’obiettivo di narrare l’universo descritto in The Amory Wars; nel primo album si racconta la storia di una coppia, Coheed e Cambria per l’appunto, che sono marito e moglie.
The Second Stage Turbine Blade si presenta all’ascoltatore con tutti i pregi e i difetti di un debut album partorito da un gruppo che ha in mente di creare qualcosa di nuovo e decisamente personale: accostamenti arditi, passaggi strumentali non sempre a fuoco, intuizioni intriganti e atteggiamento euforico, aspetto che contagia irrimediabilmente anche chi ascolta. La firma con Equal Vision fa fare alla band un salto importante a livello di produzione, che è molto più a fuoco rispetto agli Ep degli Shabütie, ma rimane comunque ad un livello poco più che amatoriale, con suoni crudi e poco rifiniti e alcuni importanti sbilanciamenti in fase di missaggio. Inutile dire che questo aspetto, che analizzato con freddezza è da considerare negativo, è però una delle caratteristiche che dona un fascino unico al disco e col senno di poi non sarebbe la stessa cosa ascoltare lo stesso disco con una produzione più nitida. Andando oltre questo aspetto tecnico i brani risultano tutti interessanti e composti con un buon livello di maturità: i nostri in questa primissima fase della loro carriera sono ancora lontani dal progressive rock che sarà poi a grandi linee il proprio genere di riferimento, ma mostrano di avere imparato a dovere la lezione post-hardcore trasmessa da gruppi come At The Drive In, miscelandola ad ingenti dosi di emo, che viene chiamato in causa in primis grazie alla particolarissima voce di Claudio Sanchez, dal timbro estremamente acuto e femmineo, talvolta estremizzato fino al parossismo. Parlavamo di atteggiamento euforico e difatti questo è ben percepibile lungo tutto il corso dell’album, che mostra sì melodie dal retrogusto agrodolce e ricolme di malinconia, ma le affronta con una positività talmente luminosa che la musica risulta accecante una volta che si riverbera nell’aria. The Second Stage Turbine Blade riesce a far sorgere il sorriso sulle labbra dell’ascoltatore e questo è un fatto più unico che raro. Sono frequentissime le concessioni al pop, soprattutto nelle melodie contagiose dei ritornelli, che risultano facilmente cantabili, pur essendo inseriti in un contesto assolutamente non facile: chitarre che si incastrano con schemi che rimandano al math rock di band come Don Caballero piuttosto che American Football e frequenti cambi di ritmo ed atmosfere, che diventeranno poi la cifra stilistica fondamentale per la band di New York, sono ingredienti che non mancano mai in ciascuno dei dieci brani in scaletta. Esemplificativo il caso di 33 (ripresa dall’Ep Delirium Trigger), coi suoi cori irresistibili che parlano della targa dell’automobile di Patrick, uno dei personaggi del concept del disco. Sebbene l’album duri meno di cinquanta minuti uno dei suoi difetti principali risiede proprio nella durata un po’ troppo elevata, che mina la seconda parte dell’album; infatti se presi a sé tutti i brani hanno più di un aspetto positivo da cogliere, ma soffrono del fatto di utilizzare suoni ed equalizzazione sempre uguali, così come alcune soluzioni compositive che tendono a ripetersi fin troppo spesso. Accorciato di qualche minuto il disco avrebbe giovato di una longevità migliore, capace di dare risalto anche ad un pezzo come Neverender, che quasi chiude la scaletta e lo fa con uno dei migliori bilanciamenti a livello di missaggio presenti sul disco. Peccato che quando si arriva a quel brano ormai l’ascolto è appesantito da qualche minuto di troppo. In ogni caso però in scaletta vi sono episodi pregevoli come l’iniziale Time Consumer, brano emo esemplare che si fregia della presenza di Dr. Know alla chitarra, direttamente dai pilastri dell’hardcore Bad Brains, che ha uno sviluppo emozionale incredibilmente coinvolgente, e il singolo Devil In Jersey City, per il quale la band pubblicò anche un videoclip; ma anche momenti più vicini alla mentalità prog, come Hearshot Kid Disaster, dove Sanchez si produce anche in uno screaming inaspettato lungo le coordinate intricate di uno dei brani più violenti e maturi dell’album.
Nel complesso tutto l’album è da valutare in modo più che positivo nonostante quei difetti prima menzionati, poiché è l’entusiasmo dei Coheed And Cambria a risultare alla fine più forte di ogni difetto e questa sensazione è difficile da descrivere a parole, ma chiara e limpida da percepire mentre si ascolta The Second Stage Turbine Blade, primo disco partorito da una delle band più interessanti degli ultimi vent’anni, nominati dalla critica i nuovi Led Zeppelin, ma ancora lontana da godere dei propri meriti purtroppo.
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2
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@gioppino Obiettivamente anche no, dai. |
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1
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ma se è un capolavoro. almeno 90. il loro disco migliore senza alcun dubbio |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Second Stage Turbine Blade 2. Time Consumer 3. Devil In Jersey City 4. Everything Evil 5. Delirium Trigger 6. Hearshot Kid Disaster 7. 33 8. Junesong Provision 9. Neverender 10. God Send Conspirator
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Line Up
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Claudio Sanchez (Voce, Chitarra) Travis Stever (Chitarra) Michael Todd (Basso, Voce) Josh Eppard (Batteria, Pianoforte)
Musicisti ospiti Montana Masback (Voce su traccia 6) Dr. Know (Chitarra su traccia 2) Nate Kelley (Batteria su tracce 5 e 7)
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