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Coheed And Cambria - Vaxis - Act III: The Father Of Make Believe
06/04/2025
( 816 letture )
Last chance to figure things out / Oh, will you fail to answer when your body can't stay still? Hardly ever had a clue / Enhance, the future becomes so clear / But it doesn’t matter 'cause you find you were never here / You were never wanted.

Amory Wars – 2025.
La saga più epica e fantasiosa del prog compie 25 anni dal suo concepimento e la nuova pentalogia giunta al terzo capitolo è pronta a rimarcarci, nel caso ce ne fosse stato bisogno, che i Coheed and Cambria sono qui per restare e continuare a scrivere un capitolo importantissimo del rock. Con la loro incredibile ramificazione sci-fi che si estende a storie a fumetti, saghe, merchandise ed edizioni speciali degne di Star Wars, la band di New York riprende il concept dopo oltre tre anni di distanza dal più che sufficiente Vaxis – Act II: A Window of the Waking Mind , preparando al lancio iperspaziale il novello Vaxis – Act III: The Father Of Make Believe.

Sulla scia delle recenti uscite discografiche, e perfettamente incastonato nelle coordinate rock-fantascientifiche della nuova “saga nella saga”, Vaxis – Act III: The Father Of Make Believe ripropone in chiave futuristico-nostalgica il sound degli ultimi Coheed, infarcendolo di tocchi retrò e le solite, apprezzatissime citazioni musicali che pescano dal passato remoto della band. Il nuovo album è un coraggioso passo avanti nella giusta direzione: le strutture delle composizioni -spesso decisamente asciutte e dirette- si susseguono impostando un leitmotiv brevilineo che, suite finale a parte, tende a non superare i 3-4 minuti. Tattica che, a differenza del precedente Atto II, qui si rivela parzialmente vincente. L’introduzione magniloquente ed orchestrale di Yesterday’s Lost , con la chitarra acustica di Sanchez e la bellissima performance vocale introduce il nuovo arrivato con una grandeur più che azzeccata. I laser spaziali e le vicende interpersonali dei personaggi principali si sfogano nella prima, vera canzone dell’album, la stupenda Goodbye, Sunshine che corrobora il trademark dei Coheed and Cambria nel più classico dei modi, tra riff compatti e melodie vocali di primo livello. La band gira alla perfezione e gli scambi chitarristici tra Claudio Sanchez e Travis Stever punteggiano il brano a dovere, consegnandoci la prima perla dell’album senza faticare. La strabuzzante verve progressive di Searching for Tomorrow si apre con un godereccio riff solista, prima di tramutarsi in un corale mid-tempo che eleva le potenzialità dei Newyorkesi nella stratosfera. Ritornello perfetto, progressioni strumentali da brividi e un’atmosfera che pesca a piene mani dalla discografia della doppia “C” senza indugio e senza paura. Un singolo azzeccato che, negli intenti, ci riporta ai tempi di The Running Free, perfezionando il caleidoscopico background dei Nostri.
In un inizio che pare non perdere colpi, si aggiunge la stupenda title-track che fa le veci della bellissima Unheavenly Creatures , tratta dal primo atto. Compatta ma non troppo e con un riff melodico-progressivo intricato ma snello, The Father of Make Believe si conquista un’altra supernova. E mentre il concept si pronuncia sempre più nostalgico e spiccatamente personale, la semi-ballata Meri of Merci -pur non esaltando- convince per la sua forma canzone da manuale e per la prova vocale di Sanchez , davvero inattaccabile. Probabilmente, se escludiamo l’effetto “affezione”, Vaxis – Act III: The Father Of Make Believe contiene le migliori performance vocali del frontman/scrittore americano, con una pletora camaleontica che varia di brano in brano, dalla delicatezza introduttiva di Yesterday’s Lost allo scream effettato di Blind Side Sonny , passando per il romanticismo di Meri of Merci e la pura interpretazione prog di Continuum II: The Flood. Con una band sempre affiatata in cerca di bontà descrittiva e musicale, mister Claudio Sanchez conduce i giochi senza apparenti difficoltà. E se non tutto è cotto a puntino (Play the Poet suona un po’ fuori luogo e la ballad acustica Corner My Confidence l’abbiamo idealmente sentita altre mille volte), il risultato complessivo non è solamente ottimale, ma anche superiore al precedente LP.

Solamente un gradino sotto il portentoso inizio della nuova pentalogia, Vaxis – Act III: The Father Of Make Believe ci lancia chicche riservate ai cultori della band: Blind Side Sonny è una breve scheggia hard rock con voce aggressiva che fa il verso alla storica Al the Killer, migliorandone l’effetto grazie ai riff eccitanti di Travis Stever. Il brano più breve del lotto è seguito dalla verve elettronico-sperimentale di Play the Poet , non perfettamente a fuoco nonostante la volontà di stupire grazie a spunti aggressivi e a un break centrale piuttosto heavy. La classe dei Coheed torna ad accarezzarci con One Last Miracle prima e Someone Who Can dopo, suggellando la fine della prima parte dell’album. Someone Who Can è il terzo singolo estratto da Vaxis – Act III: The Father Of Make Believe ed è una retro-navicella che si collega ai tempi del clamoroso The Second Stage Turbine Blade, con un sing-a-long da pelle d’oca, un testo memorabile e una temporanea chiusura da applausi. Un brano pop-rock nella classica tradizione dei Coheed And Cambria , che non lesinano tecnica anche nei brani più semplici. Someone Who Can chiude con il sorriso la prima parte, mentre il continuum spazio-temporale viene scombussolato dalla suite finale (suddivisa in quattro parti) che risponde al nome di The Continuum.
In una danza prog rock appagante e imprevedibile, la suite finale mette sul tavolo tutte (o quasi) le elettro-sfumature della band, convincendoci ed esaltandoci grazie a piccole perle come Welcome to Forever, Mr. Nobody e la lunga The Flood, dove possiamo apprezzare la prova melodica di un Claudio Sanchez davvero fuori-scala e un bridge strumentale heavy e intricato, che eleva le doti di Josh Eppard e Zach Cooper , eroi nascosti (ma non meno importanti) dell’avventura spaziale. La seconda parte della canzone rischia di perdersi un po’ nell’atmosfera, ma il citazionismo interno compare per salvare la situazione nella bella Tethered Together , aperta dalla distante melodia di Domino the Destitute.

Vaxis – Act III: The Father Of Make Believe avrebbe potuto raggiungere la bontà intrinseca di Vaxis – Act I: Unheavenly Creatures e andare anche oltre, ma si spegne un po’ in sordina con la buffa e leggera So It Goes , che gioca con i Queen senza riuscire a convincere, salvo riprendersi con un outro orchestrale degno di George Lucas. In attesa del 4° capitolo della super-saga più inebriante dell’Universo, anche questa volta garantiamo emozioni interstellari ancora una volta, con una classe infinita e un’abbondanza di melodie pop-prog avvolgenti.

This is us / Running out of magic, losing touch / All or nothing swimming against the under / Currently I'm accountable for every little obstacle in your way / What need me to say? "I'm over it" / Matters of the heart broken to bits / The end hits with insecurities that have been living with these right or wrongs / Terrified to tear apart this song / There's nothing left to let go…




VOTO RECENSORE
74
VOTO LETTORI
70.13 su 30 voti [ VOTA]
Duke
Domenica 20 Aprile 2025, 21.07.40
2
...grande band....
Korgull
Lunedì 7 Aprile 2025, 12.45.10
1
Molto molto bello. Continuano a portarmi in mondi lontani fuori dalla banalità della vita quotidiana. Il loro apice per me rimane però year of the black rainbow
INFORMAZIONI
2025
Virgin
Prog Rock
Tracklist
1. Yesterday’s Lost
2. Goodbye, Sunshine
3. Searching for Tomorrow
4. The Father of Make Believe
5. Meri of Mercy
6. Blind Side Sonny
7. Play the Poet
8. One Last Miracle
9. Corner My Confidence
10. Someone Who Can
11. The Continuum I: Welcome to Forever, Mr. Nobody
12. The Continuum II: The Flood
13. The Continuum III: Tethered Together
14. The Continuum IV: So It Goes
Line Up
Claudio Sanchez (Voce, Chitarra, Tastiera, Sintetizzatori)
Travis Stever (Chitarra, Tastiere)
Zach Cooper (Basso)
Josh Eppard (Batteria)
 
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