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Loudness - Sunburst
31/08/2022
( 2113 letture )
Verosimilmente nessuna rock band giapponese è riuscita a sfondare a livello internazionale allo stesso modo dei Loudness. Il quartetto capitanato dal mago della chitarra Akira Takasaki – soprannominato negli eighties “la risposta del Giappone a Eddie Van Halen” per la sua appariscenza nel suonare – è stato fra i primi in ambito hard rock nel Sol Levante a registrare canzoni in lingua inglese, cosa che lo ha portato, primo gruppo metal nipponico in assoluto, a firmare un accordo con una major statunitense (Atco). Ben trentasette anni sono passati da quel Thunder in the East, primo loro album americano, vero e proprio trampolino di lancio per la loro carriera a livello planetario sebbene con esso i Loudness siano dovuti scendere a compromessi attraverso un’immagine e un tipo di musica più consoni al mercato occidentale, abbandonando parzialmente il caratteristico sound degli esordi. Negli anni le loro produzioni si sono succedute tra frequenti cambi di line-up - con il solo Akira Takasaki come costante - ed evoluzioni di genere, passando dal pop-metal di fine ottanta, continuando con l’ottimo disco omonimo del ’92 e la controversa trilogia sperimentale di fine novanta (Ghetto Machine, Dragon, Engine), per ritornare infine alla formazione storica nel 2001 e riproponendo un heavy di stampo più convenzionale e maggiormente legato al decennio di origine. Dal 2001 a oggi sono ben quattordici gli album realizzati con la stessa line-up (eccetto il batterista Masayuki Suzuki che ha sostituito Munetaka Higuchi, deceduto nel 2008) e con il nuovo Sunburst il conto totale arriva a ben ventinove dischi di studio in quarant’anni, prolificità che ha pochi eguali in ambito musicale.

Sunburst è in realtà uscito a fine 2021 in Giappone e soltanto sette mesi dopo pubblicato nel resto del mondo. Si tratta di un doppio album per una durata complessiva di ottantacinque minuti e la cosa che balza più evidente a primo acchito è che non stiamo parlando di un’opera di presa immediata. Nonostante le canzoni non possano essere definite “difficili” o poco orecchiabili (anzi, spesso il contrario), la caratteristica che spiazza maggiormente e che richiede svariati ascolti per essere assimilata è l’ingente varietà musicale, che fa sì che il prodotto non sia per niente né monolitico né poco impegnativo. A rincarare la dose vi è poi l’utilizzo della lingua giapponese nella quasi totalità dei brani, che non aiuta di certo per la fruibilità dell’opera. Alla fine dei conti però queste peculiarità, che per certi versi potrebbero sembrare delle note stonate, rappresentano i punti di forza del platter. Le canzoni alla lunga entrano quasi tutte nella pelle, a patto che si abbia tempo e voglia di approfondirle come si deve; suonano infatti molto contemporanee, fatto notevole e anche insolito se consideriamo che siamo davanti ad una band con quarant’anni di attività. A canzoni solo apparentemente più classiche ed immediate come OEOEO, Kaso Genjitsu, Yamato Damashii, Emerald No Umi, Hunger for More, Tengoku No Tobira - nelle quali la chitarra di Akira Takasaki si erge prevalentemente a protagonista assoluta, ben coadiuvata dall’ancora ottima voce di Minoru Niihara – si contrappongono delle autentiche perle di stampo doom, come Stand or Fall e la splendida The Nakigara, forse non a caso gli unici due brani cantati in inglese. Si passa dal thrash più raffinato (sembra un controsenso, lo so) che caratterizza l’atmosfera di Fire in the Sky agli accenti pop-blues di Nihon No Kokoro e della seconda parte di Crazy World, dalla bellissima ballata All Will Be Fine with You alla psichedelica Wonderland, dai riff retrò di Kagayakeru 80’s al tortuoso, magnifico blues The Sanzu River nel quale il vocalist opta per dei toni decisamente più cupi e sinistri.

Dopo ventotto dischi quasi sempre di bel livello, ottimo in molti casi, non deve essere facile reinventarsi, proporre musica se non proprio nuova almeno diversa, moderna, al passo con i tempi. Da questo punto di vista i Loudness non si sono accontentati, non hanno vivacchiato sui loro allori e certezze come la quasi totalità delle band “mature”. In Sunburst Akira Takasaki e compagni hanno provato a realizzare qualcosa di realmente diverso, pur rimanendo all’interno dei canoni della loro stessa tradizione, e sono riusciti nell’impresa. Ripetiamo, non è un disco semplice e sarebbe oltremodo ingeneroso valutarlo dopo soltanto un paio di ascolti. Questo è uno di quegli album di cui bisognerebbe possedere la copia fisica e ascoltarla alcune volte al giorno, come si faceva trent’anni fa, quando la musica letteralmente si centellinava. Sarebbe sano ancorché edificante tornare a gustare di tanto in tanto quell’ebbrezza, artisti di tale calibro lo meriterebbero senza dubbio.



VOTO RECENSORE
82
VOTO LETTORI
81.5 su 2 voti [ VOTA]
Fabio
Venerdì 5 Maggio 2023, 20.19.26
8
Questo devo ancora prenderlo ma non mancherò, grandi Loudness e grande Akira, giusta la lista di Marco a cui si può almeno aggiungere Earthshaker ( l ex band proprio di Niihara ) e Ezo
Marco
Venerdì 5 Maggio 2023, 17.36.22
7
Grande Akira, insieme a Saber Tiger , Bow Wow e Anthem i samurai dell\'hard & heavy dell\'estremo oriente.
Aceshigh
Venerdì 2 Settembre 2022, 20.38.56
6
Buon album! Festeggiano il 40º e decidono di celebrarlo con un doppio album, come a voler dare ai fans qualcosa di speciale per questa ricorrenza, un grande traguardo. Tra l’altro in gran parte cantato in lingua madre, come agli esordi. Ora, che in circa 85 minuti di durata ci possano stare alcuni brani non memorabili è naturale, ma complessivamente l’album scorre, specialmente il secondo cd, e merita sicuramente un ascolto. Buon 40º guerrieri! Voto 79
duke.
Giovedì 1 Settembre 2022, 21.59.58
5
...dal sol levante...oltre loro...ci sarebbe da ascoltare anche ottime bands...come anthem...galneryus...e x japan.....tutte di buon livello....molto preparate tecnicamente......
McCallon
Giovedì 1 Settembre 2022, 20.36.11
4
Gracias, li metto nella - sempre in aggiornamento - lista di dischi da recuperare
Andrea
Giovedì 1 Settembre 2022, 11.34.19
3
consiglierei per iniziare Disillusion e Live loud Alive
Galilee
Mercoledì 31 Agosto 2022, 20.42.20
2
Si, però ascoltati subito anche thunder in the east.
McCallon
Mercoledì 31 Agosto 2022, 17.55.21
1
Bella recensione! Non li ho mai ascoltati pur conoscendoli di nome, magari potrei partire con quest'ultima - variegata - fatica in studio per avere un assaggio della loro proposta.
INFORMAZIONI
2022
earMUSIC
Heavy
Tracklist
Disc 1
1. Rising Sun
2. OEOEO
3. Yamato Damashii
4. Kaso Genjitsu (Virtual Reality)
5. Crazy World
6. Stand or Fall
7. The Sanzu River
8. Nihon No Kokoro (The Heart of Japan)

Disc 2
1. Kagayakeru 80’s (Shining 80’s)
2. Emerlad No Umi (Emerald Ocean)
3. Tengoku No Tobira (Heaven’s Door)
4. All Will Be Fine with You
5. Fire in the Sky
6. Hunger for More
7. The Nakigara
8. Wonderland
Line Up
Minoru Niihara (Voce)
Akira Takasaki (Chitarra)
Masayoshi Yamashita (Basso)
Masayuki Suzuki (Batteria)
 
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