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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Kamelot - Ghost Opera: The Second Coming
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( 5106 letture )
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Nemmeno il sottoscritto, portato dai propri gusti personali a prediligere generi ben differenti, riuscì a rimanere impassibile di fronte all'ascesa dei Kamelot degli ultimi anni. Complice anche l'incredibile velocità a cui sforna nuovi dischi, la band ha infatti fatto parlare molto di sé: in questi ultimi 3 anni il gruppo ha pubblicato altrettanti buoni album, suscitando però qualche perplessità per quanto riguarda la troppa fretta di voler lanciare sul mercato nuove uscite, magari a discapito della qualità delle stesse.
Incuranti di queste critiche, i Kamelot non cambiano formula: anno nuovo, cd nuovo. O Quasi. The Second Coming infatti non è altro che un edizione speciale di Ghost Opera, costituita da due cd: uno è quello originale, l'altro contiene un live registrato a Belgrado durante il tour 2007 e quattro bonus track, ed è ovviamente quello di cui ci andremo a occupare in questa recensione (per il Ghost Opera originale, vedere QUI).
Ciò che balza subito all'attenzione dell'ascoltatore è la grandissima cura dei suoni, operazione assolutamente necessaria per far rendere al massimo le grandi ed evocative orchestrazioni che caratterizzano la maggior parte della produzione dei Kamelot. Questo ottimo lavoro si rispecchia in una resa eccellente di quasi tutte le canzoni, dalle più moderne a quelle appartenenti a lavori precedenti. Se infatti una delle critiche più frequenti alle canzoni dell'ultimo album era quella di risultare troppo melodiche e prive di mordente, in questo live l'interpretazione della band appare più heavy-oriented, e gli stessi pezzi (Ghost Opera e Mourning Star tra tutte) acquisiscono un valore aggiunto che li eleva a un livello superiore rispetto a quello raggiunto dalla prova su album. Tra le songs tratte da The Black Halo spiccano When The Lights Are Down, magistralmente eseguita e davvero coinvolgente, e la emozionante The Haunting, impreziosita dalla presenza della bravissima (e bellissima) Simone Simons degli Epica, la cui magnifica voce crea magici intrecci con le melodie della canzone. L'unica che forse non rende come dovrebbe è Memento Mori, che nonostante sia eseguita in maniera impeccabile della band, dà sempre l'impressione di mancare di qualcosa, probabilmente della possibilità, che scavalca anche l'impegno in tal senso, di riprodurre in sede live le maestose orchestrazioni teatrali presenti nella versione in studio.
Le bonus tracks sono ben eseguite, anche piacevoli, ma non lasciano nulla di più di un appagamento temporaneo ed effimero, che non invita l'ascoltatore a spingersi oltre qualche ascolto, se non fosse per qualche episodio migliore della media, come il ritornello di Seasons End o la parte conclusiva di Pendulous Fall.
Si potrebbe stare ore a discutere sull'utilità dell'album e sulle scelte commerciali della band, ma in questa sede tutto quello che mi compete è di constatare che si tratta, in effetti, di un cd ben prodotto e capace di regalare emozioni anche a chi, come il sottoscritto, è abituato a ben altre branche del metal.
Se qualcuno di voi non è ancora in possesso di Ghost Opera, acquistare The Second Coming non sarebbe sicuramente un'idea malvagia; se invece possedete già la versione normale dell'album, fatelo vostro solo se siete dei grandi fan della band.
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10
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Marco, d'accordo con te sulla bravura spropositata di allen, ma khan e allen sono due cantanti profondamente diversi così come gli stili (bada bene non generi) delle due rispettive formazioni; un po' come dire: cos'è meglio il buon vino o la buona birra? |
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9
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ma la rece di Poetry for the Poisoned??????? |
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8
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ma la rece di Poetry for the Poisoned??????? |
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7
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@Marco: la vedo come te, ma all'opposto, preferisco di gran lunga Khan e i Kamelot. uesto è un disco con alti e bassi, ma il loro valore non lo discuto. Dal vivo li ho visti ad un gods a Milano e poi da soli, a me piacciono tanto tanto. |
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6
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Renaz, non fraintendermi... Per quanto possano piacermi Roy Kahn e i Kamelot (dove, comunque, Kahn non dimostra veramente tutto quello che ha... e ne ha tanto), non reggono il confronto con Russell Allen (un dio su disco, un demonio sul palcoscenico... sarà che era la prima volta che lo vedevo dal vivo, ma quando ha cominciato a cantare "Set the world on fire" mi sono venuti i brividi...) e i Symphony X  |
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5
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Certo che paragonare Roy a Russel... mah mah. |
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4
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non si tratta di vere o non vere si tratta di ciò che vidi l'anno scorso all'Evolution e qualche anno fa al wacken e questa è l'impressione che mi hanno dato.......ho solo commentato cio che penso su questa band........è solo una mia opinione non condivisibile! |
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3
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Questo è un disco solo per fan, è vero, contiene bonus track abbastanza trascurabile ed alcuni estratti live piuttosto anonimi (e poi, i Kamelot hanno già due dischi live e un dvd alle spalle)...Le cose dette qui sotto sulla band americana, tuttavia, non sono affatto vere. |
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2
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Oddio... dire che Roy Kahn non sappia tenere il palco sarebbe come dire che Russel Allen non sappia cantare... Mi sembra un'affermazione alquanto azzardata. Non discuto sul fatto che i Kamelot possano non piacere, perchè poi si entra nel merito dei gusti personali. Forse, definirli inutili è invece fuori luogo, perchè si va ad insultare il lavoro che questi musicisti fanno da anni. E non mi sembra giusto. |
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1
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gruppo inutile e noioso...me li sono dovuti beccare un paio di volte a dei festival dove purtroppo c'erano anche loro......e devo dire che la qualità del loro power metal è perssochè nulla ed inutile per non parlare del cantante che sembra un truzzo che non sa tenere assolutamente il palco.......insomma una MEDDA!  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Live From Belgrade 1. Solitaire 2. Ghost Opera 3. The Human Stain 4. Mouring Star 5. When The Lights Are Down 6. Abandoned 7. The Haunting 8. Memento Mori 9. Epilogue 10. March Of Mephisto
Studio Cuts 11. Seasons End 12. Pendulous Fall 13. Epilogue 14. Rule The World (Remix)
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Line Up
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Roy Khan - voce Thomas Youngblood - chitarra Glenn Barry - basso Oliver Palotai - tastiera Casey Grillo - batteria
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