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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 8562 letture )
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I Kamelot sono ormai una realtà consolidata in ambito power e, come spesso avviene quando una band giunge a questo punto, preferiscono andare sul sicuro: innanzitutto, ispirandosi al motto "squadra che vince non si cambia", si affidano ancora una volta alle sapienti cure di Sascha Paeth e Miro, i quali si occupano della produzione dell'album ma non solo, dato che, com'è sua abitudine, Paeth si avvale spesso della collaborazione di una serie di musicisti (tra cui la coppia composta da Robert Hunecke-Rizzo e Cinzia Rizzo ai cori), suona lui stesso qualche parte di chitarra mentre, come al solito, Miro svolge un ruolo fondamentale per quanto concerne le tastiere e le orchestrazioni, tanto che ormai potremmo considerarlo il quinto elemento della band. Per la verità, stavolta, comunque, non è solo ad assolvere tale compito, visto che ritroviamo in veste di guest anche altri due tastieristi, vale a dire Gunther Werno dei Vanden Plas e Jan P.Ringvold. Tra i numerosi ospiti va poi menzionato senz'altro anche Luca Turilli dei Rhapsody, il quale suona un assolo nel brano Descent of the Archangel. Ancora, è opportuno evidenziare la presenza di una voce femminile, quella della cantante americana Mari, la quale affianca Khan in alcuni brani.
In verità, il fatto che sia presente una voce femminile non è affatto casuale, per quanto non sia la prima volta che i Kamelot si avvalgano di una tale collaborazione in un loro album. Stavolta, tuttavia, questa era resa quanto più necessaria in seguito alla scelta di optare per un concept-album, o meglio una sorta di metal opera (ormai parecchio di moda da qualche anno a questa parte), con vari personaggi che intervengono nel corso della storia, interpretati però in questo caso tutti da Khan e Mari, la cui presenza ha quindi quanto meno evitato al singer norvegese di dover prestare la propria voce pure a personaggi femminili. La scelta del concept ha, peraltro, in parte, condizionato anche il song-writing della band ed in effetti si può constatare come questo sia un po' meno vario del solito, se non altro per l'intento di conferire maggiore omogeneità ai brani. Non ci soffermiamo più di tanto sulla trama, alquanto complessa e neanche esaustiva, dato che la storia proseguirà poi nel successivo album The Black Halo. Certamente, va invece evidenziato come quest'impostazione abbia inevitabilmente dei riflessi sulla struttura stessa della tracklist, che comprende diversi piccoli intermezzi (quattro per l'esattezza), che fungono da raccordo tra i vari brani e consentono un maggiore collegamento tra loro in rapporto alla trama di fondo.
Ad ogni modo, il song-writing si mantiene su alti livelli e bisogna riconoscere come su Epica si possano ascoltare alcuni tra i brani migliori mai composti dai Kamelot: molto bello ad esempio Center of the Universe (scelto anche per realizzare un video), nel quale la band riesce a coniugare bene, alla propria maniera, ritmi veloci, melodia e orchestrazioni. Sulla stessa falsariga, possiamo menzionare altri brani riuscitissimi come Farewell, la già citata Descent of the Archangel, la sontuosa A Feast for the Vain e la conclusiva III Ways to Epica, nella quale emerge anche il lato più progressivo della band. Tendenzialmente più melodiche, ma non per questo meno efficaci, canzoni come The Edge of Paradise (dove si ravvisano anche sonorità arabeggianti) e The Morning After (Carry on), mentre si riscontra un minimo di sperimentazione negli inserti di bandoneón (una sorta di fisarmonica, se non erro, perlopiù di tradizione argentina) di Lost & Damned. Ovviamente su Epica ci sono anche le immancabili ballate: nella fattispecie, si tratta di Wander, davvero bella e coinvolgente e On the Coldest Winter Night, molto atmosferica e delicata, con begli inserti orchestrali e pianistici.
Epica aggiunge dunque un nuovo importante tassello alla discografia dei Kamelot, che riescono a realizzare senz'altro un lavoro maturo e di buon livello. L'unico aspetto che lascia un po' perplessi, è che dà l'impressione di essere un disco un po' pre-confezionato, nel senso che, come accennavamo in apertura, la band ha preferito ripetere schemi consolidati ed andare sul sicuro: in pratica, su Epica ritroviamo tutto quello che si può immaginare di trovare su un album dei Kamelot, senza grosse sorprese. La conseguenza è che i brani sembrano perdere anche un po' della carica emotiva e della fantasia che hanno sempre contraddistinto la musica della band; anzi, si ha la sensazione che questa sia consapevole di aver raggiunto ormai in passato il proprio apice compositivo, ancorandosi perciò ad esso e prendendolo come punto di riferimento, non riuscendo così a compiere un ulteriore salto di qualità. Al di là di queste osservazioni, Epica resta comunque un bel disco, senz'altro tra i migliori della band americana.
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Madonna che disco! 20 anni che lo ascolto e non mi ha mai minimastufato. Credo sia uno dei migliori e più completi e variegati album metal composti |
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Vabbè, voto lettori fatto dai troll o detrattori a priori... Disco splendido, ma hanno sbagliato poco in carriera. Quello che sembra lavoro di mestiere è semplicemente classe sopraffina che poche band hanno. |
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Band a mio parere straordinaria. Ben al di sopra della media. Capolavori fino a Poetry incluso. Immensi. Khan è un vocalist strepitoso. |
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Band a mio parere totalmente inutile; e ci ho provato in tutti i modi a farmeli piacere, li ho visti ance almeno 3 o 4 volte dal vivo (di supporto agli Elegy la prima volta). A parte qualche pezzo qua e là la sagra dello stereotipo.
Questo è uno dei loro album accettabili, ma non ci spenderei mai dei soldi. |
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Non sono mai stato un grande fan dei Kamelot della seconda epoca, quando suonavano più verso il power, però qui ci sono Wander e The edge of paradise che sono pezzi meravigliosi |
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20
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Ovviamente é la mia personale opinione e quindi vale come tale.
Di Epica mi ricordo vagamente due pezzi, The 4 Legacy, a distanza di quasi vent'anni (e nel frattempo credo di aver accumulato qualche centinaio di dischi!) potrei cantarlo tutto. |
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Edge of Paradise non ha un ritornello vincente secondo te?Wander nemmeno???Ma che cazzo stiamo dicendo? |
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L'ultimo disco che mi é piaciuto dei Kamelot; alcuni momenti sono da brividi, ma a mio avviso mancano i ritornelli vincenti di The 4th Legacy. |
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Leggo pareri entusiasti e poi vedo il voto che voi citrulli avete dato di media, 48, me la ridacchio amaramente un po' va... Album davvero bellissimo, a parer mio il migliore dei Kamelot (RIP), o per lo meno quello con la migliore interpretazione di Roy. Non so cosa stia facendo adesso o se stia meglio, ma la passione che trasmette in questo album è pressochè unica in tutto il genere (quale, poi, vedetelo voi) |
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Belissimo concept ispirato a Faust, da brividi la prestazione di Kahn, sublimamente cupa e drammatica. |
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15
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Quell'uomo aveva una voce fantastica... |
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"Epica"è il miglior album dei Kamelot. "The Black Halo"è un buon seguito ma più monolitico,meno vario,più iperprodotto e dal suono un po' compresso e meno caldo. Khan su"Epica"sfodera la migliore prestazione di sempre. Soprattutto perché fa anche lui il diavolo. Un album indementicabile per motivi anche personali per il sottoscritto. Dovrebbero ristamparlo in unico package con"TBH"& magari farlo per intero dal vivo(i Kamelot non sono i Queensryche capaci di fare entrambi i Mindcrime dal vivo). |
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13
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Prologue = 6; Center of the Universe = 6.5; Farewell = 6.5; Interlude I-Opiate Soul = 5; The Edge of Paradise = 6.5; Wander = 8; Interlude II-Omen = 6.5; Descent of the Acrhangel = 6.5; Interlude III-At the Banquet = 5.5; A Feast for the Vain = 6.5; On the Coldest Winter Night = 7; Lost & Damned = 7; Helena's Theme = 5.5; Interlude IV-Dawn = 5; The Mourning After (Carry On) = 5; III Ways to Epica = 7.5; Snow (Bonus Track) = 6.5; Like the Shadows (Bonus Track) = 5.5; Voto album = 7 |
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@Painkiller: bè...l'accostamento che hai fatto è perlomeno azzardato...eheheheh...Di Epica pt 2 non me ne potrebbe fregare di meno, per quanto riguarda un impossibile TNOTB pt 2, sarei capace di firmare col sangue...Ma tanto, questo rischio non c'è e non ci sarà mai...Adesso LORO suonano un Metal maturo ed articolato...Un "Metal" da ultima frontiera...BAH!!! |
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@Nightblast: esagerato! Non sarai mica di quelli che vorrebbero sentire Epica pt2 o The numer of the besat parte seconda vero? . |
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10
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L'ultimo vero disco dei Kamelot...Quello che viene dopo è per il 70% trascurabile... |
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@Arekusu: tra l'altro c'è un bel cd live nella special edition, con pezzi anche dello stesso Ghost Opera. |
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IMPOSTORE!!!  |
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Non so perché sia a firma di Painkiller, ma il commento qui sotto è il mio. Probabilmente, rincoglionimento da rientro al lavoro...  |
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6
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Mmm... rimedierò l'edizione speciale di Ghost Opera, allora. Forse sono stato un pò frettoloso ad accantonarlo! |
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@Arekusu: secondo me un po' hai ragione, me credo che The black halo e ghost opera abbiano comunque degli assi e ascoltando gli album in sequenza noto comunque un certo "filone logico" nel sound e nel songwriting. In più Ghost opera, che credo abbia bisogno di parecchi ascolti, è davvero meglio nell'edizone speciale, the second coming, nella quale almeno due dei tre inediti sono davvero belli, pendulus fall e season's end. Ho velocemente ascoltato i samples del nuovo album e devo dire che mi sembra molto bello...... |
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4
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Il mio preferito nella discografia dei Kamelot. Dopo sembrano aver perso un pò d'ispirazione, purtroppo.  |
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3
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sono un grande amante dei Kamelot, concordo in generale sulla recensione, tranne che su qualche particolare. In primis questo album è dichiaratemente un concept ispirato (ma non estattamente fedele) al Faust ed Urfaust di Goethe, pertanto esiste un filo conduttore chiaro nei testi, con una narrazione con un inizio ed una fine. Dal punto di vista compositivo, pur ritenendo stupendi tutti gli album da fourth legacy in poi, credo che Epica sia stato un grande passo avanti, e non un appoggirsi ad una formula collaudata. Direi questo di Karma, sostanzialmente identico per sonorità e composizione dei pezzi al precedente legacy. Qui invece il suono si è fatto un poco più grezzo e sono stati inseriti alcuni elementi nuovi (la fisarmonica ad esempio, nell'intro "tango" di lost & damned). Un grande disco power. 90. |
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2
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Mmm, dovrò rispolverare, ai tempi non mi aveva entusiasmato. Il loro migliore per me resta il bellissimo 'The Fourth Legacy'. |
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Senza dimenticare che da questo album prende il nome una più che nota band olandese  |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1 Prologue 2 Center of the Universe 3 Farewell 4 Interlude I (Opiate Soul) 5 The Edge of Paradise 6 Wander 7 Interlude II (Omen) 8 Descent of the Archangel 9 Interlude III (At the Banquet) 10 A Feast for the Vain 11 On the Coldest Winter Night 12 Lost & Damned 13 Helena's Theme 14 Interlude IV (Dawn) 15 The Morning After (Carry on) 16 III Ways to Epica
Bonus Track 17 Snow
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Line Up
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Thomas Youngblood - Chitarra Roy Khan - Voce Glenn Barry - Basso Casey Grillo - Batteria
Miro - Tastiera, arrangiamenti orchestali Mari - Voce femminile Sascha Paeth - Chitarre aggiuntive Luca Turilli - primo assolo di chitarra sulla taccia 8 Gunther Werno Tastiere Jan P.Ringvold - Tastiere Robert Hunecke-Rizzo, Cinzia Rizzo, Annie and Herbie Langhans - Choir vocalist Fabricio Alejandro - bandoneón sulla traccia 12 Olaf Reitmeier - Basso acustico sulla track 11 Robert Hunecke-Rizzo - jembe sulla traccia 11 John Wilton - "Master of ceremonies" sulle tracce 9,13 Andre Neygerfind - D-bass sulla traccia 11 Rodenberg Symphony Con Ian Parry sulla traccia14
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