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29/03/25
LIMP BIZKIT
UNIPOL ARENA - BOLOGNA
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Linkin Park - Meteora (20th Anniversary Edition Box Set)
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28/04/2023
( 2350 letture )
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I'm lost in these memories Living behind my own illusion Lost all my dignity Living inside my own confusion.
I try to keep this pain inside but I will never be alright (I'm lost) I try to keep this pain inside but I will never be alright.
(Lost)
25/03/2003 - 07/04/2023
Un altro anniversario, un’altra ricorrenza fondamentale per chi ama i Linkin Park.
Sono passati vent’anni dall’uscita di Meteora, l’ultimo vero grande album nu metal della fase storica. In quell’ormai distante 2003 i Limp Bizkit sterzano malamente (Results May Very), i Korn guardano con nostalgia al passato (Take a Look in the Mirror), i Deftones non bissano i livelli di White Pony (il comunque valido self-titled) e tutte le altre formazioni (Sevendust–Seasons, P.O.D.–Payable on Death, Ill Niño–Confession, Spineshank–Self Destructive Pattern etc.) si dimostrano incapaci di arginare la spietata concorrenza del metalcore e dell’emo/post-hardcore, nuovi dominatori nel mainstream statunitense e non per il resto del decennio. Solo i Linkin Park si rivelano immuni alla crisi del genere e con il loro secondo full-length rafforzano una leadership inattaccabile per numeri, statistiche e qualità: il trono della Billboard US 200 (traguardo non raggiunto dall’illustre predecessore), oltre 810.000 copie vendute in una settimana, ad oggi più di sedici milioni, otto certificazioni di platino e soprattutto una tracklist memorabile e ricca di brani storici come Somewhere I Belong, Numb, Faint, Breaking the Habit e From the Inside. Un rapido inciso: a differenza della recensione di Hybrid Theory 20th Anniversary Edition, qui non indugerò in personalismi/concessioni autobiografiche (unica eccezione: Meteora è il mio disco preferito insieme a HT) e dunque, senza rinvii ulteriori, prepariamoci a girare le lancette indietro fino al 2002-2003/04 e apriamo il Super Deluxe Box Set per scartare metaforicamente i regali che il gruppo ha deciso di offrire alla propria fanbase.
Ispirato nel titolo ai monasteri greci edificati nei pressi di Kalambaka, Meteora (μετά + ἀείρω) doveva reggere l’urto e la pressione di un album macina-record quale Hybrid Theory, fulmine a ciel sereno che nel 2000 aveva lanciato una band semisconosciuta (reduce dalla gavetta underground sotto il moniker Xero) nel gotha commerciale degli USA e del mondo. Replicare il successo e i pregi di hit come In the End, One Step Closer, Crawling o Papercut sembrava un compito fin troppo arduo e invece i Linkin Park hanno saputo zittire i detrattori elaborando una scaletta formalmente impeccabile, capace di mantenere salde le peculiarità nu metal della "Teoria Ibrida" e al contempo di variare la formula mediante alcuni dettagli lascianti già intravedere la futura transizione verso l’alternative rock. Minore tormento e maggiore introspezione, meno rabbia e più vulnerabilità: da questi solchi emotivi nascono le melodie sofferte di Easier to Run, l’interiorità di Somewhere I Belong, From the Inside e Breaking the Habit, il diamante Numb, la frustrazione di Nobody’s Listening (caratteristica per l’impiego del flauto giapponese shakuhachi), l’urgenza di Faint (movimentata dagli archi) e Don’t Stay e infine il trasporto di Hit the Floor, Figure.09 e Lying From You. Siamo pertanto di fronte a un eccellente album di “melodic nu metal” che, per i suoi vent’anni, merita di essere celebrato attraverso una riedizione denominata nel formato più lussuoso 20th Anniversary Edition Super Deluxe Box Set, una raccolta pantagruelica nella quale vengono inclusi quattro CD, cinque vinili, tre dvd, un libro di quaranta pagine, un poster 36” x 24”, un retro sticker sheet, una litografia opera di Delta (lo street artist visibile in copertina), stencil con il logo e una hi-res digital download card.
In cifre sintetiche, parliamo di novanta brani per un totale di quattro ore e mezza all’insegna della pura estasi linkinparkiana: inutile sottolineare come tale uscita sia rivolta in maniera esclusiva ai nostalgici e ai completisti, figure in cui si rispecchiano i die-hard fan che sanno a memoria le tracce dei dischi, già conoscono i vari estratti dagli LP Underground e dal Live Rarities e in cuor loro attendevano questa pubblicazione nella speranza di poter ascoltare nuove demo e le tanto agognate Unreleased, proprio come successo tre anni fa nel capitolo Forgotten Demos della HT 20th Edition. Volendo subito tranquillizzare questa “categoria protetta”, anticipo che la band è venuta incontro alle richieste della propria milizia e ha fornito le risposte ad interrogativi che dal 2003 rendevano le notti lunghe e agitate; non solo conferme quindi ma anche sorprese davvero inaspettate legittimanti la bontà di questa operazione commemorativa, “sincera” nelle intenzioni e non equiparabile ad un mero tentativo di cash-grab a danni dei supporter romantici e (fin troppo) ingenui.
Oltre al full-length standard di Meteora, il Super Deluxe Box Set rispolvera i fasti dell’attività concertistica mediante l’apoteosi nu metal di Live in Texas (un’esibizione killer con le migliori tracce di Hybrid Theory e gli allora nuovi brani del secondo disco, più una Pushing Me Away/P5hng Me A*way in salsa Reanimation) e Live in Nottingham 2003, aperto dalla strumentale Session (usata anche nella soundtrack di Matrix Reloaded) e a differenza del primo set comprendente Hit the Floor e Easier to Run. Si entra nell’alveo delle B-Sides con l’LPU Rarities 2.0, diciannove chicche elargite nel corso degli anni al fanclub ufficiale LP Underground e quindi già note agli esperti in materia: qui troverete le demo strumentali di Somewhere I Belong (Pretty Birdy) e Breaking the Habit (Drawing e in aggiunta “la cantata” Original 2002 Mike demo), le versioni work-in progress con testi alternativi di Faint e Figure.09, gli scratch e i riff nu metal di A.06/A-Six, due rarità quali Sold My Soul to Yo Mama (interludio a cura di mister Hahn) e Standing in the Middle (rap-rock tra Mike e gli ospiti Motion Man e KutMasta Kurt, già visti nel remix Enth E Nd di Reanimation) e infine una lunga serie di strumentali testimonianti la direzione stilistica di Meteora (Program del 2001, la proto-More the Victim Cumulus, Soundtrack, Broken Foot, Ominous, Unfortunate, Pepper, Halo, Rhinocerous e Attached, risalente addirittura a fine 2000/inizio 2001 e quindi la più antica testimonianza del post-Hybrid Theory).
Nel Live Rarities 2003/2004 (Step Up e My December sono però tratti da show del 2002) spiccano il medley Step Up/Nobody’s Listening/It’s Goin’ Down, One Step Closer eseguita con Jonathan Davis dei Korn e la cover dei Nine Inch Nails Wish (il cui unico difetto è la censura delle explicit lyrics), ma arrivati a questo punto l’attenzione si concentra inevitabilmente sullo scrigno delle Lost Demos, il più ambito dell’intero Box e per i fan un altro piccolo grande sogno che diventa realtà. Chi ha visto The Making of Meteora sa a cosa alludo: se nell’era di Hybrid Theory il “Sacro Graal delle Unreleased” corrispondeva a Pictureboard, nel biennio 2002/2003 a guadagnarsi tale fama sono state ben tre canzoni, udite di sfuggita in quel dvd senza avere dati a riguardo né titoli provvisori. Qui si sconfina davvero nel territorio dell’ultrà completista e riferimenti del tipo Thoughts That Take Away My Pride, Unknown Rob Drum Song e The Wizard Song non diranno niente ai più, ma vi assicuro che i Linkin Park-addicted hanno pazientato vent’anni per ascoltarle e grazie a questa Meteora 20th Anniversary Edition il desiderio è stato finalmente esaudito.
Non se la prendano le demo strumentali Cuidado (Lying From You) e Interrogation (Easier to Run) né le comunque interessantissime beta version di Faint (Meteora|20 Demo), Hit the Floor (Husky), From the Inside (Shifter) e Figure.09 (Plaster 2; Plaster 1 era One Step Closer), ma sono le restanti Lost Demos a catturare l’interesse maggiore visto il grado di rarità che le equipara a preziosi oggetti da collezione: è infatti un vero piacere godersi una A6 con voce inclusa, mettere in loop continuo la strumentale Wesside, tuffarsi nel melodic rap-rock dell’inedita More the Victim (fino ad ora disponibile solo nella versione strumentale Cumulus) o giudicare Massive come ponte stilistico fra il retaggio di Hybrid Theory (certi riff e una linea di testo ripresa da Untitled/In the End) e il progressivo spostamento del baricentro verso l’elettronica e l’imprinting melodico tipico di Meteora. La crème de la crème viene alfine racchiusa in un lotto di quattro brani che -al di là dei paletti recensori- definirei speciali ed emozionanti, un po’ come delle vecchie/nuove fotografie di un passato ormai lontano che riescono a far vibrare importanti corde sentimentali anche nel presente: dalla malinconica Resolution (The Wizard Song) al delicato rap-rock/nu metal di Healing Foot aka Rob Drum Song (titolo dovuto -come la demo Broken Foot- a un infortunio occorso nel 2001 a Brad Delson) si giunge poi a due autentiche gemme dal valore incalcolabile per chi non ha mai smesso di farsi accompagnare dalla musica di questa band. Parlo della meravigliosa Fighting Myself, trovata negli archivi inizialmente priva del contributo di Chester e, una volta recuperati i suoi take (I went into the multitracks and found different chorus ideas), assemblata da Mike in modo tale che il ritornello si incastrasse al meglio in una composizione “finita al 90%”: aperto da un sample con la voce effettata di Shinoda, il brano ondeggia su frequenze nu metal in pieno stile Meteora e mette di nuovo in luce la solida alternanza fra le strofe rap anni ’00 di Mike e gli adamantini refrain di Chester, una garanzia che ha segnato in maniera indelebile i trascorsi di migliaia e migliaia di adolescenti nel primo decennio del secolo corrente. Ancor più incredibile è il fatto che durante la ricerca di questo pezzo il mastermind si sia imbattuto casualmente in Lost, una traccia di cui aveva scordato l’esistenza (nomen omen), completa in tutto e per tutto ma non inserita in scaletta a causa di un’eccessiva affinità stilistica con Numb. In effetti il mood alternative rock dalle forti nuance elettroniche rimanda al classico della loro discografia e, allo stesso tempo, gioca in anticipo di quasi dieci anni su quanto verrà prodotto in Living Things, rendendo così l’ormai ex-Thoughts That Take Away My Pride (linea di testo rimossa dalla final version) il dono più bello e sorprendente del Box Set.
Sensazioni agrodolci, nostalgia che si mescola al rimpianto, la conflittuale assenza di Chester e l’amara felicità di poter ascoltare il suo timbro nei brani inediti mascherandoli come “nuovi”: Meteora 20 è un turbinio emozionale che saprà lasciare il segno come Hybrid Theory 2020, non semplici ristampe quanto delle vere e proprie esperienze cucite su misura per i fan che hanno dato alla musica dei Linkin Park un peso [s]oggettivo al di là delle etichette e di qualunque discorso legato all’appartenenza a uno o più sottogeneri. Il discorso affettivo in questione non ha chiaramente una portata generale, ma l’invito rimane esteso a chiunque volesse compiere un viaggio a ritroso negli ultimi fasti della golden era del nu metal, una stagione controversa, altalenante e a suo modo ineguagliabile al pari della carriera degli stessi Linkin Park.
Falling from grace, I watch it all come apart Knowing I could've changed it all from the start Fighting myself, I always lose Fighting myself, I always lose.
(Fighting Myself)
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10
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Il migliore di tutti rimango io, sono del 1982, 41 anni suonati, e il nu metal mi piace ancora come oltre 20 anni fa! Poi su di loro posso anche essere d\'accordo, rappresentano il lato più leggero e commerciale del calderone, però i primi 2 album meritano attenzione... Dopo non li ho più seguiti. |
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9
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Guarda indigo io sono dell\'89 ma questa vena nu metal non mi ha mai attratto, quando ero ragazzino ascoltavo roba tipo chimaira o melodicdeath, l\'unica band nu metal che mi prendeva erano i mudvayne, ma sono su un altro pianeta a livello tecnico musicale rispetto a questi o gruppi affini. |
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Ovvio però che questo genere si rivolgeva ad un pubblico molto giovane ed \"elastico\", e da qui anche i testi inquieti da primi struggimenti. Non penso fosse profondità,ma furbizia calcolata. |
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Ciao Indigo,ho molto apprezzato il tuo punto di vista più attuale,e per onestà riconosco la bontà del tuo ragionamento.Il postgrunge mi piace,il nuM proprio non lo capisco,a partire dai primi Evanescence..e qui si apre una voragine. |
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@Spirit, alla fine rimane sempre uno scontro generazionale tra i defender che hanno vissuto gli anni \'80 e chi è nato dopo avvicinandosi al metal in altre forme e contesti. Io ho iniziato ad ascoltare il nostro amato genere intorno al 2005/2006 grazie a colonne sonore di videogame per PS2 (la serie di smackdown vs raw) ricche di tracce alternative metal e post-grunge, poi nel 2007 MTV trasmise uno speciale dedicato al ritorno dei Linkin Park e da quel momento iniziai ad ascoltarli senza più smettere. Questo per dire che ognuno ha un background diverso e band di riferimento che possono ovviamente non coincidere con i gusti degli altri.
I Linkin Park erano un gruppo mainstream? Certo, ma andate a leggere anche i testi di Hybrid Theory o Meteora, dove si affrontano argomenti (all\'epoca) non così scontati come la salute mentale, i traumi del passato, la paura e l\'angoscia del quotidiano. Temi seri veicolati con una musica accattivante e melodica allo stesso tempo coscienziosa e \"interiore\"; non è un fattore secondario e anche per questa congiunzione hanno avuto enorme successo, assolutamente meritato e conquistato solo con le loro forze.
La fusione tra rap e metal ha sempre diviso i fan (comunque ricordo che i primi a mischiare le acque sono stati gli Anthrax di I\'m the Man e Bring the Noise) e quindi ci stanno anche le \"barricate\" come si evince dai vostri commenti, ma il nu metal ha in ogni caso dato un grande contributo offrendo a tantissimi giovani ascoltatori una comoda porta d\'accesso al metal. Forse, in quest\'ottica, potrete vedere anche i Linkin Park sotto una luce diversa. |
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Le commistioni fra generi diversi in sè non mi dispiacciono e l\'hip hop ha avuto in passato il suo perchè (band tipo Public Enemy e Afrika Bambaata, per dire). In questo caso però il risultato è veramente insipido.
Ho provato per anni a vedere se potevano piacermi, ma niente. |
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Sottoscrivo pienamente. |
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Infatti è roba per teenager, metallari alle prime armi |
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Mai sopportati,come il genere che portano in auge.Vendite alle stelle,fans liberi di adorarli,ma la fusione di elementi rap col metal è motivo di reazioni avverse quasi ai livelli dei sieri big pharma.Solo per ultras nu metal. |
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Porca miseria, me l\'ero persa questa... Comunque ribadisco ciò che avevo già detto 3 anni fa per \"Hybrid theory 20th\", questo tipo di operazioni non mi attirano nemmeno un po\', è una cosa mia... Anche se in questo caso \"Fighting myself\" mi è piaciuta, e anche \"Massive\" non è male tra le inedite, mentre \"Lost\" non mi piace ed è troppo simile a \"Numb\" (come è stato detto anche da loro stessi)... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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Meteora: 1. Foreword 2. Don’t Stay 3. Somewhere I Belong 4. Lying From You 5. Hit the Floor 6. Easier to Run 7. Faint 8. Figure.09 9. Breaking the Habit 10. From the Inside 11. Nobody’s Listening 12. Session 13. Numb 14. Lost (2002 Mix, Deluxe CD Bonus Track)
Live in Texas: 1. Don’t Stay 2. Somewhere I Belong 3. Lying From You 4. Papercut 5. Points of Authority 6. Runaway 7. Faint 8. From the Inside 9. Figure.09 10. With You 11. By Myself 12. P5hng Me A*wy 13. Numb 14. Crawling 15. In the End 16. A Place for My Head 17. One Step Closer
Live in Nottingham 2003: 1. Session 2. Don’t Stay 3. Somewhere I Belong 4. Lying From You 5. Papercut 6. Points of Authority 7. Runaway 8. Faint 9. From the Inside 10. Hit the Floor 11. With You 12. Crawling 13. In the End 14. Easier to Run 15. A Place for My Head 16. One Step Closer
LPU Rarities 2.0: 1. A.06 2. Pretty Birdy (Somewhere I Belong 2002 Demo) 3. Sold My Soul to Yo Mama 4. Standing in the Middle 5. Program (Meteora Demo) 6. Faint (Demo 2002) 7. Figure.09 (Demo 2002) 8. Drawing (Breaking the Habit Demo 2002) 9. Cumulus (2002 Demo) 10. A-Six (Original Long Version) 11. Soundtrack (Meteora Demo) 12. Broken Foot (Meteora Demo) 13. Ominous (Meteora Demo) 14. Unfortunate (Meteora Demo) 15. Pepper (Meteora Demo) 16. Breaking the Habit (Original Mike 2002 Demo) 17. Halo (Unreleased Demo 2002) 18. Rhinocerous (2002 Demo) 19. Attached (2003 Demo)
Live Rarities 2003-2004: 1. Lying From You (Live LPU Tour 2003) 2. From the Inside (Live LPU Tour 2003) 3. Easier to Run (Live LPU Tour 2003) 4. Step Up (Live Projekt Revolution 2002) 5. My December (Live Projekt Revolution 2002) 6. Crawling (Live Reading Festival 2003) 7. Breaking the Habit (Live Rock Am Ring 2004) 8. Step Up/Nobody’s Listening/It’s Goin’ Down (Live) 9. Wish (Live Projekt Revolution 2004) 10. One Step Closer (feat Jonathan Davis, Live Projekt Revolution 2004)
Lost Demos: 1. Lost 2. Fighting Myself 3. More the Victim 4. Massive 5. Healing Foot 6. A6 (Meteora|20 Demo) 7. Cuidado (Lying From You Demo) 8. Husky (Hit the Floor Demo) 9. Interrogation (Easier to Run Demo) 10. Faint (Meteora|20 Demo) 11. Plaster 2 (Figure.09 Demo) 12. Shifter (From the Inside Demo) 13. Wesside 14. Resolution
DVD 1: 1. The Making of Meteora 2. The Art of Meteora 3. Work in Progress
DVD 2: 1. Veterans Stadium 2003 2. Live in Seoul 2003
DVD 3: 1. Live in Manila 2004 2. Live in Denver – Projekt Revolution
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Line Up
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Chester Bennington (Voce) Mike Shinoda (Voce, Chitarra, Tastiere, Pianoforte, Campionamenti, Arrangiamento d’archi) Brad Delson (Chitarra) Dave “Phoenix” Farrell (Basso) Joe Hahn (Turntablism, Campionamenti) Rob Bourdon (Batteria)
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