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17/10/24
1349 + KAMPFAR + AFSKY
SLAUGHTER CLUB, VIA ANGELO TAGLIABUE 4 - PADERNO DUGNANO (MI)
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Dark Tranquillity - Endtime Signals
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10/09/2024
( 3029 letture )
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Con Moment erano stati chiamati a rispondere presente a chi tra i fan chiedeva certezze dopo l'ennesimo cambio di line-up nel gruppo e il lavoro che ne uscì fuori non deluse le aspettative, anzi, riscosse consenso in una larga fetta di pubblico. Se ci fosse stato bisogno di dare continuità a queste conferme, i Dark Tranquillity non si tirano certo indietro, dando alla luce l'ultima fatica: Endtime Signals. Già da subito possiamo notare da tracklist e durata che l'album in questione risulta corposo così com'è stato quello precedente.
Il disco parte con la marcia giusta con Shivers and Voids e la sua struttura avvolgente che lancia decisa verso il ritornello, col riffing che insegue la batteria e viceversa senza dimenticare l'assolo molto interessante che ci viene proposto.
Unforgivable alza i giri essendo bello lanciato in corsa, con muro del suono di cemento armato e tante mazzate sonore che si fanno sentire con tanto di squisiti stacchi in mid tempo. Torna più preponderante l'uso della melodia in Neuronal Fire, grazie al lavoro delle tastiere particolarmente ispirate in questo brano, che con le giuste pennellate, regala momenti toccanti durante l'ascolto; i riff sono molto orecchiabili e Joakim Strandberg-Nilsson dietro alle pelli è una garanzia. Not Nothing viene iniziata da una voce clean e una struttura nella prima parte niente male e il pezzo in generale si attesta su un equilibrio sapientemente moderato tra melodia e aggressione. Passiamo avanti trovando Drowned Out Voices, la cui struttura dotata di muro ritmico coeso e furioso allo stesso tempo si apre bene lungo il chorus della canzone; anche in questa sede la tastiera come un torrente carsico è funzionale al piano melodico d'insieme, notevole anche l'intermezzo nella seconda parte. Veniamo dunque ad uno dei migliori brani fin qui offertici dal platter, ovvero One of Us Is Gone: qui possiamo godere del cantato in pulito di Mikael Stanne, che ci accompagna in questa sorta di ballad splendida nella sua malinconia. Ma state tranquilli, perché torna la foga grazie a The Last Imagination, nonostante questo risulti forse un piccolo inciampo, dato che le soluzioni qui adottate sembrano poco invitanti o quantomeno efficaci, dunque il brano, per dirlo in parole povere, non vi farà saltare dalla sedia. Ci pensa però Enforced Perspective a raddrizzare il tiro e colpire ancora più forte di prima, linee di chitarra veramente belle, rapisce l'ascolto senza forzare la mano, stacchi di qualità così come anche la parte solistica: pezzo riuscitissmo senz'altro. Our Disconnect presenta una costruzione paziente, il tappeto di batteria che viene incalzato dal ritmo sincopato impartito dalle sei corde, falsa riga che si mantiene stabile, salvo successivamente dirompere con energia ed emozione in ogni direzione. Facciamo un passo avanti per imbatterci in Wayward Eyes, composizione dal piglio caparbio, all'arrembaggio si potrebbe dire, dove vige bilanciato il dualismo tra harsh e clean vocals, e se alcuni degli aspetti qui adottati lo fanno apparire come classico singolo per presentare l'opera completa, resta comunque un pezzo vivace e godibile. A Bleaker Sun rivela avere un riffing tutto sommato gradevole, con l'organico strumentale che si adopera ad erigere un crescendo notevole per ciò che concerne lo scheletro compositivo del brano. Ma i nostri non hanno intenzione di lasciarci, se non prima di aver fatto vedere il loro lato romantico a 360 gradi, eccovi perciò False Reflection, la quale ripercorre per certi versi quello che avevamo sentito con One of Us Is Gone, ma che si distacca per un respiro marcatamente più intimo.
La notevole lunghezza dell'opera magari potrebbe rappresentare un malus com'è successo per Moment, tuttavia Endtime Signals riesce a regalare momenti di grande musica e si evince sopratutto malinconia e dolore dal platter, figli del periodo coevo alla gestazione di quest'ultimo, soprattutto il tragico periodo della pandemia e la prematura scomparsa di Fredrik Johansson. I ragazzi di Göteborg piazzano un'ulteriore conferma a riprova che a distanza di tre decadi ci sanno ancora fare. Eccome.
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@Mic esatto, quel brano è stato scritto come omaggio all\'amico ex chitarrista scomparso che ha sempre gravitato attorno alla band fornendo idee musicali e dando il proprio parere sui brani in composizione. Brandstrom ha dichiarato che hanno preso alcune sue linee e hanno costruito attorno il brano. Sulla questione grafica del CD non ho idea. |
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Dimenticavo. Nel mio CD manca il logo della band e titolo sul booklet. Ho una copia difettosa? |
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Continuo a comprare i CD dei DT e puntualmente trovo troppe tastiere e pezzi molto simili tra loro e a quelli degli album precedenti. Immagino che il brano One Of Us Is Gone sia dedicato a Johansson. Un tale Johansson compare anche tra i compisitori dello brano stesso. Avranno ripescato dal cassetto una sua vecchia idea? Nel complesso assegno un 70 |
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Bel commento Drake. Concordo. Io non riesco a smettere di ascoltarlo. Ed è sempre più bello. |
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Lo sto ascoltando parecchio eppure fatico a dare un voto. La qualità dei brani è elevata, il nuovo batterista è di spessore così come il chitarrista (che tra l\'altro piazza diversi assoli sempre di gusto e coerenti col relativo brano), non c\'è nulla di scontato né di banale. Brandstrom è bravo a creare intorno alla cornice metal dei paesaggi sonori ponderati che ne espandono i confini ora verso la malinconia ora verso la disperazione ora verso la rabbia e Stanne interpreta magistralmente questi stati d\'animo sia col growl che col pulito. Di certo l\'umore di fondo è sempre cupo e forse è proprio questa caratteristica a rendere l\'ascolto dell\'intero disco piuttosto pesante per i miei gusti. Sono comunque rimasto positivamente impressionato perché dopo l\'abbandono di tutti i fondatori tranne stanne credevo persa la matrice di fondo del sound invece mi sono dovuto ricredere, anzi, non solo hanno sfornato un disco di spessore ma addirittura un disco che si muove spesso su coordinate nuove manifestando un coraggio invidiabile da parte dei compositori. Grandi! |
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Ennesino gran bel disco dei DT che, orfani oramai di tutti i membri storici ad eccezione dell\'instancabile Mikael Stanne, riescono a confezionare un bel prodotto grazie al lavoro di cesello del buon Martin Brändström. Voto 82/100. |
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Ma sapete un cazzo voi... |
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era da un po che non sentivo i dark tranquillity del nuovo corso e per curiosità ho sentito questo album e sinceramente mi ha colpito in modo positivo ed ho sempre amato le loro incursioni su territori vicini ai depeche mode . 75 |
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I DT sono tornati su alti livelli negli ultimi 6-7 anni. L\'ultimo non fa eccezione. |
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Bell’album, una conferma dopo i due che l’hanno preceduto, rispetto ai quali si presenta - come detto in recensione e nei commenti sottostanti - mediamente meno diretto e aggressivo, più atmosferico e malinconico. Il marchio di fabbrica si mantiene e allo stesso tempo si prova a non far sempre lo stesso disco, anche dopo trenta e passa anni di attività. Atoma per i miei gusti rimane sempre una spanna sopra, ma comunque bene così. Voto 79 |
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13
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Grande disco. Malinconico, autunnale, profondo. Meno immediato dei due precedenti ma proprio per questo destinato ad essere piu longevo nei miei ascolti. Le tastiere di Brandstrom, già da tempo protagoniste, qui, se possibile, prendono ancora piu sopravvento e il risultato non delude. Non concordo con chi ritiene i mestieranti Halo migliori. Da 3 dischi a questa parte i DT hanno trovato una nuova dimensione senza snaturarsi ma offrendo un\'interpretazione fresca del genere che hanno contribuito a creare. Da ascoltare a ripetizione per cogliere tutte le sfumature che ad ascolti superficiali sfuggono. Sempre una spanna sopra ai cugini IF. |
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12
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Concordo.Buon album, meglio di Moment ma meno bello di Atoma.Forse manca un vero e proprio capolavoro (anche se Our Disconnect e One of Us is gone al momento le trovo davvero intense) ma la media è alta. Atmosfere cupe, ritmi medi , qualche reminiscenza periodo projector/haven, ottime clean.Soddisfatto, voto 80.Vae victis!Ferro |
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11
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Altro disco eccellente dei Dark Tranquillity. Non come Atoma ma a livelli molto alti lo stesso. Stanne ha una voce che rende magiche le parti in clean e il songwriting, si sente che è curato e fresco. Vorrei sottolineare il ruolo delle tastiere di Brändström che in questi ultimi dischi dei DT, stanno prendendo un ruolo sempre più importante. Shivers and Voids, Not Nothing, Wayward Eyes e False Reflection le mie preferite. Per il momento. Vediamo più avanti. Au revoir. |
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10
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Ennesimo colpaccio dei Dark Tranquillity, anche in questa nuova fase. Disco veramente molto bello, sotto tutti gli aspetti, a partire dalla copertina (segnalo che quella inserita in questa recensione è sbagliata, non è la copertina del disco, pur essendo molto bella anche questa del singolo) passando per il validissimo songwriting, un grandissimo cantato di Stanne, ottimi fraseggi delle chitarre, tastiere di Brandstrom come sempre magiche e una nuova, ottima batteria. Bella anche la produzione. Per me è 87, al pari di Atoma e Moment. Per me la lunghezza dei loro dischi, compreso questo, è un punto a favore. Più durano, meglio è.
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9
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..un altro ottimo disco....da sempre garanzia di qualità....🤟 |
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8
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...False Reflection è un capolavoro |
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6
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Anche per me il solito “8 politico” per loro.
Una garanzia di qualità |
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5
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Sono d\'accordo e quoto @MPS su tutta la linea.... |
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4
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non male, per i miei gusti molto meglio di Moment |
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3
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Un altro bel disco da parte di una band di gran caratura.
Magari non tutto il disco sarà ad alti livelli, ma in tutti i pezzi si ha la percezione che il processo compositivo sia frutto di sentimento e passione. Stanne si conferma ad alti livelli. Splendide le tessiture intrecciate da chitarra e tastiere. Ottima la sezione ritmica, con un batterista sugli scudi.
Non sarà il loro capolavoro, ma è uno dei 6-7 dischi metal del 2024 che finora mi sono piaciuti di più. Per me 82. |
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2
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Lavoro che si lascia ascoltare , mancano quei 2/3 pezzi bomba che ne avrebbero alzato il livello. Stanne e soci non riescono ascrivere una canzone brutta neanche volendo ma ho gradito maggiormente il lavoro degli Halo e probabilmente il gotico degli Skyline ( Stanne in total clean version e’ fa paura) |
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1
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Disco bellissimo e di gran classe come il precedente Moment ma questo gode di una produzione ancora migliore. Ottimo il nuovo batterista che da piu’ potenza e dinamicita’ ai pezzi rispetto al suo storico predecessore. Atoma rimane ancora il loro capolavoro della recente fase rimanendo insuperato |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Shivers and Voids 2. Unforgivable 3. Neuronal Fire 4. Not Nothing 5. Drowned Out Voices 6. One of Us Is Gone 7. The Last Imagination 8. Enforced Perspective 9. Our Disconnect 10. Wayward Eyes 11. A Bleaker Sun 12. False Reflection
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Line Up
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Mikael Stanne (Voce) Martin Brändström (Tastiere) Johan Reinholdz (Chitarre) Christian Jansson (Basso) Joakim Strandberg-Nilsson (Batteria)
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