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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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( 11980 letture )
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La parabola degli Yes inizia a Londra nel 1968 eccellendo nell’eseguire cover di altri gruppi modificandole, però, in modo da renderle più lunghe e complesse. Dopo aver realizzato due discreti album (Yes e Time And A Word), la line up originaria cambia grazie all’innesto del fantasioso chitarrista Steve Howe in sostituzione del più convenzionale Peter Banks: la band diventerà soprattutto grazie a lui una delle più importanti del movimento rock progressivo degli anni settanta. La nuova formazione pubblicherà nel marzo del 1971 The Yes Album, prodotto unitamente a Eddie Offord (famoso per aver lavorato anche con gli Emerson Lake & Palmer), che rappresenta uno dei vertici assoluti della loro produzione e vero e proprio punto di riferimento di tanti gruppi dediti al progressive rock. Il talento di Howe trasformerà radicalmente il songwriting degli Yes in quanto le composizioni diventeranno molto più articolate (non mancano, ad esempio, palesi riferimenti alla musica classica) e porranno in costante evidenza l’eccezionale virtuosismo dei singoli componenti. In tal senso è giusto parlare degli Yes definendolo un vero e proprio supergruppo. I brani presenti su questo disco verranno eseguiti a lungo nelle esibizioni dal vivo a testimonianza della loro bellezza che permane tutt’oggi immutata a distanza di quasi quarant’anni.
La cover piuttosto lugubre contrasta con la cristallina armonia del platter che include quattro lunghe composizioni da annoverare, in particolare la stratosferica Yours Is No Disgrace, tra i classici del gruppo e due brevi giudicate sovente meno importanti (anche se l’acustica The Clap, pur essendo avulsa dal contesto strutturale dell’album, è una vera e propria perla country/ragtime di Howe, dedicata al figlio di Dylan, qui registrata dal vivo al The Lyceum di Londra il 17 luglio 1970). Le tracks sono dinamiche passando da linee suadenti e melodiche a parti più sostenute dove gli eccezionali componenti della band danno sfoggio della loro incommensurabile tecnica; il versatile vocalism quasi fanciullesco di Jon Anderson ha il potere di soggiogare l’ascoltatore, mentre le lunghe cavalcate strumentali si dipanano ponendo in particolare evidenza il fraseggio chitarristico di Steve Howe: i suoni prodotti dalla sua sei corde (la preferita è la Gibson ES-175) sono avvolgenti e corposi diversi da quelli proposti da tanti altri perché più ricercati; le sue escursioni quasi jazzistiche vestono le song di arricchimenti barocchi tracciando i prodromi per le lunghe suite divise in più movimenti che saranno sviluppate più significativamente nei full lenght successivi. Assolutamente epico l’assolo di chitarra contenuto in Würm -composta originariamente da Howe quando militava nei Bodast- facente parte di Starship Trooper. I've Seen All Good People ha anche venature quasi folk ed è un brano che ho sempre amato molto gioioso e solare.
Taluni critici sostengono che The Yes Album non sia il capolavoro della band nella considerazione che con il tastierista Rick Wakeman (prenderà il posto di Tony Kaye a partire dal quarto album intitolato Fragile) la musica degli Yes raggiungerà la piena maturazione stilistica. Sono stato sempre di diverso avviso perché i lavori seguenti peccheranno talvolta di eccessiva ridondanza a danno di un’opportuna immediatezza ed omogeneità che è ben riscontrabile e gradita in questo fenomenale disco.
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VOTO LETTORI
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88.57 su 214 voti [
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12
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Un ottimo album da parte di una band straordinaria e creativa, ai tempi nemmeno si usava dividere i gruppi in categorie o generi, comunque sono del parere ( personale) che qui manca ancora Wakeman per definire il suono che raggiungerà il suo apice con Close to the edge. |
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11
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saro' come Raven ma e' cosi', mood prima degli Who, che non sono mai stati prog e neanche punk. E' scontato che chi non ha mai ascolltato questo capoavoro, domani si ascolta uma merda |
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10
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Vado controcorrente. Questo "The Yes Album" è un disco ottimo ma senza acuti. Mi pare che stilisticamente (come viene fatto notare nella recensione) gli yes troveranno la definitiva quadra nel successivo Fragile.
Per quanto mi riguarda la perfezione verrà raggiunta solo con Close to the Edge, un punto di riferimento non solo per la band ma per il genere intero.
Tecnico, maestoso, compatto e cosa rara, senza una nota fuori posto. |
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9
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Album straordinario! Un milligrammo sotto Fragile e Close to the Edge, album che meritano il 100 pieno. The Yes Album è comunque un capolavoro imprescindibile, una vera e propria pietra miliare. Dagli arpeggi di Yours is no Disgrace, a Starship Trooper col suo memorabile crescendo finale, alla delicata e solare I've Seen Good People (da brividi l'ingresso dell'organo alla fine di Your Move) fino al divertentissimo strumentale The Clap (sì, questo è decisamente l'album di Steve Howe!)... è tutto un susseguirsi di momenti scolpiti nella storia del rock. Concordo comunque con quello che scrive qui sotto JoeFalco: a prescindere da chi c'era in formazione e da cambiamenti stilistici gli Yes hanno sempre sfornato musica di gran livello. The Yes Album comunque è tra gli imprescindibili della band. Voto 95 |
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8
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A me sembra che tutte le formazioni degli Yes hanno sfornato lavori belli o bellissimi o straordinari . Cioè sempre a livelli elevati. Anche qui avverti una capacità di stupire con la bravura di ognuno. Se lo ascolti per la prima volta fatichi a credere che sia del '71. Erano talmente tagliati per il genere appena nato che ne diventeranno una pietra angolare. Si fanno apprezzare da chi era in cerca di aria nuova, lontana dai 4 di Liverpool o dalle Pietre Rotolanti. Essere se stessi ed avere successo non si improvvisava : o eri super o la noia del coverista ti sommergeva. Io voto 94,con riconoscenza per la spinta innovativa. |
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7
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Inizia qui lo splendido trittico degli Yes: non è al livello di Fragile e Close to The Edge ma rimane un album ottimo. Voto 80-85. |
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6
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Very good! |
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5
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Di qui comincia la grandezza della band, primo di alcuni episodi leggendari ! |
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4
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ottimo album veramente... |
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3
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Disco che rappresenta le Fondamenta del progressive rock |
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2
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...come dici tu disco fenomenale anche se poi con il passare del tempo le loro composizioni (perchè canzoni non sono) sono diventate troppo elaborate anche per chi come me il prog lo apprezzava molto. |
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1
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Sarò scontato, ma......album da avere. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Yours Is No Disgrace 2. The Clap 3. Starship Trooper a. Life Seeker b. Disillusion c. Würm 4. I've Seen All Good People a. Your Move b. All Good People 5. A Venture 6. Perpetual Change
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Line Up
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Jon Anderson (voce, percussioni) Chris Squire (basso, seconde voci) Steve Howe (chitarra elettrica e acustica, vachalia, seconde voci) Tony Kaye (piano, organo, moog) Bill Bruford (batteria, percussioni)
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