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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Nuclear Assault - Out of Order
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( 5937 letture )
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Apprezzati soprattutto dagli appassionati di thrash-elastico e muscolare che odora di mosh (alla Anthrax, per intenderci), affine agli standard della scena newyorkese -dalla quale provengono- piuttosto che a quelli californiani, i Nuclear Assault nascono nel 1984 e debuttano due anni dopo con l'ottimo Game over, incalzato nel 1988 dall'ancor più stimato Survive, ritenuto non da pochi l'apice creativo dell'act a stelle e strisce. Il qui presente Out Of Order, datato 1991, fa seguito a quel Handle With Care che aveva chiuso l'iniziale trittico di cazzottoni nei denti sferrato dalla band di Dan Lillker (ex bassista proprio degli Anthrax), e segna dunque l'inizio di un declino irreversibile (che porterà addirittura allo scioglimento della band), tangibile già tra i solchi di questo platter, edito dalla I.R.S. e poco attraente fin dall'artwork di copertina (la combinazione cromatica in oggetto è veramente oscena). Questi alfieri del thrash underground americano mantengono in evidenza il proprio sound energico ed esuberante, con tendenze hardcore ed una voce pulita e istrionica, quella di John Connelly, issata su una ritmica martellante ed un rifferrama nevrotico; il tupa-tupa di rito si modula però in un incastro di sezioni di differente velocità, dando più spessore al suono; accelerazioni agitate ed una discreta sezione solista completano le linee generali di un lavoro che, però, viene azzoppato da linee vocali tutt'altro che aggressive, guascone, piatte e prive di nerbo al cospetto di una musica altresì solida e di buon tiro, neanche estremamente ignorante. Mancano ritornelli vocali trascinanti o anche solo gradevoli, memorizzabili, e questo è assai controproducente, soprattutto in un genere altamente orgasmico e 'diretto' come il thrash. Va inoltre segnalato che, dopo un buon avvio, lo spessore del disco va scemando, frenato da canzoni alla lunga prolisse, noiosette e ripetitive nonostante il tentativo di stratificare le composizioni: non basta il drumwork prestante a rendere il disco migliore, con brani che faticano a decollare e trascinare. Il pezzo d'apertura, Sign In Blood si basa su accelerazioni elettrizzanti e diverse sezioni alternate, ma meno coinvolgente risulta, da subito, la voce; Fashion Junkie, cadenzata e lamentosa, scocca delle frecciate rapide a folate dopo un minuto e venti di ascolto, mentre Too Young to Die è uno dei pezzi più interessanti del lotto, anomalo e curioso per via di alcuni arpeggi melodici di sottofondo a cori e ad un riffing robusto. L'album inizia a decadere con Preaching To The Deaf, song dai toni guasconi, con linee vocali che la rendono davvero insopportabile; noiosa, pur se potente, Resurrection è un altro passo falso, anche se la band sa ancora piazzare qualche zampata convincente come Stop Wait Think (violenta, tiratissima ed esplosiva: uno dei passaggi migliori, con ritmica picchiante e buoni cori vocali) e Hypocrisy, energica e tirata. La strumentale Save The Planet, che s'adagia su melodie classic heavy, si rivela gradevole e stupisce con l'insolito utilizzo di sintetizzatori, prima che la ridicola cover degli Sweet, Ballroom Blitz, concluda l'album con toni demenziali e riferimenti quasi punk nell'approccio beone. L'arte, e la musica come forma d'essa, sono un piacere soggettivo, motivo per il quale uno stesso disco potrebbe notoriamente suscitare pareri opposti nella testa e nelle orecchie di diversi ascoltatori; per quanto possa ricercare l'obiettività immacolata, un recensore non sarà mai padrone assoluto della verità, premessa per cui Out of Order potrà sembrare a tratti zoppicante, anche se i sostenitori più accaniti dell'act di New York potrebbero affermare il contrario; il pomo della discordia sta proprio -come detto- nelle linee vocali non propriamente thrashy, nè grezze nè tantomeno aggressive, peculiarità troppo influenti per non recar danno ad una musica altrimenti tosta e veloce, non eccelsa (sicuramente) nel riffing o nella sezione solista, ma comunque discreta. le ultime note negative riguardano certe ridicole soluzioni stilistiche e istrioniche del tutto fuori luogo -alcune parti 'parlate', la canzone punkeggiante, un'attitudine clownesca stridente- che rendono questo platter tutto fuorchè fondamentale.
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10
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No dai, non fa così pena, anzi. i primi 3 pezzi sono belli non c\'è dubbio, il disco si perde un po\' nella parte centrale ed in effetti Doc Butcher non è un granchè. Certo che rispetto ai precedenti, The plague compreso, non è certo all\'altezza, ma resta comunque gradevole da ascoltare. |
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9
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Quando uscì lo trovai una delusione. Il sound era diverso rispetto al precedente, le chitarre erano più "spente", non mi pareva vero che quelli fossero i Nuclear Assault che avevo adorato con HWC e Survive (dischi che conosco a memoria!!!). Ci mancava anche uno sciacquone del cesso a mettere tristezza a questo disco. La copertina è orribile. Connelly era spesso assente alle registrazioni di questo album, ecco perchè Bramante canta quella ca..ta di Doctor Butcher, Lilker fa assoli di chitarra, Ballroom Blitz cantata da tutti (male) tranne che da Connelly, le stesse composizioni scritte un po' da tutti (HWC era stato composto quasi tutto da Connelly), come per compensare la mancanza di ispirazione. Album non sufficiente, per me il voto lettori, 52, ci sta benissimo. |
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8
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Riascoltato oggi dopo anni… Chiaramente i precedenti sono superiori, ma questo rimane un album ben al di sopra della sufficienza. Non tutto funziona dall’inizio alla fine, qualche pezzo innocuo c’è, ma Sign In Blood, Fashion Junkie, Hypocrisy e altri brani sono decisamente ottimi. Voto 78 |
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7
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In totale disaccordo con la rece. Sicuramente più ragionato rispetto ai primi 3 capolavori (4, se includiamo il bellissimo EP The Plague) ma davvero ben fatto: aggressivo, oscuro, eterogeneo. Per me da 85. |
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6
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Fino a qualche anno fa su negative li trovavi |
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5
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Come questo e Survive sono super ricercati e non vengono più ristampati?
In realtà non li ho mai ascoltati ma per molti questi dischi usciti per la IRS sono i più belli.
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4
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Rispolverato oggi e lo trovo un ottimo disco... |
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3
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Ho rispolverato il vinile e non mi dispiace....produzione più che buona, e tutto sommato bello scorrevole, non male. Poi sono in disaccordo su quanto viene detto a riguardo della voce non proprio thrashy, semmai sono le linee vocali di oggi che vengono etichettate thrash mentre non lo sono ma andrebbero etichettate in ambiti più estremi visto che sono sature di growl.....Il thrash è altra cosa il thrash è anche questo disco! |
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2
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E pensare che con 'third world genocide' faranno anche peggio..  |
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1
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Questo disco fu per me un'autentico shock dopo le incredibili prime tre release. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sign In Blood 2. Fashion Junkie 3. Too Young To Die 4. Preaching To The Deaf 5. Resurrection 6. Stop Wait Think 7. Doctor Butcher 8. Quocustodiat 9. Hypocrisy 10. Save The Planet 11. Ballroom Blitz
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Line Up
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John Connelly (Voce, Chitarra) Anthony Bramante (Chitarra Solista, Cori) Dan Lilker (Basso, Cori) Glenn Evans (Batteria, Cori)
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