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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 5372 letture )
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La continuità paga. Così si può riassumere la carriera discografica dei britannici Fen che tornano sulle scene, dopo la consueta pausa di due anni, con un full-length di notevole caratura, intitolato Dustwalker. Il trio anglosassone, dopo il successo del precedente Epoch (2011), riesce infatti ulteriormente a migliorarsi, sviluppando uno stile originale e ancor più maturo, capace di unire il black metal con il post rock, mantenendo quelle venature progressive che spesso ricordano le atmosfere targate Ihsahn.
Ad un primo ascolto, l’impostazione di base scelta in questa produzione può lasciare disorientati, soprattutto per la decisione di alternare tracks di lunghezza canonica, a coppie di brani di lunga durata, non facilmente assimilabili da parte di un pubblico che si avvicini per la prima volta a questa band. Quest’aspetto comunque non sminuisce l’alto valore della release, in grado di emozionare soprattutto con i cristallini vocals del frontman The Watcher, fluentemente alternati con il growl di Grungyn, che toccano il proprio apice nell’energica Wolf Sun e nella lunga, atmosferica Spectre, nella quale al raffinato clean si contrappone nel finale un muro strumentale, arricchito dai frequenti passaggi in tremolo picking di chitarra. Il combo inglese, inoltre, non delude nemmeno in ambito strumentale, dove appare chiara la grande capacità del trio di mescolare assieme dei generi, come già anticipato, piuttosto variegati tra loro, dando vita ad oltre un’ora di pura arte. Infatti, pur mantenendo un ritmo d’esecuzione nel complesso piuttosto pacato, le tracce vedono dominare su tutti la chitarra del frontman The Watcher, capace di un’esecuzione attenta, studiata ed evocativa, ben supportata da una batteria marziale, anche se meno aggressiva di quanto ci si potesse aspettare. Da non sottovalutare è inoltre la scelta di introdurre, in passaggi accuratamente scelti, di frequenti e lenti stacchi strumentali, atmosferici e sognanti, capaci di impreziosire le singole tracce, regalando momenti di pura avanguardia che culminano nella finale Epilogue (disponibile solo per coloro che abbiano optato per l’acquisto dell’edizione limitata).
Dopo aver ascoltato attentamente Dustwalker, una sensazione domina tuttavia sulle altre: appare chiaro come i Fen abbiano ancora molto potenziale da sviluppare, nonostante il livello delle loro attuali produzioni sia già notevole. Lungo tutta la durata dell’album, infatti, è possibile ritrovare un’interessante serie di spunti su cui i londinesi potranno ancora lavorare, espandendo ulteriormente la loro gamma di idee originali, che da anni non fanno che arricchire il loro stile, già ricercato. Esempi di questa tendenza si possono rintracciare partendo da The Black Sound, un’isola felice di eleganti influenze doom, arrivando a Walking the Crowpath nella quale, dopo un inizio lento e quieto, The Watcher e soci optano per uno stile sperimentale, che lascia più spazio ai vocals, avvicinandosi parallelamente ad un tipo d’esecuzione simile agli ultimi Nachtmystium. Una scelta che già si allontana in maniera decisa da quanto espresso nell’opening track Consequence, aggressiva e rapida, dove era ancora notevole la componente black metal, più tipica delle release precedenti. Un’impressione quanto mai positiva, dunque, che bene fa sperare per il futuro di questo brillante terzetto.
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11
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gli darei 90 a sto disco |
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10
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Altro ottimo disco di questo 2013, che per quanto mi riguarda con Kata Ton dei Rotting Christ, il nuovo lavoro degli October Falls, i Manii nati dalle ceneri dei Manes e Death by fire degli Enforcer è cominciato col botto. Ennesima conferma che la Code666 può vantare uscite dalla qualità media piuttosto elevata. |
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9
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Bello, mi è piaciuto più di Epoch. Sugli scudi Consequence, Spectre e la bellissima Wolf Sun...Il voto ci sta anche se avrei dato qualcosina in più. |
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8
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Gran bel disco... molto meglio di Epoch |
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7
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Cacchio se è bello, questo disco... |
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6
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disco strepitoso. Il precedente mi piace ancora molto ma questo lo spazza via, fra l'altro oggi è uscita la news che fanno il tour europeo insieme ad Agalloch con ben due date in italia, Concerto da non perdere direi  |
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5
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Assolutamente d'accordo con Monsieur Piggod: il botto di inizio anno. Disco di una bellezza unica, senza mai un attimo di calo. Tutte le composizioni sono caratterizzate da un eccellente songwriting e a mio parere, superiori ad Epoch e al già eccellente The Malediction Fields. Per il momento, la migliore uscita dell'anno. Bien sûr, siamo a gennaio ma vediamo se verra superato da qualcun'altra uscita nel qual caso dovrà essere eccellente. Grandissimi Fen e voto basso (un po' in contraddizione con la recensione, isn't it?). Minimo da 90. Au revoir. |
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4
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Ordinato. Il precedente Epoch era un buon disco anche se per me a tratti si perdeva un po' troppo in break acustici e soluzioni eteree, questo a quanto pare sembra avere più sostanza, sulla scia dell'ottimo The Malediction Fields. Vediamo quando mi arriva, (quasi) niente spoiler sui dischi che prendo, mi ci rovina il gusto. |
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3
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Non sono pienamente d'accordo con il recensore quando cita il nome di altre band, pe ril resto ottimo disco che confermai Fen come una band veramente meritevole e che non sbaglia un colpo. Avanti così! |
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2
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The malediction fields è un disco che mi è piaciuto moltissimo, aspettavo impaziente questo, lo ascolterò a brevissimo ma mi pare di capire che non deluderà! |
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1
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Il botto di inizio anno. Disco spettacolare che riesce addirittura a migliorare ciò che i Fen hanno fatto fino ad adesso. Band in costante crescita e acquisto obbligato. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Consequence 2. Hands of Dust 3. Spectre 4. Reflections 5. Wolf Sun 6. The Black Sound 7. Walking the Crowpath 8. Epilogue
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Line Up
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The Watcher (Voce, Chitarra) Grungyn (Voce, Basso) Derwydd (Batteria)
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