|
30/04/24
MOONSTONE + SUPPORT
FINE DI MONDO, VIA BADEN POWELL 3 - VILLAFRANCA DI VERONA (VR)
|
|
|
( 2849 letture )
|
I Wolf non dovrebbero necessitare di troppe presentazioni. Trattasi, in ogni caso, di una solidissima band scandinava giunta con questo Devil Seed al settimo album di una ormai più che decennale carriera. I Nostri sono fautori di un heavy ultraclassico, dalle decise tinte ottantiane, ma non per questo privo di personalità. Devil Seed s’inserisce senza troppi scossoni all’interno del percorso dell’act svedese. Il sound è quello roccioso e affilato a cui i fedelissimi dei Wolf sono abituati sin dal debutto del 1999. Il senso di “malvagità” e “darkness” che permea le sonorità della band ne rende la proposta accostabile a quella di formazioni ben più blasonate quali Accept, Mercyful Fate, Metal Church, Primal Fear e i Judas Priest più rabbiosi.
Overture in C Shark, opener del disco, c’introduce nel cupo mondo dei Wolf. Col secondo brano, Shark Attack, la band sforna subito, con ogni probabilità, il vero highlight dell’album. Buonissimo il riff di chitarra portante, davvero convincente il ritornello, nella sua semplicità, sempre preciso il lavoro della ponderatissima sezione ritmica, di qualità sopraffina l’interpretazione vocale del singer Niklas Stålvind (vera arma in più dei Wolf). Stålvind garantisce, per tutta la durata di Devil Seed, la dovuta dose di estro e carattere a un lavoro che rischierebbe altrimenti più di un passaggio a vuoto. A Shark Attack segue una nutrita serie di mid tempos (cifra ritmica d’elezione dei Wolf), dalla qualità altalenante. La struttura del disco, con opener galoppante iniziale e vago calo d’intensità successivo, richiama in qualche modo l’ultima uscita degli Accept, band cui -come già detto- la formazione svedese deve parecchio. Skeleton Woman è un buon esempio di mid tempo di qualità made in Wolf, soprattutto per la sua riuscita alternanza di fraseggi concitati e momenti ad alto contenuto patetico (nell’accezione positiva del termine). Meno ficcante la successiva Surgeons of Lobotomy, non aiutata da un lavoro chitarristico talvolta fiacco. My Demon è invece sospesa a metà tra bene e male (non solo per le tematiche affrontate dalle lyrics); sorge spontanea una domanda, a questo punto: perché così tanti brani simili (nient’affatto brutti, certo) uno dietro l’altro? I Wolf sanno accelerare, come dimostra l’opener, e provare a farlo più spesso potrebbe dare un respiro maggiore alla band, aiutando nel contempo a penetrare più in profondità nello spettro emotivo dell’ascoltatore. Dopo la comunque interessante I Am Pain (con un ritornello dalle reminiscenze alla Crimson Glory), i Wolf tornano a pedalare quasi a pieno regime con Back from the Grave e lo scarto, giunti a questo punto del disco, si sente tutto. Piacevoli pure le suggestioni oscure e orientaleggianti di The Dark Passenger, che esplorano un’ulteriore sfumatura del caleidoscopio wolfiano. In un disco dove gli assoli di chitarra non fanno gridare al miracolo, il solo minimalista di questo brano è senz’altro da segnalare, quantomeno per l’intensità messa in mostra (decisamente meglio, invece, quanto fatto dal buon Johansson in sede di riffing, sempre in coppia con Stålvind). Senza dubbio positiva anche la chiusura in “calando”, affidata a voce e chitarra. Del terzetto di tracce conclusive, da promuovere almeno Killing Floor, se non altro perché, coi suoi momenti da semi-ballad, aggiunge qualcosa di nuovo a quanto già sentito in precedenza.
Devil Seed è un disco gradevole, di mestiere, ma gradevole. Si sente chiaro e forte, in ogni nota, il lavoro calibrato di una band sulle scene ormai da tanti anni e formatasi sui migliori acts metal. I Wolf non hanno classe, ma hanno senza dubbio personalità. Sanno quello che fanno e paiono avere tutta l’intenzione di continuare a farlo ancora a lungo.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
dai un 75 lo merita! heavy metal classico, ottima voce. e poi ascoltando i vari album non è vero che sono una band senza classe! |
|
|
|
|
|
|
2
|
..il precedente Legions of bastards mi era piaciuto parecchio alla sua uscita...se capita ascoltero anche questo...buona band comunque! |
|
|
|
|
|
|
1
|
Bella recensione, io gli darei tre punti in più come stimolo. Comunque ad averne di uscite così, meglio questa di alcune uscite di nomi più altisonanti |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Overture in C Shark 2. Shark Attack 3. Skeleton Woman 4. Surgeons of Lobotomy 5. My Demon 6. I Am Pain 7. Back from the Grave 8. The Dark Passenger 9. River Everlost 10. Frozen 11. Killing Floor
|
|
Line Up
|
Niklas Stålvind (Voce, Chitarra) Simon Johansson (Chitarra) Anders Modd (Basso) Richard Holmgren (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|