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SINE QUA NON - # 7 - 'Apocalyptic Raids' e 'Bathory'
05/05/2015 (3541 letture)
Capita molto spesso che quando certe opere si manifestano non tanto evolvendo, ma frantumando i canoni più diffusi e comunque discostandosi da quelli più comparabili, vengano dapprima snobbate, se non proprio demolite da pubblico e critica. Quando poi non sono certo i contenuti tecnici a far loro da biglietto da visita verso l'esterno e, addirittura, capita che appaiano su una scena che proprio a questi ultimi dedica grande importanza, la strada si fa subito in salita. Ma altrettanto spesso, dopo qualche anno ci si accorge che non era quella l'angolazione giusta per valutarli e che, forse, guardare a certe espressioni musicali con mente più aperta e meno legata ai canoni classici, è la cosa migliore da fare per godere appieno di certe cose

HELLHAMMER: APOCALYPTIC RAIDS
Quando nel 1984, lo stesso anno in cui uscì il secondo disco trattato in questo articolo, Apocalyptic Raids fece il suo ingresso sulla scena, venne da moltissimi snobbato come un'accozzaglia di suoni quasi privi di senso. Nonostante ci fossero già precedenti relativi a dischi ancora oggi classificabili come assolutamente estremi (basti pensare ai Venom, peraltro principali ispiratori del mastermind del gruppo), il grezzissimo marciume degli Hellhammer era invece una quasi assoluta novità e, come detto, furono più i moti di disgusto che gli entusiasti "evviva". Gli Hellhammer durarono poco, per rifiorire quasi immediatamente come Celtic Frost con sorte quasi analoga nell'immediato, ma quell'EP breve, scalcinato, furente, ignorantissimo ed assolutamente privo di tecnica era destinato a scavare un solco, a tracciare un "prima" ed un "dopo" quell'8 di marzo, giorno della sua uscita ufficiale. Ma perché il frutto del sudore infernale di Tom Gabriel Warrior è oggi da considerare con occhi così diversi da quelli di allora? Perché l'idea che stava alla base dell'operazione Hellhammer era quella di superare ed annichilire, in un certo qual modo, proprio i Venom di In League With Satan, portando la musica "là, dove nessuno è mai giunto prima", e ci riuscì in pieno. L'Inferno non era mai stato così vicino alle orecchie degli appassionati come in questa occasione. La musica si fa ancora più sguaiata, la voce più atroce, la tecnica di importanza molto, ma molto relativa a dir poco e soprattutto è la cosiddetta qualità della registrazione a farla da padrone, ma in senso negativo. Fu proprio questo, forse, l'ostacolo maggiore da superare per i puristi, più ancora delle tematiche peraltro già largamente diffuse nel settore, più della mancanza di assoli che anche in questo caso non rappresentavano una novità assoluta, più della totale ingestibilità della proposta. Quell'incisione così grezza, sporca (molti miei amici rifiutarono di ascoltare il disco dopo pochi secondi), da demo primi anni 80, prodotto senza alcuna cognizione di causa rispetto alle registrazioni più importanti, fu il vero inizio di un modo di fare, anzi, di un modo di essere. Se ancora oggi esiste una scena black che del marciume e della lordura fa la propria bandiera, l'immagine esteriore ed interiore più importante per rivendicare la propria unicità ed il disprezzo assoluto per tutto ciò che non è assolutamente puro, primordiale, (trve, in breve), è proprio a questo disco che lo deve più di ogni altro. Dalla descrizione della filosofia più o meno cosciente -probabilmente meno- che produsse Apocalyptic Raids, emergono anche affinità col punk più che evidenti, ma l'estremizzazione metallico-satanica ed in un certo senso rituale sposta il focus di questo approccio su un piano che inciderà molto più a lungo ed in maniera molto più evidente su una scena che ancora oggi vive delle conseguenze dell'uscita di un pugno di dischi come questo. Un pugno di dischi che comprende anche il prossimo disco del quale ci occuperemo.

BATHORY: BATHORY
Discorso quasi analogo può messere fatto per l'esordio targato Bathory. quanto prodotto da Quorthon (lo dico subito: non è questa la sede per parlare di lui in quanto singolo e di ciò che gli è accaduto), ma anche in questo caso l'accoglienza iniziale dell'album, almeno dalle nostre parti, non fu affatto esaltante. Le ragioni della mancata comprensione del valore dell'opera, se non altro dal punto di vista della rottura di certi schemi precedenti, fu dapprima sottovalutata per cause in gran parte analoghe a quelle che avevano portato a bollare Apocalyptic Raids come un'accozzaglia di suoni prodotti -male- da gente non in grado di fare molto di più. La qualità dell'incisione, l'evoluzione in un senso che oggi consideriamo moderno del black metal che, fra parentesi, all'epoca riuniva sotto la stessa etichetta band diversissime tra loro come Venom e Mercyful Fate, che in comune avevano solo il fatto di trattare tematiche sataniche e/o occulte, l'essere volutamente grezzi, sfuggenti, poco propensi a correggere in studio i particolari, l'odore di assa fetida sprigionata dal vinile in questione, l'inserimento di fraseggi che avrebbero poi dischiuso, ancora una volta più o meno coscientemente, la strada al Viking, una vocalità sgradevole secondo i normali canoni, tutto questo non era ancora pienamente comprensibile in quel terribilmente lontano 1984, se non a livello subliminale da chi era naturalmente portato per quelle situazioni. Situazioni considerate "oltre" anche dalla gran parte dei metallari, pur avvezzi a suoni che il 99% del pubblico normale giudicava e giudica insopportabili. E non è un caso che in ambedue i casi (perdonatemi la ridondanza) ad accorgersi per primi che il furore magmatico ed incontrollabile di Bathory e di Apocalyptic Raids sia stato chi proveniva da ascolti legati all'hardcore punk di Discharge e compagnia, assolutamente vicino al black primigenio se non per tematiche, almeno per attitudine musicale da "tabula rasa" che già il punk della prima metà degli anni 70 aveva evidenziato. Insomma: niente si genera dal niente ed anche il black non fa eccezione, nonostante Quorthon abbia dichiarato di non aver mai inteso fare del black e di essere abbastanza stupito del seguito ottenuto da questo settore e del fatto che lo abbia tanto influenzato. Tornando alla matrice culturale in parte punk, persino la durata del disco, contenuta in soli ventisei minuti, riporta ad una urgenza di comunicare qualcosa senza dargli struttura vera e propria, senza svilupparla come qualunque gruppo con normali basi musicali avrebbe fatto, in nome dell'immediatezza del messaggio/non messaggio che contiene ci riporta là. Black metal registrato malissimo in uno studio che, come dice la nostra recensione, era un misero e semplice garage? Un disco thrash riuscito male, prodotto da ragazzini che non erano in grado di suonare nemmeno il campanello delle bicicletta? Niente di tutto questo o almeno, non solo questo, come la storicizzazione dell'album e gli sviluppi che ne sono seguiti hanno dimostrato e come tante band oggi sulla cresta dell'onda potrebbero raccontarci.

PANTA REI. OPPURE NO?
Quando si parla a posteriori è sempre facile dare giudizi mirati e centrati su ogni opera che si analizza, ed anche in questo caso la regola non può che confermarsi. Tuttavia, è proprio nella natura di questa rubrica riprendere il filo di certi discorsi e l'analisi di certi dischi stabilendo o ristabilendo certi punti fermi. Quelli che viviamo sono tempi di profondo revisionismo storico (non solo e non tanto in ambito musicale, ma questo è l'argomento del quale ci occupiamo su questo sito) e capita sempre più spesso che dischi un tempo ritenuti intoccabili vengano messi in discussione, mentre altri che via via si erano guadagnati il rispetto dovuto quando i tempi che avevano anticipato sono maturati, vengono ben considerati, ma non viene loro riconosciuto il giusto merito, magari per dare più credito a lavori e gruppi che, semplicemente, non ci sarebbero stati senza di loro. Intendiamoci, panta rei, ed il riconsiderare certe situazioni alla luce dei cambi di mentalità e costumi che caratterizzano l'evolversi delle società umane in tutte le loro manifestazioni è non solo normale, ma giusto. Tuttavia, capita il più delle volte che nell'evolversi si perdano di vista dei riferimenti fissi che invece esistono e che dobbiamo sempre tenere a mente. Oggi si viaggia col navigatore e sarebbe stupido continuare a prendere come riferimento la stella polare, ma lei è sempre lì, ed è in grado di svolgere il suo ruolo come una volta, immutata ed immutabile.



HIRAX
Giovedì 7 Maggio 2015, 19.20.14
22
aggiungerei anche l'ep d'esordio dei sodom e il primo dei Possessed
Riccardo
Mercoledì 6 Maggio 2015, 11.18.26
21
Io non credo che sia da tutti capire al primo ascolto le potenzialità di sonorità così nuove e rivoluzionarie, in tutti i generi non solo nel metal. Io per esempio in passato ho accantonato al primo ascolto dischi che due o tre anni dopo non riuscivano più ad uscire dal mio stereo. Io sono entrato sulle sonorità più estreme (intendo death, black e grind) molto più tardi e credo che nel 1984 anch'io avrei bocciato quella musica come incoerente.
Galilee
Mercoledì 6 Maggio 2015, 0.24.58
20
Yeah!
metallo
Martedì 5 Maggio 2015, 22.29.09
19
Tranquillo @Galilee, non fraintedetemi, capisco quello che dici, li amo moltissimo entrambi per quello che hanno donato al metal, non volevo e non ho di fatto sminuito il lavoro e percorso musicale Tom Warrior, come potrei visto che amo svisceratamente i Trypticon, ho tutti i loro album e mi sono sperticato in lodi sull'ultimo album di Tom, amo un pizzichino di piu' dal punto di vista emozionale Quorthon perche' e' arrivato fino a creare un nuovo genere il Viking lavorando, mescolando e assemblando e sperimentando sonorita' e ambientazioni basate sul legame musicale tra natura , ambiente naturale e musica e tra folk, heavy, epic, death e black, comunque si , sono dei grandi tutti e due, amo e amero' sempre la loro musica.
Galilee
Martedì 5 Maggio 2015, 21.39.21
18
Poi sinceramente parlare di versatilità tra due artisti così eclettici non ci sta. Perchè entrambi lo sono stati ed entrambi si sono evoluti nel tempo.
Galilee
Martedì 5 Maggio 2015, 21.33.08
17
Mah, non concordo troppo sulla disamina di Metallo. Considero Tom G molto più versatile di un Quorthon. Non c'entra più un cazzo con gli Hellhammer ma un into the pandemonium per me racchiude più idee di tutte quelle messe insieme da Quorthon con i suoi Bathory. Un disco che mescola New a Wave, Thrash, elettronica e mette le basi per il Metal sinfonico, e scusate se è poco...
LAMBRUSCORE
Martedì 5 Maggio 2015, 20.12.15
16
@Metallo, allora dove li mettiamo i gruppi Trabant crust...La Trabant -per chi non lo sapesse- era una macchina costruita nell'ex Germania dell'est...ed anche nel crust, di soldi ne girano pochini......
metallo
Martedì 5 Maggio 2015, 20.01.43
15
@Lambru, troppo forte sei, lamborgini metal mi ha taglato in due, ahahah, essendo io un affezionsto dei Venom, si in effetti fiat black l'avevo pensato come gioco di parole-doppio senso, sia nel senso di contrari fel fiat lux di biblica memoria che quello che hai pensato tu, in effetti miliardi a palate e macvhine di lusdo poverelli non le hanno mai avute.Comunque, che ci volete fare, amo alla grande Motorhead e Venom, e in questi dischi caciaroni e rumorosi si sente mi pare il loro influsso ahahah
LAMBRUSCORE
Martedì 5 Maggio 2015, 19.37.55
14
IL fiat black -nel commento n.12- mi è nuovo, comunque grande, ahahah, allora il Lamborghini metal di chi sarebbe? Di gente ricca tipo gli Iron o i Metallica, forse....
HIRAX
Martedì 5 Maggio 2015, 18.18.21
13
comprati entrambi all'epoca. goduti e vissuti! Dischi mitici, il mio stereo tremava e le mie orecchie godevano! Tanti li snobbarono: troppo caciaroni! Non capivano un cazzo!
metallo
Martedì 5 Maggio 2015, 18.11.53
12
I seminatori primordiali e i pionieri del fiat black sono i Venom, per quanto riguarda invece le atmosfere lugubri e oscure ci sono nomi come Coven e Black Sabbath, per i mood e ambientazioni con ritmiche cadenzanti quasi ossessive e ipnotizzanti bisogna ancora ricordare i Black Sabbath con le loro tonalita' ribassate di basso e chitarra hanno fatto scuola e ispirato buona parte del black, lo stesso Quorthon disse di amare alla follia i dischi dei Sabbath , dei Mothorhead e dei Venom, e si sente direi, personalmente preferisco un po di piu' i primi lavori dei Mayem, Darkthrone e Merciful Fate, ma quesi sono lo stesso dei dischi importantissimi , Quorthon in particolare e' geniale e' quello che non si e' fermato e' passato da album seminali e fecondatori del black sperimentanto fino ad arrivare al Viking, dimostrando molta piu' variegata inventiva rispetto a Tom G. Warrior, anche se quest' ultimo rimane un grande , l'ultimo disco sta a testimoniare la sua bravura, che dire? Forse non ricevettero abbastanza considerazione, perche forse bisognerebbe partire da un discorso di contrsualizzazione del periodo storico di quegli anni, chi era che aveva acquisito un minimo di popolarita' allora?Penso i Venom, e di fronte ad altre novita' interessantissime, la gente penso all' inizio sia sempre un po titubante, vanno inquadrati appunto in quel periodo li e alla mentalita' musicale che c'era.Comunque rimangono delle pietre importantisdime per la costruzione e influenza sulla nascita del Black, al quale in seguito altri gruppi hanno vontinuato ad aggiungere tasselli importantissimi fino a definirne i canoni fondamentali per tutta la musica estrema.
Galilee
Martedì 5 Maggio 2015, 16.21.09
11
Album importantissimi perchè hanno seminato le basi per i generi a venire, però non li considero dei capolavori se prendo in esame le sole composizioni. Entrambe le band, o comunque i loro leader faranno talmente di meglio con i successivi lavori che definirli capolavori mi è difficile. Comunque da avere, e custodire gelosamente se si è collezionisti e amanti del genere. Bravo Raven
NihilisT
Martedì 5 Maggio 2015, 14.55.44
10
io li amai all'epoca..fregandomene delle recensioni...ricordo cmq qualcuno che poi ha capito la grandezza dei gruppi...ricordo una recensione di Paolo Piccini su HM..GLORIOSO..di Blood Fire Death...iniziava così....so di creare numerose polemiche..ma l'ultimo album dei Bathory è semplicemente grandioso...ricordo la mia esultanza alla lettura...non ero il solo a pensarla così!
Er Trucido
Martedì 5 Maggio 2015, 14.31.01
9
A mio parere in questo tipo di proposte più che essere capaci conta la convinzione e l'avere qualcosa da dire poi un pezzo come messiah non nasce tutti i giorni, sotto quella coltre di rumore c'erano già le idee che avrebbero fatto grandi i celtic frost.
Dostoevskij
Martedì 5 Maggio 2015, 13.35.56
8
Ma si certo l'intento era quello, ma era un intento che nasceva come automatismo insito nel non essere capaci, la cosa positiva è che poi il buon Tom Warrior ha fatto cose egregie, fosse rimasto a quel livello ora sarebbe il burzum della svizzera.
Er Trucido
Martedì 5 Maggio 2015, 13.24.13
7
Dischi che hanno continuato a scavare il solco (o la fossa per rimanere in tema) iniziato da Venom e Mercyful Fate, portando a nuovi lidi di marciume. Tantissimi gruppi ne sono stati influenzati agli inizi o hanno cambiato il proprio suono dopo aver ascoltato in particolare gli Hellhammer. Giusto che ad oggi ci sia ancora chi li ritenga rumore o provi schifo, era questo l'intento sin da subito.
raven
Martedì 5 Maggio 2015, 13.03.15
6
Commento 4: l'articolo intendeva infatti inquadrare i dischi più per l'importanza storica. Commento 5: La E è maiuscola e preceduta da un punto, la frase ha senso compiuto
squila333
Martedì 5 Maggio 2015, 12.24.35
5
Scusatemi, nel paragrafo legato ai Bathory c'è una frase in cui manca qualche parola, altrimenti non avrebbe senso. Inizia con "e non è un caso che ... "
Dostoevskij
Martedì 5 Maggio 2015, 12.04.31
4
Signori, pur rispettando l'opinione di chi ha scritto, trovo che queste opere siano rispettabili solo sotto il profilo storico.....perchè non me ne vogliate ma secondo me la paternità va molto più affibbiata ai Mercyful Fate che non ai suddetti.....poi se suonare male viene vista anche come una sorta di catarsi a livello psicologico di sublimazione della propria rabbia adolescenziale allora è un altro discorso.....
raven
Martedì 5 Maggio 2015, 11.06.42
3
Il fatto è che certe volte l'importanza di un'opera d'arte è largamente superiore al suo valore estetico, ma non tutti sono in grado di rendersene conto.
Ulvez
Martedì 5 Maggio 2015, 10.38.18
2
Ho letto qualche vecchia recensione relativa a questi due album, diversi li avevano definiti come i peggiori album di tutti i tempi, come del resto anche il primo demo dei Mayhem. comunque, il primo Bathory rimane la stella polare del vero Black Metal.
Blackout
Martedì 5 Maggio 2015, 1.22.42
1
Le basi di tutto il metal estremo: anti-musica per eccellenza, ciò che il black metal era e doveva rimanere. Già il precedente demo degli Hellhammer non destò poche critiche, quel impareggiabile capolavoro di Satanic Rites -1983- in cui c'era veramente tutto, black, death, doom, speed, heavy, punk, thrash. Bathory è semplicemente un disco a sé anche nella stessa discografia dei Bathory, capolavoro senza tempo.
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