Urla lancinanti, ritmiche velocissime, canzoni brevi anche da pochi secondi, totale assenza di assoli, basso talmente distorto da sembrare solamente un'interferenza di sottofondo. In parole povere, solo del gran rumore e probabilmente uno scherzo più che un nuovo genere musicale. Probabilmente è così che molti hanno descritto la nascente scena grindcore a metà anni 80, magari aggiungendo che non sarebbe durata nel tempo, un po' come si dice sempre quando qualcosa di sostanzialmente nuovo si affaccia sul mercato, rompendo determinati schemi del passato. Invece, dopo più di trent'anni, siamo ancora qui a parlarne, dimostrazione che i gruppi avevano molto dire, non solo fare a gara a chi suonasse più veloce. Tra le formazioni che diedero il via a questa rivoluzione sonora, Napalm Death e Repulsion ebbero il merito di essere tra i primi a voler andare oltre, suonare sempre più estremi. Le loro storie oggi sono profondamente diverse, con i primi ad essere ancora uno dei gruppi di punta (se non una vera e propria istituzione) del settore mondiale, mentre i secondi hanno la rispettabile nomea di gruppo culto. Eppure le genesi dei loro debutti non sono così diverse, anche se le cose per i due gruppi sono poi andate completamente diversamente.
PUNK O METAL? DISCHARGE! La nascita dei Napalm Death è collocata molto più indietro nel tempo, si parla addirittura di inizio anni 80 per mano di Nik Bullen, all'epoca quattordicenne ispirato dal punk, che mise su il gruppo assieme ad altri suoi coetanei di Birmingham. Una delle fonti di ispirazione dei quattro erano i Discharge, in grado di sintetizzare tutto quello che i Napalm Death cercavano nel punk e nel metal. Nonostante la giovane età, riuscirono ad inserirsi nella scena hardcore locale, attirando le attenzioni anche di un giovane Digby Pearson, all'epoca impegnato solamente nell'organizzazione di serate a tema. Dopo un periodo di stasi, il 1985 portò nel gruppo due nuovi personaggi che saranno poi fondamentali per la creazione del grindcore, il chitarrista Justin Broadrick e, soprattutto, il batterista Mick Harris. Assieme ad essi, la scoperta di Celtic Frost, D.R.I. e Siege portò i Napalm Death verso una nuova direzione, sempre più veloce ed intensa. Dall'altra parte dell'oceano, invece, due amici d'infanzia di nome Scott Carlson e Matt Olivo cercavano anch'essi il loro posto nella scena di Flint (Michigan), influenzati, però, dal metal classico e dagli immancabili Discharge. Sin dagli inizi la loro storia fu caratterizzata da numerosi cambi di nome: prima Tempter, poi Ultraviolence (con questo monicker aprirono pure agli Slayer) ed infine Genocide. La loro musica non era particolarmente veloce ed aggressiva e si rifaceva ancora al thrash metal, come dimostra il loro primo demo Toxic Metal del 1984, ma i loro testi basati sui film horror e la passione per il metal li avvicinarono ad un altro personaggio che in quegli anni muoveva i primi passi e con cui scambiarono diversi nastri, Chuck Schuldiner. Per uno strano caso del destino, ad un certo punto Olivo e Carlson si ritrovano da soli e contemporaneamente pure Schuldiner e Kam Lee cacciarono il chitarrista Rikk Rozz, inducendo la coppia del Michigan a trasfersi a casa Schuldiner, per completare una line-up potenzialmente esplosiva. Ma le cose non andarono come previsto, dato che Lee lasciò la formazione dopo appena due settimane ed i tre si misero alla infruttuosa ricerca di un batterista, i cui scarsi risultati convinsero Olivo e Carlson a tornare a casa dopo un paio di mesi. Lì i due riesumarono (mai termine fu più azzeccato) i Genocide, acquistando il batterista Dave "Grave" Hollingshead, il cui soprannome derivava dall'accusa di aver saccheggiato alcune tombe. Personaggio che sarà poi determinante in futuro.
IL MOTORE DEL GRUPPO Come parzialmente fatto intuire, i due batteristi sarebbero stati molto importanti per la crescita dei gruppi. La costante voglia di superare certi limiti in termini di velocità di esecuzione, riduceva di molto il campo dei batteristi arruolabili. Difficile, infatti, trovare all'epoca giovani musicisti abbastanza preparati per un genere ancora underground che prevedeva una preparazione fisica fuori dagli standard del momento. I Napalm Death furono fortunati in tal senso, dato che la loro voglia di velocità incontrò l'iperattivo Mick Harris, già loro fan che si offrì spontaneamente al gruppo, mentre il batterista ufficiale Pete "Peanut" Shaw non ne voleva sapere di aumentare il ritmo. L'ingresso di quello che per molti poi divenne "Il tornado umano" fece cambiare passo ai Napalm Death, che diventarono sempre più popolari, attirando anche nuovi fans, tra cui personaggi come Shane Embury, Bill Steer e Ken Owen. In pratica, anche se composta da ragazzini che a volte non riuscivano a capire ciò che stava succedendo, si stava creando una scena grindcore. Per i Genocide l'ingresso Hollingshead non fu altrettanto importante in termini di popolarità, ma fu decisivo per la crescita del gruppo. Pur non essendo un fuoriclasse come Harris, il batterista statunitense riuscì a velocizzare sempre più tutto il materiale scritto dai Genocide, in una crescita esponenziale testimoniata nei demo successivi al suo ingresso. Per un certo periodo i Genocide vennero addirittura considerati il gruppo più veloce al mondo, cosa probabilmente alimentata anche da quella patina di mito che il passaparola tra appassionati tape trader contribuiva a diffondere. Nonostante questo, il gruppo decise di cambiare nuovamente nome ed abbandonare l'inflazionato Genocide per il più originale Repulsion, nome che curiosamente fu anche scelto nel 1990 da Peter Steele per il suo nuovo gruppo, prima di diventare Type O Negative. Harris ed Hollingshead furono sicuramente i tratti caratteristici delle due band, ma la loro importanza nell'economia interna delle formazioni fu chiara poco tempo dopo, quando la permanenza del primo permise ai Napalm Death di ripartire con una nuova formazione, mentre l'abbandono del secondo pose praticamente fine ai Repulsion.
1986 L'ANNO DELLA SVOLTA Forti di una popolarità nell'underground in crescita, era tempo per i gruppi di registrare qualcosa di più di semplici demo. I primi ad entrare in studio furono, stranamente, i Repulsion che nel giugno del 1986 registrarono le diciotto tracce che composero Slaughter of the Innocent, il primo disco della band. I Repulsion, forti di questo album, iniziarono a cercare supporto da parte delle case discografiche, ricevendo però scarsi riscontri. Probabilmente, l'essere precursori di un genere estremo senza una vera e propria scena locale tarpò le ali di quel quartetto, un po' come accadde successivamente anche ai Terrorizer a Los Angeles. La situazione di stallo portò, infine, all'abbandono di Hollingshead e, dopo un breve e fallimentare periodo con Tom Puro, arrivò la fine prematura dei Repulsion. Nel Regno Unito anche i Napalm Death erano pronti a registrare qualcosa di ufficiale. I quattro entrarono in studio nell'agosto dello stesso anno per incidere le dodice tracce (tra cui la mitica You Suffer!) che avrebbero dovuto comporre il loro esordio, ma le cose in seno alla band smisero di funzionare subito dopo. I conflitti interni ed una dissaffezione a quello che i Napalm Death stavano diventando portò fuori in rapida sequenza Justin Broadrick (che divenne batterista degli Head of David e poi fondò i Godflesh) e Nik Bullen, lasciando il gruppo sull'orlo dello scioglimento con i soli Mick Harris e Jim Whitely a tenere in piedi la pericolante baracca. Il nastro registrato venne duplicato e spedito tramite il circuito del tape trading, arrivando a sconvolgere numerose orecchie di appassionati, ma per la sua pubblicazione ufficiale ci volle ancora del tempo.
RIPARTENZE ED ALBUM POSTUMI Come detto in precedenza, la presenza di Mick Harris e la scena grindcore britannica in espansione furono tra i motivi della ripartenza dei Napalm Death. Dopo un inizio non molto incoraggiante (ed un primo rifiuto di Shane Embury nel ruolo di chitarrista), Harris trovò in Bill Steer e Lee Dorrian i due tasselli mancanti. Entrambi conoscevano il materiale antecedente del gruppo ed erano fan; Dorrian era addirittura organizzatore di concerti hardcore a Coventry ed aveva fatto esibire i Napalm Death più volte. La nuova line-up ad oggi è vista come quasi come un super-gruppo, ma all'epoca erano tutti poco più che ragazzini con la passione della musica veloce che vivevano lontani uno dall'altro. A pensarci bene, era tutto un po' improvvisato e quando, nel maggio del 1987, il gruppo entrò in studio per registrare, si può dire che non avessero mai provato assieme. Il risultato di quelle registrazioni fu il lato B di Scum, a fare da contraltare al lato A registrato un anno prima e poi lasciato svogliatamente a Digby Pearson da Broadrick. Scum uscì infine nel luglio del 1987 e fu accolto in maniera inaspettata, con evidente sorpresa anche degli ex, grazie anche all'importante lavoro di promozione radiofonica di John Peel. I Napalm Death partirono per un tour europeo, ma al ritorno il bassista Jim Whitely decise di lasciare ed al suo posto entrò Shane Embury, l'unico dei personaggi visti finora che oggi ricopre ancora un ruolo nei Napalm Death. Due anni dopo l'universo grind era esploso in tutta la sua veemenza assieme al fenomeno death e qualcuno si ricordava ancora dei Repulsion. La Earache Records era divenuta un'autentica garanzia per chi cercava violenza sonora e nell'opera di ripescaggio, che vide coinvolti quei gruppi mai arrivati alla pubblicazione, furono inseriti anche i Repulsion. Ad occuparsene non fu, però, la Earache, ma la Necrosis Records, sotto etichetta curata da Bill Steer e Jeff Walker che in quegli anni prese in carico anche Dark Recollections dei deathster svedesi Carnage. Slaughter of the Innocent divenne Horrified e fu pubblicato nel maggio del 1989, risultando forse superato e fuori tempo massimo vedendo quello che in quei tre anni era stato pubblicato o era in procinto di uscire per mano di Napalm Death, Carcass, Extreme Noise Terror e Terrorizer. Certo è che tutto ciò fece tornare attivi per un breve periodo i Repulsion, i quali pubblicarono anche un singolo dal titolo Excruciation nel 1991, prima di chiudere nuovamente tutto.
COSì UGUALI, COSì DIVERSI Dalla storia dei due dischi emergono degli evidenti punti di contatto, con risvolti però differenti. Ad oggi i Napalm Death vengono considerati i padri del grindcore e Scum la prima testimonianza di questo genere, ma viene da chiedersi come sarebbero andate le cose se i Repulsion fossero riusciti a trovare chi pubblicasse il loro disco al momento giusto. La ribollente rabbia che traspare tra i solchi degli album era qualcosa di oggettivamente fresco, con i blast beat di Harris ed i furiosi colpi sul rullante di Hollingshead ad essere tratti distintivi di una proposta non per tutti. Diversa era invece la componente lirica: da una parte l'impegno politicizzato dei Napalm Death, dall'altra l'immaginario orrorifico dei Repulsion. In pratica, due facce della stessa medaglia che abbracciava le diverse influenze del settore dal punk/hardcore al thrash/death metal, generi tra i quali il grind ha saputo negli anni ritagliarsi un suo spazio. Impossibile stabilire quale dei due sia migliore e francamente ha poca importanza: Horrified ha nel suo andamento costante, veloce e senza compromessi il suo punto di forza; viceversa, Scum contiene al suo interno momenti diversi e per un orecchio allenato è evidente lo stacco tra le due parti che lo compongono, ma è entrato nell'immaginario comune anche grazie a pezzi come You Suffer!, proposta addirittura in radio sia seriamente che come scherzo, a dimostrazione che non a tutti era chiaro con cosa si avesse a che fare. I Napalm Death di oggi sono noti per essere uno dei gruppi più costanti dell'ambiente metal e, nonostante la crisi interna della seconda metà degli anni 90, non hanno mai mostrato pericolosi crolli. I Repulsion, invece, oggi sopravvivono come live band e non hanno più pubblicato niente di ufficiale dopo quel singolo del 1991; Olivo in compenso ha esordito lo scorso anno con gli Expulsion, mentre Carlson ha recentemente pubblicato il secondo disco con i Septic Tank assieme ad un'altra vecchia conoscenza della storia del grindcore, Lee Dorrian. Curiosamente, il gruppo che ha non più nessun membro delle formazione originale nè tantomeno che ha registrato Scum è anche quello che non si è mai sciolto; viceversa il duo Olivo/Carlson non è bastato per tenere in piedi i Repulsion. Forse, quello che all'epoca il destino gli ha negato in quel 1986, è stato loro restituito in parte con gli anni e considerare oggi Horrified e Scum come imprescindibili, precursori e tra le massime influenze del grindcore non rimette totalmente le cose a posto, ma non è neanche solamente un premio di consolazione.
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