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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 6839 letture )
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Divertimento ed amicizia fraterna. Queste, in sintesi, possono essere le parole chiave per descrivere gli Edguy, band creata dalla mente di quel geniaccio di Tobias Sammet. (Quasi) nessun cambio di line-up, concerti che si trasformano in show veri e propri e la pura follia del mastermind tedesco hanno portato il quintetto ai vertici del panorama power metal, a partire dall'acerbo ma valido The Savage Poetry, fino ad arrivare all'ultimo Space Police – Defenders Of The Crown, tanto osannato da critica e fans. Nel bel mezzo della loro ventennale discografia sta il qui analizzato Mandrake, sfornato ormai nel lontano 2001. Se con Theater Of Salvation il gruppo aveva dimostrato un'ottima maturità nel songwriting, addentrandosi in trame complesse ma intrise di melodia, con questo disco viene raggiunto uno degli apici creativi dei ragazzi di Fulda, eguagliato (e forse superato) soltanto dalla potenza sprigionata dal sucessivo Hellfire Club . Addentrandoci nello specifico si rimane sorpresi già dai primi secondi di ascolto dell'opener. Tears of a Mandrake comincia avvolgendo l'ascoltatore con dei suoni elettronici particolari, per poi diventare a tratti un mid tempo roccioso, coronato da un ritornello dai toni epici che diventerà presto un must per gli amanti degli Edguy, grazie anche alla presenza fissa del pezzo nelle scalette dei concerti. Possente. Una partenza con i fiocchi che spiana la strada ad un susseguirsi di brani altrettanti validi, come Golden Dawn, che si erge nella sua maestosità a canzone più veloce e carica del disco, mostrando al mondo le capacità vocali di Sammet (qui capace di raggiungere vette che eguaglierà solamente nel sucessivo full lenght). L'assolo posto a metà brano, poi, è il preludio ad un finale da brividi che non lascia prigionieri. Distruttiva. Jerusalem si apre con un'intro acustica che porta l'ascoltatore a sognare l'Oriente, per poi sfociare in un interessante break che culminerà con un chorus imponente, in cui il cantante tedesco si dimostra essere ancora una volta una delle migliori voci nella scena metal. Avvolgente. Giunge cosi il momento di una classica power/happy song, All the Clowns, che conferma il lato umorisitco della band, centrando in pieno chi ascolta con una ventata di allegria. Sorridente. Dopo la particolare Nailed to the Wheel, nella quale il gruppo sembra voler scherzare creando melodie vocali al limite mentre spaziano nel territorio dell'heavy ottantiano, arriva il turno di quello che può essere definito il punto forte di Mandrake. Un'atmosfera caratteristica, un brige clamoroso e un ritornello spaccasassi. Se a questi elementi aggiungiamo l'ennesima grande prova dei vari musicisti otteniamo una grande canzone. Ma, se aggungiamo pure una prova maestosa di Tobias il risultato non può che essere il capolavoro del disco, racchiuso in dieci minuti di durata tra cambi di ritmo, assoli incisivi e acuti del mastermind, accompagnati da un testo misterioso e non così "diretto". Storica. Ma che album power sarebbe senza nemmeno una ballad? Ecco allora Wash Away the Poison, che riesce a non essere banale pur avendo una struttura non proprio originale, risultando una tipica ballata Edguy-style con un assolo facile ma ammaliante, a detta del sottoscritto una delle loro più riuscite in assoluto. Lacrimevole. Fallen Angels ricalca le orme di molte classiche song del genere, formate attraverso un buon lavoro di doppia cassa e la presenza di melodie ariose. Niente di particolarmente sorprendente sia chiaro, ma questi ragazzi ci sanno veramente fare e qui lo dimostrano ancora una volta. Ariosa. Painting On The Wall potrebbe rivelare inizialmente una piccola mancanza di mordente, ma le linee catchy e, sopratutto, i geniali controcanti di Sammet ne innalzano il valore, rendendola un gioiellino melodico adatto a "grandi e piccini" (cit.). Geniale. Discorso diverso, invece, per Save Us Now. Partiamo da questo presupposto: se si dovesse mostrare ad un neofita un esempio del power teutonico e delle capacità di questo gruppo, la cosa più corretta da eseguire è quella di inserire Mandrake nel lettore Cd ( sempre se ne dovessero esistere ancora in circolazione) e passare alla traccia numero 10. Velocità ai livelli massimi che non lascia scampo e un bridge folle, in cui la voce del singer di Fulda travalica i confini della sanità mentale aprendo la strada ad un ritornello di facile presa che difficilmente lascerà in fretta la vostra mente. Canzone che si potrebbe benissimo definire "allucinante", che chiude un disco di notevole caratura, ben lontano dalle trame stratificate di molti altri gruppi ma che si dimostra essere un perfetto esempio di metal melodico posto in chiave moderna. Folle.
Un album che tra 30 anni potrebbe (dovrebbe) essere ricordato come uno dei più riusciti all'interno di questo filone musicale, avvalorato dalla prestazione di una band in formissima e di un singer che, purtroppo, mai più canterà a questi livelli, perdendo gradualmente la sua ottima estensione vocale. Ora avanti, seguitemi dentro questo Painting on the Wall, rimarrete affascinati dalle sorprese che troverete all'interno.
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13
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Riascoltato oggi...quanto mi mancano.Questo,Vain Glory Opera,Theater Of Salvation e Hellfire Club da avere assolutamente...voto 88. |
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12
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Stupenderrimo!! E' sicuramente uno degli album migliori della band. |
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11
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Voto 90, per me uno dei top 20 album di power metal, quasi tutti i pezzi sono di altissimo livello con la voce di Sammet da urlo |
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10
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Grandissimo album! Per me un filo sotto al successivo, ma comunque questa è la fase in cui gli Edguy, ormai gruppo maturo al 100%, sono al massimo delle loro potenzialità, che manterranno per almeno altri due album. Sempre un piacere riascoltare pezzi come Tears of a Mandrake, The Pharaoh o Painting on The Wall. Voto 88 |
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9
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Insieme a Vain glory opera e theater of salvation è da considerare il migliore degli edguy! |
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8
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@lux chaos: grazie mille, questo disco deve essere rispolverato di tanto in tanto dai fan del sano power teutonico  |
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7
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Lo ascolto ininterrottamente da ormai due giorni. Trasuda epicità da tutti i pori! 85 |
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6
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Questo disco è al pari di Vain glory opera e Hellfire club il top della band, un disco che ho sempre amato e rimasi folgorato al suo primo asoclto. Non c'è un punto debole in questo Mandrake, è semplicemente bellissimo! Voto 93 |
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5
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Concordo al 100% con Sandro70, aggiungo anch'io Vain Glory Opera, comprato in diretta nel '98, primo disco della band e amore a primo ascolto |
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4
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Anche io concordo con lux . Solo che non parlerei di capolavori, ma di ottimi album |
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3
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Pienamente d'accordo con lux chaos, in più aggiungo Vain Glory Opera. La svolta hard rock, purtroppo,ha rovinato la band. |
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2
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Per me, insieme al successivo HC, il capolavoro assoluto e mai eguagliato degli Edguy...visti anche all'Alcatraz nel tour di questo disco, spettacolari....uno dei più bei dischi power del nuovo millennio, per me da affiancare ai capolavori degli '80 e '90...bella la rece, grande Michele, bello trovarti in redazione! |
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1
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penso sia uno degli album più belli di questa band tedesca. Ovviamente molto helloweeniano. voto 80 |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Tears Of A Mandrake 2. Golden Dawn 3. Jerusalem 4. All The Clowns 5. Nailed To The Wheel 6. The Pharaoh 7. Wash Away The Poison 8. Fallen Angels 9. Painting On The Wall 10. Save Us Now
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Line Up
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Tobias Sammet (Voce) Jens Ludwig (Chitarra) Dirk Sauer (Chitarra) Tobias Exxel (Basso) Felix Bohnke (Batteria)
MUsicisti Ospiti Ralf Zdiarstek, Markus Schmitt, Daniel Schmitt, Rob Rock (Cori) Frank Tischer (Piano su traccia 7)
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