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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 7914 letture )
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Gli Edguy, che band. Sempre in prima linea, frizzanti, allegri e trascinanti. Caratteristiche non casuali che riflettono nella loro essenza l’animo goliardico e dinamico del frontman Tobias Sammet. Nata e cresciuta musicalmente nella cittadina di Fulda in Assia, vicina alle frontiere della Baviera e della Turingia, la formazione è arrivata in superficie nel 1992 sotto la guida di un giovanissimo Sammet, che all’epoca contava quattordici anni di vita. Il loro bizzarro nome deriva dal soprannome con il quale i ragazzi della band usavano chiamare il loro professore di matematica.
Le due demo registrate nel ’94 misero in mostra le abilità e la genuinità dei ragazzi e li aiutarono, l’anno successivo, a strappare un contratto importante con una casa discografica. Il loro primo album Savage Poetry, autoprodotto tra l'altro, non ottenne un grande successo e sarà rivalutato solamente dopo l'uscita del terzo album: Vain Glory Opera. Da quel momento in poi la strada volta in discesa per i giovani musicisti tedeschi che, negli anni a seguire, conquisteranno una posizione di rilievo nell'Olimpo del power metal.
Vain Glory Opera dicevamo: un album eterogeneo, spumeggiante e trascinante. Un power metal brioso, deciso e ispirato. Non le solite solfe trite e ritrite che oggigiorno infestano il mercato discografico. I brani di questo full-length sono di altissimo livello e denotano anche una certa destrezza con gli strumenti e possono vantare il contributo di maestri del calibro di Timo Tolkki, il quale ha anche prodotto il disco, e Hansi Kursh, storico cantante dei Blind Guardian, come guest star.
Spesso si sente dire che la classe non è acqua. Nel caso di Tobias Sammet e nel caso degli Edguy questo concetto è perfettamente attinente. Basta assaggiare alcune leccornie di questo album per rendersene conto. Until we Rise Again, How Many Miles, Out of Control potrebbero far scuola a tanti gruppi della scena attuale. Grinta, melodia e passione coadiuvano con la spiccata creatività di Sammet, una qualità colorata che porterà la band nel corso degli anni a raggiungere grandi traguardi. Ma del resto basta notare la quantità e il pregio delle uscite complessive del folletto teutonico per attestare la veridicità dell’affermazione. Prendete ad esempio il progetto Avantasia.
Adesso, rivolgendo una seconda esamina al disco, c’è da sottolineare la presenza della splendida ballad Scarlet Rose e della magica title-track che strizza l’occhiolino alle produzioni degli Europe degli anni ottanta. Inoltre non è da dimenticare la forte influenza che le zucche di Amburgo hanno avuto sulla band e sul giovane Sammet. L’allegria e la spensieratezza di alcuni brani riporta in auge le migliori composizioni degli Helloween direttamente dall’epoca d’oro dei due Keeper: Fairytale ne è una chiara dimostrazione. L’album nel suo seguito contiene altri estratti interessanti tra cui la granitica No More Foolin’, sviluppata tra riff massicci ed un chorus avvolgente, e l'azzeccata cover di Hymn degli Ultravox.
Ultimamente la band, sempre sotto la guida del buon Tobias, ha scelto di intraprendere nuove strade smorzando i toni, cambiando leggermente rotta. Rocket Ride ad esempio, uscito nel 2006, seppur allineandosi sui soliti binari stilistici, presenta sonorità molto vicine all’hard rock e decisamente più soft. Di tale stampo sono anche la prima parte della nuova creazione targata Avantasia - The Scarecrow- e l'ottavo album studio Tinnitus Sanctus che, in verità, hanno lasciato un po’ d’amaro in bocca agli affezionati delle vecchie produzioni. Insieme ad altri e blasonati gruppi storici questa band fa parte di quella ristretta cerchia che ha saputo rendere nobile il power metal rilanciandolo ad alti livelli. Ed è proprio con questo terzo full-length che la carriera del gruppo subisce una decisa svolta in positivo, rivelandosi un fondamentale trampolino di lancio verso il successo e la notorietà.
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18
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Per me è il loro disco migliore in assoluto. Potevano risparmiarsi la cover finale degli ultravox... |
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17
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Voto 90! Da questo album fino a Hellfire club gli Edguy diedero il meglio. |
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16
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La voce del cantante ricorda pericolosamente quella roca e graffiante del collega Kai Hansen, leader dei Gamma Ray e padre indiscusso del Power Metal teutonico. Anche le tematiche affrontate toccano argomenti più o meno simili. Due ottimi punti a favore! |
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15
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Ho inserito il disco nel lettore per la prima volta e sono rimasto di stucco: i brani catturano subito, potenti, travolgenti, non me lo sarei aspettato. La canzone “Out of control” da sola vale l’acquisto del disco. La title-track invece l’ho trovata interessante, anche se è una specie di incrocio tra “Galaxies” e “The hand of time“degli Stratovarius. Ottima l’idea delle collaborazioni per un gruppo agli esordi, l’aiuto giusto che unisce l’esperienza alla freschezza e all’ispirazione dei giovani teutonici… |
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14
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Uno dei dischi più acclamati della band ma che non ho mai compreso fino in fondo, contiene grandi pezzi ma non indimenticabili, e lo dico da amante folle della band. Le migliori per me sono Walk On Fighting, Tomorrow (epica se si accetta il timbro di Tobi), Until We Rise Again e la classica Scarlet Rose, bellissima. La cover degli Ultravox è fatta benissimo ma rimane una cover, la titletrack è un must dei live e ci sta, bello cantare il ritornello ma non mi ha mai fatto impazzire. Stessa cosa per Out of Control, pur con un grande guest come Kursh. Preferisco Theater e gli altri album successivi, (quasi) tutti |
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13
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La titletrack e un capolavoro! Una delle canzoni più belle del power! Grande gruppo e ottimo disco voto95 |
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12
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Si veramente come è possibile che questo album sia poco più che suffieciente?? Ma che problemi avete? |
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11
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Dio porco il voto lettori e qualcosa di indegno |
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10
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Vain Glory Opera fu uno dei dischi che non solo che consolidò il ritorno del Power avvenuto già 2-3 anni prima, in quell'esplosivo biennio che fu il 1998/1999, ma anche uno di quegli episodi che ti riportava ( roba rara) alla mente il sound "happy days" dei Keepers-Helloween. Senza dubbio influenzati anche da Gamma Ray e Stratovarius, tuttavia dal vivo gli ho sempre ritenuti noiosetti...  |
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8
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Accattivante, pomposo e potente. Più evoluto rispetto a Theater of Salvation, che comunque è un gran mattone power. |
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7
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Album molto bello! L'apice della loro discografia! Voto 95! |
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6
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Pure a me dice un bel pò di cose!  |
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5
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questo gruppo mi dice abbastanza |
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2
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...allora siamo in 2, insignificanti! |
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1
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questo gruppo non mi dice proprio niente... |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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01. Overture 02. Until We Rise Again 03. How Many Miles 04. Scarlet Rose 05. Out of Control 06. Vain Glory Opera 07. Fairytale 08. Walk on Fighting 09. Tomorrow 10. No More Foolin' 11. Hymn (Ultravox cover)
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Line Up
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Tobias Sammet - Vocals, Bass, Keys Jens Ludwig - Guitars Dirk Sauer - Guitars Frank Lindenhall - Session Drums
Guests
Frank Lindenthal – drums
Ralf Zdiarstek, Norman Meiritz, Andy Allendörfer – backing vocals
Hansi Kürsch – additional vocals on tracks 5 and 6
Timo Tolkki – guitar solo on track 5
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